Comunità «Agape, Madre dell'accoglienza•: -.tutti insieme, appassionatamente•. ciale, parità delle opportunità, consistenza e qualità delle relazioni tra le persone, valorizzazione delle risorse dei singoli, questi sono i contenuti del «welfare». Non sono solamente le risorse economiche che concorrono alla produzione del nostro «welfare», ma sono soprattutto le risorse umane autonomamente impiegate dai singoli individui, dalle famiglie, dai gruppi a determinare una migliore qualità della vita e quindi maggior benessere. Pensiamo soltanto all'importanza delle attività di cura e educazione, ai flussi relazionali ed affettivi che vengono garantiti dalla famiglia, dalla solidarietà diffusa sul territorio, al vicinato, all'impiego capillare e determinante del volontariato in alcune gravi situazioni di emarginazione sociale e di sofferenza. Queste risorse umane sono l'ossatura principale del nuovo «welfare». Parliamo di convivenza in fraternità, pur tra i diversi carichi da sostenere, secondo un'ispirazione che si può definire «monastica», dove gli operatori e i cosiddetti utenti camminano insieme. Condividendo, sia sul piano del progetto di vita, sia su quello dell'affettività e delle emozioni, un'ispirazione che si definisce giorno per giorno, in un dialogo di crescita e conoscenza reciproca nella libera proposta dell'annuncio evangelico. L'ispirazione della comunità nel suo progetto educativo è comunque laica e non confessionale, perché tesa a valorizzare la ricchezza delle identità, delle pluralità e delle diversità, nell'ascolto dei singoli bisogni, nel rispetto e nella valorizzazione di tutte le fedi, opinioni e posizioni, purché rispettose della libertà, responsabilità amorevole e dignità dell'uomo e della donna. RECUPERARE L'AUTONOMIA PERSONALE • Nel quadro normativo vigente, «Agape, Madre dell'accoglienza» Onlus è da ritenersi in tutto e per tutto una cooperativa di tipo A, che gestisce specifiche e variate forme di residenzialità riabilitativa centrate sulla persona. Tutti gli inserimenti effettuati nel percorso comunitario di Agape sono da considerarsi rigorosamente «progetti individuali». Sia che si tratti di percorsi definiti dal Dipartimento di salute mentale di provenienza, sia che avvengano nella dimensione di accreditamento attuata con il comune di Torino e con alcune Asi (l, 2, 3, 4) della regione Piemonte per disabili comportamentali, valutati dalle Unità valutative handicap; sia ch·e si tratti di doppie diagnosi con relativo coinvolgimento dei servizi di tossicodipendenza e di algologia; sia· in· fine - che si tratti di soggetti inviati dall'autorità giudiziaria provenienti da case circondariali o da Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), e sottoposti a misure di sicurezza. La compresenza di problematiche differenziate e variegate all'interno di uno stesso piccolo nucleo abitativo-esperienziale, è nella nostra valutazione più ·una ricchezza che un problema. La multiproblematicità e l'inclassificabilità all'interno della stessa persona e tra persone, favorisce a nostro giudizio le relazioni, l'affettività, la complementarietà solidale delle differenti e irriducibili storie personali. Una selezione spesso più burocratica o casuale, che nosografica o razio· nale a nostro parere, separa arti· ficialmente ciò che la vita, così come gli spazi e i territori esistenziali e storici uniscono e spingono all'incontro-confronto, esattamente come in una famiglia allargata o in una comunità evolutiva. Rimanendo nella logica di voler realizzare un «welfare» comunitario si realizzano percorsi individuali di alta, media, bassa intensità inerenti a linee progettuali: formazione/lavoro, casa/habitat sociale, socialità/affettività. Il budget di cura mira alla deistituzionalizzazione e al recupero dell 'aùtonomia personale. In questo modo si vuol sviluppare un programma di passag· gio progressivo da forme prevalentemente sanitarie o di rispo· sta in emergenza al bisogno socio-assistenziale a forme partecipate ed organiche al tessuto sociale. Lo spirito che guida la realizzazione di tali progetti è legato ad uno schema «fraterno», orientato da concetti etici e valori forti d'ispirazione cristiana, secondo un modello educativo ed emozionale intensamente comunitario, con valori dell'ecologia «profonda» e di un «umanesimo integrale», evocato dalla ri· velazione e dalla sua profezia di liberazione. La comunità anima l'eucaristia nell'Abbazia di Santa Maria di Vezzolano (tutte le domeniche alle 18.00), la scuola di gregoriano, l'adorazione eucari· stica, il laboratorio d'icone nel corso della settimana, ed altri momenti liturgici, culturali, formativi e artistico-espressivi. Circa all'evoluzione ed alla fuoriuscita dal percorso «Agape, Madre dell'accoglienza», tendiamo a sottolineare che come esperienza sia già in sé da intendersi come post-istituzionale e post-psichiatrica, rappresentando un laboratorio-atelier di stili di vita comunitari, non necessariamente considerabili a -----------------------------------------------------------l----------• MC GENNAIO 2006 ■ 31
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