MISSIONI CONSOLATA ■ ■■ ■■ ■ ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ stiane,assistente spirituale degli universitari della Seconda legione di Milano e insegnante religioso all'Istituto tecnico commerciale Schiapparelll. Furono anni di studi intensi,in cui scrisse brevi saggi di pedagogia. Quando l'Italia entrò in guerra, nel 1940,molti studenti furono chiamati al fronte; per essere vicinoai suoi giovani anche nel pericolo,don Gnocchi si arruolò come cappellano volontario nel battaglìone alpino «Val Tagliamento», destinazione il fronte greco albanese. Dopo un breve Intervallo a Milano, nel 1942 il tenente cappellano fu inviato prima sul fronte russo con gli : alpini dellaTridentina. L'esperienza ' del conflitto, con tutti I suol orrori, lo segnò profondamente, facendogli scoprire la sua vocazione, il suo «sogno»o «carriera)) adifesa dei più deboli, come scriveva aun cugino nel settembre 1942. Nel gennaio 1943,durante la drammatica ritirata del contingente italiano e la tragica esperienza vissuta nella sacca di Nikolajewka, don Carlo si prodigò nell'assistenza agli alpini feriti emorenti, raccogliendone le ultimeparole, fotografie dei loro cari e indirizzi di casa, per poi visitare i familiari e portare loro un confortomorale e materiale. , Reduce dal fronte russo.don : Gnocchi rimase colpito dal disagio : In cui si trovavano tutti gli itallani,ci- : vili e militari. li bilancio di guerra era impressionante:circa 15 mila bambini mutìlati,dallo scoppio degli ordigni bellici.Attraverso contatti con la Croce Rossa, autorità militari, civili e religiose, li raccolse nell'Istituto dei grandi invalidi di Arosio (Como),di cui fu nominato direttore (1945). IL PRIMOMUTILATINO Una sera sull'imbrunire, mentre rientrava nella Casa di Arosio, trovò ad attenderlo una giovane donna, con in braccio un bambino di pochi annl,che gli disse tra le lacrime: «Non ho più nulla, sono sola al mondo.Èda due giorni che non mangiamo.Don Carlo, lo prenda lei il mio Paolo.la scongiuro».Cosl dicendo, depose il bimbo a terra e si volse come per andarsene,singhiozzando. Una foto storica di don Gnocchi con i suoi ragazzi. , Don Carlo Gnocchi, papà : dei mutilatini. I I Il bambino aveva la gamba destra amputata dall'esplosione di un ordigno bellico; non potendosi reggere, cominciò atrascinarsi penosamente, anch'egli piangendo eguardando lamamma.Don cario si inginocchiòaccanto al piccolo e lo abbracciòfissandolo con tenerezza, senza dire una parola, fino aquando madre efiglio cessarono di piangere.Si alzò stringendo al petto il piccolo mutilato che finalmente rispose con un tenue sorriso alla carezza del sacerdote.Anche la povera madre sorrise di riconoscenza. Quel bambino si chiamava Paolo Balducci;aveva otto anni;fu il primo mutilatino ricoverato tra gli orfani di Arosio. Per tutta la sera e parte della notte don Carlo non si allontanò da quel bambino che lo guardava egli si stringeva come se avesse trovato un nuovo padre,tanto buono da racchiudere in sé anche la tenerezza della madre. Cominciava cosi la «carriera>) di don Carlo Gnocchi, dando vita a un'opera che lo portò aguadagnare sul campo il titolo di «padre del mutilatlni)). «PRO INFANZIA MUTILATA» Occorreva, senza Indugio, informare la pubblica opinione.coinvolgere le persone di ogni ceto efar vedere i tristi effetti di una guerra fratricida, dimostrare la necessità di riparare all'ingiusta sorte abbattutasi ciecamente sopra inermi e innocenti fanciulli. Fiducioso in Dio enella bontà degli uomini.donGnocchi costituì associazioni di sostegno e non diede più pace a conoscenti e a quanti potevano contribuire alla raccolta di denaro, indumenti e materiale per i suoi mutllatinl. Ben presto la struttura di Arosio divenne insufficiente ad accogliere i piccoli ospiti, le cui richieste di ammissione giungevano da tutta Italia. La Provvidenza gli venne incontro, nel 1947,con la concessione in affit- ►---------------------------------------------------------------------------------------------· MC DICEMBRE 2006 ■ TI
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