a Padre Severino... vive Caro padre, ho ricevuto la notizia della morte di padre Severino Bordignon. Vorrei ricordarlo. Ci siamo conosciuti per la prima volta nel 1980, durante un corso di aggiornamento aRoma. Eravamo in 12. Delle relazioni vissute in quei mesi non ricordo molto, adistanza di tanti anni, ma una cosa èancora viva nella mia memoria. Durante il corso eravamo invitati a parlare della nostra vita missionaria. Aspettavamo tutti la testimonianza di padre Severino, da poco tornato dal Mozambico, dopo un mese passato in prigione. Cominciò col descrivere la situazione del paese, delle difficoltà del lavoro missionario sotto il regime marxista, delle restrizioni di movimento imposto ai missionari... Un giorno ebbe un'idea: chiedere il permesso di fare scampagnate nella foresta con gruppi di giovani ecosì poter parlare loro di Cristo. Non ricordo in qual modo, ma la polizia venne a conoscenza di tale attività eil padre fu arrestato e sbattuto in prigione, dove visse un mese di via crucis. In un ambiente fatto per un centinaio di carcerati, erano circa 500; c'era un solo gabinetto con doccia; si doveva fare il bagno due 6 ■ MC SETTEMBRE 2006 volte al giorno, perché la prigione era invasa da pulci, per cui spesso bisognava fare la doccia insieme ad altri uomini; nella prigione entravano liberamente le prostitute, una delle quali tentò pure lui. Ma la cosa più penosa era vedere i prigionieri ritornare in cella dopo gli interrogatori, con ematomi e gonfiori in varie parti del corpo, perché venivano picchiati con manganelli di gomma. Personalmente il padre non fu mai picchiato. In una cella con altri 5detenuti, fece subito amicizia; il vescovo andava avisitarlo tutti i giorni, portando un po' di cibo, in mezzo al quale nascondeva l'occorrente per la messa, che riuscì a celebrare tutti i giorni: un grande conforto per tutta la durata della reclusione. Ricordo ancora che durante il corso padre Severino passava lunghe ore battendo amacchina: spero che abbia scritto queste sue memorie, perché non vadano perdute. Aimone Rondina Meru (Kenya) Lo speriamo anche noi. Intanto grazie, padre Rondina, per avere condiviso con noi questa esperienza di padre Bordignon, che ci ha lasciato prematuramente, e che anche noi ricordiamo con tanta simpatia. Questione ladina Complimenti per l'articolo sui ladini ( M.C. aprile 2006), fatto molto bene! La questione ladina è abbastanza complessa, in seguito alla tripartizione amministrativa. Siamo quasi al punto di dovere parlare di 5«minoranze ladine», ognuna con la propria lingua scritta. li ladino standard in cui è redatto il nostro sito viene boicottato con tutti i mezzi dalla rappresentanza politica (Svp) nella provincia di Bolzano, al punto di averlo proibito con un apposito decreto (nr. 203/2003), che lo esclude dagli ambiti istituzionali eamministrativi. Redazion Noeles (BZ) www.noeles.net Siamo anche noi dalla vostra parte, perché possiate conservare la vostra ricca identità culturale e religiosa. Buona fortuna! Caro padre, grazie per la celerità nel mandarmi le immagini richieste. Non ti ho mai detto che Missioni Consolata è spettacolare, specialmente quegli articoli che parlano di visite alle missioni {Cartagena del Chaira, Caracoli, ecc.). Sono generalmente scritti con molta vivacità e io li uso per le lettere ai benefattori. Michele Brizio Somerset {USA) Foto e articoli di M.C. servono anche per rastrellare... dollari. Buona fortuna, padre Brizio! Respiro di serenità Spettabile Redazione, chi vi scrive ha ottanta anni compiuti ed è molto malata, da tanti anni... Prima di tutto voglio farvi i complimenti per la rivista, che leggo, come posso, ma con tanto interesse. Apprezzo molto il vostro lavoro. Sono amica di frate! Domenico Bugatti (missionario della Consolata in Congo r.d., ndr). Amo tanto i missionari ed è costante il loro ricordo nella mia preghiera. Se vi può interessare leggerle, vi mando qualche mia poesia, tratta dai miei libri: è la mia vita. Coraggio atutti e buon lavoro. Lucia Rivadossi Zappa Lumezzane (BS) Grazie, signora Lucia, per l'affetto che nutre verso i missionari. Insieme alla foto inviataci, pubblichiamo volentieri una sua poesia: la «serenità» con cui affronta la malattia infonde coraggio anche a noi. SERENITÀ Calmo esereno dispongo il mio cuore; chiudo l'orecchio aogni rumore. Assesto i pensieri svagati, d'inutili ombre si son liberati. È bello sentire vibrare i moti del cuore, che come la rondine d'inutili pesi si son liberati. Spaziare leggeri nel cielo, senza ombre né pesi né tristi pensieri. Sulle corde del vento, che soffia econduce dove nasce e brilla la luce.
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