I I I Il j DOSSIER valsa». «Quando senti una macchina che sgomma e uno stereo a tutto volume • commenta caustico Ahmed, sorseggiando una coca ai tavolini del Jour et NuJt di Agadi,r • non c'è nemmenobisogno di guar· dare: è sicuramente uno zmagria. In Europa rispettano la legge, perché hanno paura e non sono nessuno, qui fanno le superstar, perché sanno che con un euro di bakshish (mancia) la polizia lascia correre. Chi ha già un lavoro qualificato preferisce stare in Marocco, dove è qualcuno tutto l'anno, non soltanto in agosto». I 11giud.izto d_ei marocchini sui lo- ~o connazionali esp~triati, p_er~, e raramente oggettivo: o e vi - ziato dall'invidia di chi vorr.ebbe partire, ma non ci è ancora riusci • to, oppure dal disprezzo di chi non ha bisogno di emigrare per mantenere la famiglia perché ha un reddito più che adeguato per vivere nel suo paese. Che si tratti di immigrati di prima generazione, come quelli arrivati negli ultimi anni in Italia e Spagna, odi figli di espa· Il caffè Baba,uno dei luoghi di ritrovo dei RollingStones. ' - - - - triati di vecchia data, come i franco-marocchini, l'effetto sugli zmagria è sempre lo stesso: quello di sentirsi isolati. Come tutte le superstar, sono al tempo stesso amati e ammirati o odiati e incompresi. <{Ogni estate è la stessa storia - sbuffa accaldato uno dei passeggeri in attesa di varcare i cancelli del porto di Nador •. La realtà è che I nostri connazionali ci invidiano perché vorrebbero essere al nostro posto e, quando non cì odiano, ci considerano vacche da mungere. Il problema è che sia· mo marocchini in Europa e turisti a casa nostra». L'amarezza del primo impatto, però, è presto dimenticata: basta una passeggiata sul lungomare di Saidia, Essaouira o Agadir, o più semplicemente il tajin preparato dalla mamma alla maniera tradi - zionale per riportare il buonumore. , Eper le loro serate, i turisti maroc• chini possono scegliere tra decine di festival, concerti e spettacoli che animano le grandi città, eventi capaci di radunare centinaia di migliaia di persone intorno a un palcoscenico, su cui si alternano arti• sti di fama internazionale, come Khal'ed, Yossou N'Dour e Shaggy. Spesso, dopo il concerto. la festa continua In spiaggia, con il classi - co falò e le chitarre intorno al fuoco, o in una delle tante discoteche della costa. «Quest'anno ho deciso di rimanere in Marocco tutta l'estate · sorride Abdul, giocando con il suo lettore mp3 appeso al collo · . Mi piace tornare a casa perché qui tutto costa meno e posso andare al mare senza che la polizia mi fermi per la strada perché sono un arabo. Non mi importa se mi chiamano zmagria; io qui sto bene e le ragazze non sono arroganti come le francesi». D i fatto, l'emigrazione viene ancora considerata una prova di virilità. «Chi parla male degli zmagria non ha abbastanza fegato per lasciare tutto e partire - dice Mounir in uno spagnolo elementare imparato per la strada -. lo sono stato due anni a lbiza senza documenti e posso dire di essermi messo alla pr.ova. Mi sono anche divertito parecchio in giro per le di· scoteche dell'isola, a bere con gli amici e a guardare le ragazze. Adesso mi sono sposato e sto qui in Marocco, ma domani chissà». ----~-~~----------------~---~-~-------------------~------------------- 31 ■ MC DICEMBRE 2006
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