d'angolo» della concezione evangelica, sottolinea l'appartenenza allo stesso vissuto ispirato ad un comunitarismo forte, piuttosto che ad una rigida distinzione operatore-ospite. li «fratello di roccia» condivide innanzitutto la vita e la quotidianità con un carico di responsabilità ispirate a quella «accoglienza ed assunzione dei bisogni dell'altro nell'incontro», che fa parte dell'anima profonda del progetto. L'INCONTRO CON IL MISTERO Nel modello di Agape, l'incontro con l'altro è la realizzazione di un mistero che apre tutti (figure professionali e non) all'incontro con il mistero e l'assoluto. Dal mistero dell'incontro all'incontro con il mistero e ritorno. Ben lontani da una visione rigida, dogmatica e men che mai confessionale o integralista, il cammino di ricerca di tutti sì manifesta nella ricerca di un percorso di vita e d'identità con-diviso, fortemente ispirato al senso personale della Buona notizia evangelica. Anch'essa ben lungi dal costituire un elemento di divisione tra operatori e ospiti, ,credenti e non, diviene invece un metodo di assunzione ed accoglienza dell'assoluta centralità dell'altro-persona in ogni momento ed in ogni passaggio del cammino e del recupero di autonomie, abilità sociali, autosufficienza, produttività e cittadinanza attiva. La formazione e supervisione degli animatori-fratelli di roccia è affidata a riunioni periodiche delle singole équipe di casa con gli _psicologi, lo psichiatra e il di: rettore educativo-spirituale. E presente inoltre una supervisione esterna, sia di tipo professionale, psicologico-clinico e psichiatrico, che di orientamento etico pastorale ed educativo. Vengono attivati periodicamente corsi di riqualificazione affidati ad agenzie esterne su progetti validati in sede regionale e nazionale. Importante nella vita della comunità è anche l'apporto realizzato dai soci volontari e da realtà associative ecclesiali e laiche che partecipano periodicaLa rupe della Verna (Arezzo), centro di incontro e riflessione degli operatori di ~Agape,.. mente alla vita della comunità (Caritas-Scuola d'Accoglienza Diocesi di Asti, gruppi missionari legati ai missionari della Consolata). Sono sede di formazione professionale e d'animazione spirituale, l'Abbazia di Vezzolano, la casa natale di San Giuseppe Cafasso in Castelnuovo Don Bosco e il Monastero del Rul in Albugnano, dov'è ubicata la sede amministrativa. La cooperativa è convenzionata come sede di formazione con la Scuola di psicologia e psicoterapia dell'Università di Siena, sede di tirocini e supervisione. Ha in corso un progetto per la formazione sulla «pet-therapy» in collaborazione con l'Università di Torino. VIVERE IN «CASA» Il lavoro in «comunità» è fondato sulla multidisciplinarietà, svolto da diverse categorie professionali, medici - psichiatri, psicologi, educatori, operatori .di supporto, animatori e volontari. La meta è la riduzione del «malessere» personale, il recupero e lo sviluppo delle abilità, il reinserimento sociale e la riumanizzazione della persona che chiede aiuto. Proprio per questo principio di «accoglienza» e «cura» che l'organizzazione dei programmi deve essere flessibile e al servizio del «trattamento». La scelta di vivere in una «casa» fa sì che ogni individuo partecipa in maniera attiva, a quelle che sono le mansioni domestiche; in quanto per poter preparare un pranzo, ad esempio, ci si deve mettere nella condizione di dover modulare le proprie esigenze con quelle altrui e cercare un punto di incontro e di organizzazione lavorativa nel vero senso della parola. Questo porta a confrontarsi con se stesso e con gli altri e costruire una gerarchia di bisogni che non sono più individuali ma diventano «bisogni comunitari». Tutto ciò implica un'apertura agli altri ed un aumento della capacità di ascoltare l'altro da me. Il gestire la «casa» permette di riappropriarsi di un'organizzazione mentale e psicologica che vanno al di là del riassettare o cucinare. Ogni persona, in base alle proprie caratteristiche e pre- ■ MISSIONI disposizioni svolge dei compiti, che vanno dall'occuparsi dei luoghi, formare legami, ricostruire storia, attaccamento e radicamento, fino ad attività esterne di tipo agricolo, zootecnico o di tutela dell'ambiente. Tutto questo permette di attivare una serie di «dinamiche», che riguardano la sfera esterna ed interna del soggetto. In questo modo durante l'arco della giornata il singolo individuo ha la possibilità di potersi mettere in contatto con se stesso e con il mondo, di rielaborare i suoi vissuti, e di generalizzare le abilità acquisite. Le attività strutturate sottoposte a verifica sono: - attività educative verso i bisogni personali e di comunità; - terapia psicologica individuale e di gruppo-integrata con farmacoterapia psichiatrica o legata alle necessità della medicina delle dipendenze o ad altre necessità sanitarie; - percorso di musico e danza terapia; - teatro terapia e psicodramma; - «pet-therapy» e attività con animali; - logoterapia; - attività di psicomotricità e attività creative ed espressive; • arteterapia e laboratori artigianali; - attività ecoambientali e agri· colo-zootecniche; ---------------------------------------------------------------------- MC GENNAIO 2006 ■ 39
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