I I I ! I I I " I I 1, i. I. I I 1, DOSSIER tempo, già oltre la marginalità e la «diversità». Si sottolinea peraltro che parte di coloro che costituiscono l'anima del progetto cooperativo sono del tutto autosufficienti produttivamente, e non provenienti da esperienze cliniche ed istituzionali, ma si muovono in ·un ambito di scelte di forte ispirazione valoriale di tiRO comunitario. E scontato che, se coloro che hanno esaurito l'esperienza risocializzante di Agape, intende - ranno permanere all'interno di questo disegno, come stile di vita di welfare comunitario, la cooperativa operante sul territorio come nicchia economica-sociale, dovrà dare il segno della non sporadicità ed episodicità di questo cammino . Tendiamo quindi a configurare un'ipotesi operativa di tipo sociologica ed antropologica di più vasto respiro, rispetto alla pura cura e riabilitazione. Piuttosto, aspirazione ad una profezia che si realizza, anche con il suo colore di utopia concreta e di sogno ben radicato nel reale. UNA RETE DI «CASE DI FRATERNITÀ» Gli inserimenti abitativi sono realizzati secondo le indicazioni regionali, in piccoli nuclei in rete, da noi definiti «case dl fraternità», ove gll operatori sono accompagnati nella quotidianità e nei singoli progetti da operatori dipendenti con presenza quotidiana diurna e notturna, supportati da servizi centralizzati di terapia e riabilitazione (medico-sanitari, psichiatrici, psicologico-clinici, psicoterapeutici , pastorali} concordati con il servizio e inseriti nel progetto individuale. Il modello organizzativo a «piccole case in rete», garantisce - a nostro giudizio - il massimo dell'umanizzazione e della personalizzazione, ma soprattutto la percezione da parte di tutti (ospiti, operatori, famiglie, servizi) che non si tratta di una piccola istituzione totale e neppure di una «comunità protetta» per post-acuti. Bensì ha tutti gli effetti di una casa, con una convivenza guidata e supportata, inserita armonicamente in una rete integrata di persone, relazioni, affetti, organizzati anche in molti momenti di attività comune tra i vari nuclei. A partire dalla celebrazione eucaristica settimanale nell'Abbazia di Vezzo!ano, animata regolar - mente dalla comunità, seguita e preceduta da momenti ludici di festa e d'incontro, che coinvolgono anche volontari, famiglie , amici . LE PERSONE Alla cooperativa aderiscono insieme, secondo schemi normativi vigenti, soggetti disagiati e personale terapeutico ed educatoriale, realizzando esperienze lavorative comuni in ambiti diversi e spesso attinenti alla valorizzazione agricola e naturali• stl,ca del territorio. E previsto l'impiego del me - dico-psichiatra con funzione di coordinatore del progetto, del responsabile pastorale, dell 'amministratore delegato, del consi • gliere responsabile della logistica, del consigliere responsabile delle relazlonl istituzionali. del supervisore etico, del responsabile dell'assistenza legaie, di psicologi responsabili dei programmi riabilitativi e dei progetti individuali, del supervisore esterno del l'organizzazione dei progetti, e di animatori di comunità (operatore socio sanitario, educatore professionale, animatore sociale, formatori). Abbiamo usato il termine ani· matore in quanto rende più comprensibile il ruolo de lle persone. L'animatore è un «operatore» che nelle strutture guida i gruppi nei processi evolutivi, gestendo le loro dinamiche interne, stimolando la partecipazione ed Il coinvolgimento dei singoli. Sa far emergere i bisogni e le risorse dei singoli gruppi, promovendo attente azioni di deistituzionalizzazione e autonomia. Organizza e gestisce, anche in , collaborazione con esperti, attività che, favorendo l'espressività, la creatività, e la comunicazione possono costruire momenti educativi e spazi socialt. Inoltre l'animatore utilizza come strumento operativo nella valutazione del funzionamento sociale, nella pianificazione di in· terventi individualìzzatl e nella valutazione degli esiti raggiunti strumenti di valutazione obiettiva e di controllo di qualità, ad esempio la V.a.ci.o. (Valutazione di abilltà e definizione degl i obbiettivi). Tali istrumentl sono oggetto di discussione e valutazione nelle riunioni periodiche. L'animatore attiva una rete di rapporti con agenzie, servizi sociosanitari, realtà territoriali e le istituzioni sempre in un ottica di tipo preventiva e psico-socio-riabilitativa, nella verifica di qualità rl · chiesta dal percorsi dell'accredi· tamento pubblico. La dizione «fratello di roccia» nell'accezlone delle «pietre scar· tate» tese a diventare «testata . I ;,-- --------------------------------------------------------------------· f 38 ■ MC GENNAIO 2006 I ·
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