Missioni Consolata - Febbraio 2006

MISSIONI CONSOLATA 1111 11 11111111 ------------~---------------------------------------------------------------------~----------------------- : tere generazioni tra le più colte ed l : attive, ossia la classe media. : Una devastazione che coinvolge - non solo l'aspetto sanitario ma tocca gli ambiti: -sociali: le disgregazioni familiari; l'urbanizzazione selvaggia e la promiscuità che favorisce la carenza di riferimenti valoriali tra i giovani senza ancoraggi sociali nelle periferie degradate delle città; -economici: è l'aspetto più drammatico e che rischia, a lunga scadenza, di segnare in profondità il futuro dei paesi africani; la mancanza di una manodopera giovane e formata : falcidiata dall'epidemia; · : -politici: la mancanza di una politica l : sanitaria orientata verso la soddisfa- : zione delle cure primarie, anche per : effetto dei Programmi di aggiusta- : mento strutturali (Pas) imposti dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale. L'impotenza dei governi africani di affrontare l'Aids è il sintomo più eloquente. li segretario generale deii'Onu ammoniva che l'Aids rischiava di provocare una crisi di «governance» in Africa. Insomma, intorno all'Aids, il continente africano sta giocando una partita vitale per la propria sopravvivenza. Parlare di questa epidemia è, in fondo, affrontare la situa~ zione di un continente globalmente fragilizzato. Ma nessuna soluzione potrà essere trovata senza affrontare nell'immediato la minaccia reale del virus qui e ora.Come a dire: prima di portare lo sviluppo, la libertà o la democrazia, l'Africa di oggi chiede che venga tutelata la sua vita minacciata dal virus dell'Hiv che è possibile sconfiggere. Sono incoraggianti, a questo proposito, le politiche vincenti portate avanti da alcune comunità, governi e associazioni del continente in Uganda, Botswana,Sudafrica e Zambia. L'Aids come emergenza sanitaria, quindi, ma anche economica talmente grave da determinare dei mutamenti profondi nella società e nell'essenza stessa della cultura di interi popoli. AIDS, CULTURA ESOCIETA In Africa e nelle culture bantu, in particolare, la malattia non è mai o non è solo un fatto fisico riconducibile ad una spiegazione razionale. Nella concezione olistica dell'esistenza caratteristica di queste popolazioni, nel mondo tutto si tiene. Corpo/anima, sacro/profano, vita/morte, natura/cultura, appartengono ad una totalità cosmica. All'interno di questa «forza vitale», i singoli elementi non hanno un'autonoma consistenza senza le molteplici interrelazioni che intrattengono con le altre individualità e con la totalità in quanto tale. Dal punto di vista dell'antropologia sociale, non esiste l'individuo intesg_come una monade chiusa che trova nella sua irriducibile soggettività la fonte prima ed ultima del suo essere e del suo esistere. L'uomo è sempre e comunque per e con la comunità. Dentro di essa e con essa, attinge, consolida e perpetua la catena vitale. Nascere, crescere, invecchiare e morire significa, quindi, inserirsi nel filo della vita che unisce tutti gli esseri in una comunione esistenziale che dura anche al di là della morte fisica. Quest'ultima è intesa sempre come un passaggio verso il mondo degli antenati, venerati e invocati in ogni circostanza. In queste culture la vita umana si concepisce come ricerca incessante di un equilibrio interiore e pratico all'interno della catena vitale. Un tentativo costante, cioè, di respingere ed annientare le forze di divisione e di morte per catturare ed addomesticare a proprio beneficio le forze della vita. In quest'ottica, la malattia è vissuta come la rottura di un equil,ibrio cosmico. L'uomomalato è segnato nel suo corpo perché qualcosa non ha funzionato, per colpa sua o per intenzioni malefiche altrui, nel gioco dell'armonia all'interno della catena vitale. Da qui la necessità e l'urgenza, prima ancora di ogni diagnosi razionale tracciata dalla medicina moderna, di identificare il punto o la causa della rottura cosmica che ha prodotto la malattia. Nel rapporto tra psiche (anima) e soma (corpo) la prima è l'agente mentre il secondo subisce i contraccolpi dell'alterazione spirituale. Perciò, il test diagnostico della medicina moderna è successiva- se non di fatto ma almeno nella scala valoriale dei pazienti- all'insostituibile bisogno individuale e collettivo di ristabilire l'armonia cosmica ferita dalla malattia. Ciò è valido per tutte le patologie, ma si è rivelato ancora più vero nei confronti dell'Aids con quell'alone di mistero e d'origine lontano che lo ha caratterizzato almeno nei primi anni. Dal punto di vista sociale e culturale l'epidemia dell'Aids in Africa deve tenere conto di alcune caratteristiche imprescindibili. La sessualità È la sfera intima dove sono in gioco i valori di coesione sociale assicurati dal matrimonio o dai matrimoni che sono, prima di tutto, dei patti tra famiglie sempre nella direzione di accrescere la «forza vitale» del «muntu» (uomo nella maggior parte delle lingue bantu). La sessualità, oltre ad avere i connotati di piacere (poco enfatizzati dalle culture locali) è la sfera tramite la quale ogni indi- 1 MC FEBBRAIO 2006 • 43

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