Missioni Consolata - Febbraio 2006

MISSIONI CONSOLATA duce la contagiosità, ma anche e soprattutto- come conferma I'Oms. (Organizzazione mondiale della sanità) per tutti i paesi interessati dalla pandemia - il malato condannato a morte acui viene svelata la diagnosi, ma negato il trattamento, rischia di assumere un atteggiamento di rivalsa che ne accentuerà il comportamento a rischio (diretto deliberatamente contro la prevenzione e verso la propagazione del contagio). Senza contare che l'essere umano, di tutte le razze eculture, acui viene negato un futuro che ad altri, più ricchi, è viceversa garantito per legge, 1 cercherà prima di tutto di «eterniz- : zarsi»,mettendo al mondo un figlio : che personifichi il futuro negato. 1111 1111 111111 CONLECIFRE NON SI SCHERZA Attualmente, sono rimasti cinque dei quattordici «posti-sentinella»per i rilevamenti di casi Hiv-Aids, istituiti nell992 nell'ambito di un progetto Unaids: Kinshasa, Karawa (Provincia . Equatore),Mikalay (Kasai occidentale), Kibondo (Kasai orientale) e Sendwe (Katanga).Ma indagini più 1 approfondite in tutto il paese sono auspicate da molto tempo. Statistiche a livello nazionale, realizzate attraverso il sistema di informazione sanitario, stimano meno di l O mila i nuovi casi di Hiv nel2004. Ma i responsabili del «Programma di lotta all'Aids»della cooperazione italiana (attualmente sospeso per manChiara Castellani, medico chirurgo nella R. D. del Congo. La sua storia è raccontata ne/libro: «Una lampadina per Kimbau» (Mondadori 2004). Klsanganie ANGOLA canza di fondi) edella cooperazione tedesca (Gtz) commentano:«Sarebbe un caso unico in cui un'epidemia è entrata da sola nella fase discendente della sua curva, senza alcun intervento né preventivo né curativo». Infatti, chi analizza l'evidenza delle circostanze vissute nella Rdc negli ultimi l O anni, stima che i tassi relativi alla prevalenza nel paese, siano molto più elevati rispetto al So/o ufficialmente dichiarato dalle autorità politico-sanitarie. In effetti tale percentuale esprimerebbe una riduzione della prevalenza, rispetto alle ultime statistiché veramente affidabili realizzate dal Prof. Peter Piot, verso la fine degli anni '80.Riduzione da considerarsi inspiegabile e non reale, se si considera che nessuna azione preventiva su larga scala è stata lanciata, eche i preservativi (relativamente costosi, difficilmente reperibili eculturalmente poco accettati,soprattut1 to nelle zone rurali) sono disponibili solo a pagamento ed esclusivamente sul mercato della capitale. Infatti, i molteplici movimenti di truppe e i flussi migratori, sia all'interno del paese che verso eda paesi confinanti, con tassi di prevalenza di Hiv-Aids molto alti, hanno esposto il Congo all'esplosione e all'ampia diffusione del virus, tanto nelle zone urbane, come nelle rurali (rapporto Oms/Unicef,luglio 2001 ). Ma esistono anche cifre reali ben differenti, basate sulle informazioni raccolte attraverso gli osservatori regionali. Da recenti indagini condotte 1 MC FEBBRAIO 2006 • 69

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