Missioni Consolata - Settembre 2006

■ VERONA {ITALIA) ■■ ■■■ ■■■ Convegno di Palermo (1996), dove cominciò «la conversione pastorale alla missione». piice: che lasci i poveri del suo territorio «fuori dalla porta», perché composta in prevalenza da una classe media volenterosa, ma più che mai pervasa di consumismo e preoccupata del suo fragile benessere; e che dimentichi del tutto - salvo periodiche collette- i tre miliardi di poveri nel mondo.Al grido di tanti bisognosi sul territorio nazionale e nel Sud del mondo si risponde con gesti di una generosità che acquieta le coscienze, ma con poca attenzione al dovere di giustizia. Pare che negli ultimi documenti dell'episcopato ita- _liano la parola «giustizia» risuoni con minore forza. Missione e nuova evangelizzazione passano,anche per la chiesa italiana, attraverso la scelta preferenziale dei poveri,chiamati nelle scelte pastorali a essere soggetti attivi nella società e, se cristiani, nella chiesa. MISSIONARI DI RITORNO La maggior parte dei membri degli istituti missionari che si trovano attualmente in Italia è reduce dalle missioni. li loro rientro è spesso traumatico. Partiti per «portare la fede della loro terra» ad altre terre, trovano che nel paese «cristiano» da cui sono partiti c'è meno fede, meno Annalena Tonelli, «martire della speranza». 14 ■ MC SETTEMBRE 2006 speranza e meno amore che nei paesi da cui rientrano. Si trovano immersi in una cultura del consumismo che troppo contrasta con le visioni di miseria e di sofferenza che hanno negli occhi.Meno profonda è l'intensità delle relazioni umane,diversi i ritmi del tempo, poco praticata l'ospitalità; superfìciali,rapide e prevalentemente emotive le reazioni ai fatti anche più gravi... Diventa allora difficile per loro riprendere i contatti con «questa» realtà. Pensano di farsi voce delle giovani chiese nella loro «antica chiesa», ma qui incontrano forse la più forte delusione. Perché di quelle esperienze di grazia sentono che si fa poco conto. Parlano di celebrazioni lunghe e festose,di piccole comunità cristiane o comunità di base,di una ricca manifestazione di carismi,di tanti ministeri esercitati con fervore e responsabilità, di impegno a fianco dei poveri, di lotte per la giustizia e i diritti umani, di fatica e bellezza dell'inculturazione, di severi catecumenati,di sofferenze e martìri di cristiani coerenti ... e non trovano eco, come se quella non fosse vita, chiesa e patrimonio di tutta la famiglia dei credenti. «Qui è tutto diverso - si sentono dire-. Tutto questo non serve». NUOVO MODELLO DI CHIESA I «missionari di ritorno» raccontano un nuovo modello di chiesa,che certo non può essere trasportato di peso nel nostro mondo - dove una chiesa dalle antiche radici ha il suo ricco patrimonio di tradizione,di teologia, di pratica pastorale - e tuttavia può offrire molti stimoli al rinnovamento in senso missionario della pastorale. Proviamo a enumerarne alcuni.

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