Missioni Consolata - Gennaio 2006

Capra alla Va di n ;\;HJ CJ.\ Quale libertà di stampa?

Emilio Grasso HANNO CREDUTO IN UN MONDO NUOVO ' Volti di speranza nell'America Latina di ieri e di oggi EMI 200S, pp. 96, € 8,00 Fra ' Antonio de Montesinos, mons. Oscar Romero, don Nino Miraldi, prete romano fidei donum in Brasile, sono tre figure simbolo della missione della chiesa in America Latina. La loro testimonianza aiuta a comprendere la , missione come amore e passione per il volto di Dio e il volto degli uomini. Saverio Fassina PAROLE DA FARE I valori a misura di bambino - Voi 2 ' Libro + Cd di canzoni e tes ti delle storie EMI 2005, pp. 64, € 11,00 Tre storie di ragazzi, che vivono , lont.ano, parlano altre lingue, hanno tradizioni e culture diverse, ma che aiutano i ragazzi italiani ascoprire nella vita di tutti i giorni di ' avere molto in comune con ciascuno di loro. li Cd che accompagna il libro contiene i testi e le canzoni. Paulo Lima LELE VIVE EMI 2005, pp. 160, € 9,00 Ezechiele Ramin (Lele) , missionario comboniano nello st.ato di Rondonia in Brasile, fu ucciso nel 1985, a 32 anni, per aver sol idarizzato da sacerdote missionario, con un popolo perseguitato: gli indios privati delle terre e dei , diritti. A20 anni di dist.anza, Lele vive oggi, perché ha risposto alla vita con tutto il cuore e ancora ci aiuta a fare altrettanto. Oseni Ogunu (a cura di) THE AFRICAN ENCHlRIDION Documents and texts of the Catholic Church in the africon • world - Volume I: 1905 -1977 , EMI 2005, pp. 7S2, € 6S ,00 • La prima, completa raccolta di documenti, dichiarazioni e interventi dei vescovi e delle conferenze episcopali africane (Scam, ------- ' I t ■ MC GENNAIO 2006 a cura di Benedetto Bellesi Il Mondo in un Libro Amecea, lmbisa). Strumento di grande valore per il confronto con sensibilità, riflessione e prospettive africane. 11.200 documenti, raccolti in 4 volumi con Cd, sono nelle lingue originali. li primo volume contiene 322 documenti. Gli altri volumi usciranno a scadenza semestrale. j C. N. Modello di Sviluppo NORDSUD Predatori, predati e opportunisti - Guida allo comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il mondo EMI 200S, pp. 288, € 15,00 Questo libro che ha formato generazioni di persone impegnate a costruire un mondo di solidarietà e di giustizia, ora viene ripresentato completamente aggiornato. Possiamo definirlo come il manuale dei manuali sull'economia nel mondo di oggi. Strategico e vincente è il fatto che nelle due pagine a fronte la prima present.a un grafico o disegno e la seconda la spiegaz.ione riflessione. Biggeri - Pecchioni - Rasch I CONTI DEU:ANNO Confezione volume + calendario EMI 200S, pp. 96, € 13,00 Mese per mese suggerimenti e proposte per nuovi stili di vita all'insegna della sobrietà, rispetto deHe·fM'li em:rgeticne. Testo e illustrazioni si integrano cosl da rendere il contenuto un facile manuale di consultazione pieno di proposte alternative. Domenico Colombo PADRE EGUIDA DI MISSIONARI lettere di mons. Giuseppe Morinoni, Primo direttore del Pontificio Istituto Missioni Estere (1850- 1891) EMI 200S. pp. 560, € 20,00 Mons. Giuseppe Marinoni è una personalità di spicco del secolo xix. Nato a Milano nel 1810, fu ordinato sacerdote nel 1834. Dopo un periodo d'incertezza .vocazionale•, alla ricerca di comunità religiose che rispondessero alle aspirazioni per una vita più EDITRICE MISSIONARIA ITALIANA Vi.a di Corticella 179/4 - 40128 Bologna t,;./ tel. 051326027 - fax 051327552 -www.emi.it - ordini@emi.it Daniela Benevelli La sfida delle formiche 4 racconti per comunica.re e crescere insieme agli altri pp. 128 - euro 14,00 Sroriefantasioacediverteo~ scali in Pa.esi diversi (Albania, America Latina, PaesiAmbi, Cina, India) per osservare il mondo con occhi mmvi Un volume ricco di attività, giochi e illustrazioni, con schede e dizionarietti in lingua albanese, araba e cinese. È rivolto a tutti i bambini e le bambine, soprattutto a quelli ouiosil Alle mamme e ai papà che amano seguire i loro figli, agli scolari della scuola primaria e secondaria, italiani e sttanieri, agli insegnanti e agli educatori che si pongono come obiettivi didattici l'amccbimcnto lessicale, la socializzazione e la coopenzione tra alunni, la conoscenza e l'approfondimento delle altre culture. richwlen ~lk migliori /ibmie o direttame,rte all'editore contemplativa, gli venne richiesto di assumere la direzione del nascente Seminario Lombardo per le Missioni Estere (poi Pontificio Istituto Missioni Estere). Vi restò per 41 anni, fìno alla morte, accompagnando i missionari in formazione e sul campo. EDITRICE MISSIONARIA ITALIANA Via di Corti cella 179/ 4 - 40128 Bologna ':,;_/ tel. 051326027 - fax 051327552 - www.emi .it - ordi:ni@emi.it Paola Springhetti La famiglia prende il largo pp. 160 - curo 9,00 Esperienze di famiglie impegnate io missione o rienti:ate da poco tempo. Diverse per appartenenza, origine e impegno, ma accomunate dalla passione per il Vangelo e il mondo, sedici famiglie missionarie racconta.no il loco percorso, l'esperienza ali' estc:co, le gioie e i problemi inconttati., il rientro in Italia Famiglie "normali", con figli e alle prese come tutti con la quotidianità, che hanno scelto di dedica.i:e alcuni anni alla missione ad gentu, ttovandovi la ricchezza di una vita vissuta in pienezza e testimoniando la comune vocazione missio!lllria di -rutti i cristiani. richiedere nelle migliori librerie o dtrettammte all'editore

TG UI: DATECI NOTIZIE, NON GOSSIP! iamo sconcertati e indignati nel constatare la sostanziale indifferenza dei telegiornali verso fatti e problemi che toccano una vasta fetta del mondo. Conflitti e disastri naturali fanno sì notizia, ma gli abusi e lo sfruttamento costante del Sud del mondo quasi mai bucano lo schermo. Come missionari siamo a contatto ·ogni giorno con la povertà, le carestie, le violazioni dei diritti di molte popolazioni del pianeta, ma anche con la creatività e la freschezza di tanti Paesi. Eppure, tornando in Italia e guardando il telegiornale, è come se d'incanto ci apparisse un nuovo mondo, fatto di divi dello spettacolo, sfilate di moda e così via. Con amarezza abbiamo appreso dall'Osservatorio sui media di Pavia, ad esempio, che, nei mesi di luglio e agosto 2005, a fronte di 11 ore e 35 minuti dedicati al gossip sui vip, solo 19 minuti sono stati dati alla gravissima emergenza alimentare in Niger. NON NE POSSIAMO PIÙ DEL GOSSIP SUI VIP! Vogliamo che il Tg, la cui funzione è portare nelle case le vicende dell'Italia edel mondo, dia spazio anche a ciò che accade nel sud del pianeta, dove la gente è spesso vittima di violazioni, ma anche promotrice di fermenti e di iniziative dai quali avremmo tanto da imparare. . Come cittadini che pagano regolarmente il canone, ci rivolgiamo in particolare alla Rai che ha l'obbligo di essere (<servizio pubblico». È nostro diritto esigere un'informazione aperta al mondo, senza dover ricorrere a canali esteri. È nostro diritto un'informazion.e di qualità che non sia relegata negli speciali (a volte anche molto interessanti) in onda in fasce orarie da sonnambuli. A ttualmente la Rai non dispone di un corrispondente fisso in ogni continente. Colmare questa lacuna ci pare un·passo nella direzione giusta, di un'informazione più equilibrata eattenta al mondo. Una richiesta in tal senso ègià stata avanzata da tre riviste (Missione Oggi, Mosaico di Pace eNigrizia) ealtri enti in occasione della Tavola della Pace a Perugia (settembre 2005 ); il direttore della Rai, Alfredo Meocci, ha promesso di aprire sedi Rai in Africa e in India. Ora la Fesmi (Federazione della stampa missionaria italiana) intende far pressione perché sia dato seguito atale promessa. Non è vero che i telespettatori non sono interessati aconoscere le notizie di altri Paesi. Crediamo anzi che molti italiani, in primis i nostri lettori, condividano questa nostra indignazione, anche perché, pagando il canone Rai, contribuiamo al mantenimento del servizio pubblico di informazione. Invitiamo tutti i contribuenti a mandare una cartolina di adesione a questa campagna all'indirizzo della Fesmi, segnalando l'awenuto pagamento del canone. Sulla causale del versamentova scritto il seguente testo: Tg Rai: DATECI NOTIZIE, NON GOSSIPl Le cartoline pervenute alla sede della Fesmi entro fine giugno saranno consegnate al Direttore generale della Rai, accompagnate dalla richiesta di esercitare la sua funzione di garante di un'informazione più globale ea servizio dei contribuenti. FEDERAZIONE DELLA STAMPA MISSIONARIA ITALIANA (fESMI) MC GENNAIO 2006 ■ 3

Ai lettori TG Rai: Dateci notfzfe, non gossip! Dai lettori Cari missionari (lettere a MC) Ritorno... disagiato di Giuliano Valletto Egitto Tra curiosità e paure di Paola Cereda Cina (.2) Affari ... in corso di Giacomo Mucini Il mondo in un libro a cura di Benedetto BeUesi Chiesa nel mondo a cura di Giacomo Mazzetti Amare i popoli di Silvana Bottignole Millennium Targets (6) di Valeria Confalonieri «Co i sta scritto... >> (9) di Paolo Farinella www.missioniconsolataonlus.it D numero è stato chiuso in redazione il 5 dicembre 200.5. La consegna alle poste di Torino è avvenuta pl'UJIJI del 10 gennaio 2006. In copertina: Vendhzice dj pane (Egitto) Foto: Paola Cereda INQUESTON VIPORnAMO NEI SEGUIN11 Gli articoli pubblicati sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente l'opinione dell'editore.

Tracce di consolazione di Giuseppe Ramponi Africa Centrale Una penna per la democrazia di Marco Bello Italia, Grandi opere: Tav (2) Una menzogna lunga 53 Km di Angela Lano, Paola Rando, Oscar Margaira, Paolo Moiola Fotografie (i numeri indico.no le pagine): Archivio IMC (11,12,..56) • Associazione Volpi (33,35,45) - Bellesi (4,10,13,15,16) - Bemardi (57) · Bottignole (53) • Cereda (4) -Comunità Agape (37,38,42,45) -!annetti (23,28,29,30,31,46) - Internet (3,8,9,58,59,69) · Locana (14) • Moiola (63) • Mucino (4,54,55,57)-Pagliassotti (5,60-65) - Tune (24, 36,39,41). I dati personali forniti dagU abbonati sono usati solo per le finalità della rivista. Il re· sponsabUe del loro trattamento è l'amministratore, cui gli interessati possono rivolgersi per richìedeme la verifica o la cancellazione Oegge 675/1996). MENSILE DEI M!SSIONMI OOLA CON~UITR FOHDRTO NEl 1899 Direzione, redazione e ammlnistruione: Corso Ferrucci, n.14 - IO138 Torino tel. O 11.4.400.400 - fax O 11.4.400.4S9 E-mali: rivista@missloniconsolataonlus.lt Sito Internet: ,,w.mi .c o 11r.o·•~o •.. nlu · Direzione: Benedetto Bellesi (direttore - .438) Francesco Bernardi (direttore resp. • .446) Giacomo Manottl (resp. rivista «A · »• .436 ) Redazione: Benedetto Bellesl (bel1esi@missionariconsolat1.it) Paolo Moiola (.458) Ugo Pozzoli (.492) Collaboratori: AAntonelli, B.Balestra, S.Battaglla, M.Bello (do/ 8url<ino) , S.Bottlgnole, S.Calvani (do &gotà), C.Caramantl, O.Casal i, M.Chierici, G.Chiesa. O.Dal Bon, P.Farinella. AL.ano, E.Larghero (med.), M.Pagtlassottl, P.Pescall, S.Petrovìc, G.Sattin (med.), 1.Tubaldo Sito Internet: Paolo Moiola Archivio fotografico: Franca Fanton Progetto grafico: Stefano Labate Grafico: Carlo Nepote Spedizioni ed arretrati: Angela e V:i.Jfy Stampa: Tipografia Canale, Borgaro (Torino) Editore: M ~ Cur-. i~ O Amministratore: Guido Fìlipello, tel. O 11.4.400.447 Segreteria: p.GiovanniVenturlni, tel. 011.4.400.439 Ufficio: tel. 011.4.400.447 - fax O 11 :4.400.411 Conto corrente postale n. 33.40.S 1.35: si ringraziano vivamente i lettori che sostengono l'Impegno di formazione ed Informazione di «M1,;,;io~ 0-,Nsov · O ,.us». Tutti I contributi o offerte sono detraibili dalla dichiarazione del redditi. Sped. a.p., a.2, c.20.c., legge 662/96 App. ece. -Aut. tr. Torlno • I5. 6. 48, prot. 79 Iscritto reg. naz. stunpa- C/5060 113+14 17. IO. 91 Assocta!O oll'USPl Assoc1olo olio FEO!RAZION! fr MC GENNAIO 2006 ■ 5

Cari TANTI ELOGI... Spett. Rivista, sono una fedele abbonata a Missioni Consolata. li vostro numero di ottobre-novembre 2005 è fatto benissimo ed è molto interessante. È possibile ricevere in contrassegno una seconda copia? Vorrei farne dono auna suora di mia conoscenza, che si occupa di situazioni di disagio sociale. Rinnovo i miei più vivi complimenti. Grazie! Maria V. Pellanda via e-mail Caro Padre, grazie per le copie della rivista che mi ha inviato. È veramente bella, piena di informazioni utili. Sono stata aFrascati per un convegno dove c'erano circa 300 studenti di scuole superiori, i quali dovrebbero fare un progetto di ricerca su questa tematica delle nuove schiavitù. Ho lasciato agli insegnanti 3copie e sono stati felicissimi, perché saranno a loro di grande aiuto. Le altre le tengo di riserva e le distribuisco con parsimonia. Sono troppo preziose. Grazie ancora. Suor Eugenia Bonetti Roma Gentile Redazione, prima di tutto il mio apprezzamento per il vostro bellissimo lavoro. Mi piace molto la vostra rivista sotto molti aspetti: per i contenuti, la struttura, la semplicità, il coraggio, i temi, l'apertura a360° sul mondo intero. Ho invitato molti amici ad abbonarsi echi l'ha fatto apprezza molto il vostro lavoro. Una menzione particolare per i numeri monografici, sempre di una completez6 ■ MC GENNAIO 2006 Avoce e per telefono, per posta e per e-mail abbiamo ricevuto moltissime attestazioni di gradimento del numero speciale di M.C. ottobre-novembre 2005. Ringraziamo tutti di cuore e auguriamo che il nostro lavoro continui a sensibilizzare tanta gente su una realtà, quella delle nuove· schiavitù, che fa a pugni con il vangelo e l'evangelizzazione. za che fa intendere quanto lavoro estudio ci siano dietro, ma anche quanta passione. Vi auguro di continuare bene il vostro lavoro, accogliendo lo Spirito del Signore emettendo afrutto i suoi doni. Vorrei donare l'abbonamento alla vostra rivista a un amico, includendo anche l'ultimo numero monografico (segue nominativo e indirizzo). Grazie ecordiali saluti. Carlo Faggi Prato Il vostro numero monografico di ottobre-novembre è eccezionale. Lo sto facendo girare tra le mie conoscen- · ze espero che anche loro si abbonino alla vostra rivista. Mirella De Gregorio via e-mail Rev. Direttore, ci sentiamo poco per corrispondenza, ma, leggendo tutti i mesi Missioni Consolata, sono aggiornata dai vari articoli sulle situazioni, awenimenti, problemi di diversi luoghi enazioni. È quindi una bella e interessante rivista, molto ben impostata; fatela sempre meglio egradita sempre sarà. Anche i dibattiti (<contro» possono essere utili a far capire il giusto delle cose, situazioni ecc. lo non sono una «letterata», non so scrivere con cultura, ma gli argomenti giusti si capiscono efanno bene. Sempre avanti dunque, in questo mondo così tribolato, abbiamo bisogno di sentire cose sensate edi valore cristiano... Auguro ogni bene a lei eatutti quanti lavorano con lei. Cordiali saluti. Andreina Biondi Ferrari Soresina (CR) Ho ricevuto la rivista: complimenti I È molto ben fatta ele foto ben scelte. lo sto portando in giro la mia mostra fotografica e il documentario sui ragazzi di strada di Kenya, Congo, India, Perù eBrasile. Magari riuscirò aportarla anche aTorino, chissà ... Un saluto! Massimiliano Troiani Roma Spettabile Redazione, ringrazio per le copie del numero speciale della rivista che mi avete mandato. Ho proweduto in data odierna al relativo versamento... Nella scuola dove lavoro è stato notevole l'interesse verso questi numeri monografici.Spero di poterli diffondere anche in altre scuole. Se avete altri materiali a· datti asensibilizzare educatori estudenti sui problemi del terzo mondo vi prego di informarmi. Giuseppina lacono 5. Giorgio a C. (NA) Carissimi amici, abbiamo ricevuto il numero monografico di novembre contante preziose informazioni sulle varie situazioni di schiavitù che pur essendo già note, raccolte tutte così in successione, creano un impatto particolare. Volendo utilizzare per Dist.mo Direttore, desidero ringraziare lei e la sua redazione per il nume· ro speciale di Missioni Consolata dedicato alle nuove schiavitù.Conoscevo qualcosa da altre fonti, ma non immaginavo, non riuscivo aconcepire... sia le cifre, sia le storie, sia le nazioni. E, come me, chissà quante altre persone non sapevano. J.l ~'J~.c~'\ la scuola alcuni con- \ tenuti, {un'allieva Grazie ancora per tutto l'enorme lavoro eseguito e per lo spirito con cui certamente è stato fatto. Cordiali saluti. Giovanni Vulpetti Roma \'- farà approfondi- ,~ menti per la tesina \,. dell'esame di sta- \\ to) ci sarebbe gra- ~~ dito ricevere al- :,~ meno altri due numeri mono· grafici... Ringraziamo echiediamo

rivista@missioniconsolataonlus.it benedizioni dall'Alto per il pacatamente a riflettere. cinese nel 1949, la Cina de- Taimiya. Riconosco che vostro prezioso lavoro. 1) P. Bellesi fatte alcune ci- teneva uno dei più vasti questo interprete-esegeta Suor Carmela Casetta tazioni del Corano, conclu- mercati di esseri umani nel è, purtroppo, ritornato in Pinerolo (TO) de: «Il Corano sancisce la Mondo» (P. Arlacchi, Schia- auge e che molti movischiavitù permanente co- vi, Rizzoli p. 40). menti islamisti più radicali Cari amici di M. C., me fatto normale ene det- Il richiamo alle pratiche in si rifanno alle sue interprefaccio i complimenti per ta le regole per la stessa uso nella Roma antica, nel- tazioni del Corano edella l'ultimo numero di otto- pratica». le società tribali pre-islami- summa. bre-novembre 2005 sulle Per quanto riguarda i testi che e pre-cristiane in Afri- Ma, grazie a Dio, non c'è schiavitù: è ottimo sotto o- fondatori si corre il rischio ca, nella Cina confuciana e solo lui! Denunciarne l'imgni aspetto, grazie ancora di dimenticare che anche buddista, non serve certo a proponibilità non farebbe per il vostro impegno e la nel N.T. viene dettato un co- scaricare le responsabilità altro che bene all'islam ea vostra competenza. dice di comportamento per storiche dei paesi musul- noi, ma farne il portavoce Partecipo a una associazio- il buon schiavo eil buon pa- mani, ma le contestualizza più autentico e l'esegeta da ne di volontariato (MAM· drone (Col 3,21-4,1). e, soprattutto, ci aiuta a si- citare è fare il gioco degli iRE) che si occupa di donne Imigliori commentatori di- tuare l'origine della schia- slamisti. in difficoltà e ragazze ma- cono che non si tratta di u- vitù non propriamente nel 5) Non sono uno storico, dri eci capita spesso di ac- na ncodificazione teologica terreno religioso, ma in al- ma ho qualche dubbio sui cogliere nelle nostre case le dell'ordine costituito», ma tre circostanze storiche che «soli» 3secoli di schiavitù vittime di quelle schiavitù di una presa d'atto di uno l'hanno prodotto. La schia- per quanto riguarda il criche avete così ben descrit- dei capisaldi su cui si fon- vitù non nasce dalla reti- stianesirno e su cctutti» i 14 to sulla rivista. dava l'organizzazione della gione, anche se la religione secoli per quanto riguarda Ho pensato che sarebbe società antica ecioè sulla per lungo tempo non è sta- l'islam. bello dare una copia di tale distinzione tra schiavi e li- ta accorta ascoprirne l'in- Comunque trovo terribile numero alle volontarie che beri (vedi Ef. 6,5-8 eTit 2,9- compatibilità con i suoi pensare che 3 secoli di pa - prestano servizio nelle no- 10). La stessa splendida let- principi. lo non possiedo pi, vescovi, santi, pensatori stre case di accoglienza. tera a Filemone non mani- nessuna competenza stori- non siano riusciti acostiSarebbe possibile averne festa nessuna induzione di ca, ma mi pare che queste tuire un argine aquelle circa 20 copie da distribuì- sowertire l'ordine fondato osservazioni non siano pri- spietate pratiche così inre entro natale? su tale distinzione. vedi senso. compatibili con l'essenza Stefano Zanetta Quello che è certo è che l'e- 3) Se poi, si vuole fare un di- stessa del cristianesimo e Borgomanero (NO) sperienza della fraternità scorso sull'islam, biso- sono chiamato afare meecclesiale fatta dai disce- gnerà, anche qui, fare delle moria ea chiedere perdono poli di Gesù (schiavi e libe- opportune distinzioni. di questo lungo eterribile ... EALCUNE ri; uomini edonne...} li con- Mauritania, Niger, Sudan, oscuramento. PRECISAZIONI durrà progressivamente a Arabia Saudita equalche Ma, se è così qualche ragiorifiutare l'iniquità che sog- altro paese amaggioranza ne ce l'ho per tentare di giace atale divisione. musulmana, soprattutto a- perdonare ecapire anche La lettura dell'articolo di Mi pare che un analogo di- rabo, sono paesi certamen- la cecità delle altre tradipadre Bellesi ,cSe Allah lo scorso potrebbe essere fat- te indiziati di esercitare più zioni religiose. vuole...»mi ha provocato to anche per il testo fonda- omeno di nascosto, l'orren- Fatte queste osservazioni, un senso di smarrimento, tore dell'islam in cui non da pratica della schiavitù. vi dirò che tutto il resto mi perché esso non si è limita- mancano i semi teologici Ma i paesi amaggioranza sembra formidabile. Contito alla denuncia della che sono in grado di con- musulmana nel mondo so- nuate asfornare questi nuschiavitù ancora praticata durre al superamento di no 56. Ora se una buona meri tematici, ogni tanto. da alcuni paesi musulma- questa orribile piaga stori- maggioranza di essi trova Possono servire moltissini, ma ha fatto una lettura ca. incompatibile questa prati- mo. complessiva dei rapporti 2) !.'.articolo di p. Bellesi, ca, qualche ragione ci sarà! don Giuliano Valletto schiavitù-islam. non sufficientemente con- Il cammino storico della lo- Montebelluna (TV) Non tocca ame difendere i testualiz.zato nell'insieme ro civiltà, nato anche dalla musulmani. Lo sanno fare delle altre grandi tradizioni loro tradizione religiosa, li benissimo da soli! Tocca a religiose, sembra indicare ha portati aescludere la Le 2 mila copie stampate tutti, equindi anche ame, nell'islam il principale re- schiavitù. Se vogliamo fare IN Più sono state esaurite tenere aperte le porte del sponsabile eattore del fe- un servizio all'opinione in un mese. dialogo, condotto con sin- nomeno della schiavitù. pubblica eall'islam parlia- Presto tutto il materiale cerità e umiltà, per evitare Pino Arlacchi in un suo li- mo anche di questo! sarà pubblicato in un toni da «scontro di civiltà». bro: «Fino alla fon'dazione 4) Una riflessione merita la libro, con una nuova Per questo mi sono messo della Repubblica popolare citazione dello sceicco lbn impostazione. MC GENNAIO 2006 ■ 1

' E inizialo lo cyber-postorole cattolico dell'arcidiocesi di Seoul, che ho lanciato su internet il corso di formazione per catecumeni. L'iniziativa, curato dallo diocesi, miro o diffondere il cattolicesimo, formando i catecumeni. Il corso on-fine è composto do 50 «lezioni»: ogni mese vengono pubblicate 9 lezioni do 20 . o 40 minuti, in modo do completare i1 corso in sei mesi. Oltre o seguire le lezioni, i catecumeni devono partecipare ofio messo per 20 o più volte e richiedere allo parrocchia l'attestato di frequenza. Dopo aver completalo tutte le lezioni, viene inviato un cyber-certificato (I) che, unito a quello di presenza, consentirà oi catecumeni di essere battezzati nelle loro parrocchie. (Asia News) - AUN Ml5Sl0NMIO Dopo 75 giorni di detenzione nella prigione di Kigali, padre Guy Theunis è stato trasferito o Bruxelles. Religioso dei Missionari d'Africa (Padri Bianchi), belga, 60 anni, padre Theunis ero stato arrestato 1'8 settembre 2005 oli'aeroporto di Kigali e tradotto davanti a un Gacaco (tribunale popolare) con l'accusa di complicità e incitazione al genocidio del 1994, attraverso lo pubblicazione sul periodico «Diologue» da lui diretto di articoli tratti dallo rivisto estremista rwandese «Kongura». Il Gacaca lo ho inserito nello ((Categoria 1 », quello dei «pianificatori» dei massacri, rinviandolo davanti olio magistratura ordinaria. L'arresto del missionario e giornalista, difensore dei diritti umani, fermo oppositore di ogni violenza e derivo tribale, ho gettato nello sconcerto il mondo missionario e suscitato molti interrogativi, dal momento che padre Theunis è accusato di ciò che nello vita ha sempre combattuto e denunciato, com- ------~ ----------------- ---- La hies · nel mondo presi i crimini compiuti dai copi del1' ottuole governo. I Padri Bianchi si sono felicitati per l'esito positivo del trasferimento del religioso e del dossier che lo riguarda, frutto di <megozioti lunghi e difficili» tra il ministero degli esteri belga e quello rwondese. (Misna) 11 contributo del grande missionario gesuita Matteo Ricci allo scambio culturale e religioso fra Oriente e Occidente è universalmente riconosciuto do storici, scienziati, teologi, studiosi di ogni disciplina. Oggi il cimitero dove il missionario è sepolto, a Pechino, è un luogo di incontro, in quanto sono numerosi i visitatori stranieri che si recano a onorarne le spoglie mortoli. Questi e altri motivi sono stati presentati nella petizione, formulato da un nutrilo gruppo di cattolici cinesi, che chiede al governo di Pechino di costruire un museo per commemorare la figuro di Matteo Ricci, all'interno del cimitero dove il missionario riposo. 1 Matteo Ricci, arrivato o Pechino nel 1. 1601, portando doni oll'imperotore, : . vi morì l' 11 moggio 161 O. Per lo : prima volta nello storia cinese, l'im- : perolore donò e onorò uno straniero 1 con uno solenne cerimonia di sepol- : tura. Durante lo suo permanenza in : Cino, Ricci, grazie ol suo buon rop- : porto con l'imperatore, potè costruìI I I re diverse chiese, evangelizzando lo! popolazione locale. Il suo contributo• fu anche di alto valore scientifico: tradusse infatti in cinese opere riguardanti la fede, lo scienza e lo filosofia occidentale e viceversa. Secondo gli studiosi, Ricci è stato un (<pioniere dell'inculturazione»: uno dei pochi missionari ad aver acquisito una autentica sensibilità cinese, nel rispetto dello cultura locale e nel desiderio di fare missione in Cina. (Fides) DICAlffA1EI I T re studentesse cristiane (Yusrioni : Sompoe di 15 anni, Theresia : Morongke di 16 anni e Alvito Polio , di 19 anni) sono stole decapitale : mentre si recavano in un liceo priva-: lo a Poso (isole Sulowesi). I corpi so-• no stati trovati nei pressi del villaggio di Bambu; la tesla di uno ragazzo è stata, invece, abbandonata davanti o uno chiesa cristiano nel villaggio di Kasiguncu e le altre due nei pressi di una stazione di polizia, distante l O km dal luogo del delitto. Le ragazze sono state attaccale da persone non· identificate mentre, vestite con le loro divise scolastiche, percorrevano i 9 km che separano la .scuola dalle loro case. Il capo dello polizia delle Sulowesi, ho dichiarato che il movente dell'attentato non ha nessuno importanza, doto che queste vittime erano ragazze del tutto indifese. Il presidente ho inviato forze di polizia per mantenere lo sicurezza ed evitare che lo situazione precipiti, facendo salire lo len-1 sione fra musulmani e cristiani. 1 (Asia News) : 11 sacerdote Froncois Djikulo, dello diocesi di Monono (Repubblica democratica del Congo), senza informare, né richiedere l'autorizzazione del suo vescovo, mons. VinI

ceni de Paul Kwanga, si era recato in missione presso il temibile capo ribelle Kyungu Kyungu, alias Gedeon, per convincerlo a deporre le armi e mettere fine-al terrore cui sono soggette le popolazioni. Come ha informato il vescovo, «dal mese di agosto speravamo di vederlo un giorno ritornare». Purtroppo, invece, è arrivala lo notizia che il sacerdote è stato assassinalo selvaggiamente: prima mutilato insieme al suo compagno, quindi bruciati vivi nella località di Mutendele, o 75 km dalla parrocchia di Dubie !diocesi di Kilwo Kasengo). stribuilo o 4.000 parrocchie, scuole, congregazioni e altre istituzioni, è stato presentato dal vescovo Cristopher Tooey a uno conferenza sul1'effetto-serra, patrocinata do 1 «Catholic Earthcore Australia», 1 un"organizzazione per la difesa del1'ambiente naturale istituita dalla Conferenza episcopale australiana. Qualche mese fa, la chiesa anglicana aveva definito <<peccato» la distruzione volontaria dell'ambiente. 1 {Misna) l (Fides) VESCOVI .,., 11 dibattito sui mutamenti del cli- ,, mo non è di sinistro o di destra, né religioso o non religioso; si trotto piuttosto di restare legati o vecchi sistemi economici o di muoversi invece verso un futuro migliore». Lo hanno scritto i 30 vescovi cattolici austrolion i, che hanno chiesto ai cinque milioni di cattolici del loro paese lpiù di un quarto della popolazione) di ritenere «una questione di coscienza» l'impegno a far fronte all'effetto serro come «uno dei principali problemi del nostro tempo e od assumere le responsabilità che , loro competono». Il documento, diGli ASSASSINI DI SUOR DOR01HY ' E fallito il tentativo di tre presunti responsabili dell'omicidio di suor Dorothy Mae Slang di evitare un processo penale per «mancanza di prove»: un tribunale federale del Para ha rinviato a giudizio i «fazendeiros» Vitalmiro Bastos Moura, Regivaldo Pereiro Golvéio e Amair Feiioli da Cunha, sospetto mandante dell'assassinio, senza tuttavia fissare uno dato preciso per I'owio delle udienze. Secondo i l procuratore Lauro Freitos, i ricorsi della difeso hanno allungato i tempi del processo, che potrebbe essere celebrato all'inizio del 2006. Intanto, lo stesso tribunale ha convocalo a giudizio i due «pistoleiros» Rayfran das Neves Sales e Clodoaldo Batista, rei confessi del crimine. · Q uesto studio cl togliecertezze epaure In eccesso, più che darci risposte « da eseguire meccanicamente» - ha detto monsignor Giuseppe Betorl, segretarlo generale della Conferenza episcopale italiana (Cel) presentando a Roma Il llbrQ «La Parabola del Clero» che «fotografa» un clero sempre più anziano euna più numerosa presenza di sacerdoti stranieri nelle parrocchie italiane, spesso accorpate a causa della scarsità delle vocazioni. L'analisi, condotta da Stefano Molino eLuca Dlotallevt ealla cui realizzazione ha partecipato anche la Fondazione Giovanni Agnelli, fornisce anche gll scenari sulla situazione del clero In ltalla tra 20 anni, segnalando una diminuzione del numero del sacerdoti. La popolazione totale del sacerdoti diocesani è oggi di circa 33.000, con una densità di un prete ogni 2.000 abitanti, slmlle a quella di aHrl paesi europei, come Belgio eSpagna. l:età media si attesta attorno al 60 anni. Media «ringiovanita» dall'Ingresso di sacerdoti stranieri, circa 1.500, di solita provenienti dall'Africa edall'Europa dell'Est. I Suor Dorothy Moe Slang, 73 anni, missionario di origine statunitense, venne uccisa il 12 febbraio scorso ad Anapu, nel Para occidentale. Impegnata ol servizio dei più deboli e in difesa della selva amazzonica contro i «madereiros» !commercianti di legname) e le specu azioni dei latifondisti ai danni dei contadini, lo religiosa aveva ripetutamente subìto minacce di morte. (Misna) Per lo prima volto, in 14 secoli, sorgerà una chiesa cristiano in Qatar. Lo ha annunciato monsignor Clive Handford, vescovo anglicano di Cipro e dei paesi del Golfo, spiegando che i lavori per il luogo di culto, del costo previsto di 7 milioni di dollari, inizieranno nei primi mesi del 2006. Il terreno per lo chiesa dell'Epifania - questo il suo nome- si trova allo periferia meridionale della capitole Doha ed è staio donato agli anglicani dallo sceicco,.A.mir Homad bin Khalifa Al Thani. Dal quarto al settimo secolo dopo Cristo, furono costruite chiese e monasteri lungo la costa occidentale dei paesi affacciati sul Golfo persico, mo con l'arrivo dell'islam nella zona, nel settimo secolo, i luoghi di culto cristiani scomparvero. Negli ultimi l 00 anni, però, diversi espatriati cristiani sono arrivati nella zona, soprattutto dopo la scoperto di giacimenti di petrolio; oggi in Qatar, popolato da circa 743.000 abitanti, la comunità cristiano conto 70.000 fedeli, tra cui 7.000 anglicani e 50.000 cattolici, in maggioranza immigrati filippini. - (Misna) ---~--------------------------------- ~------------------------------- MC GENNAIO 2006 ■ 9

- ■ ITALIA ■ Riflessioni di un fidei donum rientrato in diocesi L'evangelizzazione dell'Anaunia (Val di .Non) per opera di tre missionari venuti dalla Cappadocia (v sec.) è un esempio dello scambio del «dono della fede» tra l'e chiese dei primi secoli. Tale tradizione è stata ripresa, dopo il Concilio Vaticano 11, con l'invio di preti «fidei donum» alle giovani chiese dell'Africa, Asia e America Latina, ma rischia di restare senza eredi. P ochi mesi fa, ho visitato per la prima volta la basilica di Sanzeno in Val di Non. Ho sostato di fronte ai resti di martiri missionari del v secolo: Sisinio, Alessandro eMartirio e ne fui impressionato. Nel silenzio della basilica ho tentato di ripercorrere mentalmente la lo- ' ro vicenda umana e cristiana.Originari della Cappadocia, si misero in cammino verso Milano per approfondire la loro conoscenza nelle cose della fede presso il grande vescovo Ambrogio,che battezzò i due fratelli Martirio eAlessandro. Su richiesta del vescovo Vigilio di Trento, Ambrogio gli inviò questi tre cristiani come un vero «dono della fede» (fidei donum), dopo aver ordinato Sisinio diacono, Martirio lettore e Alessandro accolito. È un'antichissima storia di scambio di doni tra chiese,di missioni,di formazione di comunità cristiane edi martirio. Eppure essa ha tutte le caratteristiche di una storia attualissima. Cosi, questa visita alla basilica di Sanzeno mi è stata di stimolo, non solo a ripensare ame stesso·come prete fidei donum, ma anche alle missioni affidate adei preti la cui vocazione missionaria ha però una durata limitata di esercizio ed è vissuta come dono alla chiesa che riceve e alla chiesa che invia. la mia vita «a incastro»,durante la ■ ■■■ quale si sono alternati periodi di presenza «missionaria» in America latina (1 O anni) e in Tunisia (5 anni), con periodi prolungati nella mia diocesi di appartenenza aservizio di migranti e rom, nell'impegno di dialogo e prossimità con i musulmani,mi offre atutt'oggi il pozzo da cui attingere per ripensare la missione. Dalla Cappadocia alla Val di Non Quando ci si sofferma a riflettere sulla quantità etipo di relazioni che intercorrevano tra le società antiche, fino alla nascita degli stati nazionali, si resta sorpresi dalla mobilità che le caratterizzava. Basti pensare alla vicenda di sant'Agostino, di Antonio di Padova e di innumerevoli altre importantissime figure della chiesa e delle culture antiche. la libera circolazione delle persone non costituiva un problema per nessuno,Sisinio, Martirio e Alessandro in questo non si differenziavano dai loro contemporanei. Nella vicenda dei missionari della Val di Non si combinano insieme, in maniera del tutto spontanea, la ricerca

: personaledei tre compagni,che li fa I • spostare da un capoall'altro dell'orbemediterraneo; il mandato del vescovoAmbrogio; la richiesta del vescovoVigilio e il fatto che tutto questoawenga dentro unquadro ammirevole di libertà e santità di tutti i protagonisti. La particolarevocazione fideido- ' num siacaratterizzata da questi tratti : fondamentali ecomuni.Nel prete fi- ! defdonum,a mioparere,èforte il : sentimentodella responsabilità e : dell'appartenenza auna realtà uni- : versale,che va al di làdelle limitazioni del territorio e altrettanto forte è il sentimentodi unavocazionecheè continua ricerca di una rinnovata fedeltàal vangelo:ricerca chenon accetta di interrompersimai nel corso di tutta la propriaesistenza. Questi duedati fondamentali che caratterizzano il cammino interiore della sua vita,sonopoi riconosciuti e , fatti oggettodi un «mandato»da : partedi chi ha il compitodi servire la : chiesaedi assecondare la piena ma- : turazionedellavocazionecristianadi : ciascunoall'interno di essa. La propo- : sta del servizio si orienterà, poi,verso ' lachiesa che ne ha fatto richiesta. InseguireAmbrogio e rendersi disponibili alla richiestadi Vlgilio: è la storia di tante vocazioni fidei donum. Il sentimentodi saturazione chea volte si prova nel servizioalla prop~ chiesa di origine può degenerare in frustrazioni'e apatia;ma in alcuni,es- ■■ ■■■■ ■ so ha fatto nascere la ricerca e il desiderio di mettersi al servizio di altreesperienzedi chiesa in Asia,Africa, America Latina;di conoscere alt refiguredi pastori capaci di condurre al cuore del vangeloesperimentarealt ra libertà umana ed evangelica. Bisogna comunque aggiungere cheaccanto aquestemot ivazioni più strettamenteecclesiali, nel nostro partireè stata determinante laconvinzioneche fraevangelizzazione e promozione umana esistesse un legameper natura sua inscindibile. Vangeloe poveri costituirono la bussolache ci haguidato in questa nostra ricerca,che qui, in casa nostra, si aliment ava dellegrandi prospettive pervenuteci dalla Pacem in terris e Populorumprogressio;tali prospettive trovarono nellachiesa di arrivo non solo unaconferma,ma unmetodo, unaspiritualìtà, un reale campo di azione e sperimentazione. Se da qui partimmocon unentusiasmo un poco ideologico,non ci fu difficiletrovare «nelleterre di Anaunia»unavita piena di relazioni,prospettive,azioni concrete,convinzioni condivise,motivazioni teologiche e spirituali,checontribuivano adarci la serena certezza di star vivendo una vita piena, in abbondanza. Credo che le partenzematurate negli anni immediatamente successivi al Concilioerano particolarmente segnate da queste prospettive,che per certi versi le distinguevano un poco anche rispettoalle scelte per la ' missionematurate negli anni precedenti al Concilio. Ho l'impressione che oggi si tende asottovalutare l'aspetto dellatraiettoria personaleche conduce i tre Cappadoci amettersi sullastrada di Milano,attirati dalla figuradi AmbroMC GENNAIO 2006 ■ 11

- ■ ITALIA ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ~-------------------------------------------------------------------------------------------------- l gio,alla ricerca di una maturazione di fede e di una vocazione cristiana mai conclusa. C'è allora il rischio che <(questo scambiodi doni» si trasformi in un fatto burocratico; in un atto che prescindedalla storia della persona e che perciò tendea non recepire le ragioni del «fecondodisagio» che ha condotto a questa scelta e gli stimoli culturali e spirituali della stagione nella quale essa si è espressa. Ciò impediscedi capire anche la successioneche,guardata dall'esterno, potrebbesembrare incoerente, ma che in realtà si produce per dinamica interna rispetto aquei «punti di partenza.» che hannocaratterizzato «gli inizi». La missione inAnaunia I tre Cappadoci che in origine probabilmente parlavano greco,che presumibilmenteconversavano con Ambrogio in latino, sono inviati daVigilio nella regione «barbara» di Anaunia (Val di Non} e restarvi per annunciare il vangelo. Sarebbe sbagliato pensareche in Anaunia non esistessero lingue,culture e tradizioni religiose. li «luogo sacro»dovesuccessivamente si costrul lo splendidomonastero di San Romedio neè la prova. Il primo problema che si poneal missionario è come vivere e come entrare in relazione con le persone del posto. Stiledi vitae inculturazione, nella quale ècompresa la conoscenza della lingua sono le due sfide primariea cui si è chiamati a far fronte. In una mia recente lettura,sono rimasto impressionatoda un paragrafodove si riferiva delle scelte di Giustino De Jacobis,santo missionario dell'Abissinia del secolo xrx. «De Jacobis abbandonòdefinitivamente il proprio paese e la propria cultura... Liberatosi cosl da ogni legame straniero e ogni senso di superiorità, condiviseogni cosa con il suo popo- , lo, secondo le locali condizionidi vita... : Acasa dormiva su un pagliericcio e, · : nei frequenti viaggi,su una pelledi : vacca.Anche nei percorsi più lunghi : camminava scalzo,passando la notte : in una baracca o in una caverna. La cosa più importante, tuttavia, fu che DeJacobisnon tentò mai di introdurre la liturgia latina,ma adattò il ge'etze i riti etiopici» (Storia del cristianesimo in Africa, pag.243-244). Ho avuto la fortuna di conoscere un prete fidei donum bellunese, tuttora in servizio,che si è awicinato molto aquesto stile«deJacobis». L'impatto che questa scelta suscita in tutti èmolto forte e stimola in chi lo awicina il desideriodi vivere con integralità il vangelo. Inculturazionee durata Il passaggio dal greco al latino e alla lingua localedeve esserecostato non pocoai tre missionari martiri.Da sottolineare, inoltre,che tutta la loro awentura cristiana emissionaria fu vissuta ìn gruppo,cosa che senza dubbio li aiutò, prima di tutto, acrescere nella fede,poi,a svolgere il compito loroaffidatoe, infine, ad affrontare la suprema testimonianza del martirio. Il processod'inculturazione è stato Alessandro (da sinistra), Sisinio e Martirio, evangelizzatori e martiri della Val di Non. descritto dai vescovi africani in questi termini:«L'inculturazioneè Dio che scende ed entra nella vita, nei comportamenti morali e nella cultura degli uomini per liberarli dal peccatoe introdurli nella sua vita e santità» (ottobre 2003). Prima di partire per l'America Lath na ci avevano detto che occorreva rinascere e darsi dei prolungati tempi di attesa.Ma rinascere in un contesto tunisino o ciadiano è indubbiamente un altro paio di maniche! I tempi sono diversi e le difficoltà molto più grandi. C'è da domandarsi see come l'esercizio adtempus del compito missionarioche caratterizza la scelta fideidonum possa essere adeguato a questa realtà. Un periodo di missione della durata di 1O anni che sembra garantito a tutti coloro che lo deside- • rano è sufficiente? Con mia sorpresa ho potutoconstatareche nellecircostanze attuali succede spesso che i preti fidei donum abbiano maggiorestabilità degli stessi membrr delle congregazioni missionarie.Ma questo non aiuta molto a individuare prospettive per il futuro.Anzi, se si tiene conto che il missionario fidei donum è svincolato da tante necessità interne di una congregazionee che la sua scelta è fondata, oltre che su un «mandato», su una disponibilità vocazionale aperta,forse si puòarrivarea intravedere una soluzione. Tra i fidei donum ci sono persone che maturanose stesse e le lorosceltedi vita in una progressiva identificazione con «un popolodi poveri» a cui sono inviati. È un processo, lento, ma inarrestabile,chedipende da avvenimenti e personeda cui si ècoinvolti. Mi domando: perchéstoppare una storia personale e collettiva che acquista un sempre più profondo significato? Benché lontana, la vita di tali persone si carica di senso e diventa un segno anche per la chiesa che li ha inviati, purchéquesta relazione venga coltivata.In tali casi si dovrebbe tener conto dell'impulsovocazionaledi queste persone, nella certezza che questoè utile all'una e all'altra chiesa. Vivere tra due appartenenze ecclesiali Se la scelta molto prolungata o definitiva ha valore di segno per le due chiese, il rientro nella chiesa di origine fa parte della particolare dinamica della vocazione fidei donum. Amio parere, è proprio il rientro che viene disatteso, sia nella riflessione che nelle scelte di collocazionedei preti in questione. È innegabile che la scelta di partire, per essereecclesiale,deveessere convalidata dal mandato;ma questo non puòessere considerato come la ragione che la spiega e la motiva. ---------------------------------------------------------------------------------------------- 12 ■ MC GENNAIO 2006

MISSIONI CONSOLATA ■ ■■■ ■■■ -----------------------------------------------------------------------------------------------------------· I I I I I I I Una partenza «troppo obbediente» agli inizi eun ritorno senza problemi alla conclusione potrebbero : essere il segno che ciò che si è vissu- : to con intensità e immensa genero- ' sità nel periodo passato adextra abbia costituito una bella parentesi senza profondi collegamenti nécon «il prima» nécon «il dopo». Il disagio del rientro non attende di essere riassorbito come unaferita che si rimargina con il tempo. Deve piuttosto diventare interrogazione su ciò e su come si vivequi.Anche se ' questo passaggio si gioca la particolarevocazione del fidei donum. Al momento del rientro dovrebbe succedere che ci si interroga su tutto: sulla nostra teologia europea, che ha pretese di universalità, sulla nostra abitudine di contrabbandare i problemi dell'uomooccidentale come fossero «i problemi dell'uomo» toutcourt; sulle relazioni umane nella chiesa;sull'uso della libertà e l'eserciziodella comune responsabilità all'interno di essa; sull'uso dei mezzi, denaro e strutture; sulla semplificazione della pastorale;sui grandi problemi che investono l'umanità e che sono vincolati al nostro «locale»: giustizia, povertà, informazione, uso delle risorse; sulle relazioni tra le religioni e tra le culture. Si ritorna diversi; si deve ritornarediversi; si dovrebbe restare diversi, non per attaccamento nostalgicoa ciò che abbiamo vissuto ad extra, ma per continuare aoffrire quel «rotolo amaro)) (Ez 2,9) che,qualora venisse ingoiato,diventerebbe dolce come il miele (Ez 3,3). Ho l'impressione che scelte un po' troppo rassegnate potrebberocontribuirea sterilizzare il potenziale innovativo legato al «disagio del ritorno». · I mezzi dei fideidonum L'ampia disponibilità di mezzi di cui normalmentegode un fidei donum costituisce un suo punto di forza,ma forse soprattutto il suo tallone d'Achille,se paragonati con quelli del clero locale. Personalmente, soprattutto durante la mia prima esperienza missionaria adextra, ne ho fatto molto uso al1'unica condizione che i beni da essi prodotti non restassero di proprietà della chiesa,ma delle associazioni e organizzazioni popolari per le qualì venivano usati. ·--------------------------------------------------------------------------------------------- MC GENNAIO 2006 ■ 13

' I ITALIA ■■ ■■ ■■■■ ·-----------------------------------------------------------------------~----------------------------------- Favorire le organizzazioni popolari rendendole autonome sotto il profilo economico mi sembrava una buona scelta.Altri miei amici, che adistanza di anni devo ammettere essere stati molto più bravi di me, hanno fatto delle scelte più radicali: si sono limitati a chiedere qualche cosa di essenzialeedi piccola entità. Nella mia personaleesperienza non mi è mai accaduto di dovermi confrontarecon la povertà di mezzi di cui, generalmente,patiscono i colleghi della chiesa locale.Come succededi frequente in Africa. Unostiledi sobrietà oppure di povertà radicale bisogna saperselo co- ' struireogni giorno nella libertà enella gioia.Un sobrio contento è sicuramentemeglioche un povero scontento.Ho trovato che i poveri contenti sonogeneralmente dei creativi,che usufruiscono in maniera diversa da tutte le realtà della vita. Mi diceva un prete povero:«Quando guardo la catena di montagne, nella limpidezza di un mattino di sole, mi dico:guarda che spettacolo gratuito di cui posso godere,sempre amia disposizione». La doppia appartenenza, inoltre, dovrebbe offrireal fideidonum validi criteri per aiutare la chiesa di origine agiudicare sull'opportunità o meno di certeopereche,visteesclusivamente con occhiooccidentale, rischiano di essere considerate necessarie o comunque molto utili. Non si tratta di fare i professionisti della profezia e,menoancora, di sentirsi investiti di tale ruolo;ma semplicementedi metteredavanti aogni altro criterio il dirittodei poveri ai beni della chiesa edi farlo con quella insistenzache di solito caratterizza le richieste del povero. Abbiamo assolto al nostrocompito? Sembra che nei piani alti del potere ecclesiastico ci sia stata, nel passato, una certa preoccupazione nei confronti dei fidei donum che si ~inseriscono in diocesi. Forse, oggi, i timori sonostati almeno in parte digeriti. Personalmente credo che,almeno per quanto ci riguarda, noi non abbiamo assolto totalmenteal nostrocompito nel farci portavoce nella profezia dei poveri del mondo. In tutti questi anni, non abbiamo sentito il bisognodi trovarci in gruppo, per riflettere insieme su ciò che via via accadeva nella nostra chiesa. Non c'è stato neppure il tentativo, comeè successo in qualche altra diocesi,di ritrovarci periodicamente insieme. La nostra inerzia di gruppo ha probabilmente rassicurato moltochi nutriva dei timori nei nostri confronti. Credo che abbia giocato non poco anche la differenza tra il servizioalla chiesa latinoamericana e quella africana. Abbiamo saputo trasferire solo parzialmentequel clima di libertà e çreatività all'interno del vivere ecclesiale,che hannoassicuratoquel sentimento di pienezza e autorealizzazione sperimentatoquandoeravamo in missione.Ora in sede di bilancio,mi paredi dover concludere che ci si trova di fronte ad un'eredità , un po'dilapidata equasi inesistente per le giovani generazioni di preti. Abbiamoqualch,emedaglia sul petto,magari di dubbia lega,ma siamo rimasti senza eredi,anche per colpa nostra. ■ ·--------------------------------------------------------------------------------------------- 14 ■ MC GENNAIO 2006

li indios del Chimborazo, fra cui lavoriamo,come missionari della Consolata, nella diocesi di Rlobamba,sono divisi in nazioni, secondo distinzioni originarie che risalgono al periodo preincako.Si av- , vertono, tuttavia, forti influenze, presslont socia li e mescolanze {sovrapposte e trasversali), frutto di più di 500 anni di impero Ispanico. Abbiamo di fronte.quindi, un ri- ~ tratto culturale, politico e organizza- , tlvo ufficiale, che include, però, un i1 volto nascosto e invlsibile.Pubblicamente,la società indigena si presen- • ta con un'identificazione amministrativa secondo schemi comunitari : (dal cabildo locale alla federazione intercomunale),che vive all'ombra di , un'organizzazione classista,che si Impone sempre di più come movi- 'è mento sodale e polltico.Tuttavla, a ben vedere, la realtà etnico-culturale che si manifesta,ragglungendo dimensioni drammatiche,è la solltudi1 ne:i bambini vanno soli, i giovani vanno soli.gli adulti vanno soli, le ' donnevannosole.Leaffermazioniu· ~ nitarie, da parte delle varie giunte locali e organizzazioni, sono pura pubblicità senza una vera applicazione ~ alla realtà perché,ln fin dei conti,frut- : to di un1mposizlone. onostante il contesto conflittuale,dovuto alto sforzo di promuovere e formare persone nel nostro territorio pastorale.si , vedono già alcun! segni di consolazione.Questi segni traspaiono negU uomini e nelle donne che sentono l'esigenza di una riflessione critica, che Iniziano ad lnterrogarsl,che si chiedono la ragione delle decisioni J prese.A queste persone.ora, bisogna giustificare i passi Intrapresi e la veridk:ltà dei proclami pubblici. Dal 1990, quando gli indlos, per la prima volta, fecero sentire con forza la loro presenza e pretesero di essere 1 considerati e consultati nelle decisloni,comincia una nuova fase.Emerge una presa di coscienza chlara,anche -• se ancora racchiusa dentro Isegni in1. certi di un processoche è appena a- ·: gli inizi e, perciò, ancora lentO. Un altro segno di consolazione appare nell'urgenza di ritornare alle caratteristiche culturali proprie: Idioma, usanze, tradizioni.Si paria di pensiero proprio. codici di comportamento propri, anche di sistemi giudiziari e penallziazionl sancite secondo antiche tradizioni popolari. Si afferma il 1 bisogno di ldentìficarsl con schemi ; differenti da quelli nazionali e, nella • nuova costituzione.si parla di un Ecuador multietnico e plurilinguistico. Si riconoscono, perfino, come diritti costituzionali, Idiritti collettivi delle differenti presenze etnkhe: nazioni indie e nazioni di origine africana. Non mancano, tuttavlaMgnl dt desolazione: uno del quali~.- dubbio, la mancanza di un concetto chlarodl"""'50fazlon.Nell1dloma qulchua ordinario, la lingua degli In- , dlos, Il verbo cconsolare» arriva solo a esprimere Il «saffrirtr assieme-. li sf.. gnifteato che noi dtamoaUa parola consol•re.quello.cloè.dl<farefellce quakuno» non entra ancora nel lln- • ' • ' , guaggio comune. cMarìa Consotata, ' diventa cosi cdolorosa»,wlei che-sof-. Ire I nostri mali. Un altro segno di desolazione è-la , " «comunltarietb, Identificata t! ven- , duta come caratteristica pecuHare ' della comunità, soltanto da chi non è 4 1 in grado di leggere motto a fondo la realtà.Di fatto, manca la intercomunJ-

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