Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2006

MISSIONI CONSOLATA scita a individuarne altre due, alquanto decrepite. Un tempo a Krasnaja Sloboda le sinagoghe erano 11 - ogni quartiere ne aveva almeno una - tanto da meritare al paese l'appellativo di «Gerusalemme del Caucaso». Poi erano venuti gli anni dell'ateismo di stato: qualche sinagoga fu abbattuta, le altre andarono in rovina o furono adibite ad altri usi.Ora,con la libertà di culto e la nuova prosperità economica della comunità, le cose sono migliorate e si è provveduto a restaurarne qualcuna. Gli ebrei del Borgo, tuttavia, non sembrano brillare per zelo religioso. D avanti alla sinagoga ho trovato solo un gruppetto di uomini in attesa della funzione. lo ero l'unica donna. Siccome alle donne non è consentito pregare assieme agli uomini, per farle in qualche modo partecipare alla funzione la fantasia degli architetti locali ha escogitato un sistema ingegnoso: la stanza loro riservata ha una finestra che dà su un corridoio di separazione, proprio in corrispondenza di un'altra finestra che dà sul locale principale.Grazie a questo gioco di ■■ ■■■ ■■ finestre le donne possono seguire la preghiera. Mi è stato detto che mi sarei potuta fermare nel corridoio,così da vedere meglio. Ne ho approfittato per guardare alcune fotografie lì appese, che documentavano i buoni rapporti della comunità con le autorità azerbaigiane:visite ufficiali di alti funzionari di Baku alla sinagoga e, viceversa,di notabili ebrei ai funzionari di Baku. Al calar del sole i fedeli ~ono entrati, togliendosi le scarpe come in una moschea,e la funzione ha avuto inizio. Dal mio punto d'osservazione ho visto gli uomini muoversi al canto della preghiera, passarsi il Libro per leggerlo a turno,e inchinarsi ai rotoli della Torah, esposti a occidente. È per questo motivo, oltre che per le differenze nel rito e nelle parole delle preghiere,che quando gli ebrei europei cominciarono ad arrivare nel Caucaso,a seguito della conquista russa, non si mischiarono ai loro fratelli «di montagna», ma si costruirono sinagoghe separate. Nel quartiere ebraico di Baku i templi delle due comunità si trovano in due vie adiacenti, orientati rigorosamente in direzioni opposte. li diverso orientamento fa memoria delle diverse direzioni prese dalla diaspora ebraica. Coloro che andarono a occidente rivolsero le loro sinagoghe a est, dove avevano lasciato Gerusalemme, e il contrario fecero coloro che andarono a oriente. Tra le due comunità non c'era molta simpatia.Gli «europei» snobbavano i «montanari», che quasi non , si distinguevano tra la massa degli «incolti asiatici»; questi ricambiavano la diffidenza dei correligionari europei e sembravano trovarsi più a loro agio con i vicini musulmani,con i quali, fuorché la fede, condividevano tutto, perfino l'architettura dei loro luoghi di culto. Me ne sarei resa conto il giorno dopo andando a spasso per Quba. Per un attimo, nel passare accanto a una moschea di quartiere, ho credu1 to di aver trovato un'altra sinagoga: la stessa forma a casetta bassa, la stessa torretta sul cucuzzolo.Solo che, a ben guardare, al posto della stella di David,appariva una discreta mezzaluna. La sinagoga principale di Krasnaja Sloboda, restaurata eaperta al pubblico solo per speciali occasioni. MC LUGLIO-AGOSTO 2006 ■ 25

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=