Missioni Consolata - Aprile 2006

MISSIONI CONSOLATA e ha costruito una scuola, ai piedi della collina. Dall'alto dell'abitato si può constatare quanto la capitale si sia dilatata nelle periferie, tra cui spicca una grande moschea in costruzione,voluta e finanziata dai paesi del Golfo. NelloYemen non si può generalmente entrare nelle moschee.Ve ne sono di bellissime,antiche e ben armonizzate nei centri abitati o nelle campagne.Questo edificio, moderno egigantesco,mi pare una pesante stonatura, in un paese che persino nelle periferie ha voluto mantenere lo stile della tradizione nelle forme delle finestre, nei serramenti e nel rivestimento in pietra delle pareti delle case. NEL REGNO DI SABA Due giorni di viaggio attraverso il deserto, con pernottamento aMareb,dove vi fioriva il mitico regno di Saba, e raggiungo il Wadi Hadramaut, la regione dove è stato trovato il petrolio ed èdiventata teatro di rapimenti di stranieri. Una comoda strada asfaltata, co- ' struita proprio per lo sfruttamento petrolifero, consente ora di arrivare a Say'un in poche ore. Ne approfittiamo per un tratto, per poi inoltrarci nel mare di sabbia, scortati dalla guida beduina, e scoprire città carovaniere, dove gli archeologi hanno trovato antichi tempii dedicati al culto del sole edella luna.La vista della città di Shibam, mi emoziona come la prima volta, per la bellezza del paesaggio edelle architetture di fango crudo. Nell'aprile del '94 mi trovavo a Sana'aquando scoppiò la breve guerra civile tra il nord e il sud,appena unificati.«Prendi l'aereo per Say'un- mi avevano detto gli amici yemeniti -, laggiù sarai tranquilla, la gente è pacifica e non ci sono problemi».Mi ero sistemata in un albergo ricavato da vecchi prefabbricati russi. Ero l'unica ospite, insieme a uno studioso di rettili tedesco.Tutte le sere spesse nubi Asinistra, lungo la strada verso il Wadi Hadhramaut. A destra dall'alto, Hadhramaut: moschea epalazzo del sultano; cartellone con la scritta della ditta Bin Laden a Wadi Doan. 1111 1111 111111 si addensavano sul ciglione roccioso, per poi scaricarsi in una pioggia fitta, preziosa per le intense coltivazioni del Wadi, che consentono la vita di oltre 200 mila persone. La sera la passavo in compagnia delle famiglie dei custodi, eritrei cristiani, che mi offrivano la cerimonia del caffè. Oggi scendo in uno degli alberghi appena costruiti e vi trovo uomini d'affari giordani, cinesi ecoreani. Seyun ha strade ampie easfaltate, scuole, campi sportivi emolte costruzioni nuove e belle, che non deturpano l'armonia del paesaggio. La gente invece è ferma nel tempo, specialmente le donne, velate di nero, con i tipici altissimi cappelli di paglia. Gli uomini sono occupati in antichi mestieri, come la fabbricazione di mattoni di fango, lavorato con mani e piedi e seccati al sole, la produzione della calce, ricavata dalle rocce. Nei precedenti viaggi non avevo mai visto mendicanti. L'obolo era obbligatorio per lebbrosi e handicappati, fermi sul ciglio della strada. Perché ora, nei mercati, incontro donne velate col bimbo in braccio che premono insistenti per l'elemosina? Forse si è rotta un'armonia sociale, che manteneva la dignità delle persone. IL PAESE DI BIN LADEN «BinLaden saudigroup» dice il cartello dell'impresa che sta terminando la strada che collegaWadi Doan alla costa dell'Oceano Indiano, attraverso aride e scoscese montagne.l Bin Laden sono una grande famiglia di imprenditori, le cui splendide case dipinte si possono ammirare percorrendo le valli scavate dal Wadi Doan edai suoi numerosi affluenti. Il fondo valle è una lunga oasi ricca di verde e punteggiata da villaggi MC APRILE 2006 • 25

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=