Missioni Consolata - Maggio 2006

-■ NAZIONI UNITE ■ ■ ■■ ■■■■ Incontro con mons. Celestino Migliore, nunzio apostolico presso l'Onu L'ambasciatore del Vaticano non nega la crisi del Palazzo di vetro, ma allo stesso tempo vede segnali importanti di rinnovamento. Perché le Nazioni Unite non siano una «Torre di Babele» al servizio del potere. N ewYork. Nella metropoli statunitense ha sede il segretariato delle Nazioni Unite dove sono prese alcune delle principali decisioni politiche a livello internazionale. Le trattative enegoziazioni sono discusse durante l'Assemblea generale dai rappresentanti permanenti,owero dagli ambasciatori dei 191 stati membri. Anche la Santa Sede èpresente all'Onu, però solo come «osservatore», owero,come altre organizzazioni internazionali ivi presenti (per esempio, la Lega degli statiarabi, il Comitato internazionale della CroceRossa, etc.), pur partecipando ai dibattiti, non ha diritto di voto in Assemblea generale. Il rappresentante della Santa Sede (altrimenti detto «nunzio apostolico») presso le Nazioni Unite è un diplomatico di carriera: mons.Celestino Migliore,arcivescovo di Canosa. Mons.Migliore, piemontese di Cuneo,oltre agodere di un'eccellente reputazione a livello internazionale, ha un importante curriculum professionale e una preparazione accademica unica. Monsignore,, cosasignifica essere un diplomatico della Santa Sede? «Rappresentare il papa.Tra i suoi titoli c'è quello di Sommo pontefice, che, nonostante l'aulicità dei termini, significa una gran bella cosa e cioè: colui che più di tutti cerca di costruire ponti. In questo senso, la diplomazia della Santa Sede è anzitutto uno strumento pastorale adisposizione del papa per cercare di realizzare l'ideale della coesistenza dei popoli nella pace, nella solidarietà, nella cura reciproca e nel senso della comune dipendenza da Dio». Come condlia l'attività diplomatica con quella di sacerdote? «Ogni mattino nella messa la preghiera eucaristica mi fa ringraziare il Signore" per averci ammessi alla sua presenza acompiere il servizio sacerdotale~ li mio servizio sacerdotale comincia subito all'inizio di ogni funzione,quando si riconosce il nostro stato di peccato: in quel momento porto davanti al Signore i peccati miei e quelli della famiglia Onu che possono essere lentezze che penalizzano i poveri, verbosità e fumosità di certi discorsi che tradiscono inazione, egoismi nazionali o regionali a scapito del bene comune, impertinenze di chi vuole sostituirsi a Dio in tante maniere. La meditazione quotidiana sulla parola di Dio getta luce sulle questioni all'ordine del giorno. Le parole•questo è il mio corpo"voglio pronunciarle con la fede che il miracolo operato da Gesù non si fermi alla trasformazione del pane in corpo suo, ma si eNON BASTA IL SILENZIO DELLE ARMI 62 ■ MC MAGGIO 2006

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=