DOSSIER ALBANIA Un biglietto per «Lamerica» PALESTINA Dopo la vittoria di Hamas BOLIVIA Incontro con Evo Morales I
Viaggio in Mercoledì 2 agosto Venerdi 18 agosto KENYA 2006 Per informazioni: padre Adolfo De Col __ ,.. _________ _ Non è un viaggio turistico. È un'occasione che ti porta nel cuore della cultura di numerosi popoli africani. È anche una forte esperienza missionaria, che apre vasti orizzonti ed educa alla mondialità, Corso Ferrucci 14 · 10138 Torino alla fraternità e alla solidarietà evangelica. tel. 011/4.400.444 · fax 011/4.400.459 E-mail: adolfo. decol@consola ta. net
1\1 LETTO~I RAI: <<DI TUTTO, DI PIÙ>>? P ronto? Pronto? Sono un lettore di Missioni Consolata. Voglio aderire alla vostra campagna "Rai: ( ( dateci notizie, non gossip!". Cosa devo fare? Avete le cartoline già confezionate o possiamo usarne altre normali? Ache indirizzo dobbiamo spedirle?». Telefonate del genere ne abbiamo ricevute molte, in seguito alla pubblicazione nel numero di gennaio della nostra rivista dell'editoriale della Federazione della stampa missionaria italiana (Fesmi) dal titolo provocatorio: «TG RAI: DATECI NOTIZIE NON GOSSIPI». Identiche richieste ci sono pervenute via e-mail. Qualcuno ha spedito direttamente alla nostra redazione cartoline e fotocopie dei versamenti per l'abbonamento Rai con la scritta suggerita. Senza contare le adesioni pervenute attraverso il nostro sito www.missioniconsolataonlus.it. A tali richieste abbiamo risposto che avremmo chiarito, in un seguente editoriale, i dettagli della campagna awiata dalla Fesmi. Prima di tutto ringraziamo i nostri lettori per la loro sollecita adesione atale campagna, anche se presentata con una mancanza di chiarezza. E di questo ci scusiamo. !.'.inconveniente è dovuto a un eccesso di zelo da parte nostra. Pensavamo che l'editoriale pervenutoci all'inizio di dicembre fosse definitivo. Nel frattempo, però, sono awenuti altri fatti: la direzione della Rai ha chiesto un incontro con la direzione della Fesmi e alcuni enti hanno chiesto di partecipare alla campagna. Ciò ha consigliato la direzione della Fesmi di tramandare la pubblicazione dell'editoriale a febbraio, come hanno fatto le altre riviste missionarie, di sospendere la raccolta di cartoline e la spedizione dei riscontri del versamento per l'abbonamento Rai, dato che con la fine di gennaio scadeva la data utile per tale pagamento. Delle decisioni scaturite dall'incontro con la direzione della Raie dell'adesione di altri enti daremo conto nel prossimo numero della nostra rivista. I ntanto la mobilitazione continua. Le adesioni inviate dai nostri lettori le conserviamo tutte e le utilizzeremo al momento opportuno. Al tempo stesso chiediamo atutti di non abbassare la guardia edi continuare a sostenerci nella nostra campagna di sensibilizzazione. In fondo non chiediamo la luna, ma semplicemente quello che tutti gli utenti della Rai si aspettano da un servizio pubblico: un'informazione corretta, partecipe, rispettosa sul Sud del mondo.Chiediamo maggiore attenzione ai popoli, alle culture extraeuropee, abbandonando un certo provincialismo che caratterizza i nostri Tg, che non di rado indugiano in argomenti di corto respiro edanno più spazio ai pettegolezzi di casa nostra che agli eventi che capitano nel mondo. Chiediamo solo che l'informazione televisiva, alla quale la maggioranza degli italiani attinge la propria «visione del mondo», dia conto in maniera meno approssimativa e più veritiera della realtà del Sud che, come mondo missionario, ogni mese raccontiamo sulle nostre pagine. Spesso registriamo un abisso tra il Sud che va in video e quello che ci sforziamo di rappresentare. Vorremmo accorciare questa distanza. La Federazione della stampa missionaria italiana rappresenta oggi 42 testate, con una tiratura complessi - va di oltre 400 mila copie, raggiungendo non meno di 600 mila lettori. Siamo la voce di oltre 12 mila missionarie e missionari italiani sparsi nei vari continenti. Negli anni passati, con il sostegno dei nostri lettori , abbiamo promosso campagne contro la fame nel mondo, la mala-cooperazione, la guerra e il commercio delle armi; ci siamo schierati in difesa della pace, dei diritti alla terra dei popoli indigeni edelle aspirazioni umane dei poveri e degli oppressi ... Anche questa campagna ha bisogno del sostegno dei nostri lettori. BENEDETTO BELLESI ' MC MARZO 2006 ■ 3
, - I I I I I I Il numero è stato chiuso in redazione i1 6 febbraio 2006. La conse~a alle poste di Torino Ai lettori è avvenuta prona deJ 10 marzo 2006. RAI: «Df tutto, di più»? In copertina: Bolivia, donna indigena di Benedetto Bellesi Foto di: Paolo Moiola Dai lettori Cari missionari (lettere a MC} Battitore libero = ~- -- -·- Kenya Tracce di futuro di Bruna Colombo Religioni di pace (4) Quando disobbedire è virtù di Angela lano Palestina IN QUESTO NUMERO VI PORTIAMO NEI SEGUENTI PAESI: a cura di Ugo Pozzoli ~ ~ ~-,_, ~. Millennium Targets (7) ,~ .,~~" .e~, . di Valeria Confalonieri .• , .).,_ ... ~ -, <<Così sta scritto... » (10) ,,,,,,111. di Paolo Farinella Il mondo visto (v~;;ial~t dal Palazzo di Vetro (3) sl --iilfl di Barbara Mina ~ -~4 ' - Mondo in un libro ,:_~~ a cura di Benedetto BeUesi www.missioniconsolataonlus.it Gli articoli pubblicati sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente l'opinione dell'editore. L-----------------------------------------------------------------------------------------
Evo, il presidente aymara di Paolo Moiola Cile Viva la roja di Daniele Biella Fotografie (z numeri indicano le pagine): Archivio IMC (15,16) - Bellesi (3,5,12,14) - Bemardi (6) - Biella (60,62,63) - Borda (5) - Casali (4) - Cellana (59,60) - Centro studi milaniani (4,47,48,50) - Comboni Press (10,11) - Internet (5,49,50,51,53,54,61,62) - Moiola (8,64) - Nazioni Unite (4) - Pagliassotti (48) • Sachero (13) . I dati personali forniti dagli abbonati sono usati solo per le finalità della rivista. Il responsabUe del loro trattamento è l'amministratore, cui gli interessati possono rivolgersi per richiederne la verifica o la cancellazione 0egge 675/1996). ----------------------------------------------------------------- MENsllE DEI MJssloNARI DELLA (ONSOlAT~ FONDATO NEl 1899 Direzione, redazione e amministrazione: Corso Ferrucci, n.14 • IO 138 Torino tel. OI l.·4.400.400 - fax O 11.4.400.459 E-mali: rivista@missioniconsolataonlus.lc Sito internet: wv. N.missioniconsol ·•"' nlus.it Direzione: Benedetto Betlesl (direttore - .438) Francesco Bernardi (dlréttore resp. • .446) Ugo Pozzoll (resp. rivista «A o»• .◄92 ) Redazione: Benedetto Bellesl (bellesi@missionariconsolata.it) Paolo Moiola (.458) Ugo Pouolì (pozzol l@missionariconsolata.lt) Collaboratori: A.Antonelli. 8.Balestra, S.Battaglia, M.Bello (dal Burkmo}, S.Bottignole, S.Calvani (da Bogotd), C.Caramanti, O.Casali, M.Chiericì, G.Chiesa, DDal Son, P.Farinella, Alano. E.Larghero (med.), M.Pagliassottl, P.Pescali, S.Petr0vic,G.Sattin (med.}, I.Tubaldo , Sito Internet Paolo Moiola Archivio fotografico: Franca Fanton Progetto grafico: Stefano labate Grafico: Carlo Nepote Spedizioni ed arretrati: Angela eVally Stampa: Tipografia Canale, Borgaro (Torino} Editore: M•~10,., CONSOLAT~ O Amministratore: Guido Fillpello, tel . 011 .◄.400.+47 Segreteria: p.Giov.mni Venturfni , tel. O 11 .4.400.◄39 Ufficio: tel. 011.4.◄00 .+47 - fax 011.4.'100.◄ II Conto corrente postale n. 33.40.51.35: si ringraziano vivamente i lett0ri che sostengono 'impegno di formazione ed informazione di «Mi .. o, . e iOl.AT Q; ;». Tutti i contributi o offerte sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi. Sped. a.p.• a.2, c.20.c., legge 662196 App. ecc.• AuL tr.Torlno - 15.6. 48. proL 79 Iscritto reg. naz.. stampa-C.1S060 1134+1 17. 10. 91 Associato oll'USPI Associato olio R:OERAZJOliE u~IA ITALIANA MC MARZO 2006 ■ 5
Cari Tre superlativi Carissimi, la vostra è una rivista bellissima, documentatissima ecoraggiosissima. Grazie e avanti così. Mario Tasinazzo Arese (Ml) Grazie per l'incoraggiamento. Regalo intelligente! Ho avuto occasione di sfogliare la vostra rivista e l'ho trovata molto interessante. Vorrei regalare l'abbonamento a Missioni Consolata auna persona... Laura Racca via e-mail Giovane esemplare Caro direttore, mio padre è abbonato alla rivista da anni. La trovo stupenda e ricca di spunti inter-essantissimi, anche per il percorso spirituale. Per il momento non sono abbonata io stessa, perché ovviamente leggo quella che arriva amio padre. Ho però un problema: avrei bisogno dei 2 numeri del 2005 su I turismo responsabile. Nella mia parrocchia vorremmo parlare di questo argomento eper me sarebbe prezioso poter rileggere quei due articoli. Purtroppo mio padre non lo ha conservato o comunque non lo trova più. Mi fareste un regalo prezioso. Emanuela Somalvico Roma Alla richiesta abbiamo già risposto direttamente, suggerendo di consultare il sito della rivista (www.missioniconsolataonlus.it), dove gli articoli vengono inseriti dopo la pubblicazione cartacea.Tale suggerimento lo rivolgiamo anche ad altri lettori interessati, perché seguano l'esempio di Emanuela, usando il materiale della nostra rivista per discutere eapprofondire i problemi del mondo in cui viviamo. Radio Nepoko Cari missionari, ho letto sul numero di dicembre della rivista che la Radio Nepoko, territorio di Wamba (RD Congo), è in cerca di finanziamenti per Pantelleria: a scuola con M.C. Spett. Redazione, un graziesincero e grande per il numero sulle «schiavitù del terzo millennio». Come insegnante di religione alla seconda ria superiore, mi è statoval id issimo strumento per ben 7 lezioni di approfondimento ediscussione di temi che i miei ragazzi nemmeno lontanamente sospettavano esistessero. Padre Silvano Porta - Pantelleria (TP) 6 ■ MC MARZO 2006 continuare ad operare. Faccio presente che la Missione di pace delle Nazioni Unite in Congo (Monuc, di cui sono stato funzionario aBunia eKisangani), finanzia dei progetti denominati Quips (quick impact projects), per l'ammontare massimo di 15 mila euro. Èsolo necessario presentare una domanda su apposito formulario e attendere per l'approvazione circa 5-7 mesi. Vi consiglio di informare i vostri confratelli presenti sul territorio, affinché possano contattare l'ufficio della Monuc competente per territorio di Wamba (credo sia Kisangani, oppure in seconda battuta Bunia)... Ovviamente i Quips possono essereconcessi anche per altre iniziative. Ferdinando Lajolo Torino Grazie per i preziosi suggerimenti. Li abbiamo trasmessi ai nostri confratelli in Congo, augurando che possano essere tradotti in realtà. Nonna esemplare Cari missionari, sono diventata nonna per la seconda volta edesidero farvi partecipi della gioia della mia famiglia per la nascita di una bambina, battezzata il 15 gennaio scorso col nome di Miriam Chiara Margherita. Grazie al cielo, può contare sull'amore dei genitori edella sorellina Ester, su 4 nonni e tre bisnonni. Pertanto rinnovo l'offerta per un'adozione adistanza afavore di padre Paolo Angheben...Rimarrà per Miriam ed Ester come un ricordo ed esempio per crescere con l'animo aperto alla missione. Maria SottorivaAngheben Rovereto (TN) Con nonni e bisnonni così, siamo certi che anche Miriam ed Ester cresceranno con il cuore ccaperto alla missione». Purtroppo, le guerre continuano Caro direttore, sono in possesso di una copia della vostra rivista Missioni Consolata eprecisamente il numero monogra• fico di ott-nov. 2003 dal titolo «La guerra, le guerre». La conservo con molto riguardo perché la ritengo uno strumento unico, insostituibile, di una chiarezza ecompletezza senza eguali. Ogni tanto la riprendo per ricordare cause ed effetti di alcune situazioni di conflitto. Nel complimentarmi per l'ottimo lavoro, vorrei chiedervi se da allora ( settembre 2003) non avete più prodotto un numero così o un aggiornamento del citato; purtroppo la guerra continua, in questi ultimi 2 anni ne sono successe di tutti i colori. Qualora fosse disponibile le sarei grato se mi indicasse come edove procurarmelo... Ernesto Scalco via e-mail Il numero speciale di ottobre-novembre 2003
rivista@missioniconsolataonlus.it è stato pubblicato come libro, con lo stesso titolo, dall'editrice Emi (Bologna). Gli articoli dei vari autori, ridotti per ragioni di spazio nella rivista, vengono riportati integraimente e aggiornati al giugno 2004. ccle mani sul Congo» Egregio direttore, situazione politica, sociale ed economica. Sono un ex ufficiale pilota dell'aviazione militare dell'ex Zaire e rifugiato politico in Italia per 13 anni (1984/1997). Durante il mio esilio ho collaborato con Amnesty lnternational per il rispetto dei diritti umani violati dal regime di Mobutu; sono molto soddisfatto del mio soggiorno in Italia. Di ritorno al mio paese, sono stato designato Direttore generale dell'immigrazione, ma sono stato sospeso e sto attendendo da più di 18 mesi dal capo dello stato la soluzione del mio caso. Il suo editoriale e1Un paese esemplare" ha per me un significato molto importante, perché fa comprendere al popolo congolese ealla comunità internazionale la giusta via per far trionfare la pace nel mio paese. Poiché è scritto in italiano, i congolesi non possono venirne aconoscenza eper questo motivo l'ho tradotto evorrei utilizzarlo nel libro che sto scrivendo e che sarà presto pubblicato. Vista l'importanza dell'articolo, vorrei utilizzarlo come conclusione del libro stesso. L'intero popolo congolese e io saremo molto felici se vorrà accettare questa mia proposta. Avrei il piacere di inviarle altri libri che ho scritto sia durante il mio esilio, sia negli ultimi anni nel mio paese... Grazie per l'attenzione. Pierre Yambuya L. Kibesi via e-mail Egregio direttore, siamo Nino eTeresa De Riz, ho letto con molto interesse il numero speciale «Le mani sul Congo» (ott-nov. 2004). Vi ho trovato una fedele trascrizione della realtà congolese e una corretta interpretazione della Due lettere di DISSENSO sulla critica al missionari e sui trapianti. 1A TESI DI UN CINEASTA Padre Dlglrolamo S.J. -Torino Il cineasta in questione non è certo tenero verso i mlsslonarl,senza distinzione tra le variechiese alstiane.Ma le qui rlportate,estrapolatedal contesto, sembrano fa- <Qgnl erba un fàsdo. $QllO i slngolr missionari sul banco degli imputati, ma 011~0 di mlsslone,spesso strumentalizzato dal goveml«>k>11lall P1!f fini non evangelici. Purtroppo, tale strumentallzz!Qlone è: aocora attuale In varie parti del mondo, spedé'cfa ~l'té di vari gruppi «evangelici», causando dlsaedlto pertUtti i mlssioni,lrl cristiani. Non penso che i nostri leuori si sianoscandalizzati,per- :dlé n"On abbiamo preso le distanze da tali affermazioni, 'dal momento che presentiamo spesso l'eroismo del primi misslonarl in Africa e di quanti continuano a dare la vita per questo-continente. UNA TESI BEN ORCHESTRATA? carJoBà eti presidente Associazlpne Famiglia e.Civiltà, Genova Libro e documenti, inviati In ottobre,sono stati consegnati all'autore del dossier, Il dott. Larghero, le cutquallffche (vedi pag.49) dovrebberorichtamare alla pru(ienu.. al rispetto, prima di formulare gludlZI alle intenzioni. L'accusa di «orchestrare un inno alla-cruenta p~:o perseguire ragioni nascosteo«d'uffido• ègratultaAb~ mo volutosolo richiamare l'attenzionedelfettorisu un~ blema di vita o di morte per tante persone e testlmònJare; come Il dono gratuito degli organi è un gestodtstlano~ dura anche dopo la morte. A riguardo della «tno.rte ,_., brale" viene desaltto a sufficienza ti dibattito sempr.em corso, in Italia e altrove, sia a llvello legislativoeh.e mm-al, Concordosul fatto chealcune Illustrazioni son0:p10 ~ discutibill.Sonostate pubblicate di proposito~rlll~ re l'argomento edsono state dateda iOustrl pròfessprJ: \ MC MARZO 2006 ■ 1
Andrea Fedeli - Roma don GiancarloVergano - Breme (PV) In tutte le cose c'è uno sviluppo. Per es. oggi non possiamo dire che le nostre chiese sono «simboliche», costruite cioè con criteri che riflettano la simbologia biblica,cristologlca o ecclesiologica come aweniva fin dal IV secolo e per tutto H Medio EvoQuando il cristianesimo era più vicino alla fonte, nulla era fatto acaso;e se il battistero aveva 8 lati questi avevano un senso cristologicomessianico. Alcuni battisteri a immersione hanno tre o quattro scalini chesimboleggiano l'anabasi (la discesa,la morte) e tre, quattroo più gradini chesimboleggiano la lcatabasl (larisalita, la rlsurtezione). Ora,11 n.6 è il numero dell'umanità,percui il battistero esagonale potrebbe avere Il senso della doppia~ ne(3+3);H3èespressionedellaTrinità,perculiseilaticf1cono la «pienezza» della figliolanza.li n.6 dice semplicemente che nel battistero c'è l'umanità (ruomo è creato nel 6" giorno) ritrovata con il lavacro: Adam riprendequello che ha perduto. Ma Il battistero a 6 lati potrebbe anche non dire nulfa: fòrseJ'architetto l'ha pensato cosl perestetica o altri moamici di Pierre e della Con· solata. Siamo stati aKinshasa nell'estate del 2002 e2004, ospiti della parrocchia San Mukasa. Abbiamo trascorso dei giorni indimenticabili con i bambini della «colonie de vacances» econ la gente della parrocchia e lunghe serate altrettanto indimenticabili con padre Nestor adiscutere di Congo econgolesi, di politica, di sviluppo edi pace. Dandoci la buona notte, e ridendo, ci dicevamo: «Anche stasera abbiamo risolto i problemi del Congo», ben consapevoli che la nuova giornata avrebbe sconvolto ancora una volta le nostre idee. Abbiamo più volte incontrato padre Stefano, che amava dire: «Qui vi servono solo tre cose:pazienza, pazienza, pazienza». !.'.estate scorsa siamo stati ospiti di padre Matthieu aGibuti; assieme abbiamo visitato le comunità di Ad· dis Abeba, Asella, Modjo. Nel lontano 1993 abbiamo conosciuto aKampala padre Antonio Rovelli. Siamo stati noi adare il dossier aPierre (ne abbiamo distribuiti un po' dappertutto). La salutiamo e ringraziamo Nino eTeresa De Riz Sospirolo (BL) Grazie, signori De Riz, per l'amicizia verso i missionari della Consolata e tivi. Bisogna anche vedere l'autore, il tempo e Il conte- --~-- sto (artistico, liturgico e ambientale) in cui è statò costruito. Paolo Farinella, prete 8 ■ MC MARZO 2006 per la diffusione del la nostra rivista. Siamo felici che Pierre Yambuya voglia usare il nostro numero speciale sul Congo, per farlo conoscere ai suoi concittadini, ai quali vogliamo assicurare tutta la nostra solidarietà. A proposito di soia Mi congratulo per il bel servizio su Roraima (M.C. 12/2005). Un complimento particolare a Silvia Zaccaria. Poche ore dopo aver letto l'articolo, ho visto eascoltato Silvia su Rai3, nella rubrica Geo & Geo (21 dicembre 2005). Silvia e la conduttrice hanno ricordato le figure di Chico Mendes, di cui ricorreva il 17° anniversario della morte, edi suor Dorothy Stang, la missionaria statunitense trucidata il 23/1/05 dai sicari legati al giro dei grandi latifondisti e allevatori di bestiame, che non tolleravano il suo impegno per lo sviluppo sostenibile.Alla fine della trasmissione hanno parlato del ruolo che le piantagioni di soia giocano nella scomparsa della foresta amazzonica. È appunto sulla soia che volevo rivolgervi alcune domande. 1- Ci si può definire «innamorati del Brasile», «soli-
«I matti si dividono in due categorie:quelli che si credono di essere Napoleone e quelli che vogliono mettere a posto le ferrovie italiane... » (G.Andreotti).Dopo aver letto il dossier«Quella ferrovia s'ha da fare» (M.C. dic.2005), sono più convinto che la follia più grande sia l'indifferenza ai crimini che i fautori dei progetti per I treni ad alta velocità stanno compiendo in Italia e nel mondo. Un vecchio adagio recitava:«Chl va piano va sano eva lontano, chi va forte va incontro alla morte».Credo non sia male ricordarlo acoloro che,col pretesto del «dialogo»,«rispetto delle idee altrui», impossibilità per l'Italia «di restar fuori dall'Europa»,neganodi fatto il diritto all'incolumità, alla vita eaun lavoro dignitoso. Crea non poco turbamento sapere che tra questi falsi moderati ci sono anche alcuni grossi calibri dell'intellighentia cattolica... Luciano Montenigri - Fano Da anni, pur non essendo credente, leggo la vostra rivista e sono entusiasta per i contenuti coraggiosi e documentati che contiene. la vostra inchiesta sul Tav è la più precisa... che abbia letto su un giornale. li vostro servizio è un eccezionale contributo all'impegno di un'intera valle e non solo di essa. Ho partecipato amolte lotte,ma mai ho trovato solidarietà,comunionedi intenti edi individui come in questa.Credo che siamo veramente di fronte auna democrazia di base,unica e irripetibile, dove si confrontano esolidarizzano individui dalla storia edalle idee politiche più disparate, in una unità talvolta commovente. Grazie,il mondo ha bisogno di gente come voi. Anna Krznar - via e-mail Voglio complimentarmi con la vostra rivista per il modo approfondito eserio con cui avete realizzato l'analisi sulla questione della nuova linea Tav in Valle di Susa. Credo che lo smarcamento dall'appoggio che organi di informazione ecclesiali «ufficiali»sull'argomento hanno datoall'opera,sia un grande merìto:è in linea con la dottrina sociale della chiesa eapre gli occhi sui reali motivi che spingono politici,affaristi avolere l'opera atutti i costi... Grazie per la vostra chiarezza, intelligenza, dedizione e amore alla vostra missione ecclesiale. Silvano Barella - S. Ambrogio di Torino Da molti anni sono abbonato a MissioniConsolata e Famiglia Cristiana: pubblicazioni di ispirazione cristiana, per cui ometto i motivi (stima,sintonia d'intenti, ecc.) per i quali leggo queste riviste. dali con i popoli dell'America Latina», 11favorevoli auna politica di equità sociale nel rispetto degli ecosistemi», se si continua ad accettare dal mercato beni prodotti nel più totale dispregio dei diritti edoveri dell'uomo edelle leggi della natura? È sincera la condanna del neoliberismo edella sua arroganza, quando manca la determinazione a ribellarsi ai nuovi capricci e alla moda consumistica dell'ultima ora, quale èappunto la moda della soia? 2- Non era già abbastanza alta la febbre dell'oro e altri metalli più omeno ccpreziosi»? Non era abbastanza la foresta sacrificata per far posto al caffè, cacao, canna da zucchero, tabacco, banana, ananas? C'era proprio bisogno di sacrificarne altra per far diventare il Brasile primo produttore mondiale di un legume che, rispetto atanti altri, non èné più buono, né più sano, né più nutriente? 3 - Può la dietetica fare a pugni con l'etica? Il boom della soia (compresa quella geneticamente modificata) in Brasile e Argentina non èanche la conseguenza della superficialità, della frivolezza dei consumatori occidentali ecomunque convertiti allo stile di vita occidentale? A PROPOSITO DI TAV Ora, nel numero di dicembre di Missioni Consolata, pag.51, trovo un articolo che parla della linea ad alta velocità,che i cittadini della Val Susa sono determinati a impedire, perché inutile edannosa per la salute,l'ambiente,la viabilità. Su Famiglia Cristiana del 1° gennaio 2006, a pag. 84, invece, trovo un articolo dove si dice che quel lavoro è indispensabile e per niente dannoso. So quanto vale Famiglia Cristiana ecredo di sapere quanto può pesare la firma di Antonio Zichichi; ma so anche quanto vale larivista Missioni Consolata e come si distingue sempre per smascherare sotterfugi e imbrogli e come sia dalla parte della gente umile e semplice,e lo fa con documenti alla mano. Non pretendo risposte aquesta lettera;vogliosolo fare presente le mie perplessità;e poiché non si può restare neutrali (anche se non si è interessati direttamente), non so da quale parte stare. Carlo Duravia - Trevignano (TV) Ricevo ogni mese la vostra rivista econ stupore ho letto su quella di dicembre una serie di articoli tutti pesantemente critici sulla prevista costruzione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.Ho aspettato il numero successivo, sicuro che avreste dato spazio ai favorevoli o almenoai promotori di taleopera.Invecegli stessi supercritici hannocontinuato ascrivere articoli di fuoco e,quello che ritengo piùgrave, il vostro giornale non ha datoalcuna possibilità di interventoachi auspica la realizzazionedi tale opera (in Piemonte tutti gli amministratori pubblici e la quasi totalità dei cittadini). Mi meraviglio poi che una rivista di ispirazione religiosa si dimostri cosi manifestamente di parte•.. Spiace infine che una rivista «vecchia»di oltre un secolo si sia dimostrata, In questa occasione, cosl poco equilibrata, e - tradendo un principio del buon giornalismo - lontana dall'esporre in modo esaustivo gll elementi che possano permettere ai propri lettori di avere un parere motivato sull'argomento. Domenico laccarino - via e-mail Abbiamo ricevuto un solo contributo afavore del Tav, che riportiamo nella rubrica«BATTITORE LIBERO»a pag.64.Moltissime, invece sono le testimonianze e prove cont ro. Occupandoci di taleargomento,vogliamo solo stimolare i let- , tori aprendere coscienza del problema eagire secondo la propria responsabilità, in difesa dell 'uomo e salvaguardia del creato. Lo abbiamo fatto altre volte, e continuiamo a farlo,per es. nei riguard i del!'Amazzonia edegli indios che vi abitano. Non è una vergogna che aqueste persone importi così poco sapere che per produrre la «bistecca» di soia che trovano al ristorante oal supermercato, è stata rasa al suolo una foresta, èstato irrimediabilmente inquinato un lago, pregiudicato il futuro di una comunità indigena e tanti uomini, donne e bambini sono stati uccisi o ridotti in schiavitù? Non èuna vergogna consumare soia brasiliana e argentina, quando èarcinoto che delle famose proprietà ccipocolesterolemizzanti, ipoglicemizzanti, antiossidanti ... » possedute dalla soia sono dotati anche altri legumi che crescono benissimo nei paesi del vecchio mondo epotrebbero essere prodotti in quantità molto maggiori (ceci, fagioli, lenticchie, piselli...), senza alcun bisogno di abbattere foreste pluviali, sradicare popolazioni indigene, prosciugare bacini naturali (o creare bacini artificiali che sommer• gono migliaia di chilometri quadrati di vegetazione), di costruire speciali vie dicomunicazione transcontinentale, di awalersi delle subdole tecniche dell'ingegneria genetica caldeggiate da Monsanto e C.? Stefania De Tigris Urbino MC MARZO 2006 ■ 9
I n Brasile non esiste solo il fenomeno dei cattolici che abbandonano la chiesa e passano alle comunità evangeliche, ma anche quello di alcuni evangelici che ritornano al cattolicesimo. lo ha rivelato mons. Franco Dalla Valle, vescovo di Juina nello stato del Moto Grosso, una delle diocesi più giovani del paese. «Nel 1997, anno di fondazione della mia diocesi, vi erano 6 parrocchie; ora sono diventate 1 O-ha rivelato il presule-; il numero di sacerdoti è aumentato da 6 a 20, dei quali 9 sono diocesani. Attualmente, 5 giovani si stanno preparando al sacerdozio nel seminario di Cuiab6; abbiamo vocazioni per la vita religiosa femminile». Il vescovo ha spiegato che violenza e narcotraffico sono molto diffusi nella regione, principalmente a causa della povertà e disoccupazione. Insistendo sull ' importanza dei mezzi di comunicazione cattolici , afferma: «I programmi televisivi diocesani non includono le telenovele né programmi commercial i: per questo risultano popolari persino tra gli evangelici, molti dei quali riscoprono la fede cattolica nella contemplazione del mistero di Dio». (Zenit) LI accusa di procurare conversioni forzale, da parte di gruppi fondamentalisti indù contro la chiesa cattolica, è un enorme pregiudizio che duro da quasi 50 anni. lo afferma John Dayal , presidente dell' Al/ India Catholic Union, commentando i dati sull'educazione presentati il 21 gennaio scorso dalla Conferenza episcopale indiana ICbciJ . l'ira degli indù si rivolge contro l'elevata presenza di scuole cattoliche nel paese. Più di 20 mila istituti scolastici, di cui il 66% in zone rurali, danno istruzione a 6 milioni di alunni Ira ragazzi e ragazze di ogni confessione religiosa . «Ano- -----~ --------------------- 10 ■ MC MARZO 2006 La Chie a d nel mon O scoppiato nel 1998, è costato lo vita a circa 3 milioni di persone nello regione africano dei Grandi Laghi . Nel suo discorso, il pontefice ha incoraggiato i vescovi a continuare il loro «lavoro concertato e audace» e «o essere sempre vigili per accompagnare i progressi» che si stanno verificando in questo momento. Lo metà dei circo 60 milioni di congolesi è cattolica. la popolazione è formata da oltre 200 gruppi etnici. (Fides) PENACAPffAIE lizzare l'impegno della chiesa in campo educativo - dice padre D'Souza, segretario esecutivo delle comunicazioni sociali della Cbci - aiuta a sfatare alcuni falsi miti che circolano fra la popolazione. Su oltre 6 milioni di alunni, solo il 23% è cattolico e il 55% è rappresentato da ragazze destinate, altrimenti, a non raggiungere n~mmeno l'educazione elementare». «E interessante notare - commenta ancoro Dayol - che molti governi diversi fra loro hanno approvato delle leggi anticonversione, continuando ad accusare di questo fenomeno la minoranza cristiana; ma nei decenni passati doli' approvazione della primo, nessuno di loro ha mai voluto dire quanti preti o suore sono stati riconosciuti colpevoli di aver effettuato conversioni for- 1 , zote». I E uno strada che l'Australia do- (Asia News) 1 (( vrebbe intraprendere senza inV.ANGB.O PER lARICONCIJAZIONE D i fronte ai conflitti che insangu inano il continente africano, Benedetto XVI incoraggia ad annunciare la forza riconciliatrice del vangelo, capace di unire i popoli in uno sola famiglia. lo ha proposto ai vescovi della Conferenza episcopale dello Repubblica democratico del Congo, che ha incontrato al termine della loro visita ad limino apostolo-- rum. Il papa ha ricordato le «cicatrici profonde» lasciate dalla violenza «nella memoria del popolo», congratulandosi con loro per aver denunciato «con vigorosi messaggi le estorsioni, invitando gli agenti locali a dimostrare responsabilità e coraggio, affinché le popolazioni vivano in pace e sicurezza». Il conflitto, I dugi: dire no olio peno di morte e sì olla vita» afferma padre Terry Beli, direttore delle Pontificie opere missionarie in Australia. Dopo le recenti manifestazioni pubbliche in oltre 300 città di Europa e Stati Uniti, anche i cittadini australiani sono chiamati o fare lo loro porte, sottolinea Beli. «Sarebbe meraviglioso che anche il popolo australiano potesse aderire o indire manifestazioni di tal genere per dire no allo peno capitole ed esaltare il valore supremo della vita umano». l'Australia ha abolito la pena di morte nel 1984 e ha votato a favore dello risoluzione per l'abolizione dello peno capitale approvato dallo commissione Onu per i diritti umani. «Spesso nel dibattito pro o contro la pena di morte si cita la bibbia - nota padre Beli -; ma Gesù, se fosse vissuto oggi, non sosterrebbe certo lo pena di morte: il comandamento "non uccidere" non si presta a molte interpretazioni. Piuttosto che alla vendetta, il cristiano è chiamato alla misericordia e perdo- (Asia News) • I I I I G uorire le ferite lasciate dal ge- 1 nocidio del 1994 lavorando a~ I 1 lo stabilimento di una cultura di po- I I I l--- - -----------------~--
ce: è questo lo scopo del progetto Apax, ideato e realizzato da suor Donata Uwimonimpoye, direttrice del collegio di Murambo, in Rwando. Il programmo è suddiviso in diversi miero progetti che vanno dallo pratica della non violenza evangelica olla costruzione di una fabbrico di candele e preparazione allo risoluzione dei conflitti . Promotrice e animatrice del progetto, suor Donato è uno religioso rwondese, laureato all'università di Friburgo, in Svizzera, dove si trovava nel 1994, all'epoca del genocidio. La religiosa ha presentato una tesi di laurea dal titolo: «Preparazione olla mediazione dei conflitti». li progetto Apox coinvolge diversi giovani professori che hanno costituito piccoli circoli in tutto il paese. li progetto d'educazione cristiana ai valori della pace è pienamente conforme con gli obiettivi dello Commissione nozionale rwondese per l'unità e la riconciliazione. (Fides} Nonostante le enormi carenze in cui assolvere olla sua missione, la chiesa cattolico in Ciad ha iniziato l'anno con lo celebrazione del primo Congresso eucaristico nazionale e mostro uno gronde gioia. Lo ha constatato il cardinale nigeriano Francis Arinze, prefetto dello Congregazione vaticana per il culto divino, che ha presieduto l'avvenimento ecclesiale in qualità di inviato papale. Lo chiesa nel paese è sorto 75 anni fa e oggi conto 8 diocesi; il primo sacerdote è stato ordinato solo 35 anni fa. 1 li card. Arinze ha affermato di aver trovato un popolo sereno, pur nello suo povertà. «Mi ho colpito molto il senso di pace, il desiderio di condivisione, lo disciplina personale. Non ho notato lo presenza della polizia, è un popolo molto disciplinato» ha riconosciuto. Ad ogni modo, il porporato ha ricordato che lo chiesa in Ciad «ho bisogno di molto. Non ha, od esempio, sufficienti sacerdoti, religiosi e religiose. Necessito di missio- --------------------------~---~-· presidente dello Conferenza episcopale (Cev), mons. Uboldo Santona, e il presidente Hugo Chévez. «Riteniamo che sia la chiesa che l'esecutivo debbono adottare un tono più adotto al dialogo democratico» ho detto mons. Santona, che ho letto un documento dei vescovi in cui si esorta il governo a «evitare termini dispregiativi» contro i documenti della Cev e «gl i attacchi ai pastori dello lir:;::::;!lllilllll chiesa nei programmi radiofonici e televisivi». Il presule ho aggiunto che «un dialogo serio ed efficace è possibile solo se si escludono i sospetti e le ingiurie», sottol ineando lo necessità di «ascoltare con tolleranza e rispetto le critiche». li vescovo ho quindi apprezzato il clima di estrema apertura e fiducia in cui si è svolto il colloquio: «C'è un atteggiamento positivo, che lascia aperte le porte affinché possiamo continuare o incontrarci ; ora lavoreremo di più a livello di commissioni episcopali, che si riuniranno con dirigenti e ministeri per affrontare temi concreti come lo lotta olla povertà» . Secondo il vice-presidente del Venezuela José Vicenle Rongel, «tutte le asprezze sono state limate. Questo ponte che si apre con la chiesa cattolico scoraggerà tutti i sosten itori della violenza e dello scontro, rafforzando coloro che promuovono il dialogo, rafforzando lo chiesa e il governo». nari e ne riceve» . Allo guido delle 8 diocesi (una è prefettura apostolico) ci sono sette presuli : tre del Ciad, due italiani, uno spagnolo e uno canadese. A questi si aggiunge un sacerdote francese, prefetto di Mongo. Lo popolazione del Ciad è inferiore o l Omilioni di persone: il 51 %è musulmano, il 35% cristiano, il 7% di religione trad izionale e il 7% professo altri culti. I cattolici rappresentano circa il 10% degli abitanti del paese. (Fides) OVI EGOVERNO A scoltarsi e rispettarsi recipro- (( camente» è l'impegno assunto dalla chiesa cattolica venezuelana e dal governo in un inçontro tra il {Misna} ono 27 i missionari uccisi nel 2005: un vescovo, 20 sacerdoti, 3 religiose, 2 religiosi eun laico. Il conteggio non riguarda solo Imissionari ad gentes in senso stretto, ma tutto Il personale ecclesiastico ucciso In modo violento oche ha sacrificato la vita, consapevole del rischio che correva, pur di non abbandonare Il proprio Impegno di testimonianza edi apostolato. Alcuni di loro sono stati trovati ore o giorni dopo Il decesso, spesso vittime, almeno In apparenza, di aggressioni, rapine efurti, perpetrati In contesti sociali di particolare violenza, degrado umano epovertà, che cercavano di alleviare con la loro presenza e la loro opera. Mentre nel 2004 fu l'Africa, con 6 vittime, Il continente In cui vennero colpiti più missionari (uno solo di origine africana), nel 2005 sono state l'America Latina equella centrale a vedere la morte di 12 donne euomini Impegnati nelle missioni: 5 In Colombia, 3 In Brasile, 2 In Messico ealtrettanti In Giamaica. Altri 8 sono stati uccisi In Africa: 3 nella Repubblica democratica del Congo, 3 in Kenya, uno nella Repubblica del Congo (Brazzaville), uno In Nigeria. In A.sia sono invece morti 4 missionari. li Sud del mondo resta ancora una volta al centro In questo drammatico martlrologlo, sia come terra d'origine delle vittime sia come luogo del martirio. (Mlsna) MC MARZO 2006 ■ 11
■ KENYA ■■ ■ ■■■ Considerazioni (anche filosofiche) a partire da un viaggio in Kenya Un viaggio in Africa, a contatto con le missioni e i missionari, può essere «l'occasione da non perdere», per chi vuole imparare a guardare la realtà dietro le cose e continuare a sognare che «un altro mondo è possibile». Ancora una volta, i poveri hanno molto da insegnarci... se siamo capaci a metterci in ascolto. 11futuro non ci porta nulla, non /_( ci dà nulla; siamo noi che, per '\.: costruirlo,dobbiamo dargl i tutto». È stato un viaggio attraverso alcune zone del Kenya, dove operano i missionari della Consolata,a dare un nuovo significato alle parole di SimoneWeil,sul cui pensiero medito da anni. Il viaggio era finalizzato all'incontro con una parte della popolazione e alla conoscenza di alcune attività missionarie che si svolgono in quei luoghi; ha avuto, però,anche la forza di obbligarci acontemplare la paradossale sproporzione tra l'assoluta bellezza degli spettacoli naturali e l'estrema ingiustizia che segna alcune vite umane.Forse, l'incontro con questa realtà ci ha aiutati a tener viva la fiducia nella possibilità di un mondo più equo. IL CAMMINO DI SOWETO Il Kenya riflette tutte le contraddizioni che dilaniano il nostro mondo globalizzato e la sua capitale ne è, in Bambini della scuola di Soweto, nella parrocchia di Kahawa. un certo senso, un concentrato. Nei «quartieri-bene»di Nairobi si intravedono ville di lusso, immerse in parchi da sogno e difese da alti muri,da filo spinato, anche da guardie; al centro della città e nei suoi rioni periferici residenziali,centri commerciali, banche e grandi alberghi restituiscono un'immagine di benessere. Eppure, vicinissimi ai luoghi dell'opulenza,anche se nella quasi totalità dei casi ben nascosti,sorgono gli slums, immense baraccopol i dove un'umanità derelitta è costretta a lottare per la propria soprawivenza e dignità, nutrendo spesso un'estrema, difficile speranza: quella in un futuro diverso.A Soweto, per esempio, dove , seimila persone vivono ammassate in poche centinaia di metri quadrati, ho toccato con mano a che cosa alludeva la filosofa spagnola Maria Zambrano quando parlava del sottosuolo su cui si regge l'edificio della storia. Di Soweto e, in generale, degli slums di Nairobi molto è stato scritto sulla rivista Missioni Consolata, ma è
MISSIONI CONSOLATA Visione "panoramica» di uno slum di Nairobi. sempre utile ritornare su tale argomento, per ricordare i problemi della gente che vi vive e sottolineare l'infaticabile lavoro dei missionari che vi operano. ASoweto padre Franco Cellana lavora in mezzo alla gente con straordinaria dedizione, forza e carica vitale.Egli accompagna il cammino di speranza della popolazione alla luce di un progetto d'insieme, in cui problemi materiali, esigenze morali e fame di nutrimento spirituale trovano pari attenzione. Di questo progetto vorrei sottolineare almeno quattro aspetti essenziali. Il primo è che ogni intervento di promozione umana si inserisce in una prospettiva di trasformazione strutturale delle condizioni esistenti. L'acquisizione della proprietà della terra su cui sorgono le baracche da parte di chi le abita, la costruzione di strade e fognature, l'approwigionamento d'acqua, l'installazione di punti-luce, scuola e refezione per bambini e ragazzi, la costruzione di case in muratura, la prevenzione e la cura dell'Aids sono le condizioni basilari irrinunciabili perché gli abitanti di Soweto possano incominciare avivere con dignità. Dentro questo quadro generale si muovono le iniziative particolari. Il secondo aspetto riguarda la partecipazione costante della popolazione, non solo alla realizzazione dei progetti, ma anche alla loro ideazione. Non si tratta di fruire un po' passivamente di un aiuto programmato altrove, ma di essere soggetti attivi, pensanti, parlanti e, soprattutto, responsabili, cosicché si attuino, tra missionario e popolazione locale, un'autentica condivisione, un'interazione eun mutuo arricchimento e donazione reciproca. Il terzo aspetto riguarda la costante interlocuzione con il governo per il riconoscimento degli s/ums.Questi agglomerati urbani esistono enon possono.essere né ignorati né svuotati dei loro abitanti con opere di demolizione delle baracche, essendo gli abitanti stessi persone i cui diritti comportano obblighi e responsabilità pubbliche. lnfine,quarto aspetto,esiste un coordinamento delle équipes pasto- ■■ ■■ ■■■ rali di alcune parrocchie di Nairobi che, lavorando insieme, possono sia dare forza al movimento di coscientizzazione degli abitanti degli s/ums, che evitare la dispersione di forze progettuali eoperative. SPERANZE EREALIZZAZIONI Anche altre realtà missionarie mi hanno fatto ugualmente e diversamente riflettere nel corso del mio viaggio. Penso alla Familia ya ufariji (la casa della consolazione) di Nairobi, dove bambini e ragazzini di strada per lo più orfani, affidati al le cure di padre Gilberto Forese edi alcuni educatori, tentano una non facile integrazione.Questi ragazzi continuano avivere in famiglia e,al tempo stesso, frequentano scuole esterne in modo da evitare la ghettizzazione. Penso alla Tumaini Children's Home di Nanyuki,dove bimbi sieropositivi o malati di Aids ricevono assistenza e amore, in un contesto per quanto possibile sereno. Penso agli ospedali ben attrezzati, come quello di Wamba, o ai dispensari e ai centri di formazione tecnica e professionale presenti un po' dovunque. Penso aquanto ho ascoltato aMa- , MC MARZO 2006 ■ 13
-■ KENYA raiaI da padreTablino e padreTallone, riguardo al lavoro per la riconciliazione tra samburu, turkana epokot; tre gruppi etnici tradizionalmente ostili gli uni agli altri per questioni legate ai pascoli, ai pozzi d'acqua e alla proprietà del bestiame e,tuttavia,capaci di appianare i loro conflitti in nome non solo di evidenti affinità, ma del valore più alto della pace. Penso anche aquella grandiosa opera,ormai nota a livello internazionale,che è l'acquedotto ideato da fratel Argese,missionario aMukululu, e realizzato sotto la sua direzione recuperando l'acqua proveniente dalla condensa notturna che si forma sugli alberi della foresta del Nyambene. L'acquedotto, la cui storia è stata ri - costruita nel marzo 2005 dalla rivista Missioni Consolata e al quale sono stati dedicati anche servizi televisivi nell'ambito dei programmi «Geo & Geo»e <<Alle falde del Kilimangiaro», fornisce attualmente acqua a250 mi - la persone. VOLTI SENZA MASCHERE Infine, per concludere, vorrei concentrarmi più a lungo su un incontro, per me di forte impatto emotivo, avvenuto aSagana, nella «Casa di Betania»,con le «vecchiette»di cui si prende cura padre Gerardo Martinelli. Forse perché sono una donna anch'io,o forse perché la curva della mia vita ha 14 ■ MC MARZO 2006 ■■ ■■■ ■■■ raggiunto ormai la sua fase discendente, ho awertito un'immediata simpatia per queste anziane. Di molte di loro non si conosce nulla: non l'età, non la storia, non la provenienza originaria;talora neppure il nome.Alla «Casa di Betania»le porta generalmente la polizia;vengono dalla strada dove finiscono per motivi non sempre ricostruibili.Si può pensare che non abbiano più nessuno e restino prive di sostegno e di risorse o che vengano cacciate da casa perché inutili, pesi morti in situazioni già difficili. Il dato certo è che diventano nude vite esposte alla brutalità del mondo. La «Casa di Betania»non solo le sottrae alla violenza e ai pericoli della strada, ma offre loro un luogo dignitoso e sereno in cui vivere.Se restano loro delle energie, possono svolgere ,_ qualche lavoretto, come coltivare l'orto, lavare, pulire le stanze, badare agli animali; dispongono di momenti di solitudine,ma possono godere della compagnia reciproca. Non tutto è idilliaco,owiamente,e non sempre i risultati del loro trasferimento sono quelli sperati.Accade, infatti,che qualcuna scappi, ritornando alla strada. Difficile dire cosa le spinga afuggire da un luogo protetto eaccogliente, senza aver in mano alcuna alternativa.Ma in gran parte restano e, forse, riescono aguarire almeno un poco dalle ferite che sono state loro inferte, provando a rinascere come persone, nonostante i mille ostacoli, un lungo tratto di vita già percorso. Quando facciamo loro visita, le donne non sembrano nutrire alcuna diffidenza nei nostri confronti, come ci si potrebbe aspettare, forse perché il tramite tra noi e loro è padre Martinelli. Proprio questa mediazione rompe, o almeno fluidifica, i confini che ci separano e consente l'inizio di una relazione, sia pure fatta di gesti e di sguardi più che di parole. Ci accolgono, infatti, con espressioni di benvenuto, scambi di jambo, strette di mano,sorrisi. t come se,attraverso i corpi, si attuasse un travaso A sinistra, Sagana: alcune donne anziane accolte nella St. Mary's House. Sotto, frate/ Giuseppe Argese con un gruppo di africani in visita all'acquedotto di Muku/u/u.
■ MC MARZO 2006 ■ 15
■ KENYA di anime. Credo di poter leggere nei loro gesti un infinito bisogno di affetto,ma soprattutto il desiderio di esserci, di rendersi visibili,di contare qualcosa,almeno per un momento. Qualcuna di loro ha un aspetto vitale. Qualche altra, con gli arti rattrappiti, ha bisogno di una sedia a rotelle spinta dalle compagne dotate di maggior vigore.Commuove vedere ' quest'espressione di solidarietà che le esperienze di deprivazione da cui vengono non hanno cancellato e che basta un contesto adeguato per far emergere. L'età di queste donne è indefinibile; ma,quanto più i loro volti sono solcati da rughe profonde, tanto più sono straordinariamente espressivi e, in modi diversi, belli, intensi, vissuti. Osservarne la fragile bellezza e l'irriducibile unicità mi ricorda la filosofia di Lévinas e il suo richiamo all 'appel - lo implicito nell 'assolutezza dell'alterità dell'altro. Al tempo stesso,queste donne,prive di orpelli e di maschere sociali, spogliate di quello che siamo abituati achiamare identità (eche invece spesso deriva da una serie di ruoli e appartenenze), dicono anche qualcosa di me,mi offrono uno specchio impietoso in cui guardarmi, mi interpellano e mi impegnano afare la mia parte perché il mondo sia un po' meno squilibrato. UN'ALTRA STORIA Camminando tra le baracche di Soweto,ascoltando i canti degli orfani della Familia ya ufariji, accarezzando i piccoli della Tumaini Children's Home,abbracciando le «vecchiette», entrando negli ospedali,ho messo più concretamente afuoco come siano proprio i calpestati, i divorati dalla storia, le «vite di scarto»a sprigionare, di fatto, con il loro stesso esistere, una forza di contrasto ea rappresentare il margine di incompiutezza, di irrealizzazione della storia,esplicando un'energia specifica e segnalando che un altro mondo è necessario. Ma,in Kenya.di questo mondo «altro» ho anche intravisto le tracce. Nella storia c'è violenza, quella che ha buttato ai margini del consorzio sociale, letteralmente al bordo della strada,questi «poveri»che ho incontrato; ma ciò non significa affatto che tale violenza sia la realtà ultima o es16 ■ MC MARZO 2006 ■ ■■ ■■ ■■ senziale della storia stessa. La solidarietà, l'assistenza, la condivisione, l'appoggio nella difesa dei loro diritti, la promozione della loro dignità, nonché lo sforzo di far assumere a queste persone la responsabilità del loro destino,sono altrettanti segni che la storia può andare in un'altra direzione; in modo tale che, in essa, i senza-nome,gli invisibili possano avere un posto riconosciuto. Non credo affatto che il dolore, la sofferenza, il male possano sparire dal mondo, ma ritengo che,almeno, possa esserne eliminata quella parte che deriva dai rapporti di forza. Infatti,per citare ancora SimoneWeil: «Se la forza è assolutamente sovrana, la giustizia è assolutamente irreale. Ma non lo è. Lo sappiamo per via speri - mentale. Essa è reale in fondo al cuore degli uomini». ■ MONS. MUKOBO: NUOVO VESCOVO DI ISIOLO «In data 25 gennaio 2006 il santo padre Benedetto X\11 ha nominato vicario apostolico di lsiolo (Kenya) sua ecc. mons. Anthony lreri Mukobo, missionario della Consolata, vescovo titolare di Rusgunie, finora ausiliare delfarcidiocesi di Nairobi (Kenya)». Cosi suona la breve notizia delrAgenzia Fldes del 25-1-2006. Nato nel villaggio di Mufu (distretto di Embu) il 23 settembre 1949, frequentata la scuola elementare a Kyeni e quella secondaria a Embu, alla fine del ciclo scolastico 1reri Mukobo decise di entrare nella chiesa cattolica. Nel natala del 1965, a 16 anni, fu batterzato con nome di Anthony nella parTOCChia di Kyeni. Nel 1972 decise di entrare nel seminario dei missionari della Consm. ta da poco aperto a Langata (Nairobi), frequentando i corsi di filosofia nel vicino seminario c:flOC8S8no di St. Thomas_Aquinas. Nel 1974 fece ranno di noviziato; quindi prosegui gli studi di teologia, finché fu ordinato U5 gennaio 1980. Dopo un anno di esperienze sacerdotali nelle pamx:chia di Kyeni e Karima, fu inviato a Roma, dove frequentò il pontificio istituto Tereeianum a consegui la licenza in spiritualità nel 1983. L'anno saguant.e fu destinato alla Colombia, dove svolse attività missionaria a Puarto Rico (Caquatè) per un anno, a El Tambo (Cauca) dal 1985 al 1989 e a Manizales, come incaricato dell'animazione vocazionale, dal 1989 al 1990. Richiamato in Ke~, lavorò nel seminario filosofico di Langata, addetto alla formazione dei seminarist.i (1991-93). Poi nuovamente ritornò al lavoro pastorale, prima come vicepamJco aTmau e poi come pam,co a Kerima dal 1995. Al tempo stesso insegnava missiologia e spiitualitè nel seminario~ giare di Nyeri. Finché 8ITiuò la no, mina avescovo ausiliare di Nairobi: ricevette la consaa-azione episcc>- pale il 18 marzo del 2000. Il 25 gennaio scorso, mons. Mukobo è stat.o chiamato a guida- ' re la prefettura apostolica di ilo, come successore del missionario vercellese mons. Luigi Locati, assassinato il 14 luglio 2005. La missione di lsiolo, nel Kenya nord-orientale, faceva parte dafla diocesi di Maru, finché il 15 dicembre 1995 venne eretta a vicariato apost,olico e affidata ai sacerdoti ffdei donum della diocesi di Vercelli. Si calcola che i cattolici del vicariato siano circa il 1 S°/o. Territorio in gran parte semidasartico, il vicariato è un crogiuolo di diverse etnie, con predominanza di quella • meru. Le tensioni etniche, soprattutto tra le comunità barsns e gsbrs, non di rado sfociano in scontri aperti, acuiti spasso dalla difficoltà a~ bientali, come la siccità di questi mesi.
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