■ ITALIA Don Zeno eNomadelfia. faccio padre del popolo, perché sono due secoli che la chiesa insiste sul socialè e sul politico, ma non sentiamo questi problemi. e onosco le obiezioni del mondo missionario:«Come essere alla pari con gli oppressi del mondo? Da sempre portiamo religione, cultura, civiltà: cosa è cambiato? I popoli del Nord, bianchi e cristiani, hanno in mano mezzi e strumenti per asservire i popoli del Sud. La religione è funzionale all'economia globale? Dove appoggiare l'uomoevangelico,se non c'è il minimo di dignità umana? Come fare l'adozione adistanza dei popoli-schiavi?». Rispondo con la mia vita.A che serve denunciare le cause del delitto sociale,se non si propongono esempi alternativi? La canonica piena di abbandonati m'impensierisce: va bene accoglierli, ma così siamo servi del sistema. Esso produce le vittime e noi gliele curiamo. È meglio battersi in piazza, perché questi ragazzi sono frutto di una politica sbagliata. Se non si cambiano le strutture, non cambia niente. Non solo, ma collaboriamo con il disordine costituito. Sulle piazze, nelle osterie, fisarmonica a tracolla, vangelo nel cuore, invito le donne avenire a fare da mamma e le famiglie a fraternizzarsi tra loro.Nel' 41 arrivano le mamme; nel '48 le famiglie volontarie.Occupiamo l'ex-campo di concentramento ■■ ■■ ■■■■ di Fossoli,uomini e bambini buttano a terra muraglie e reticolati con le mani. I giornali parlano di guerra degli angeli. li mio sogno di una città di Dio prende forma: Nomadelfia, dove la fraternità è legge. Finalmente le famiglie si fraternizzano, offrendo al mondo un esempio di vita sociale,la cui legge è il vangelo: tutto quello che è mio è tuo; quello che è tuo è mio; non dalla carne, non dal sangue, ma da Dio siamo nati. Una parentela nuova, oltre le razze e le patrie.Vogliamo far vedere come è possibile essere un popolo nuovo a livello individuale, familiare, sociale e politico. Perché il cristianesimo non ha attaccato in Cina? Perché non l'abbiamo praticato neppure in Occidente. Non è ancora nato.Tante opere di beneficenza, ma di giustizia, neanche l'ombra.Senza di questa non si fa l'uomo, tanto meno il cristiano. Non più una giustizia provinciale, ma planetaria. Gli orrori della guerra m'insegnano che in situazione di calamità sociale non è lecito non essere eroi. Al tempo degli schiavi, la fede era così viva che sono sorti i mercedari, uomini che scambiavano se stessi con gli schiavi. Eoggi cosa risponde la cristianità ai popoli del terzo mondo, incatenati da nuove schiavitù? Nomadelfia non è che il laboratorio nel quale lo Spirito mi ha introdotto, per fare l'esperimento di applicare la fede a tutto l'umano. Un modellino piccolo piccolo, ma, se riesce, molti potranno ispirarsi ai suoi principi. - Nel '51 alcuni disoccupati ven~ono achiedere lavoro. «Se volete farvi fratelli,condividiamo quello che c'è, ma noi non siamo padroni di nessuno». Macché fratelli! Vogliono la paga a fine mese. Danilo Dolci vuole tenerli a tutti i costi.Gli spiego: «Non sono io che rifiuto di aprire le porte ai sofferenti,è la legge della impenetrabilità dei corpi che lo impone.Se il chirurgo tralasciasse di operare il paziente che ha sotto mano, per curare quello che bussa alla porta, non sarebbe nei piani di Dio.A operazione ultimata, curerà l'altro. Noi stiamo facendo l'operazione chirurgica più ' delicata:tagliare l'individualismo globale, per donare al mondo un esempio di santità sociale». Ci sono due vocazioni: quella del samaritano, che cura i feriti della società-brigante, e quella di chi vuol piantare una nuova società di fratel- ' li, nella quale non ci sia più bisogno di curare le vittime. lo ho scelto di farmi fratello universale.C'è una sola forza che può salvare il mondo: la fraternità. N el dopoguerra la mia provocazione sarà travisata dalla paura della guerra fredda, dall'inconfessato timore che un go- ~---------------------------------------------------------------------------------~---------- 50 ■ MC GIUGNO 2006
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=