, " ·~ i, ~,"'rr,~ :' "' •"'"}!f grato,rie scelte dall'Unione europea. Equindi legittimo che ci appropriamo di questa problematica e la interpretiamo in maniera che non ha nulla a che vedere con l'approccio dell'Europa. Qualcuno dice che i Forum sono per le élite africane, per i ricchi. Secondo lei è vero? ' ■ MISSIONI Ma chi sono stati i partecipanti? Molti sono arrivati dall'interno del Mali. L'appoggio dello stato ci ha permesso di far venire delegazioni da tutte le regioni del paese. Altri sono venuti via terra da Niger, Burkina Faso, Guinea, Senegal, Mauritania. Gli occidentali vorrebbero che prendessimo i loro soldi e non quelli dei nostri stati. Ma questi sono i soldi dei contribuenti che pagano le tasse, preferisco prendere queste risorse piuttosto che continuare a dire «grazie» al Nord. Mi faccia vedere i ricchi. lo sono originaria di una famiglia povera. Non è perché io scrivo libri o mi esprimo correttamente in francese che sono parte di un'élite. Questo è un approccio miserabilistico all'Africa: si preferisce che gli africani che non sono in grado di esprimersi siano presi in carico dalle istituzioni del Nord, ma quando c'è un africano che sembra conoscere quello di cui parla, lo si chiama ricco. Abbiamo fatto tutto il possibile per coinvolgere la popolazione: i contadini sono rappresentati, hanno uno spazio tutto per loro, i sindacati pure, i giovani hanno il campo dei giovani, le donne sono mobilitate. Ela prima volta che un Forum di questo tipo ha avuto luogo e ha innanzitutto il merito di essere stato realizzato, nonostante le difficoltà. Le persone che sono venute divulgheranno quanto si è detto, e continueremo a batterci. Se si vuole vedere in questo un approccio d'élite, posso di - re lo stesso per il movimento del Nord. L'apporto dello stato maliano è stato molto importante: l 50 milioni di franchi cfa (circa 230 mila euro, ndr.) e tutte le infrastrutture. Senza di esso non ci saremmo riusciti. Le risorse che i partner esterni hanno fornito ci hanno permesso di far venire partecipanti da diversi paesi, come dall'Africa dell'Est. L'importanza è anche politica, perché vuol dire che non siamo combattuti, sono pronti ad ascoltarci. In effetti oggi, più che in passato, hanno capito che le nostre critiche sono fondate. ■ VERSO NAIROBI La signora Wahu t<aara è una delle principali organizzatrici del Fsm che si terrtì a Nairobi (Kenya) a gennaio 2007. A Bamako ha preso il testimone (foto). Di seguito fa il punto per MC sull'organizzazione. L' obiettivo del Fsm è quello di mostrare la forza delle organizzazioni di base che sono i veri agenti di trasformazione sociale. Questo non può essere distorto perché i movimenti hanno la loro storia e un impegno per mutare la realtà affinché ci sia giustiza per tutti. Sarà l'occasione per mostrare le nostre lotte globali e celebrarle tra cittadini di tutto il mondo. Mostreremo che non esiste una forza in grado di cambiare il percorso della storia. L'unicità dell'Africa farà la differenza. Non un continente senza speranza, dilaniato dalle guerre, povero e perso. L'Africa è viva! Rifiutiamo la vittimizzazione. Demistificheremo miti e differenze sulla gente africana. Mostreremo anche che non siamo solo noi ad avere a che fare con le esigenze della globalizzazione ma siamo tutti cittadini globali. Con la nostra elasticità e le strade innovative che percorriamo per controbattere le strutture dominanti mostreremo che la questione principale che tutti dobbiamo affrontare è una: distribuzione e gestione delle risorse in equità. Abbiamo quindi bisogno di organizzarci come cittadini utilizzando la nostra diversità come una forza. A livello pratico stiamo seguendo il modello delle passate edizioni, in termini di pianificazione orizzontale. Cerchiamo di raggiungere più possibili gruppi organizzati e associazioni a livello nazionale e regionale, ma anche di coinvolgere singoli individui impegnati nel cambiamento politico. La più grossa difficoltà è la ricerca dei fondi. Riceviamo molte offerte e promesse, ma in termini reali stiamo ancora aspettando. Questo rallenta molto il processo e la nostra paura è che i partner vogliano liberare le risorse solo a fine anno, a ridosso del Fsm. Ma sarà tardi, perché molto del lavoro organizzativo va fatto prima. Noi abbiamo già il budget e la pianificazione pronta. Il rischio è che così anche lo spirito dei volontari che animano questa struttura si affievolisca perché non si riescono a realizzare le azioni previste. La gente e le organizzazioni di base sono la manifestazione dello spirito del Fsm. Questo sarà effettivo se saremo capaci di stimolare continuamente le azioni di queste gruppi inducendoli a fare le loro richieste e a prendere il loro spazio nel Fsm. Le condizioni sono mature. WAHU l<AARA DA NAIROBI ·---------------------------------------------------------------------- MC LUGLIO-AGOSTO 2006 ■ 45
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