Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2006

In Italia, dopo un primo periodo di sospetto nei confronti degli hospices si è avuta una diffusione di questo tipo di medicina, sia a livello ospedaliero, sia a livello domiciliare. LA TERAPIA DEL DOLORE Oggi le cure palliative comprendono principalmente: • la terapia oncologica, cioè l'insieme delle applicazioni delle classiche terapie oncologiche (chirurgia, radioterapia, chemioterapia) destinate a pazienti in cui si ricerca il controllo dei sintomi; • le cure di supporto, cioè l'uso di analgesici al fine di ridurre o abolire la percezione del dolore; la valutazione nutrizionale e la regolazione idro-elettrolitica; il trattamento delle infezioni opportunistiche; le procedure fisioterapiche di riabilitazione; il sostegno psicologico a cui spetta un posto di particolare rilievo sia per il paziente che per i familiari; la sorveglianza psicologica della équipe degli operatori sanitari, che in questa delicata fase della malattia cronica è fondamentale per l'ottimizzazione terapeutica. Il controllo del dolore e degli altri sintomi associati, quali la nausea, il vomito, l'astenia, nonché dei problemi psicologici, sociali e spirituali rappresentano comunque il punto focale delle cure palliative, il cui obiettivo primario è quello di garantire la migliore qualità di vita possibile al paziente. Le cure palliative affermano il valore della vita, considerano la morte come un evento naturale, offrono un sistema di supporto per aiutare il malato a vivere dignitosamente e la famiglia a convivere prima con la malattia e poi con il lutto. l'.etica medica impone di valorizzare le cure palliative. Esse si pongono tra l'accanimento terapeutico e l'eutanasia. Costituiscono la cosiddetta «terza via» da perseguire in modo privilegiato con i malati terminali o comunque cronici. L'.impossibilità della guarigione non deve far desistere dalla volontà di curare. Tuttavia, da una medicina ai confini della vita non possono che scaturire inevitabilmente molteplici problematiche bioetiche di non sempre univoca interpretazione e risoluzione. In Italia, la bioetica, sin dai suoi esordi negli anni '80, è stata caratterizzata dalla compresenza di due posizioni: da un lato una bioetica laica, dall'altro una bioetica cattolica. Da un lato la «qualità della vita», dall'altro la «sacralità della t-... vita». Due realtà talvolta dialogiche ma, più spesso, in contrasto tra loro. ~ Tuttavia, si avverte oggi più che mail'esigenza di accostarsi alle problematiche me- 0 dico-scientifiche senza disgiungerle da quelle morali e deontologiche. È quanto 6b mai necessario, per attuare un tale percorso, ripartire dalle origini ippocratiche :::, della medicina e dalle definizioni di persona, di salute e di malattia. ·~ Atale fine, la facoltà teologica di Torino, in collaborazione con l'Ufficio per la pa- \O storale della salute e l'Associazione dei medici cattolici Italiani (Amci), sotto il pa- g trocinio della facoltà di medicina dell'Università degli studi di Torino, ha proget- N tato un master universitario in bioetica per l'anno accademico 2006-2007. f:: Il I modulo analizzerà la storia ed i fondamenti della bioetica, nonché le sue im- ..C plicazioni mediche, biologiche, teologiche, filosofiche e giuridiche. Nel II modu- :§ lo i docenti della facoltà di teologia e di medicina si confronteranno sulla vita che 0 nasce: dalla sessualità allo statuto dell'embrione umano, dall'ingegneria genetica 8 alle cellule staminali e alla clonazione, per terminare con la contraccezione e l'a- ·t:: borto. Nel III modulo scienza ed etica analizzeranno la vita che volge al termine at- ~ traverso argomenti, quali la senescenza, il significato della morte, l'accanimento terapeutico, le cure palliative, l'eutanasia e il testamento biologico, che rappresentano alcune delle frontiere aperte dalla medicina odierna. Molte e complesse le questioni, stimolanti e ricche di prospettive, ma soprattutto accomunate da un unico principio: la centralità dell'uomo, fine e mai mezzo, misura di tutte le cose. Il master è rivolto a medici e operatori sanitari, a religiosi e a coloro che, in possesso di laurea, siano motivati ed interessati alla materia. Le lezioni si terranno a Torino presso la facoltà teologica (via XX Settembre, 83), con una cadenza mensile (venerdì pomeriggio e sabato mattina). Per informazioni: Associazione «Bioetica e persona Onlus» TEL.339.42.90.588 - E-mail: enrico.larghero@tiscali.it Sito internet: www.amcitorino.it E.LA. lato la terapia antalgica, che mira ad tutti. Già Pio Xli aveva affermato che è eliminare il dolore fisico, percepito lecito sopprimere il dolore per mezzo come inaccettabile e lesivo della di narcotici, pur con la conseguenza di dignità; dall'altro lato vi è lo sforzo di limitare la coscienza e di abbreviare la aiutare il malato a trovare un senso alla vita, «se non esistono altri mezzi e se, sofferenza e alla morte. nelle date circostanze, ciò non impedìLe questioni morali inducono a con- sce l'adempimento di altri doveri relisiderare il morente non soltanto dal giosi e morali». In questo caso, infatti, punto di vista delle sue condizioni fisi- la morte non è voluta o ricercata, che, ma anche come persona con esi- nonostante che per motivi ragionevoli genze psicologiche, spirituali e religio- se ne corra il rischio: semplicemente si se; una prospettiva che non può che vuole lenire il dolore in maniera efficarendere maggiore l'attenzione e la ce, ricorrendo agli analgesici messi a capacità di aiuto nei confronti di chi si disposizione dalla medicina. Non si trova al termine della vita. può parlare quindi di eutanasia attiva, In tale contesto sorge, tra gli altri, il ma di una cura appropriata e proporproblema della liceità del ricorso ai zionata ad un quadro clinico grave ed vari tipi di analgesici e sedativi per irreversibile. alleviare il dolore, quando ciò com- Tuttavia, «non si deve privare il moriporta il rischio di accelerare la morte. bondo della coscienza di sé senza graSe infatti può essere considerato ve motivo»: avvicinandosi alla morte, gli degno di lode chi accetta volontaria- uomini devono essere in grado di poter mente di soffrire rinunciando a inter- soddisfare ai loro obblighi morali e venti antidolorifici per conservare la familiari e soprattutto «devono potersi ESISTONO DEI LIMITI? piena lucidità, tale comportamento preparare con piena coscienza all'in1problemi di fondo riguardano da un non può essere ritenuto doveroso per contro definitivo con Dio». -----------J-------------------------------------------------------------------------------------------·.....---- MC LUGLIO-AGOSTO 2006 ■ 71

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