■ RELIGIONI ché si possano creare le condizioni per un mondo senza conflitti. Eciò partendo dalla piena consapevolezza - per utilizzare le parole di don Milani - che le guerre sono il frutto non solo deglì ordini di qualche ufficiale paranoico, ma anche dell'obbedienza di chi quegli ordini accetta passivamente». In un brano della Lettera ai giudid si legge: ccA Norimberga e aGerusalemme sono stati condannatiuomini che avevanoobbedito. L'umanità intera consente che essinon dovevano obbedire, perché c'è una legge che gliuomininon hanno forse ancora ben scritta nei loro codid,ma che è scrittanel loro cuore. Buona OPERE DI DON LORENZO MILANI EDELLA SCUOLA DI BARBIANA f:speti,nzt pas10!llb, Firenze 1958. llltn ti~~ Firenze 196S. Linn ti aliilid. flnnzel96S. N dowr, j non abWtt, Arenze 196S. I on, Roma 196S. ,_,,,.,,, auna l'rolm«tssa, Firenza 1967. 066edlenza non; piil,,,. ,h), Firenze 1969. ,.,,,,,, I don Lnrzo ._ priori I Batbiana, (a mro di M. Gesualdi), ._ 1970. ,.,,,,,, ...-,..1973. ,.,,,.,_ in •'amicizia IL ._ Firenze 1976. Il Cllltdismo i don Lortazo ~ (a tura di M. 6esualtl) Firenze 1913. Lortazo Mitini -Alo Mnna, (a cura di G. Battei), Genova 1990. AncJ,, I, od,, sanno ...,,J,,nn, Roma 199S. I an ancora,_ saflli liedill I don• (a cura di G. Pecorini), Eni, Bolap 2001. OPERE SU DON LORENZO MILANI B.D'A.zo, h._,,~ Fnm 1971. N. Falwllli, Don Mazzolari, don~ Milano 1972. V. Zanarfi. Pl_!lagogia del dissenso, Firenze 1973. N. Falad, Dalla~ dd'"1imo, Milano 1974. G. BruN, LorenzoMlani -/lrol,t,aistin, Fnnze, 1974. G. l.etllili, Don l.orlllZo Mllo,; s,m, I Dio, Inessun altro, Torino 1974. M. l'lmra, Qund'an,i,. slotfo ~ Milano 1987. P. G. Calli, Don Mlani, la l'in, Torino 1988. u. De V1111111, Don MIia,;. Un òrol,to OHI gf Sllll· Pod da IIIIWfl9IIO, Milano 1992. l lalduai, ~I don L ._Imi 199S. G.~ Don8ril0intmlli?, ._ 1996. D. TuroWe, lnioani<odon-.., lleqamo 1997. M. l.antjsl, La scuoio I don L ~ Firme 1997. Centro don IMani, A30 anni.,,,_,, ai giudJd idonMilantfnm1998. B. Beat., Lassi, o,,,,,.,,,,_ l,,i • OM Firenze 2004. G. Pemrini, R s,gn1o I,.._, onwo, n,,.,,,._ zione d,ltì S<Ulllo, EMI Bologna 200S. SmCONS16UAT1: www.<entrodonmilani.org www.barbiana.it 51 ■ MC MARZO 2006 ■■ ■■ ■■■■ «/ care», motto def/a scuola di Barbiana: il suo significato è spiegato su un foglio scritto dallo stesso don Mi/ani. partedell'umanità la chiama legge di Dio, l'altra parte la chiama legge della Coscienza. Quelli che non credono né nell'unanénell'altranon sono cheun'infimaminoranzamalata. Sono i cultoridell'obbedienza cieca». f un passaggio forte... «Sì, è un passaggio forte,ma di importanza fondamentale. Infatti la Risposta ai cappellanimilitari e la Lettera ai giudici- i due scritti in cui più organicamente don Milani affronta il problema della pace - sono documenti non tanto sull'obiezione di coscienza, quanto sull'obbedienza e sulla responsabilità individuale. lo non posso uccidere una persona perché me l'ha ordinato qualcuno, sia esso anche un superiore,e pensare al tempo stesso di sottrarmi al peso della responsabilità. Ci sono studi importanti sul rapporto tra obbedienza e responsabilità: penso al Fromm·di Fuga dalla libertà o alla Arendt de La banalità del male, per citare due nomi fra gli studiosi più significativi che si sono occupati del tema. Ma torniamo a don Milani, per dire che il richiamo costante al primato della coscienza e al principio della responsabilità individuale assume in lui uno spiccato valore pacifista. Prima di compiere qualunque atto di ri - levanza morale l'individuo deve sem- /1 professor Bruno Becchi, intervistato in questo articolo. pre interrogare la propria coscienza e, nel caso di un credente,tener conto della legge di Dio.Ma affinché il richiamo alla responsabilità individuale ealla coscienza non finisca per rimanere un'indicazione puramente astratta, la persona deve essere in grado di rispondere in concreto a tale richiamo. In termini milaniani, l'individuo deve essere sovrano nelle proprie scelte.Ed ecco il ruolo fondamentale rivestito dalla scuola,quale strumento privilegiato - per i poveri, esclusivo - di educazione. È infatti soprattutto grazie ad essa che si potrà sviluppare nell'individuo la Cé}pacità di compiere scelte consapevoli. Pertanto di fronte al binomio I I I I I I I I I "guerra-pace" una persona,cosciente : del potenziale di sofferenza e morte di cui la prima dispone, non potrà che optare per il secondo corno del dilemma. Riuscire ad emancipare uomini e donne dalla condizione di sudditi e farl i diventare realmente sovrani significa fare di loro dei convinti assertori di un mondo di pac~»-
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