non sa più dove sbattere la testa. E così tanta gente che conosco e che non fa altro che ripresentarsi tutte le settimane ai centri di igiene mentale. Vi piace la libertà? Tenetevela, ma per piacere ridateci la possibilità di difenderci da voi normali, di mettere un muro tra noi e voi». Non sappiamo se questa lettera, apparsa sul quotidiano /a Repubblica nel 1988, sia stata effettivamente scritta da un paziente o invece sia soltanto il prodotto di un oppositore della legge Basaglia. Ciò non toglie che essa, nella sua crudezza, descriva un problema possibile, che di norma nasce quando la 180 è applicata male. «La malattia psichiatrica - scrive Benedetto Saraceno, direttore del Dipartimento salute mentale e tossicodipendenze dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms/Who) - ha caratteristiche che la rendono diversa dalla maggior parte delle altre malattie e, dunque, l'uguaglianza tra i cittadini (e tra i cittadini malati) va ricercata nella uguaglianza di diritti e opportunità, ma non nella uguaglianza delle risposte assistenziali. Un malat<, psichiatrico non ha bisogno di "letti in ospedale" , ma di opportunità di vita alternative all'ospedale e spesso anche alla famiglia di origine; ha bisogno di- residenzialità, di lavoro, di presa in carico, di affetto, di autonomia». e patologie mentali sono correlabili al contesto sociale ed economico nel quale si vive? La risposta pare affermativa. Ad esempio, si è visto che le psicosi migliorano più facilmente nei paesi in via di sviluppo, ove il contesto comunitario è più accogliente e i meccanismi di esclusione meno rigidi (5). Secondo lo psichiatra statunitense Richard Warner (6), il cambiamento di ruolo, la perdita di status e l'incertezza occupazionale possono accrescere il rischio di sviluppare la schizofreQUESTO DOSSIER ■ MISSIONI nia. In particolare, per alcuni gruppi, come ~li «scolarizzati disoccupati» nei paesi industrialtzzati, i «poveri urbanizzati» nei paesi in via di sviluppo. Nei paesi ricchi si è trovata una possibile, pa~ ziale soluzione con gli psicofarmaci (si veda la tabella di pagina 31). Ad essi si fa sempre più ricorso, a volte perché sono utili, a volte perché fortissima è la pressione delle multinazionali fa~ maceutiche. Nel gennaio del 2003 la «Food and Dru~ Administration» (Fda), l'agenzia federale che vigila sulla salute degli statunitensi, ha dato il via libera alla somministrazione del Prozac, il più famoso dei farmaci antidepressivi, a bambini e adolescenti dai 7 anni in su (7). Molti specialisti hanno messo in guardia sugli effetti collaterali (tra cui una diminuzione della crescita) derivanti dall'assunzione dell'antidepressivo. Altri hanno applaudito alla novità. Altri ancora hanno trovato una risposta certamente più banale ma senz'altro molto vera: la E/i Lilly, l'azienda statunitense produttrice del Prozac, aveva necessità di allargare i confini di un mercato ormai saturo. ono passati pIu di duemila anni da quando Aristotele e Galeno spiegavano la follia a partire dallo squi librio dei quattro umori presenti nel corpo umano: sangue, flegma, bile gialla e bile nera. L'eccesso di uno di questi umori veniva considerato la «causa» della follia. Oggi, a guardare il mondo che ci circonda, nella dialettica normalità-razzia vale la saggezza di Bertoldo (8). Quando i re gli chiede: «Qual è la più grande pazzia dell'uomo?», Bertoldo risponde: «Il reputarsi savio». PAOLO MOIOLA Nelle pagine che seguono abbiamo voluto dare spazio a due diverse realté che si occupano di problematiche mentali. La prima è una struttura pubbHca e laica: il «Centro diurno» della Asi 4 di Torino (con l'associazione «Vol.p.i» Il ospitata). La seconda è una struttura privata con una precisa impronta cattolica: la cooperativa «Agape, M adre dell'accoglienza». In entrambi i casi, abbiamo trovato persone appaBSionate ed entusiaste del loro lavoro, ben al di là delle responsabilità derivanti dal consueto rapporto operatore sanitario-pazienta. Un ringraziamento particolare va a coloro che hanno contribuito a questo dossier: gli psichiatri Ugo Zambum.i ed Alessandro Meluzzi, padre Orazio Anselmi, Nadia Greco, Elisa !annetti e Giusappina De Cesare. Come quasi sempre capita, abbiamo dovuto sforbiciare molto i lunghi testi che ci sono pervenuti. Lo abbiamo fatto cercando di preservare al massimo lo spirito di chi aveva scritto. p M a. o. NOTE: (1) Ken Kesey, Qualcuno volò sul nido del cuculo, Aizzali Editore, Milano 1976. Dal romanzo è stato ricavato un famoso film con l'attore Jack Nicholson. (2J Franco Basaglia (Venezia, 1924-1980) è stato il maggiore rappresentante della psichiatria italiana del Novecento. Lavorò a Gorizia, Parma e Trieste, dove fu direttore del manicomio di San Giovanni. li 13 maggio 1978 il parlamento italiano con la legge 180 approvò la sua riforma psichiatrica. (3) Franco Basaglia, L'ut:opia della realtà, Giulio Einaudi Editore, Torino 2005, pag. 55. (4) Si veda in particolare la posizione dell'«Associazione per la riforma dell'assistenza psichiatrica>> (Arap). (5) Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Dizionario della salute, Milano 1991. (6J Aichard Warner, Schizofrenia e guarigione, Feltrinellì Editore, Milano 1991. (7) Si veda <da Repubblica» del 5 gennaio 2003. (8) Da Bert:aldo e Bert:aldino, di Giulio Cesare Croce, cantastorie bolognese (155().1609). -~~---------------------------------------------------------------~---- MC GENNAIO 2006 ■ 25
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