Missioni Consolata - Giugno 2006

TuttoMondo ~w . •-..,♦// I >-,, I KIGAMBONI (TANZANIA) :c==-:==============- JQUANDO L'AFRICA ! CAMBIA LA VITA I I A ndate in tutto il mondo e : ( ( ann~nciate il va~gelo a _ I ogm creatura». Fmo a oggi, 1 non mi era mai successo di sentire I questo messaggio missionario di l Cristo risuonare così forte! È arrivaI to, si potrebbe dire, come una doc- t eia fredda: mi ha scosso, toccato e ! coinvolto in prima persona. : Diverse volte in precedenza lo avevo : ascoltato o magari proclamato, : anche «ad effetto», per dare un po' I di colore missionario a un discorso; , invece l'ho sentito concretizzarsi : proprio nell'esperienza vissuta in : Tanzania, dove mi sono recato I durante l'estate 2005, insieme con ! altri quattro volontari (Vincenzo, l Gemma, Marilena e Grazia), che : hanno voluto condividere questo : viaggio per «sentire» l'Africa e dare il j loro umile aiuto. : Per la seconda volta questo paese I mi ha fatto provare nuove e forti : emozioni. !.'.Africa innamora, coinl volge, interroga... chiama. Mi sono : lasciato ancora una volta trascinare ! da tradizioni sconosciute e affasci1 nanti, dai volti sereni e sorridenti I della povera gente, dai semplici e : divertenti giochi dei bambini, che : ogni giorno venivano a cercarci nel- ! la missione dei padri della Consola- ' ' ' ' I I ~ I ' I ta, per trascorrere qualche ora con noi, nella speranza magari di poter avere anche qualcosa in dono... fosse anche un semplice embe (frutto del mango). E stata una esperienza che, malgrado le diversità rispetto a quella che feci tre anni fa, ha segnato comunque in modo indelebile il mio vissuto. Credo che molto sarà dipeso dal fatto che questa volta sono tornato in Africa da sacerdote e non da seminarista, cioè, con la possibilità di potermi avvicinare ancor più e meglio ai fratelli per portare la lieta novella di Cristo. Proprio la celebrazione dell'eucaristia, allora, ha fatto sì che il messaggio di Gesù risuonasse ancora più forte nella mia mente e nel mio cuore. A ben riflettere, ci si accorgeva che attorno alla mensa di Cristo non e'erano il povero e il ricco, l'africano e l'europeo, il bianco e il nero, ma tutti eravamo accomunati da un unico colore, che è quello del sangue di Gesù, versato per la salvezza di tutti! Nelle liturgie africane ci si rende conto davvero di cosa sia l'universalità ecclesiale e ci si accorge benissimo di quanta forza spirituale Don Gianluigi Marzo, giovane prete della diocesi di Ugento, insieme ad alcuni ragazzi africani e l'abside della chiesa di Kigamboni (Tanzania), da lui dipinta. FILO DIRETTO tra i missionari della Consolata e i loro amici nei quattro continenti e quanta fede si respiri in queste giovani chiese: bisogna davvero, come diceva Giovanni Paolo Il, «ripartire da Cristo». E poi ancora gli sguardi, sempre sorridenti, sereni, mai amareggiati; volti che, se pur marcati da soffe- 1 I renze, povertà o malattie, non voi- : tano mai le spalle a Dio, soprattut- : to perché hanno una certezza: il : Signore è la loro speranza, la loro l l unica salvezza, l'Unico che riesce a , stare loro accanto e a dare sollievo ! I alle sofferenze. I popoli dell'Africa ? sanno che le ingiustizie che patì- ! scono non vengono mai da Dio, ma : dall'uomo stesso. ! I Questo è stato allora per me il : momento più bello; il momento in ' cui, come diceva qualcuno, il cielo e la terra sembrano toccarsi, perché ci si accorge che il Padre rivela i suoi misteri ai piccoli ed è presente in mezzo a loro; e mi rincuora ancor più la certezza che n ho lasciato della gente che continuamente prega e si sente profondamente legata dall'amore cristiano che li spinge e li incoraggia ad andare avanti nelle difficoltà della vita di ogni giorno. Andare e portare il vangelo di Cristo è la priorità di ogni cristiano missionario; ma, arrivare e trovare già Cristo presente in mezzo ai fratelli è la cosa più bella che possa succedere, proprio come Lui stesso ci ha detto: «Vi precederò in Galilea... là mi vedrete». Gianluigi Marzo

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