Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2006

■ AZERBAIGIAN ■■ ■■ ■■ : Storia e vita degli ebrei russi nelle regioni del Caucaso U n tempo dovevano avere lo stesso aspetto dimesso i due insediamenti sulla riva destra e su quella sinistra del fiume.li primo si chiama Quba, ed è abitato da azeri, l'altro Krasnaja Sloboda, ed è abitato da ebrei. Sono arrivata aQuba in un sonnolento pomeriggio di sabato. Per strada pochi passanti e ancora meno macchine. Ho cercato invano un luogo di ritrovo, una piazza centrale dove ci fosse un po' d'animazione. Non ho visto che case basse, a un piano, massimo due, per lo più in cattivo stato,e vie silenziose.Tanto valeva andare subito dall'altra parte del fiume,a Krasnaja Sloboda:quella era la meta, il vero motivo per cui ero giunta fin lì, aquattro ore di autobus da Baku. La cittadina azera, difatti, non presenta particolari motivi di attrazione, ma un paese abitato esclusivamente da ebrei in un territorio musulmano eturco,ebbene,quella è cosa più unica che rara.Così ho attraversato il piccolo parco cittadino e sono scesa per l'ampia scalinata, costeggiata da statue argentee di atleti e atlete palestrati - un commovente kitsch sovietico - che porta al ponte pedonale di collegamento tra Inviati dagli imperatori persiani, fin dal secolo v1, a popolare le regioni orientali del , gli ebrei si erano integrati negli usi e costumi degli altri abitanti; i russi, arrivati all'inizio del xix secolo, li chiamarono «ebrei della montagna». La fine del regime sovietico e libero mercato hanno rinfocolato la loro intraprendenza. Ma rimangono soggetti a paure ediffidenze, soprattutto da parte degli azeri musulmani, rimasti economicamente al palo. , le due sponde del fiume. Prima ancora che mi si spalancasse alla vista, tuttavia, ho avuto del luogo dove ero diretta una percezione sonora. Da dietro gli alberi del parco ho sentito a un certo punto un diffuso picchiar di martelli provenire proprio da quella parte. Lo sguardo, invece, è stato subito attratto dalla mole squadrata di un edificio che, primo ad accogliere il pedone al di là del ponte, con le sue sgraziate dimensioni nasconde alla vista un bel pezzo di paese. Una volta lasciatolo alle spalle, mi sono trovata all'imbocco della strada principale del paese e ho finalmente scoperto perché i martelli non cessavano di picchiare. L'intera via era costellata di cantieri; ad una ad una le modeste case a un piano vengono sostituite da palazzine di due, tre piani, dall'aspetto solido e pretenzioso, tutte cornicioni, architravi, colonnine e torrette. Ne ho subito riconosciuto lo stile: quello dei nuovi palazzi di Mosca,che l'occhio vede crescere in grandezza e numero senza mai abituarsi; uno stile che pare voler dire:«Guardatemi, quanto sono potente e quanto val- , go». Ma qui perché questa ostentazione d'arte architettonica? DEL BORGO ROSSO .,,.. Panorama di Baku, capitale de/l'Azerbaigian.

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