Missioni Consolata - Marzo 2006

I I I I I I I I I MISSIONI CONSOLATA Attualmente siamo in un contesto di guerre internazionali, definite umanitarie, di civiltà. i chiaro che non possiamo chiederea don Lo- : renzo,mortonel 1967, che cosa : pensidel conflitto in Iraq, ma qual- : che insegnamento possiamo desu- : merlo. Anche oggi ci sono i cappe/- : Ionimilitari, e lo stesso Bush, che si : definisce cristiano, hadichiarato : che questa guerra è nelnomedi I o• : ,o... : «Premesso chenon sarebbe storiI I I I I I I I I I I I I I I I I I I I camente corretto"far prendere posizione" su un problema specifico eattuale auna persona morta ormai quasi 40 anni fa,quindi in un contesto assai diverso,non possiamo non ricordare che don Milani sul problema della responsabilità in un contesto di guerra è stato di una chiarezza indiscutibile. Ha scritto nella Lettera ai giudici che chiunque contribuisca in qualche modo aun atto di guerra non potrà chiamarsi fuori rispetto alle responsabilità.A maggior ragione "il cristiano non potrà partecipare [ad un confl itto] nemmeno come cuciniere" perché anche in questo modo se ne farebbe promotore.Ma anche allargando il campo all 'intero mondo cattolico,come non ricordare il capitolo 5°della costituzione pastorale Gaudium et Spes del Concilio Vaticano 11, significativamente intitolato"La promozione della pace e la comunità dei popoli ; o l'enciclica Pacem in terris di Giovanni xxm. Questa,amio awiso, mostra due importanti elementi: a) si rivolge non solo ai cristiani,ma "a tutti gli uomini di buona volontà''; b) affermache"non esistono guerre giuste': Non c'è dubbio che le tesi presenti nei documenti conciliari e in quello giovanneo siano ancor oggi di grande attualità». \ Dunque, sembra di capire che, se i : cattolici vogliono attenersialle di- ' rettive emanate dalle encicliche papali, non possono che scegliere la pace e ripudiare la guerra. «Certo. Storicamente dovremmo ricordare anche la definizione della prima guerra mondiale come "inutile strage"fatta da papa Benedetto xv. L'incompatibil ità netta tra guerra e messaggio evangelico,ancor prima che nei documenti ecclesiastici,è presente owiamente nelle scritture bibliche,siavetero che neotestamentarie.Ma don Milani non si limita ■■ ■■ ■ ■■ aquesto, sostanzia le sue posizioni sul tema della pace anche di una componente civile, facendo esplicito riferimento naturalmente all'art. 11 della Costituzione italiana». Sulla basedi quanto fin qui sostenuto, verrebbe da aggiungere che l'Italia si trova in guerra contro l'Iraq nonostante la Costituzione lo vieti e, da paese che in piùoccasioniha rivendicato le proprie radici cristiane, nonostante gli insegnamentidi Cristo e le encicliche papali. «Direi di sl. Don Milani si spinse fi - no aproporre un nuovo e originale concetto di patria, in contrapposizione aquello storicamente consolidato, la cui difesa o velleità di espansione sono state fonte di inenarrabili sequele di lutti e sofferenze.Un concetto di natura trasversale,che pone confini tra diseredati eoppressi da una parte e privilegiati e oppressori dall'altra.Altro che principio di "esportazione della democrazia"». Molti attualmente awertono una sorta di involuzione rispetto ai decenni passati: gli stessi concettidi «patria» e di «eroe» sono stati rispolverati aduso e consumo dei sostenitori delle «guerre umanitarie». Lei cosane pensal «Credo che si sia ritornati a un'idea di patria assai anacronistica rispetto alla visione di don Milani che,a 40 anni di distanza,mostra ancora tutta la sua lungimiranza». Chi sono ora, secondo lei, glieredi ideali di don Milanil «Anche a questo riguardo,sarei molto cauto ad attribuire eredi a don Milani. Egli mi appare una figura che fuoriesce da qualunque catalogazione in ambiti più o meno ristretti. Molt i sono coloro che,t rauomini di chiesa, di scuola, del mondo del lavoro, della società in genere,attraverso la lettura dei suoi scritti e lo studio del suo pensiero e della sua opera, hanno ricevuto qualcosa in eredità da don Lorenzo.A prescindere da "questioni di successione"o meno, se, proprio le devo fare qualche nome tra coloro che oggi si distinguono in molti campi che sono stati di interesse di don Milani,mi vengono in mente, cosi su due piedi, padre Alex Zanotelli, monsignor Luigi Bettazzi e il mio carissimo amico don Renzo Rossi, per 30 anni missionario nelle favelas del Brasile nel periodo della dittatura militare. In effetti, aguardarmi intorno,oggi,mi sembra di non vederne molte di persone carismatiche ed esemplari nel campo della politica o in quello sociale, spiritualeo culturale in genere. I I panorama mi appare assai sconfortante,soprattutto ora che sono rimasto "orfano"del prof.Giorgio Spini, un maestro di storia,di fede,di vita. Parlando di panorama sconfortante,però, mi rendo conto di fare un torto atutte quelle persone (sacerdoti, medici, insegnanti, gente comune), che in mezzo a ine- , narrabili difficoltà egrandissimi rischi hanno scelto di dedicarsi completamente agli altri in qualche landa sperduta del nostro pianeta.Persone alle quali, invece,va tutta la mia ammirazione». ■ Uno scout davanti alla chiesa di Barbiana, diventata meta di pellegrinaggi. NOTE ("') Per lo serie cRel~ioni:slrumento di poca,, sono stoti giò llal11lti il budaJSmO (aKembre 2003, pog. 49; opr~e 2004, pog. 51) el'islam (settemble 2004, pog. 50). 1) Do lettera ai giudici, don Lorenzo Miloni, Boibiono 1965. 2) Dallo lettero ai cappelloni tr111i1Dri di don Lorenzo Miloni, soitto nel febbraio 1965, in risposto oun comunicato filmato do olruni cappelloni nirtori, in cui essi bollovooo l'obiezione di coscienza come cun i11S1Jlto olla rotrio eai sooi codi/li>ed cestronea al comandamentocristiono de0'omore,. Aseguito di questo lettera, viene denuncioto per copologio di reoto•; sarà assolto il 15 fel). bioio 1966, pe1 poi essere condonnoto in appello il 28 onobie 1967, quattro mesi dopo lo suo morte. 3) Bruno Becchi, lassù aBarbiafla, ieri e oggi, Firenze 2004. MC MARZO 2006 ■ 51

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