■ KENYA di anime. Credo di poter leggere nei loro gesti un infinito bisogno di affetto,ma soprattutto il desiderio di esserci, di rendersi visibili,di contare qualcosa,almeno per un momento. Qualcuna di loro ha un aspetto vitale. Qualche altra, con gli arti rattrappiti, ha bisogno di una sedia a rotelle spinta dalle compagne dotate di maggior vigore.Commuove vedere ' quest'espressione di solidarietà che le esperienze di deprivazione da cui vengono non hanno cancellato e che basta un contesto adeguato per far emergere. L'età di queste donne è indefinibile; ma,quanto più i loro volti sono solcati da rughe profonde, tanto più sono straordinariamente espressivi e, in modi diversi, belli, intensi, vissuti. Osservarne la fragile bellezza e l'irriducibile unicità mi ricorda la filosofia di Lévinas e il suo richiamo all 'appel - lo implicito nell 'assolutezza dell'alterità dell'altro. Al tempo stesso,queste donne,prive di orpelli e di maschere sociali, spogliate di quello che siamo abituati achiamare identità (eche invece spesso deriva da una serie di ruoli e appartenenze), dicono anche qualcosa di me,mi offrono uno specchio impietoso in cui guardarmi, mi interpellano e mi impegnano afare la mia parte perché il mondo sia un po' meno squilibrato. UN'ALTRA STORIA Camminando tra le baracche di Soweto,ascoltando i canti degli orfani della Familia ya ufariji, accarezzando i piccoli della Tumaini Children's Home,abbracciando le «vecchiette», entrando negli ospedali,ho messo più concretamente afuoco come siano proprio i calpestati, i divorati dalla storia, le «vite di scarto»a sprigionare, di fatto, con il loro stesso esistere, una forza di contrasto ea rappresentare il margine di incompiutezza, di irrealizzazione della storia,esplicando un'energia specifica e segnalando che un altro mondo è necessario. Ma,in Kenya.di questo mondo «altro» ho anche intravisto le tracce. Nella storia c'è violenza, quella che ha buttato ai margini del consorzio sociale, letteralmente al bordo della strada,questi «poveri»che ho incontrato; ma ciò non significa affatto che tale violenza sia la realtà ultima o es16 ■ MC MARZO 2006 ■ ■■ ■■ ■■ senziale della storia stessa. La solidarietà, l'assistenza, la condivisione, l'appoggio nella difesa dei loro diritti, la promozione della loro dignità, nonché lo sforzo di far assumere a queste persone la responsabilità del loro destino,sono altrettanti segni che la storia può andare in un'altra direzione; in modo tale che, in essa, i senza-nome,gli invisibili possano avere un posto riconosciuto. Non credo affatto che il dolore, la sofferenza, il male possano sparire dal mondo, ma ritengo che,almeno, possa esserne eliminata quella parte che deriva dai rapporti di forza. Infatti,per citare ancora SimoneWeil: «Se la forza è assolutamente sovrana, la giustizia è assolutamente irreale. Ma non lo è. Lo sappiamo per via speri - mentale. Essa è reale in fondo al cuore degli uomini». ■ MONS. MUKOBO: NUOVO VESCOVO DI ISIOLO «In data 25 gennaio 2006 il santo padre Benedetto X\11 ha nominato vicario apostolico di lsiolo (Kenya) sua ecc. mons. Anthony lreri Mukobo, missionario della Consolata, vescovo titolare di Rusgunie, finora ausiliare delfarcidiocesi di Nairobi (Kenya)». Cosi suona la breve notizia delrAgenzia Fldes del 25-1-2006. Nato nel villaggio di Mufu (distretto di Embu) il 23 settembre 1949, frequentata la scuola elementare a Kyeni e quella secondaria a Embu, alla fine del ciclo scolastico 1reri Mukobo decise di entrare nella chiesa cattolica. Nel natala del 1965, a 16 anni, fu batterzato con nome di Anthony nella parTOCChia di Kyeni. Nel 1972 decise di entrare nel seminario dei missionari della Consm. ta da poco aperto a Langata (Nairobi), frequentando i corsi di filosofia nel vicino seminario c:flOC8S8no di St. Thomas_Aquinas. Nel 1974 fece ranno di noviziato; quindi prosegui gli studi di teologia, finché fu ordinato U5 gennaio 1980. Dopo un anno di esperienze sacerdotali nelle pamx:chia di Kyeni e Karima, fu inviato a Roma, dove frequentò il pontificio istituto Tereeianum a consegui la licenza in spiritualità nel 1983. L'anno saguant.e fu destinato alla Colombia, dove svolse attività missionaria a Puarto Rico (Caquatè) per un anno, a El Tambo (Cauca) dal 1985 al 1989 e a Manizales, come incaricato dell'animazione vocazionale, dal 1989 al 1990. Richiamato in Ke~, lavorò nel seminario filosofico di Langata, addetto alla formazione dei seminarist.i (1991-93). Poi nuovamente ritornò al lavoro pastorale, prima come vicepamJco aTmau e poi come pam,co a Kerima dal 1995. Al tempo stesso insegnava missiologia e spiitualitè nel seminario~ giare di Nyeri. Finché 8ITiuò la no, mina avescovo ausiliare di Nairobi: ricevette la consaa-azione episcc>- pale il 18 marzo del 2000. Il 25 gennaio scorso, mons. Mukobo è stat.o chiamato a guida- ' re la prefettura apostolica di ilo, come successore del missionario vercellese mons. Luigi Locati, assassinato il 14 luglio 2005. La missione di lsiolo, nel Kenya nord-orientale, faceva parte dafla diocesi di Maru, finché il 15 dicembre 1995 venne eretta a vicariato apost,olico e affidata ai sacerdoti ffdei donum della diocesi di Vercelli. Si calcola che i cattolici del vicariato siano circa il 1 S°/o. Territorio in gran parte semidasartico, il vicariato è un crogiuolo di diverse etnie, con predominanza di quella • meru. Le tensioni etniche, soprattutto tra le comunità barsns e gsbrs, non di rado sfociano in scontri aperti, acuiti spasso dalla difficoltà a~ bientali, come la siccità di questi mesi.
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