MISSIONI CONSOLATA : Krasnaja Sloboda: sopra, a sinistra, : l'unica sinagoga aperta al culto : (sabato sera, prima della funzione); : sopra, a destra, una delle sinagoghe I • • • mrovma. Asinistra, la moschea di Quba. awicinarmi alle scale, ma l' ingresso era guardato da due solidi ragazzotti in giacca e cravatta,che non avevano un'aria incoraggiante. Lì, sul ponte, tra gli sfaccendati venuti a guardare da lontano la festa, ho riconosciuto alcuni ragazzi che avevo visto in sinagoga.Sono stati loro a ·ridarmi speranza. Esattamente dall'altro capo del ponte, nascosto tra il verde della riva c'era un ristorantino. Si sono offerti di accompagnarmi, perché conoscevano bene il padrone, un azero piccolo e mite, e gli avrebbero detto di trattarmi bene. Nell'attesa che arrivasse la mia cena si sono trattenuti a chiacchierare con me, poi si sono dileguati, nonostante il mio invito a restare. Non volevano disturbarmi mentre mangiavo. R imasta sola, mi sono messa a riflettere sul caso singolare di quelle due comunità che da secoli si guardano da una sponda all'altra del fiume.Come in tutto il mondo islamico,anche nel Caucaso gli ebrei non avevano gli stessi diritti dei musulmani, erano soggetti a maggiori obblighi e tasse. Tuttavia, la loro posizione era qui migliore che altrove.Veniva loro perfino riconosciuto il diritto di portare il pugnale,accessorio indispensabile dell'abbigliamento di un montanaro. li pugnale nel Caucaso non era solo un'arma,aveva anche un valore simbolico, perché era lo strumento 1 con cui si stipulava un patto di sangue tra due membri di clan diversi; in questo modo si diventava fratelli per elezione, pur non essendolo per nascita,e ci si impegnava a comportarsi in tutto e per tutto come i figli di un'unica madre.Ci furono casi in cui un simile patto unì musulmani ed ebrei.Ma ciò awenivano soprattutto nei villaggi sparsi tra i monti. A Evrejskaja Sloboda,ai piedi delle montagne, il rapporto con i vicini turchi era, invece, piuttosto freddo. Gli ebrei avevano potuto insediarsi in quel luogo solo per volere del Baku: manifesto con il vecchio egravemente malato presidente dell'Azerbaigian, Heydar Aliyev (morto nel 2003), e il figlio 1/ham, «democraticamente» eletto successore: primo esempio di successione dinastica nelle repubbliche dell'ex Urss. Khan di Quba,che intorno al 1730 aveva loro concesso un lembo di terra su cui costruirvi il villaggio.Non avevano diritto di occupare i terreni circostanti, motivo per cui, con l'arrivo di nuove famiglie e il crescere della comunità, le case si erano sempre più infittite. Raramente gli ebrei si arrischiavano ad andare sulla riva opposta, per paura di essere aggrediti o derubati. È significativo che il ponte sia stato costruito solo nell'Ottocento e che, anche in seguito, il traffico tra le due sponde fosse minimo. Ora, però, i destini delle due comunità sembravano invertirsi:grazie alle doti nel commercio dimostrate dai suoi abitanti, Krasnaja Sloboda prosperava, le case crescevano in altezza, la via principale era appena stata riasfaltata, e le numerose auto vi correvano senza fare la gimcana tra le buche,o sobbalzare sui grossolani rattoppi del fondo stradale. Speriamo, mi dicevo, che tutta quella mostra di ricchezza non susciti cattivi sentimenti nei vicini azeri,evidentemente non così abi li nell'adattarsi ai nuovi tempi. In Azerbaigian la ricchezza che viene dal petrolio si vede solo in centro a Baku, non arriva neanche alla periferia della capitale, figuriamoci a Quba.Qui,non diversamente che in tante altre parti dell'ex Urss, bisogna conoscere l'arte di arrangiarsi, oppure avere parenti all'estero che mandano di tanto in tanto un po' di valuta pregiata.Se non si hanno né l'uno, né gli altri, la vita è grama. Speriamo, dunque, che la miseria non sia cattiva consigliera. Questo pensavo, mentre le note delle canzoni azere mi giungevano da oltre il fiume, così come qualche ora prima il picchiettio dei martelli. ■ MC LUGLIO-AGOSTO 2006 ■ 27
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=