DALLA BIBBIA LE PAAOLE DELLA VITA ( 1O) <<Maschio e femmina li creò>> L espressione «maschio e femmina»si trova nel secondo racconto della creazione (Gen 1,27), databile sec. v a.e., all 'epoca dell'esilio a Babilonia. Ritorna quasi alla lettera in Gen 5,2, nell 'elenco dei patriarchi prima del diluvio. Nel NT l'espressione è riportata come citazione indiretta da Mt 19.4 e Mc 10,6, in cui Gesù, nella questione del divorzio, non dà una risposta pronto-uso, ma rimanda al «principio• della creazione, cioè al disegno di Dio e alla sua prospettiva sull'uomo/donna. Mantenendo in italiano lo stesso ordine delle parole ebraiche, Gen 1,27 ha il seguente schema: A Creb Dio l'Adam B. uuaJmmagine B'. aimmagine..di..Dio A'. creò es.s.a B2 • maschiD..e.lemmina A2. creò /ar.o Nel greco della Lxx manca B' .11 testo presenta una costruzione tipica biblica, detta a chiasmo o incrocio, dove la prima parte (A) corrisponde all 'ultima (A'), perché vi si trovano le stesse parole: creò l'Adam - creò lui. A' poi si sviluppa in N: il singolare «lui• diventa il plurale «loro», per dire che l'umanità (Adam) non è solo maschile, ma anche femminile. Allo stesso modo la seconda espressione (B) , che introduce il tema dell'immagine: a sua immagine, anch'essa sviluppata in a immagine di Dio (81 ) ; corrisponde alla penultima (B' ), che ne chiarisce la natura: non l'uomo in quanto maschio rappresenta Dio sulla terra,ma Adam, cioè l'umanità nella sua struttura fondamentale, fatta di mascolinità e femminilità. Uomo e donna insieme sono l'immagine completa, la somiglianza adeguata di Dio sulla terra. Questo modo di procedere per coppie a uncino era un sistema tipico delle lingue antiche per facilitare la memorizzazione e quindi la trasmissione orale, ma anche per esprimere concetti di inaudite profondità che proveremo a intuire. Era usanza che i confini di un regno fossero segnati con le immagini o statue dei re in carica: chiunque vedeva l'immagine del sovrano ne riconosceva la signoria e ne accettava la supremazia.C.reando i\ mondo,Oio non ha bisogno di segnarne i confini, ma pone in esso «la sua immagine- vivente, Adam (maschio e femmina) come segno e garante della sua signoria. Adam non è il padrone del mondo, ma il luogotenente di Dio creatore: chiunque vede il maschio e la femmina insieme, dovrebbe riconoscere immediatamente il volto di Dio creatore. Nella sezione Adel v. 27 sopra riportato (A-A1-N), la creazione dell'uomo è annunciata con il termine generico • Adam (A) al singolare e indica il genere umano indistinta; si potrebbe tradurre 1 con umanità. Il testo prosegue con il singolare generico lo creò (A1), per con- • eludersi con un plurale di distinzione , sessuale: creò loro (N), perché il gene- ' re umano è composto di maschi e femmine. Maschile e femminile insieme spe54 ■ MC MARZO 2006 (Gen 1,27) cifìcano l'individualità personalizzata del genere umano/umanità. Non il maschio o la femmina separati. Nella sezione B-81 l'autore introduce una idea nuova: l'Adam in quanto genere umano è creato a immagine di Dio e questa immagine ha in sé le caratteristiche complementari del maschio e della femmina (82). I n ebraico il termine maschio si dice zakàr e letteralmente significa «pungente»; femmina si dice neqebàh significa «perforata•. Il riferimento alla funzione degli organi sessuali è evidente. L:ebraico è una lingua descrittiva come tutte le lingue semitiche: racconta la realtà come la vede. In un contesto culturale maschilista, che relega la donna in uno stato di quasi schiavitù, nel sec. va.C. un autore biblico ci consegna il vangelo della rappresentanza di Dio sulla terra con un 'affermazione forte e rivoluzionaria: non è il maschio ad avere la prerogativa di rappresentante di Dio, perché fin dall' in principio solo «maschio e femmina»sono l'adeguata immagine di Dio. Non il maschio senza la femmina, non la femmina senza il maschio possono rivelare l'identità di Dio: il rapporto sessuale in qoanto comunione di pungente e perforata dice la vera immagine di Dio creatore che genera alla vita. Realizzandosi sessualmente, la coppia esercita il proprio ruolo sacerdotale e vive la propria immagine nuziale come liturgia eucaristica sacramentale. In questa prospettiva è la coppia il vero «sacramento» rivelatore di Dio che è Agàpe/Amore (1 Gv 4,8).11 passaggio dal singolare al plurale nel v. 27: «creò esso/creò loro» è molto importante. Nella relazione sessuale, l'individuo cessa di essere «singolare", perché consegna la propria individualità a una nuova •personalità plurale~, che nasce dalla fusione di pungente e perforata. la personalità della coppia, la personalità del «noi», che è la confluenza di «io• e di ,,tu». Per questo, secondo la chiesa cattolica, il matrimonio sacramento celebrato nella chiesa (non solo in chiesa) non è compiuto finché non è consumato nel rapporto sessuale, che diventa così l'azione sacerdotale della coppia. Il maschio e la femmina, in quanto m\nism de\ sacramento, c.elebrano la liturgia d'amore esprimendo come coppia il volto maschile-femminile di Dio creatore. Maschio e femmina, incastrati insieme, sono una persona nuova. un nuovo unico corpo e una nuova unica anima che danno origine a una nuova identità. Si capisce perché Lv 20, 10 punisce l'adulterio con la pena di morte, equiparandolo all'omicidio. !.'.adulterio, infatti, uccide la nuova personalità della coppia in quanto immagine sessuata di Dio. !.'.adultero divide in due (cioè uccide) la nuova persona che è la coppia e ne sostituisce metà con una falsa. Si uccide una persona togliendole la vita; si ucciDuomo di Mantova: creazione di Adamo ed Eva, bassorilievo di Wiligelmo {Xli sec.).
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