Missioni Consolata - Gennaio 2006

ha accesso a servizi per la prevenzione della trasmissione del virus ai loro figli. l'.irnpegno per arrestare la diffusione dell'Hiv deve fare i conti anche con ostacoli come la discriminazione e il marchio negativo ancora collegati alla diagnosi di Aids. In Sudafrica, per esempio, una revisione delle cause di morte fra il 1996 e il 2001 ha mostrato come la percentuale di decessi attribuibile all'Aids sarebbe il triplo di quanto riportato ufficialmente. Secondo i ricercatori responsabili dello studio, gli errori di classificazione delle cause di morte sono collegati allo stigma sociale che questa diagnosi ancora rappresenta nel paese: i pazienti chiedono al medico di non fare parola del loro stato, come pure i familiari in caso di morte, perché molte polizze assicurative sulla vita e sui servizi funerari non coprono se il decesso è per l'Aids. ALTRO CHE SCOMPARSA La tubercolosi uccide 2 milioni di persone ogni anno (soprattutto fra i 15 e i 45 anni di età) e ne infetta 8 milioni. Il 95% delle infezioni e il 99% dei decessi si verificano nei paesi poveri e la zona più colpita è il Sud-Est dell'Asia. La malattia conclamata non si sviluppa in tutte le persone infettate: il sistema immunitariodi difesa dell'organismo può riuscire a tenere a bada il bacillo tubercolare. Ecco perché 2 miliardi di persone, circa un terzo della popolazione mondiale, sono infettati dal bacillo tubercolare, ma solo 8-9 milioni si ammalano: l'infezione si manifesta infatti quando le difese immunitarie si riducono o vengono meno. Ne è un esempio il virus dell'Aids, che indebolisce il sistema immunitario, facilitando il compito del bacillo tubercolare: !.ma persona su tre infettata dall'Hiv si ammala anche di tubercolosi e circa il 13% dei morti per Hiv nel mondo è causato dal bacillo tubercolare. Le questioni più delicate nell'impegno contro questa malattia infettiva riguardano la comparsa di resistenze ai farmaci finora utilizzati, la contemporanea diffusione dell'Hiv/Aids e la crescita del numero di rifugiati e profughi, che favoriscono la diffusione della tubercolosi. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Orns), il numero di nuove infezioni tubercolari è in crescita, ma non la prevalenza (cioè il numero complessivo di casi sulla popolazione generale) e la mortalità: questo perché sta aumentando il numero di pazienti trattati con successo con le terapie a disposizione. Vi sono, però, casi resistenti alla terapia. Infatti il trattamento necessario per guarire, seppur più breve rispetto a una volta, è ancora lungo (6-8 mesi con controlli giornalieri per i primi due): per questo molti pazienti nei paesi poveri hanno interrotto la cura, portando all'insorgenza di bacill i resistenti ai farmaci. ln questi casi si deve passare ad altri scherni terapeutici, più lunghi e con medicine meno efficaci, più costose e con effetti collaterali più gravi. Da qui l' importanza di ·ricerche su nuovi trattamenti applicabili nelle diverse realtà sociali in cui la malattia è diffusa. Un esempio di incontro fra le esigenze della terapia e dei malati lo ha dato Annalena Tonelli, missionaria di Forh, uccisa a Borama (Somaliland) il 5 ottobre del 2003. Annalena ha dedicato la sua vita al popolo somalo e, negli anni '70, è stata una pioniera della terapia breve (quella di 6 mesi seguita anche oggi) contro la tubercolosi. Prima di allora i trattamenti duravano almeno un anno e la probabilità di interruzione era molto alta. Annalena, diventata responsabile per l'Orns della cura dell' infezione fra i nomadi, è riuscita a convincere i malati ad accamparsi per tutti i mesi necessari fuori dal suo Centro, arrivando a seguire fino a 400 pazienti ogni giorno. Terminata la cura, gli ex malati si ricongiungevano al loro gruppo o alla loro famiglia. SCONFIGGERE LA MALARl4 Le cifre della malaria seguono a ruota Aids e tubercolosi, con 300-500 milioni di casi e 1 milione di morti ogni anno, 3 mila bambini ogni giorno: la maggior parte dei decessi si verifica infatti prima dei 5 anni di vita, uno ogni 30 secondi, quando i piccoli sono più vulnerabili all'infezione. In Africa la malaria è infatti la causa principale di morte sotto i cinque anni di vita. Eppure, anche in questo caso, gli strumenti per impedire l'infezione o per curarla in caso di malattia ci sono. Sulla strada della prevenzione, accanto alle ricerche in laboratorio che mirano a impedire il passaggio del · plasmodio della malaria dalla zanzara all'uomo, ci sono per esempio le zanzariere, il cui maggiore utilizzo ridurrebbe la trasmissione della malattia. Ma solo un bambino su sette sotto i 5 anni dorme sotto le zanzariere, e addirittura uno su t renta ha il privile- ' gio di avere quelle trattate con insetticida, più efficaci: il solo utilizzo di queste ultime potrebbe ridurre la mortalità infantile per malaria del 17%. l'.Oms sottolinea come la malaria sia la malattia con il legame maggiore alla 1 povertà. Bambini, donne in gravidanza, persone che vivono in situazioni di emergenza, persone con Hiv/ Aids sono le categorie più a rischio. Come le altre malattie, porta con sé danni economici non indifferenti nei paesi in cui è diffusa. Si calcola che 9 pazienti su 10 con la malaria vivano in Africa, dove ogni anno la malattia costa 12 miliardi di dollari: basterebbe una piccola parte di questi soldi per tenere sotto controllo l 'infezione, che sottrae a famiglie già in difficoltà un quarto dei loro guadagni per la prevenzione e il trattamento. Infine, sul versante terapia, negli ultimi 20 anni il plasmodio della malaria è diventato resistente ai farmaci comunemente utilizzati. Per questo sin dal 2001 , l'Orns ha consigliato, in caso di resistenza, il trattamento combinato con derivati dell'artemisinina (Act): dopo 4 anni da tale indicazione la terapia non è ancora disponibile per tutti i paesi che ne avrebbero bisogno. Rux1N J.1 Emerging consensus in HIV/AIDS, malaria, tubercut05is, and access to essentialmedicines. Lance! 2005; 365:618-21. GROENEWAlD P., ldentifying death {rom Aids in South Africa. Aids 2005; 19: 193-201. Siti Internet: ddp-exl.worldbonk.org,(ext/GMIS/home.do?stteld=2 www.dfid.gov.uk/md!i,1tivaids.osp www.millenniumcampaign.it www.peocereporter.net www.unicef.org www.unmillenniumprojecl.org www.who.int I I I I ----------------------·----~-- MC GENNAIO 2006 ■ 59

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