figlio maggiore fa da contrasto e ci permette di accostarci alla figura del padre in modo più pieno e profondo. Il confronto tra la parabola del figlio minore in relazione con suo padre e il suo prolungamento, cioè del figlio maggiore in rapporto con suo padre, non è un doppione vero e proprio, come nella prima parabola del pastore/donna, ma l'altra faccia della stessa medaglia. Questa seconda parabola illustra il tema della misericordia sullo sfondo della storia della salvezza come si è realizzata, mettendo a confronto Israele e la chiesa. Esaminiamo le corrispondenze tra la parabola vera e propria (vv. ll-24) e la seconda parte (vv. 25-32), riportando solo i temi e non il testo che occuperebbe molto spazio: Figlio giovane In casa Lascia la casa Va in un paese lontano Commensale dei porci Il padre gli corse incontro Padre, ho peccato contro di te Il padre fa festa perché «questo mio figlio» • da morto è tornato in vita • da perduto è ritrovato _ Figlio maggiore E nei campi Torna a casa Non entra, ma resta «vicino» Tu sei sempre con me (dice il padre) Il padre uscì a chiamarlo Non mi hai mai dato un capretto Il padre invita alla festa perché «questo tuo fratello» • da morto è tornato in vita • da perduto è ritrovato I due figli, il più giovane e il maggiore sono simboli di due atteggiamenti: un abisso li separa dal padre; ma anche tra di loro vi è una somiglianza nonostante non esista alcuna comunicazione del figlio minore con il fratello maggiore e di questi con il fratello minore. Sono stranieri in «casa», la negazione della fraternità pur vivendo insieme al padre. APPLICAZIONE: AQUALE DEI DUE FIGLI Cl ASSOMIGLIAMO Non conosciamo il motivo per cui il figlio minore vuole andarsene via di casa, ma possiamo intuirlo, perché il testo ci offre qualcosa di più di un semplice sospetto. Viene un tempo nell'adolescenza, in cui i genitori sono colpevoli di tutto: in essi l'adolescente identifica tutte le cause di tutte le sue insoddisfazioni che riguardano il corpo (nessun adolescente «si piace»), la fatica di vivere, lo stile di vita, la casa, la famiglia. Il «figlio più giovane», come tutti gli adolescenti, vuole essere «più grande» di quanto non sia, mentre sperimenta ogni giorno di essere trattato come l'adolescente che è. Il conflitto con tutto ciò che ostacola il suo «essere grande» è inevitabile, il confronto con il fratello maggiore è una sfida che degenera in guerra. Si sogna di scappare di casa, come soluzione della propria irrequietezza. A questa età si soli Figliol Prodigo, nell'interpretazione di un pittore di Mafa (Camerun). . 1 1 gna la morte dei genitori e si odiano i fratelli e sorelle, , perché «loro sono grandi, mentre io a quin-di-ci-an-ni ! sono trattato/a ancora da bambino-bambina». : I Chiunque è stato genitore ha vissuto questi problemi. l I fratelli maggiori si divertono alle spalle dei fratelli mi- ; nori e non perdono occasione per mettere in ridicolo le ~ manifestazioni della loro crescita e del loro sviluppo. Da : un lato l'adolescente «sente» di non potere vivere una sua : propria vita se non «uccide» (psicologicamente) i genito- l ri, mettendo così in atto quel desiderio inconscio di eli- 1 minare qualunque principio di autorità. : In psicologia questo principio è codificato nell'espres- : sione: «Uccidi il Budda che incontri per strada», dove : Budda sta per qualsiasi forma di autorità (padre, madre, I maestro, direttore spirituale, ecc.). Per ritrovare l'autorità ; come sostegno di servizio alla crescita, bisogna saperse- : ne separare, altrimenti c'è il rischio di vivere sempre sot- I tomessi a una autorità che diventa sostitutiva e per que- : sto deleteria. : Il figlio minore volle uccidere suo padre per affrancar- : si dalla dipendenza, ma non è ancora giunto il suo tem- : po di maturità; il figlio maggiore non aveva tagliato il cor- 1 done ombelicale, ma non era affatto cresciuto, perché si j era rintanato nel suo egoismo possessivo, fino a essere ; geloso del ritorno del fratello, che vede come antagoni- : st~ e concorrente. : E l'atteggiamento di fondo per vivere una relazione ma- j tura e armonica in ogni ambiente, in ogni condizione. Ciò vale per il figlio nei confronti del padre e della madre, per il monaco nei confronti del superiore, per la suora nei confronti della superiora, per il prete nei confronti del vescovo, per la moglie nei confronti del marito, per il marito nei confronti della moglie, per gli alunni nei confronti dei maestri. Tutti coloro che esercitano una qualche forma di autorità devono diminuire se vogliono che gli altri affidati alla loro responsabilità crescano liberi, pieni, maturi e diventino adulti (Gv 3,30). Col padre e i suoi due figli, tutti dobbiamo fare i conti e prima lo facciamo meglio è per noi [continua - 4]. e I I I I J I I ------- ' ' --------------------- --·--------•·-• __ .;..._ --------·--.... -------~~-----------·------·------- ---------. --·---· MC SETTEMBRE 2006 ■ 59
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