Missioni Consolata - Marzo 2006

DOSSIER I passaggi storici principali SKANDERBEG, ENVER HOXHA, SALI BERISHA Skanderbeg, l'eroe nazionale albanese, fu considerato dai papi il difensore della cristianità. L'Italia di Mussolini invase l'Albania. Dopo la caduta della dittatura, il passaggio ad un sistema iperliberista fu, per la maggioranza della popolazione, un salto senza rete. Ancora una volta, per comprendere un paese è necessario conoscerne la storia. Diviso in due nel quarto secolo dall'Impero romano, è stato il paese in cui si sono incontrati Oriente ed Occidente, come ha scritto Aurei Plasari. Ed il suo destino, o la sua «fatica di Sisifo», sembra essere stata la ricerca di mantenere l'unità dentro questa divisione tra Oriente ed Occi - dente. Il periodo eroico della storia albanese è l'epoca dell'eroe nazionale Gjergj Kastrioti, detto Skanderbeg. Fu considerato dai papi il difensore della cristianità, avendo ripetutamente sconfitto per oltre vent'anni (1444-1468) gli eserciti ottomani, che già da un secolo avevano awiato spedizioni militari per la conquista dei Balcani. I sovrani del tempo lo considerarono anche un abile stratega militare, oltre che un valoroso condottiero, avendo introdotto la cavalleria leggera nell'arte della guerra. Morì nel 1468 dopo aver condotto contro l'esercito islamico 24 famose battaglie, quasi tutte vinte, anche se sempre in condizioni di grande inferiorità numerica. I principi albanesi che presero in mano la sua eredità storica seppero resistere ai turchi per altri vent'anni. Poi fu la definitiva occupazione del paese da parte delle truppe dell'impero ottomano e l'emigrazione in Italia di quanti, nobili e popolo, l'avevano combattuto e non vollero sottomettersi. Fu il re di Napoli Alfonso d'Aragona a dare loro ospitalità, in riconoscenza dell'aiuto ricevuto da Skanderbeg quando ricorse al suo aiuto per salvare il regno. L'origine della presenza in Italia delle popolazioni albanesi, oggi denominate «arberesh», è di quell'epoca. Etanto per restare in tema, gli albanesi che nei quarant'anni successivi alla morte di Skanderbeg lasciarono il paese e si rifugiarono nei paesi vicini furono circa 200.000, cioè circa un quarto della popolazione dell'epoca. Metà di essi venne in Italia. Con lo stabilirsi definitivo dei turchi in Albania, fu awiata anche una diffusa islamizzazione, basata soprattutto sulla possibilità di ottenere terre e di non pagare tasse. L'Albania cristiana fin dai primi secoli, poco a poco divenne in maggioranza islamica. La repubblica di Venezia aveva in Albania una forte presenza e la mantenne per molti secoli. Una DI PIER PAOLO AMBROSI serie di castelli che vanno da Scutari, al nord, fino a Butrinto, a sud, testimoniano ancora la sua lunga relazione non solo commerciale con il paese. La parte storica della città di Scutari conserva molte somiglianze con alcuni scorci della Riviera del Brenta. Ancor oggi c'è la «via dei veneziani» e fino al 1997, il molo veneziano del porto fluviale di Scutari era rimasto abbastanza intatto. La politica dei Dogi, tuttavia, non fu mai molto lineare verso l'Albania e numerose volte, la necessità di mantenere i loro commerci, li giustificò dell'alleanza con gli ottomani, a scapito degli interessi degli albanesi. Lo stesso Skanderbeg, come in seguito Lek Dukagjin, dovette combattere contro una temporanea alleanza di Venezia con gli ottomani. ~------------------------------------------------------- 21 ■ MC MARZO 2006

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