MISSIONI CONSOLATA ■■ ■■■■ ■ UN SOGNO DALLE MILLE FACCE Agli occhi del turista, Madrid si presenta come un intreccio logico di vie ornate da palazzi chiari. Orientarsi è semplice, grazie all'ottima metropolitana che con le sue dodici linee urbane e i collegamenti ai frequenti treni interurbani, conduce da una parte all'altra della città in tempi brevi e a prezzi modici. Signorine sorridenti all'ingresso della metropolitana consegnano foglietti su cui l'amministrazione comunale «si scusa per aver temporaneamente sospeso il servizio tra Plaza de Castilla e Fuencarral»,sostituito da un servizio autobus,e le scritte sui cartelloni pubblicitari di quello spazio sotterraneo assicurano aogni cittadino la possibilità di essere operato entro trenta giorni dalla domanda di ricovero. Incentivi all'imprenditoria giovanile e femminile vengono promessi dagli spot mandati in onda per tenere compagnia ai passeggeri in attesa,e facce di ogni colore si mischiano nel vieni e vai di una mappa che si muove e fa muovere a un ritmo intenso, ma per fortuna ancora umano:c'è sempre tempo perfermarsi a bere un paio di cervezas (non importa che ora del giorno sia, una birra si beve sempre volentieri), accompagnate da qualche tapas,spuntini di pane, prosciutto e salse. Le vie sono invase da gente che transita, ma che spesso si ferma, si siede e chiacchiera godendo l'aria, mite o fredda che sia:aMadrid il conversare non è questione di stagione. I giovani si ritrovano la notte per le tradizionali bevute in mezzo alla strada, nelle piazze e per le scalinate, tirando fuori dai sacchetti di plastica innumerevoli bottiglie di tinto (vino rosso) e di cerveza. Madrid è una città che invoglia a fermarsi, che offre teatri, cinema e musei a prezzi modici, e che ha il piacere di essere vissuta. LA GRANDE CASA Per molti latinoamericani rappresenta «el sueflo», il sogno, la possibilità di riscattarsi.Scelta per motivi geografici e linguistici, soprattutto dopo le molte restrizioni che il governo statunitense ha posto all'immigrazione, la Spagna è diventata uno dei punti di maggior convoglio dei flussi migratori, provenienti in particolar modo dall'Ecuador. Ben un terzo della popolazione Immigrati al lavoro in una via della capitale spagnola. Polizia spagnola durante una manifestazione a Madrid. dell'Ecuador è emigrata e attualmente l'economia del paese si basa per il 51 % sulle rimesse che i residenti all'estero inviano ai familiari rimasti a casa. La lontananza comporta lo sviluppo di fenomeni particolari, ad esempio lo sfaldamento dei legami tra il migrante e la famiglia di origine (spesso «integrata»o addirittura sostituita con una nuova,creata nel paese di arrivo), o il diradamento della fascia dei trentenni-quarantenni, con conseguente distribuzione nella popolazione di vecchi e bambini. Sono proprio i bambini a essere chiamati agestire le rimesse di denaro inviate dai genitori lontani, che devono servire per il sostentamento, ma soprattutto per la «grande prova»,per quel segno tangibile di sé che resisterà nel tempo: la costruzione di una casa. L'Ecuador è un paese pieno di case enormi in stile nord americano, con colonne bianche e porticato, costruite come prova di esistenze generate da lì, ma destinate a non tornare: case fantasma, incarnazioni di miti e nulla più. AMadrid,gli immigrati che mandano soldi in Ecuador per costruire enormi case-fantasma, vivono stipati in piccoli appartamenti della periferia, condividendo in sette, otto, persino in dieci persone,spazi di settanta metri quadrati.Spesso sono i connazionali ad accogliere i nuovi venuti, con lo scopo di estorcere loro un affitto non compatibile con la bassa qualità della sistemazione offerta. MC LUGLIO-AGOSTO 2006 ■ 51
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=