■ KENYA Daniele Pecorari (al centro), volontario nell'ospedale del Cottolengo a Chaaria (Kenya) insieme ad amici. , pa. Semplicemente, è nata dove non doveva. Susan sorrideva, sempre, mi salutava con la mano sinistra. Mi ha anche ringraziato perché le ho tolto un dente che le faceva male. Non è una bambina,è un fiore, dolce come un bacio. Mi sorrideva anche la sera se passavo a toccarle una mano. Ma è fragile, Susan.Troppo il peso della sofferenza sulle sue ossa leggere. Susan è una fiammella che si allontana sempre più.Susan è un angelo con un'ala rotta,è scesa perfarci capire quale preziosa meraviglia sia la vita. ■■ ■■ ■■ ■■ miracolini per far vedere che può. È un Dio che sta con gli ultimi.Anzi, sta proprio in fondo alla fila. Lui era lì.Con Glory.A tenerle la mano,in silenzio. Lo so. e erto, la rabbia a volte è tanta. Non so se la notizia sia arrivata in Italia, ma qui la scarsa stagione delle piogge ha portato la carestia. Giustamente, persone di buon cuore si sono attivate per portare ' sollievo a una popolazione sofferente. Così una dolce vecchietta neozelandese,amministratore delegato di una multinazionale che produce alimenti per animali, ha offerto in dono diversi quintali di mangime per cani, «per alleviare la fame dei bambini del nord del Kenya».Complimenti! È grazie a iniziative costruttive come questa che Beppe Grillo può mantesemplice, come dice Gesù: beati, sl, beati i cuori semplici . È la semplicità che fa scoprire una libertà interiore. È di questa libertà del cuore che, credo, tutti abbiamo sete. Una mia grande amica mi ha detto una volta che i poveri sono una straordinaria ricchezza. Credo sia vero. Epoi non ci sono solo Glory e Susan.Solo che spesso spendo più tempo a pensare alle ombre che alle luci.Capita anche a voi? Vorrei raccontarvi di William, che lavorando si è distrutto una mano. Con Gian l'abbiamo ricostruita,e ho visto ieri che riesce di nuovo a muovere il pollice. Potrei raccontarvi di Kangai,che ha partorito,dopo un bruttissimo intervento, una bimba che sarà una fotomodella o almeno un premio Nobel. La settimana scorsa è andata a casa, mi ha salutato con quel suo orrendo sorriso sdentato, bellissimo. O di Isidoro, uno dei nostri «buoni figli », un dolce vecchietto di 5 anni che non dimostra per niente i suoi 60;che salta di gioia quando lo portiamo in macchina a bere una cocacola in «città»;che mi ferma per mostrarmi orgoglioso la sua tartaruga che ha chiamato BrotherMoris. Ma non c'è più tempo, vi parlerò ancora di loro.Adesso è tardi,devo tornare in ospedale. Poi bere una birra e poi andare a dormire.Magari dopo averne cantate un paio con Andrea. Canzonacce da osteria o canzoni d'amore,con la chitarra.Come se fossimo da sempre in vacanza. vo dall 'ospedale per venire a ' S tasera, proprio mentre scappa- nere attivo il suo blog. L'Undp (UnitedNations Develop- H o sentito in un film una frase dura,che mi ha colpito.Diceva circa così:faranno vedere tutte queste cose al telegiornale, la gente dirà «che vergogna».Poi prenderà in mano la forchetta e ricomincerà a mangiare cena. Forse è proprio così . scrivere, si sentiva da una radio quella canzone,di non so più chi, che dice «... but if God was one of us...».Già, se Dio fosse uno di noi, cosa gli direi... Lo ringrazierei per l'alba, i fiori del frangipane,gli alberi di banana,i mango. Per la risata di Makena, le gambe di Kanana, il sorriso di Beppe, la voce di Lorenzo. Perché respiro.Forse ci litigherei. Gli urlerei in faccia. Come Vecchioni che canta: «Ora facciamo due conti io e te, Signore!». Perché non fai qualcosa? In questa mia fede traballante mi convinco sempre più che,se Dio c'è, è qui,con i poveri,con quelli che soffrono.Non fa quello che vorrei io. Non è un Dio prestigiatore, che fa i 22 ■ MC LUGLIO-AGOSTO 2006 ment Programme) ha calcolato che basterebbero 40 miliardi di dollari, lo O,1 o/o del prodotto interno lordo mondiale, per garantire a tutti, in tutto il mondo, i servizi sociali di base.Ogni anno spendiamo circa 1 .000 miliardi di dollari in armi,quasi 500 in pubblicità,50 in sigarette, 11 in gelati. E circa 20 in cibo per animali.Guardando tutto da quaggiù, • non mi sento per niente fiero di essere un abitante di questo pianeta. Ma non vorrei che con tutto questo mi pensaste triste o scoraggiato. L'unica cosa è che ho tanto sonno. Ma sento verissimo quello che dice Frei Betto:«Nella vita per essere felici serve solo un po' di pane, del buon vinb e un grande .amore». La vita Ma non dobbiamo rassegnarci. Non dobbiamo abituarci. Si può cambiare. «Il sole nasce anche d'inverno. La notte non esiste: guarda la luna» diceva una canzone qualche anno fa. li mondo può cambiare. Siamo noi che possiamo cambiarlo. Noi, tutti insieme. Un pezzo alla volta. Non so se il Signore mi ha voluto qui per cambiare il mio pezzettino.Credo che ci proverò. Di sicuro sono felice. ■
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