Missioni Consolata - Settembre 2006

■ MALI ■ ■■ ■■ ■■■ UNA RADIO DA... 1.200 EURO Siamo nella città vecchia di Mopti, nei pressi del porto fluviale sul Bani, affluente del Niger. Da qui partono piroghe e barconi variopinti, carichi di gente e mercanzie per la mitica Timbuctù, più a nord, nel Sahara. Poco lontano un'antenna svetta su una casa fatiscente. Al primo piano in due stanze dall'intonaco scrostato c'è gran fermento. Ci troviamo a Radio Jamana Mopti, una delle voci più ascoltate in zona, anche dal mondo rurale. Questa Radio fa parte della cooperativa editoriale Jamana, che conta una decina di emittenti in tutto il paese. Jamana pubblica anche uno dei rari quotidiani del MalJ, Les Echos, un mensile in lingua bambarà e libri. E il più grosso gruppo editoriale del paese e, guarda caso, fu diretto da Alpha Oumar Konaré, che divenne poi presidente della re - pubblica per due mandati consecutivi dal '92 al 2002. Radio Jamana Mopti fu creata a fine 1997, ci racconta Aliou Djim che ne è stato direttore dalla fon - dazione ai giorni nostri. Ora lui andrà a dirigere Radio Benkan, sempre di Jamana, a Bamako. PROMOZIONE CULTURALE Aliou racconta che «la missione principale delle radio Jamana, sparse soprattutto all'interno del paese, è la promozione delle lingue e della cultura locali». Per questo, ad esempio, a Mopti Radio Jamana trasmette in sette lingue, di cui sei locali (bozo, fulfu/dé, dogon, sonrahi, bambarà, tamasheq) e il francese. «Inoltre, si investe molto ad accompagnare la massa rurale in tutto quello che è lo sviluppo». Questo vuol dire, di fatto, veicolare i messaggi delle Ong e delle organizzazioni di base, che siano esse locali, nazionali o internazionali. «Se ad esempio una Ong vuole far pervenire un messaggio in tutto il cere/e (provincia, ndr) di Mopti al più gran numero di beneficiari, nello stesso momento noi realizziamo una trasmissione in più lingue». La radio si propone come supporto in comunicazione tra Ong e contadini. Evendendo questi servizi trae anche il suo sostentamento. «La maggiore sfida attuale è assicurare la nostra perennità. Ci autofinanziamo con le prestazioni al l 00%, mentre l'apporto della cooperativa Jamana si limita all'installazione della radio e alla fornitura di materiale di lavoro. Il funzionamento, come i salari, affitto, elettricità deve arrivare da qui». Un posto dove i ricavi non sono così facili, ricorda Aliou. «Mopti ha l 00 mila abitanti e 8 radio. È bene che ci sia pluralità, ma questo vuol dire che il prezzo del servizio diminuisce, quando invece i costi restano gli stessi». Alla radio lavorano 6 persone fisse, mentre altre 20 collaborano stabilmente. Il costo mensile per farla funzionare è di circa l .200 euro, tutto compreso. Che obblighi avete con la cooperativa Jamana? «Siamo autonomi in gestione ma non siamo indipendenti, apparteniamo alla cooperativa. I nostri obblighi principali sono che la radio sopravviva. Poi c'è l'accompagnamento della popolazione, la promozione delle lingue e cultura, ecc. Lo facciamo senza problema, siamo qualificati, ma la sopravvivenza della radio ci distrae, occorre trovare i soldi necessari». INFORMAZIONE «Diamo informazione quotidiana. Abbiamo un comitato di redazione che ricerca notizie in città, tutta l'attualità che può interessare alla popolazione. Le trattiamo e le diffondiamo in francese e in tutte le lingue locali. Siamo considerati come la radio di informazione della zona perché diamo più attualità locale. Guardiamo anche su internet quali sono le informazioni nazionali e internazionali che possono avere incidenza sulla vita dei cittadini di Mopti e della regione. Ecerchiamo di adattarle e riproporle. Ad esempio se troviamo informazioni sul pesce che è molto importante qui le trasmettiamo, per preparare i pescatori a problemi che potrebbero presentarsi». Il direttore traccia un bilancio positivo: «Radio Jamana ha aperto un campo fertile: abbiamo lavorato in modo da dare voglia a molti di imitarci. Quando iniziammo a Mopti c'era solo la radio di stato e un'altra privata, la nostra fu la terza. Abbiamo promosso uno spazio radiofonico plurale. Abbiamo, inoltre, lavorato molto sulla pratica delle lingue che adesso si è più diffusa. Si è creato un dialogo tra la radio e la popolazione per rinforzare lingue e cultura. Trasmettiamo racconti e musica che un tempo si ascoltavano solo tra poche persone, riuscendo così a ridiffonderli. M.B. ~------: ------------------------ .,. ---------------------------------------------------------· 24 ■ MC SETTEMBRE 2006

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