I I ' I DOSSIER - - - - - - -----~-~ -~ - - . I sub-sahariani che vivono in Marocco non sono solo immigrati clandestini che cercano di arrivare in Europa. È il caso di oltre 200 ragazze e ragazzi provenienti da 23 paesi dell'Africa sub-sahariane che, grazie anche e una borsa di studio dell'Unesco, frequentano l'università Mohammed I di Oujda, nel Marocco orientale al confine con l'Algeria. Tra di loro il dibattito non riguarda l'immigrazione di oggi, ma l'Africa di domani. Nonostante la consapevolezza che non sarà facile tornare nei loro paesi d'origine dopo cinque anni in Marocco, la maggior parte di loro non vuole andare in Europa o negli Stetì Uniti, ma ha le idee chiare su come dovrà cercare di sostituirsi alle attuali classi dirigentì corrotte, lavorare sulla realtà concreta e affrancarsi dagli aiutì umanitari occidentali. «Se accetti oggi un euro - dice Madeleine Tavares, studentessa di scienze gestìonali della Guinea Bissau • stai sicuro che domani ne pagherai cinque: nessuno dè niente per niente. Anche l'Afri. ca deve passare attraverso varie fasi, perché tutti hanno bisogno del proprio medioevo11. «lo non so se sapremo dirigere banche o costruire ponti da soli - ribatte il neo-ingegnere congolese Yves Kalume -, ma siamo tutti ottimi studenti e conosciamo le regole dell'economia e il valore delle infrastrutture. Aver sudato un tìtolo di studio mi sembra già un buon punto di partenza». Tutti concordano che le strategie di sviluppo si devono elaborare su base locale. La crescita non viene dall'esterno, come sottolinea un futuro economista centrafricano, St-Cyr Mongombe: cNon so come sarà l'Africa domani; ma quello di cui sono certo è che dobbiamo investire sulla scuola e sulla salute: un analfabeta con la pancia vuota non può essere protagonista della politica del proprio paese11. Intanto Tomé Da Mate, segretario dell'associazione degli studenti subsahariani, alle prese con un master in relazioni internazionali e prossimo al ritorno a Sào Tomé, ascolta soddisfatto la discussione e conclude sorridendo: ccCerto è che si sta formando una rete continentale di contatti e amicizie. Se raWiungeremo posti chiave nei nostri paesi almeno diminuiranno i conflitti. Come si fa a muovere guerra a qualcuno che tì ha prestato gli appunti per superare l'esame di diritto internazionale?». Per tanti motivi. In primo luogo, l'Europa è il sogno di una vita per molti. Poi bisogna aggiungere che intraprendere un'attività In Africa non-è così semplice. Basta vedere l'esempio delle téléboutique, in cui si trovano i servizi telefonici e internet: se qualcuno ne apre una e inizia a guad<!,gnare, in poco tempo neaprirannoaltre dieci nello spazio di poche centinaia di metri e nessuno riuscirà più a sbar-care il lunario. Questo è. dovuto alla mancata applicazione delle legg·i che regolano l'economia e la concorrenza. La totale mancanza di regole è uno dei più gravi problemi di tutto il continente. Ma allora non c'è proprio fut11ro? Un futuro c'è. Sono ottimista. Noi africani abbiamo le carte in regola e le potenzialità per avere un domani più roseo, anche se siamo lontani dal risolvere il problema della corruzione delle élite e delle lotte tra le tribù per la spartitione del potere e del denaro. Quale ruolo può avere l'Europa nello sviluppo africano? L'Europa è un punto di riferimento per quanto riguarda democrazia e diritti umani. Nonostante gli abusi e la corruzione che esi - stono dappertutto, in Europa le regole vengono applicate e i cittadini sono uguali davanti a~la legge. In Africa non si può nemmeno parlare di cittadini, ma di sudditi, che hanno doveri ma non diritti. Ma non è cosl semplice. !.:Europa è in parte responsabile della condizione in cui_~ersa l'Africa oggi: se lavorasse p1u attivamente ed efficacemente per contribuire allo sviluppo dei paesi africani, ci sarebbero dei risvolti positivi anche sull'immigrazione verso il vecchio continente. Ma a voler essere cinici, si potrebbe dire che " noi europei conviene tenere l 'Africa nelle condizioni in cui si trova oggi. Un grande supermercato II cie· lo ttperto e un bacino di manodopera a basso costo è meglio di 11n concorrente, o no? Forse. Ma allora l'Eyropa dovrà rassegnarsi a sopportare anche i costi che comporteranno il terrorismo, l'immigrazione selvaggia, le orde di disperati che cercano e cercheranno di raggiungere le coste spagnole, francesi, rtaliane. Credo invece che, grazie alla prossimità geografica, l'Europasarebbe la prima a beneficiare di un'Africa più sviluppata e stabile. Da che mondo è mondo, gli esseri umani si sono spostati da una parte all'altra del globo e la mon,- dializzazione è ormai un dato di fatto. Non si può pensare che i problemi dell'Africa non coinvolgano il resto del pianeta. Le conseguenze di questi problemi, piaçcia o non piaccia, pesano sulle spalle di ognuno. Il sottosviluppo dell'Africa è un problema per tutti e a tutti è richiesto un piccolo sacrificio. ■ Dueanziani chiacchierano alporto di Tangeri. -----------------------~---------------------------------------------- 42 ■ MC DICEMBRE 2006
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