MISSIONI CONSOLATA ■ ■■ ■■■ ■ Sono nata e vissuta fino a 17 anni nella piccola e tranquilla città di Laguna, nel sud del Brasile. Dei miei ricordi di quel periodo posso dire che convivevo con la tranquillità del luogo e le disparità regionali presenti nel paese, senza molte possibilità di crescita personale attraverso qualche esperienza. Solamente quandopartii per Florianopolls, la capitale dello stato, per entrare all'Università (facoltà di Ingegneria ambientale), uscii dal blocco mentale nel quale prima vivevo e cominciai una vita di scoperte ed esperienze positive e negative, che contribuirono alla mia formazione personale e professionale. Nel 2005 sono venuta In Italia con l'obiettivo diconoscere una nuova cultura e fare nuove esperienze per un tempo determinato, più o meno 3 anni. Nella condizione di Immigrata non ho avuto molti problemi, a parte quelli che all'Inizio penso abbiano tutti: difficoltà per la lingua, trovare un lavoro d'accordo con la formazione ottenuta nel paese di origine, burocrazia nelle pratiche civili, ecc. Comunque, poiché sono facilmente adattabile alla diversità, posso dire che ml trovo bene In Italia, paese eccezionale per natura, cultura e persone. Lamia venuta in questo paese ha anche cambiato Il mio rapporto personale con il Brasile.Da lontanoguardo il mio paese in unmododiverso da prima, trovandolo ancora più bello eancora più da amare. Il Brasile, paese In via di sviluppo,vasto quanto un continente econ circa 180milioni di abitanti, è descritto a livello internazionale come il paese del carnevale, del calcio, dell'Amazzonia e della criminalità. Però, chi lo conosce veramente, sa bene che è un paese fantastico in tanti sensi, ben oltre quelli codificati nel luoghi comuni. è certo che, a causa della sua condizione socio-economica, ci sono tanti problemi emolte cose da fare per svilupparlo in modo equanime e sostenibile. Tuttavia, dopo 500 anni dall'occupazione europea, pian plano Il paese sta trovando una propria autonomia per consolidare la sua identità nel mondo. I l opportunità di partecipare al progetto di comunicazione radiofo1. nico di «Tr6pico Ut6pico» mi ha dato la possibilità di avvicinare Torino alla cultura braslllana. Con la rubrica Conexc1o Brasll lo cerco di trasmettere, pur In uno spazio temporale ristretto, notizie interessanti dal Brasile, Informazioni di utilità generale, divulgazione della lingua portoghese e musica brasiliana di qualità. Insieme a Carlos, Maria Helena ed Alvaro, gli amici che in un'atmosfera multiculturale conducono il programma, molto umilmente tento di legare Il Brasile al contesto latinoamericano enel contempodi Inserirlo In una scala globale. San/aFortunato di più malleabile ma anche delicato, necessario per vivere e per riflettere: l'informazione, servita con quella trasparenza che viene abitualmente calpestata dai grandi comunicatori da... «centro commerciale». lo credo che la radio,come la carta stampata,dovrebbe essere sinonimo di comunità educativa,di educazione popolare che inviti all'autocoscienza critica e non all'indifferenza collettiva. Così, sulla base di queste convinzioni, il 26 di marzo ho iniziato afare lo speakernella prima puntata di « Tr6pico Ut6pico.Voz de tantas rafces». N ello studio di Radio Flash tutte , le domeniche, verso le dieci e quindici - avolte un po' assonnati - si corre, si rilegge e si corregge quello che partirà per le onde radio: voci, parole,denuncie, improwisazioni emolte volte agitazione, in un tutto che arriva fino alle persone che ci ascoltano. Quando sta per finire il notiziario di radio popolare verso le 10:40 e suona la canzone dell'inizio del programma, la sensazione della prima volta entra in studio e invisibile, si siede in una vecchia poltrona che è di fronte a noi, quasi fino alla fine del programma, ma ad ogni domenica decide di andarsene prima, so che un , giorno non verrà più... quando parlare in radio per me sarà diventato leggero come ascoltarla. Durante il programma,da dietro la consolle, Alvaro ci mostra dei cartelli di colori diversi - simili aquelli dell'arbitro in una partita di calcio - con cui ci suggerisce o ci dà i tempi: invita a domandare se siamo nel corso di un'intervista e il personaggio dall'altra parte del telefono passa tutti i semafori in rosso o - come si dice in Nicaragua -«va corno carreta en bajada» (va come un carretto in discesa), oppure acercare di chiudere il discorso o il tema che stiamo trattando, se ci si awicina «Conexcio Brasi/», il segmento in lingua portoghese tenuto da Sania, l'amica brasiliana nostra compagna d'awentura. Abbiamo trovato una sorta d'equilibrio all'interno del collettivo di Tr6pico Ut6pico.Ognuno di noi quattro concepisce la comunicazione in modo diverso, ma le basi del programma si confanno bene alle nostre idee eal nostro sentire. José Carlos Bonino MC SETTEMBRE 2006 ■ 45
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