Missioni Consolata - Maggio 2006

MISSIONI CONSOLATA Adestra, i missionari della Consolata presenti in Costa d'Avorio, radunati a Daloa per celebrare la conferenza regionale. Sotto, saluto dei fedeli della parrocchia di Dianra a padre Stefano Camerlengo, consigliere generale dei missionari della Consolata eautore di questo articolo. di stato, 101 capi di stato sono stati • cacciati a forza. Dal 1970 ci sono stati più di 35 conflitti solo nell'Africa subsahariana,che hanno provocato circa 8 milioni di morti,come la prima guerra mondiale. Tornando alla Costa d'Avorio, bisogna dire pure che gli indici di fiducia commerciale sono scesi precipitosamente nella scala mondiale a causa di questa guerra. La guerra ha rovinato gli equilibri sociali e promosso modelli di milizia professionale al servizio dei signori della guerra,arruolando e coinvolgendo sempre più dei bambini, compromettendo così generazioni intere. Ma cosa è capitato in Costa d'Avorio, una volta «modello» di sviluppo africano? Chi poteva immaginare che un paese che aveva organizzato così bene la propria indipendenza, che bussava alla porta dei paesi emergenti, che dimostrava molti segni di sviluppo nel campo economico, infrastrutture, rete stradale, elettrificazione delle campagne, tasso di scolarizzazione... potesse covare tanto odio tribale. Come è stato possibile che in un paese definito «la patria della pace», «tanto caro e vicino alla Francia»,si sia scatenata tanta violenza xenofoba verso gli immigrati, di purificazione etnica tra il nord e sud dello stesso paese, fino a sfociare in autentiche scene di «caccia all'uomo bianco»? All'origine di questi drammatici eventi ci sarebbero lo scontento di una parte delle forze armate nazionali e le ambizioni di rivalsa dei protagonisti del precedente tentativo di golpe,oggi esiliati. Inoltre lo scontento per la dominazione economica della Francia,a cui ora si aggiunge l'insofferenza della presenza dell'Onu, mediante l'operazione Monuci. E poi ci sono tutti quei fattori presenti nelle crisi degli altri paesi africani: interessi politici ed economici delle grandi potenze per le risorse del ■■ ■■ ■■■ continente,che in generale si disinteressano delle sorti delle popolazioni. Nel nord del paese ci sono giacimenti di diamanti, la cui vendita serve a finanziare le Forces Nouvelles, il gruppo ribelle che controlla quella regione. Un gruppo di esperti Onu ha stimato che la produzione annuale in Costa d'Avorio è di circa 300 mila carati, con un giro di affari annuo di oltre 20 milioni di euro. D urante la conferenza, la parola che ho sentito maggiormente risuonare sulla bocca dei 14 missionari è stata «la speranza», da dare e da ricevere. Speranza trasmessa, restando accanto alla gente in tempo di guerra e di disordini,condividendo rischi e paure delle popolazioni.Come sono rimasti ai loro posti nel passato, i «nostri» missionari si sono impegnati a continuare nel futuro avisitare i , villaggi a piedi e in bicicletta, nonostante l'insicurezza che regna ancora, soprattutto nel nord del paese. Speranza ricevuta dalla forza della gente,che ha reagito e continua a reagire a situazioni tanto precarie, organizzandosi, lavorando, aprendo cammini nuovi. Speranza nella missione, per costruire sulle rovine lasciate dalla guerra e fare spuntare fiori di novità. I vescovi della Costa d'Avorio,in un messaggio dal titolo emblematico: «Gesù Cristo è la nostra pace», invitano tutti a essere artefici della pace, mediante il perdono per le sofferenze vissute, le vessazioni subite e anche per le uccisioni che hanno colpito tante famiglie. Essi chiedono a tutti gli uomini di buona volontà di resistere a tutte le tentazioni etniche, regionaliste e nazionaliste. E concludo:«La forza dell'Africa non viene dall'unità dei suoi figli? È la vittoria di Cristo che supera tutti gli ostacoli e ci rende liberi per un amore senza frontiere». ■ ~---------------------------------------------------------------------------------------------- MC MAGGIO 2006 ■ 13

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