DOSSIER da San larèd nel VI secolo, commuove i credenti. Durante la celebrazione i canti vengono accompagnati dal battere di grandi tamburi di forma ovale, i caberò, e dal tintinnio dei sistri, strumenti metallici di origine egiziana. l santi sono celebrati con poesie che descrivono le loro parti del corpo, vengono recitati i qeniè, distici a doppio senso improwisati sul posto, che solo gli amara riescono a decifrare. Le messe iniziano alle 7 del mattino e durano 3 ore; i preti salgono tutti i giorni sulle vette dei colli dove sorgono le chiese e rientrano a casa dopo le 9 di sera. Tutti coloro che non sono impediti dal lavoro, da malattie o dall'età, devono andare a messa ogni giorno. Nelle grandi solennità la celebrazione inizia a mezzanotte e dura nove ore. Nelle processioni i suonatori di masinqò, i violini a una corda, accompagnano i versi dei qeniè. Nella messa viene recitato il credo, che ripete gli stessi dogmi della chiesa di Roma. Viene celebrata l'eucaristia con la somministrazione del pane e del vino; i preti fanno tre volte il giro della chiesa alla lettura del vangelo e dei Miracoli di Maria (vedi pag. 40). l fedeli si raccolgono nel recinto esterno della chiesa dove danzano i debterà, gli uomini a destra le donne a sinistra. Nel recinto intermedio viene amministrata la comunione; in quello interno, il sancta sanctorum, il cui ingresso è permesso solo al sacerdote, viene conservato il tabòt, rappresentazione delle tavole della legge, che rende sacra la chiesa. Il tabòt viene portato a una fonte nella celebrazione del Timchèt, la festa dell'epifania, il battesimo di Gesù secondo il rito orientale. In tempo di guerra viene portato al seguito dell'esercito per la celebrazione della messa. In Etiopia vi sono 25.000 chiese, in genere povere capanne di fango decorate con immagini sacre. All'esterno di ognuna vi è la bietelehèm, la casa del pane, dove viene preparato il pane per l'eucaristia. Alla sommità della chiesa vi è la croce greca adornata di sette uova di struzzo, simbolo della passione e della morte di Cristo. Numerose sono le chiese rupestri, celebri quelle di Lalibela e Gheralta. Nelle chiese più importanti sono conservati antichi manoscritti fatti con pelli di capra, libri che racAbuna Paulos, patriarca della chiesa ortodossa etiopica. Chiesa di Gabriele eRaffaele, Lalibelà. contano la vita dei santi, vangeli e bibbie. Fin dai primi secoli, i libri sacri del cristianesimo sono stati tradotti in gheez, l'antica lingua etiopica, soprawissuta oggi solo nella liturgia. Nei testi etiopici è stato rintracciato il Libro di Enoc, che è andato perduto nella lingua originale e nella versione greca. l più antichi manoscritti rimasti sembrano risalire al xv secolo. Nel monastero del Bizen, in Eritrea, vi è un vangelo della misura di un metro e talmente pesante che deve essere trasportato a dorso di mulo. Alcune chiese storiche conservano stupendi affreschi murali, dipinti con colori semplici (giallo, blu, rosso, verde e nero), ricavati da piante o minerali. l disegni sono bizantineggianti: i buoni di fronte i cattivi di profilo. Il nome di Maria, la più eccelsa delle creature dell'universo, è scritto sempre in rosso. NEL SEGNO DELLA CROCE Quando un etiopico passa davanti a una chiesa, china la testa e fa il segno della croce; le donne si fermano a baciarne la porta. Se incontrano un prete si inchinano in segno di rispetto, baciano la croce e si fanno benedire. Eredità della tradizione copta sono le croci etiopiche, processionali, manuali o da collana, disegnate in centinaia di forme. Derivano dalla prima croce cristiana, la croce di san Pacomio. La croce processionale è utilizzata nelle processioni e nelle grandi ricorrenze, come festa della croce, natale, epifania; la croce manuale viene portata sotto la tunica da ogni prete o monaco e fatta baciare dai fedeli. Esiste una grande varietà di forme: la croce di Gondar, di Aksum, Lalibelà, di Malta, la stella di Davi - de o sigillo di Salomone e altre. Le donne tigrine portano sulla fronte una croce dipinta con l'henna. Nelle croci etiopiche raramente è rappresentato il corpo di Cristo, perché la spiritualità orientale dà più risalto alla divinità piuttosto che all'umanità di Cristo. Tuttavia, sull'altare maggiore della cattedrale di Addis Abeba vi è un crocifisso con la figura del corpo di Cristo, identico ai crocifissi cattolici. -------------------------------------------------------------------- 38 • MC APRILE 2006
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