-■ BRASILE grande tenda. È qui che ognuno ha potuto sentire forte il richiamo a lavorare per l'unità della chiesa e anche il dolore per le divisioni. · Nel mio gruppo, una signora luterana della Namibia ha ripetutamente detto:«Se attorno alla parola di Dio ci sentiamo in questo momento così uniti, sebbene appartenenti a ben 9 chiese diverse, perché non lo possono essere tutte le nostre chiese?». Tre mattinate sono state dedicate alle conversazioni ecumeniche attorno a 23 temi diversi.Ognuno poteva scegliere il tema che considerava di maggiore interesse.Purtroppo i risultat i di tali conversazioni, ricche di spunti e suggerimenti, non hanno 18 ■ MC LUGLIO-AGOSTO 2006 ■ ■■ ■■ ■■■ potuto essere presentati a tutta I'Assemblea. Si spera ora in una efficace divulgazione dei risultati di tali conversazioni ecumeniche. La parola portoghese mutirao designava gli innumerevoli incontri, variegati nei temi e nello svolgimento, portati avanti dai numerosissimi partecipanti non delegati. Essi avevano un carattere informativo sopra temi importanti o realtà particolari,che toccavano la vita delle chiese cristiane nelle varie parti del mondo.Particolarmente, evidenziati sono stati i temi riguardan-: ti la pace, la giustizia, la salvaguardia : del creato, i malati di Aids, le minoran- : ze emarginate. : Non mancarono visite importanti. li : Asinistra, contributo dei giovani per una chiesa e un mondo trasformato. Sotto, viene «pesata» la partecipazione di giovani e adulti al movimento ecumenico. presidente Luis lnacio Lula da Silva è venuto appositamente a Porto Alegre a salutare l'assemblea. li card. Walter Kasper ha letto un messaggio speciale del papa. L'arcivescovo , di Canterbury, Rowan Williams, ha esortato con parole forti le chiese a prendere a cuore l'ecumenismo. L'arcivescovo Desmond Tutu del Sudafrica ha ribadito a sua volta che «l'unità delle chiese non è un'opzione extra, ma è indispensabile per la salvezza del mondo». SENTIMENTI EIMPRESSIONI Le due settimane vissute a Porto Alegre hanno generato in me molteplici sentimenti. Di gratitudine, innanzitutto, per l'opportunità di fare una forte esperienza di riflessione,di preghiera e comunione con tanti fratelli di fede attorno al tema dell'unità della chiesa. Ho condiviso in maniera profonda un tempo prolungato di convivenza con la delegazione della Santa Sede, composta da vescovi,sacerdoti,religiosi e membri di movimenti ecclesiali: è stato un arricchimento grande e abbiamo potuto creare tra noi un clima molto bello di fraternità, ascolto e dialogo. Ho potuto pure condividere con tante persone di differenti denominazioni cristiane la sofferenza nel constatare come l'obiettivo dell'unità della chiesa si allontani sempre più,a causa della crescita esponenziale,nel sud del mondo,di nuove chiese,soprattutto pentecostali ed evangeliche,che paiono avere poca sensibilità verso il movimento ecumenico. Il Cmc stesso sembra attraversare un momento cruciale. Le sue attività si sono moltiplicate eccessivamente, al punto da oscurare la finalità prima e fondamentale per cui il Consiglio stesso è nato,cioè l'unità di tutte le chiese cristiane. Forse esso ha dato troppo spazio ad attività parallele, soprattutto nel campo della giustizia e della pace, a scapito forse di una seria indagine teologica,o di un cammino uni-
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