Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2006

■ SPAGNA per i bambini eanimali domestici:gli uni come gli altri hanno medico, vaccini, letto, giocattoli, shampoo, cibo speciale e lo stesso diritto di uscire a sgambettare tre volte al giorno. Non riuscivo acapire come mobili, computer, vestiti venivano scartati e portati in strada solamente perché avevano un piccolo difetto o non servivano più.Questo particolare mi ha fatto riflettere sulla grande differenza che esiste fra questi due mondi: quello che ho lasciato equello che ho incontrato. Per esempio, il bambino di cinque anni che accudivo era perennemente annoiato e insensibile aogni provocazione dei genitori.Che contrasto con la gioia di vivere dei bambini nel mio rione aQuito. Èproprio vero che «non è felice colui che possiede più cose, ma colui che ne ha bisogno di meno». Tutto ciò che vivevo era in aperto contrasto con la realtà dalla quale provenivo.Sentivo di dovermi adattare aquesta nuova forma di vita,anche se non l'approvavo. Ho preso un impegno con me stessa: non lasciarmi assorbire dal materialismo esistente, cercando di mantenere il più possibile il mio essere autentico. «ODISSEA LAVORO» Dopo alcuni mesi di lavoro al servizio della prima famiglia, iniziò a funzionare il «passa parola»che avevo attivato e,grazie alle referenze e all'esperienza maturata, riuscii ad avere un impiego migliore. Ma dovevo al tempo stesso ottenere i permessi di ■■ ■ ■ ■ ■■■ Momenti di felicità di Paulina: con l'uovo di pasqua e al mercato. lavoro e di residenza. li 14 agosto del 2001, iniziai le pratiche per ottenere un documento che certificasse la mia situazione lavorativa. In quegli anni le file agli sportelli per ottenere informazioni e kit di documentazione erano interminabili,anche se non si era costretti a passare la notte all'addiaccio per conquistarsi il turno, come succede oggi.117 agosto del 2002 notificarono al mio datore di lavoro la non concessione dei permessi, cosa che mi obbligò afare ricorso. . Passati tre anni di permanenza in Spagna, tempo sufficiente per richiedere il certificato di residenza per arraigo, cioè per radicamento nel paese,decisi di contattare una donna avvocato. Mi assicurò che tutto si sarebbe risolto celermente e che per la fine dell'anno avrei potuto viaggiare tranquillamente in Ecuador e, altrettanto tranquillamente rientrare in Spagna, perché munita di regolari documenti di residenza. Ero piena di entusiasmo e illusioni quando, come una doccia fredda, mi notificarono che avrei dovuto giustificare l'arraìgo,comunicando i dati dei familiari (genitori, coniuge, figli) presenti in Spagna.Tutte le mie speranze crollarono di botto, visto che, non vivendo con me nessun membro della mia famiglia,ero impossibilitata adare risposta alle richieste dell'Ufficio immigrazione.Tempo, fatica e soldi sprecati inutilmente. Riassumere in poche righe il mio cammino nei labirinti della burocrazia spagnola non è impresa facile.È una storia lunga, fatta di grandi illusioni e tante repentine delusioni, di lunghe code davanti agli sportelli degli uffici competenti,di ritardi burocratici e inspiegabili «silenzi»amministrativi. A volte io stessa ho commesso errori, che sarebbero stati evitabili con una maggior informazione e conoscenza del sistema giuridico spagnolo.Ma la delusione più cocente la ebbi quando l'ennesimo iter burocratico fu interrotto bruscamente a causa della situazione fiscale irregolare del mio datore di lavoro. Che beffa arrivare atoccare il cielo con un dito per poi vederselo portar via all'ultimo istante. Grazie a nuovi datori di lavoro eall'esperienza acquisita, sono riuscita a consegnare a tempo tutti i documenti necessari:ora attendo fiduciosa di ottenere, finalmente, i tanto agognati permessi di lavoro e residen- ' za. Con questi documenti in mano mi si apriranno nuove prospettive, tra le quali anche la possibilità di tornare in Ecuador ad abbracciare, dopo sei anni, la mia famiglia. Sicuramente esistono innumerevoli casi simili al mio. Personalmente, ringrazio il Signore di aver incontrato una donna awocato capace di aiutarmi a conoscere i miei diritti e a muovermi con sicurezza nel mondo della burocrazia spagnola. La mia esperienza e il suo aiuto mi hanno anche aperto gli occhi e spinta a lottare per quello che sento essere un diritto di tutti;anche se c'è,e ci sarà sempre, qualcuno che pensa di avere il diritto di approfittarsi di altri,solo perché : questi sono indifesi o fuori legge, es- ' sendo privi dei dovuti documenti. - - - - ~ Paulina Ceballos ~-------------------------------------------------------------------------------------------- 50 ■ MC LUGLIO-AGOSTO 2006

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