Missioni Consolata - Giugno 2006

. ■ MISSIONI bonifica, 284 gestioni comunali, 41 3 consorzi. Risultato? Una rete idrica-colabrodo. Anche per lavori fatti male, e sui cui appalti la mafia ha sempre detto la sua. Così come nei lavori di costruzione delle dighe e gli invasi, molti mai iniziati, molti mai finiti. Ecosì i proprietari dei pozzi (spesso controllati dalle famiglie mafiose) vendono l'acqua a caro prezzo. LE PROSSIME GUERRE Di fronte ai dati allarmanti sullo stato delle risorse idriche del pianeta, molti esperti concordano nel prevedere che le guerre del XXI secolo scoppieranno proprio a causa delle dispute sull'accesso alle risorse idriche. Non stiamo parlando di uno scenario futuribile, ma della stringente attualità. Non stiamo facendo della fantascienza, ma della eronaca. Prendiamo la Turchia, che con risorse idriche pro capite superiori a quelle italiane, è da anni ai ferri corti con Siria e Iraq per il controllo di Tigri ed Eufrate. Ma quello turco non è il solo esempio. Basti pensare alle dispute che oppongono l'Egitto a Etiopia e Sudan per il controllo delle acque del Nilo (un fiume, tra l'altro, che attraversa ben 9 diversi paesi africani). O alla crisi che, sempre per il controllo delle acque, oppone Israele ai suoi vicini arabi. E proprio il caso israelo-palesti - nese è forse il più eloquente. Come testimonia la differenza tra coloni israeliani e popolazione araba che, pur vivendo negli stessi territori, usufruiscono di differenti possibilità di accesso e di utilizzazione delle risorse idriche. Il consumo medio palestinese, in Cisgiordania e a Gaza, è di circa 150 metri cubi pro capite all'anno, mentre quello dei coloni israeliani dei territori occupati si aggira intorno ai 700-800 metri cubi. E non è un caso se in Israele la gestione delle risorse idriche fa capo al ministero dell'Agricoltura, mentre l'Autorità palestinese ha affidato la stessa competenza al ministero della Difesa... Tornando alla Turchia, poi, l'attuazione di un gigantesco progetto che prevede la realizzazione di 22 dighe e 19 centrali idroelettriche è diventato un tassello importante della strategia geopolitica nell'area. La Turchia, con questo progetto, punta a due obiettivi: ribadire la sua supremazia rispetto a Siria e Iraq e controllare militarmente (con l'alibi di proteggere i cantieri dagli attentati) i territori dell'Anatolia sudorientale, che da sempre sono la roccaforte dei curdi. Un ramo del Mekong, fiume che attraversa 6 paesi asiatici. MC GIUGNO 2006 ■ 33

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