Missioni Consolata - Febbraio 2006

MISSIONI CONSOLATA 11 1111 1111 ---------~----------- -- ---- - ---- - ------------------------------- - ------------------------------------------ prevenzione dell'epidemia, soprattutto nei riguardi di donne, bambine, e i giovani in generale. L'emergere del virus ha costretto la comunità mondiale a riflettere su situazioni e analisi nuove e ha portato al riconoscimento di diritti prima sconosciuti o totalmente ignorati. Va rispettato innanzitutto il diritto aessere informati ed educati in modo chiaro e adeguato sulla propria salute, sessualità, rischi che si possono correre emezzi di protezione, in modo che ciascuno possa vivere una sessualità libera, responsabile e gratificante. La disinformazione è una protagonista dell'epidemia nella maggior parte dei paesi del mondo, dove le donne sono tuttora vittime di discriminazione, sopraffazione maschile,violenza e abusi di vario genere. In alcuni paesi è emerso che la maggioranza delle donne infette sono casalinghe, fedeli al proprio partner e che dunque si sorprendono di fronte a una prova di Hiv che risulti positiva. Per questo risulta essenziale che i giovani, uomini e soprattutto donne, ricevano una formazione opportuna e siano in grado di esercitare e rivendicare i propri diritti,secondo la strategia del trasferimento di potere ai gruppi vulnerabili. L'Hiv/Aids è poi una sfida formidabile al diritto alla salute,che è considerato nel nucleo dei diritti umani fondamentali e va inteso come il diritto allivello più alto possibile di buona salute.Ogni persona infetta 1 ha diritto di accedere alle medicine e ai farmaci necessari per tenere sotto controllo la carica virale di chi vive con l'Hiv. In particolare si discute se il ricevere a titolo gratuito un trattamento medico adeguato, le cure per le cosiddette malattie opportunistiche e tutte le misure contenute in un programma di attenzione integrale,debba considerarsi un diritto umano. Per il momento non si è raggiunto un consenso globale su questo punto, ma si è arrivati all'accettazione del principio secondo cui, per lo meno i farmaci antiretrovirali, dovrebbero essere accessibili economicamente a tutti,specie ai gruppi vulnerabili. Con la collaborazione deii'Oms (Organismo mondiale della sanità) e Unaids, nel mese di settembre 2005, in Argentina, si sono svolte delle conProfughi nel Sud Sudan: guerre e violenze aggravano la situazione della pandemia. sultazioni sul prezzo degli antiretrovirali, tra i rappresentanti dei paesi latinoamericani e 26 imprese farmaceutiche.Tali consultazioni hanno portato a una forte riduzione dei prezzi fino acifre minime.In particolare, si è raggiunta una riduzione del prezzo tra i115%e il 55% per le terapie più utilizzate nella regione.Per i paesi ciò si traduce in un risparmio sul costo dei farmaci che va dal9%al 66%. Caratteristiche del virus e strategie di prevenzione Non esiste a tutt'oggi un vaccino o una cura che consenta di guarire dal virus dell'Hiv.Si tratta infatti di un virus mutante, che si riproduce in modo diverso in ogni individuo e per questo è difficile incontrare un siste- . ma universale di risposta.Nonostante ciò, si può ottenere il prolungamento della vita di una persona infetta fino a un massimo di 20 anni. l farmaci antiretrovirali servono a mantenere sotto controllo la carica virale,owero la quantità del virus presente nel corpo. Mantenendo tale quantità a un livello basso, si evita che il virus aggredisca in modo grave l'organismo e diminuiscono anche i rischi di trasmissione. Per questo è importante promuovere la realizzazione della provavolontaria dell'Hiv-Elisa.Se, infatti, il virus viene identificato quasi subito dopo l'infezione, è possibile controllare la carica virale e limitare i danni, iniziando immediatamente il trattamento con gli antiretrovirali. In assenza di trattamento, la carica virale, invece, aumenta e aggredisce l'organismo fino adisarmare il suo sistema di difesa:aquesto punto si raggiunge la fase terminale, owero l'Aids (sindrome di immunodeficienza acquisita). Il virus si trasmette-attraverso relazioni sessuali, scambio di siringhe sporche nel caso del consumo di droghe intravenose, trasfusioni con sangue infetto e tra madre e figlio.In particolare in quest'ultimo caso la trasmissione può awenire nella stesI sa gravidanza, nel parto o nell'allattamento. Ci sono esperienze che dimostrano che da una mamma Hiv positiva può nascere un bambino Hiv negativo e perfettamente sano. Somministrando il trattamento antiretrovirale a partire dai primi tre mesi della gravidanza, prestando adeguata assistenza al momento del parto ed evitando l'allattamento materno, si riesce aevitare la trasmissione del virus. Per questo è fondamentale che le donne incinte o desiderose di una gravidanza, si sottomettano auna prova di Hiv/Aids. Se le tecniche di prevenzione non sono applicate l'indice di trasmissione del virus tra madre e figlio può arrivare al40%.1n Colombia, nell'ambito di un progetto finanziato dalla Commissione Europea e in cui sono state seguite queste procedure, l'indice di trasmissione tra madre e figlio è sceso allo 0,7%,dimostrando così che esistono le possibilità per evitare tale tipo di trasmissione. La strategia di prevenzione contro l'Hiv/Aids non è limitata alla mera diMC FEBBRAIO 2006 • 39

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