Missioni Consolata - Settembre 2005

DOSSIER FESPACO Festival del cinema panatricano UCRAINA Di nuovo in cammino CUBA Paese povero e orgoglioso SEITEMBRE 2005

·~-=-"•-c.,>.-··v . '·" •. ,,.,,.,"~ ,._.,,-,"'., .· •·•·•··· . -- '"-'""'" - .. NOVJTA donazioni. a favol4e delle ONLUS I l decreto legge sulla «competitività» (nella fattispecie l'art. 14), approvato il giorno 11-3-2005 dal Consiglio dei Ministri (con riferimento normativo = D.L. n. 35 del 14 marzo 2005 , pubblicato sulla G.U. n. 62), introduce importanti novità in materia fiscale nel settore dedicato al non-profit. È, infatti, aumentato in manie ra rilevante Ulimite per poter effettuare le donazioni agli enti non-profit . Vediamo in dettaglio di cosa tratta. La norma, oggetto di lunga trattativa parlamentare, è nota agli operatori del settore come la «PJù DAl, MENO VERSI», tratta in particolare delle erogazioni librali alle Onlus (sia iscritte alla Direzione Regionale sia di diritto, quali associazioni di volontariato, cooperative sociali) e alle associazioni di promozione sociale di carattere nazionale, iscritte nell'apposito registro dalla legge n. 383/2000. •Il comma l tratta dell 'incremento deUa deducibilità delle donazioni in denaro e/o in natura, erogate da persone fisiche o enti soggetti aU' IRES, fino al limite del l 0% del reddito complessivo dichiarato e comunque non oltre 70.000 euro annui. la nonna quindi estende di molto il limite massimo di deducibilità per le donazioni al non-profit: si passa infatti dall 'attuale tetto previsto di2.065,83 euro per le Onlus e 1.549,37 euro per le associazioni di promozione sociale, al nuovo limite di 70.000 EURO PER ANNO. Si ricorda e si sottolinea, con riferimento al donatore, che la somma donata può essere dedotta dal reddito e non detratta dall 'imposta relativa di riferimento (IRPEF per le persone fisiche, IRES per i soggetti in reddito d 'impresa). • n comma 2 è di particolare interesse per la vita quotidiana e per l'ordinaria gestione contabile degli enti non-profit potenziali destinatari di tali norme. Infatti le agevolazioni previste al comma l competono solo alle organizzazioni che con completezza e analiticità rappresentano tutte le operazioni contabili e non solo, che entro 4 mesi dalla chiusura dell 'esercizio redigano un documento di bilancio che rappresenti adeguatamente la situazione economica, patrimoniale e finanziaria. È chiaro da una prima lettura, come i vari rendiconti d'esercizio compilati da molte organizzazioni di volontariato non sono più sufficienti per gli enti che volessero avvalersi di detta agevolazione; vi è quindi la necessità di dotarsi di una contabilità strutturata, che porti alla redazione di un dettagliato e trasparente bilancio d 'esercizio. • n comma 3 lascia inalterata la possibilità da parte dei titolari di reddito d 'impresa, di beneficiare anche alle erogazioni previste dall 'art . 100 del TUIR (DPR 917/86). Da ciò se ne deduce che per i titolari di reddito d 'impresa, e non per le persone fisiche , sembra che vi sia la possibilità di scegliere quindi tra due regimi di deducibilità, quello previsto dall'art . l 00 del TUIR (il precedente regime che resta in vigore) e quello previsto dal nuovo decreto legge di cui in oggetto. Del resto il comma 6 puntualizza che il beneficio fiscale di cui al comma l, non può essere cumulato con altre agevolazioni fiscali previste a titolo di detrazioni e deduzioni d 'imposta da altre disposizioni legislative. • [J comma 4 e il comma 5 trattano del sistema sanzionatorio connesso all'utilizzo di tali agevolazioni. Se l'erogazione liberale è stata dedotta indebitamente da parte del donatore (sia esso persona fisica oppure ente soggetto al reddito d 'impresa), il soggetto erogatore è punito con la sanzione di cui all'articolo l , comma 2 del D.Lgs. n.471/1997 , con la maggiorazione del 200 per cento rispetto a quanto indebitamente detratto. Ma se la responsabilità dell 'ingiusta deduzione è data dall'aspetto di mancato possesso o riscontrata carenza dei requisiti in capo all 'ente non-profit beneficiario della donazione, vi è solidarietà nell'indebita detrazione nei confronti dell 'erario. Infatti in questo caso, gli enti non-profit richiamati sopra e che hanno diritto a detta agevolazione, risultano solidali e corresponsabili (insieme con i propri amministratori, particolare di non poco conto) per l'indebita detrazione effettuata nei confronti dell'amministrazione fiscale. Guido Filipello, amministratore MC Onlus r--------------------------------------------------------, OTTOBRE 2005: «MISSIONI CONSOLATA» presenta un numero monografico sulle « NUOVE SCHIAVITÙ»: 20 milioni di uomini, donne, minori••• venduti e usati come merce, per lavoro, prostituzione, commercio di organi••• Storie di vittime e paesi di vecchi e nuovi negrieri••• Legislazione e «samaritani».•. contro la nuova traHa•.. UN NUMERO SCONVOLGENTE, DA LEGGERE, DISCUTERE, CONSERVARE. PRENOTAZIONI: • telefono: 011.4400400 (signol'e Angela e Va lly) • E-mail: l'ivista@missioniconsolataonlus.it L--------------------------------------------------------~

Ai e In margine degli «otto grandi» (G8) e della strage di Londra. E eco/i ancora «in vetrina» nel castello di Gleneagles (Scozia). I G8, ossia, i capideipaesipiù it1dustria/izzatide/ mondo, Italia compresa. da/ 5all'8luglio2005 sisono ritrovatinella cittadina scozzese per discutere di petrolio, crescita economica, clt~ ma, nonchédegliaffannidell'Africa. Come inaltre occasiom~ non sonomancatii contestaton; fra cu.t' i black bJock con i loro vamialùmi. Difronte all'incivilespet· tacolo qualcuno ha commentato: «Speriamo che non ci scappi t1 morto come al G8 di Genova nel2001». Speranza vana. Le vittime sono quasi 60. Ma, rispetto aGenova, la strage è differente: è avveunta a Londra il 7 luglio, sui convogli della metropolitana, edè stata rivendicata dalla famigerata Al Qaeda. Al cospetto delle vittime (ùmocenti) di ien· e oggi, la «simpatia» è profonda e la condanna totale pergliattetltatori. l sentimentisi tramutanosoprattutto inpreghiera. E non scordiamo l'A/n'ca, che svettava come prion'tà nell'agenda dei G8. P01; con l'incalzare della tragedia londinese, l'attenzione èquasi svanita: destiIlO perverso, rt'co"ente per ilcontinente nero. N el loro documento finale i G8 hanno proposto un pianodiaiutiall'A/n'ca:prevedeanche l'azzeramento del debito estero di 14 paesipoveri. Il problema era stato sollevato qualche giorno prima, aLondra, daiministrifinanziari deiG8 (Russia esclusa), groriatzdosi di «tma scelta epocale».Esagerati.' La cattcetlazionedi debiti multilaterali è un'iniziativa già in atto da tempo per opera deLla società civile e religiosa, chiesa cattolica in testa. Pertanto è fuori luogo ascn'vere ai G8 una scelta epocale. E poz: la scelta è largamente insufficiente: sono circa 70 le nazionigravate dal debito estero. Spesso sivaper le lu1tghe. Ma, se vi sono interessioccidentaliin gioco, i debiti siauerano in/retta. Nel20041'fraq beneficiò di un condono di 30 mzliardi di dollari. Insufficienti sonopure i 50miliardi di dollari destinati dai G8, entro il2010, allo svtluppo dell'Africa. Secondo l'Onu, tale somma dovrebbe essere stanziata ogni anno per realiwre nel2015 gli obiettivi proclamati nel2000. Intanto le nazioni ricche sono lontanissime dal devolvere allo sviluppo del Sud del mondo lo O, 7% del loro prodotto interno lordo, promesso da decen- m: riaflennato solemzemente dai G8 a Genova e sempredisatteso. Oggi l'impegno dello O, 7% viene posposto al2015, allorchéalmeno i paesidell'Unione europea dovrebbero assolverlo. Nel 2001 i G8 avevano pure deciso di combattere l'Aids in A!rzca: un'altra promessa da marinaio, rilanciataaGleneagles. La verità è che, spesso, i G8non possono névogliono decidere, nétanto meno agire, ma solo «raccomandare», specialmentequando sono coinvolte istituzioni i11tefnazionali. I meeting dei G8 sono d;scutibili anche per il loro regolamento eper numero eidentità deipartecipanti. A Gleneagles, dove si intendeva portare alla ribalta l'A· /rica, i suoiven'portavoce erano pochissimt: DalG8 si dovrebbe passare al «Gtutti»:parola di Dionigi Tettamanzi ne/2001, arcivescovo Ji Genova. A llibiti dalla strage di Londra, i G8 non hanno otuto ignorare il terrorismo internazionale. ~ony Blairha dichiarato che bisogna elùninare le sue causeprofonde: la repressione non basta. Il premier bn'tannico lo ha dello anche perché, nelle uliime votaziom; ha rischiato di perdere la poltrona, dato il coinuolgirnentoarmato delkt Gran Bretagna in Iraq. La n'sposta militareadazioniterrorùtiche annienta vite in Iraq eAfghanistan, con una instabilitàchepotrà durare anni. Enecessaria t ma riflessione critica sugli attidi violenzaeingiustizia che alienano milionidi uomini e donne in tutto ilmondo. «La pace si costruisce giorno per giorllO nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustiziapiù perfetta tra gli uomini» Populorum progressjo 76). Noi abbiamo sempre creduto nella trattativapolitica e nel dialogo. Però tl dialogo non è praticabile con chi parla solo seminando morte e terrore. Maquesto non deve scoraggiare; ùwecedeve intensi/icore lo sforzo per interloquire con cht: specie nelmondo arabo e islamico, persegue cammini di convivenza, di equa ripartt~ zione de/te risorse (patrimonio dell'intera umanità), di solidarietà. Una i/ida gigantesco. Pare che persino GestÌ non fosse sempre solidale con glistranien'.A una madre, sirofeniCÙI, che glz' chiese di socco"ere la figlia indemoniata, replicò con arroganza: «Non è gtiiSio buttareaicani t1 panedei/igli». «È vero, Signore -replicò lo donna -. Ma i cam; sotto la tavola, non possono mangiare le briciole dei padroni?». EGesù fu sconfitto da «un'extracottmnitaria infedele» (cfr. Mt 15, 21-28). FRANCESCO BERNARDl

numero 9 • settembre 2005 ., anno 107 SOMMARIO In cope rtino: donna del Guatemalll Foto: Anbivio fMC O numero è stato chiuso in redazione 1'8 luglio 2005. La conseiiJlo alle poste di Torino è avvenuta prima d.el 7 settembre 2005. Ai]ettoti Negativo anche il buon Gesù? di Francesco Bernardi pagina 3 Dai lettori Cari missionari (L€ttere aMC) pagina 6 l l l .l Il TESTIMONI L'ALTRO MONDO Italia Ucraina Comunitario è bello l cetrioli di Natascia di Angela Lano pagina 10 di Francesco Bernardi pagina 21 Kenya Cuba Serafina Tutti uguali... ma alcuni di Silvana Merlo pagina 15 più uguali degli altri di Claudia Caramanti pagina 43 CoJombia Il mondo di padre Juan Guatemala di Paola Cereda pagina 16 Ricostruire la memoria per costruire la pace Italia di José Carlos Sonino pagina 60 Weekend all'inferno di Silvana Bottignole pagina 50

IL DOSSIER DEL MESE Reportage dal Fespaco (Burkina Faso) SETTIMA MUSA.•• AFRlCANA di Marco Bello pagine 27-42 RUBRICHE Chiesa nel mondo pagina 8 «Così sta scritto... » (7.a puntata) di Paolo Farinella pagina 48 Una sola madre terra «Homo turisticus» responsabile (2) di Silvia Battaglia pagina 52 Millennium Targets (4) di Valeria Confalonieri pagina 58 Messaggio Giornata missionaria mondiale pagina 66 Mondo in un libro di Benedetto Bellesi pagina 67 Fotogra6e (i numeri i!!diamo le pagine): Archivio El-Chicote (62,66) - Archivio lMC (10.18,57)- Beliesi (5,8,9,12,56,58,59,67} - BeUo (5) - BeiJucci (50-51) - Bonino (60,61,6.3,64,65,66) - Paola CcreJ a (4)- Comunità Ruah (4, 1.3) internet (24,3 1,41,53,55)- Paracchini (7) - Palias (6) - Pozzoli (18). l dati personali forniti dagli abbonati sono usati solo per le finalità della rivista. Il responsabile del loro trattamento è l'amministratore, cui gli interessati possono rivolgersi per richiederne la verifica o la cancellazione (legge 675/1996). l l l l L-- - Gli articoli pubblicati sono r-esponsabilità degli autori e non riflettono necessaria.mente l'opinione dell 'editore. -----, l l l .J Mensile del Missionari dello Consolato Fondato nel 1899 Direzione, redazione e amministrazione: Corso Ferrucci, n. l 4 - lOIJ8 Torino tet ·011.4.4ò0.400- f~ 011.4.400.459 ~ali; riv1sta@mlssion1collsòla~ohh,J$.it ~ito lnter~ www.missioniconsolataonlus.it Direzione: Benedetto Bellesl (direttore - .438) Francesco Bernatdi (dir-ettore resp.- .446) Glacom.o Ma:zz.otti (resp. rivista «AMICO» - .436. ) Redulone: Benedetto Bellesi {bellesi@missionariconsola.ta.it~ Paolo Moiola ~458) Ugo Pozzoli (.'192) Collabotatori: A.Antonelll, B.Balestra, S.Battaglia, M.Bello (dal 8urkinQ), S.Bottignole, S.Cafllani (dQ &fotd), C.Cararnantf, D.Casali. M.Cbìel"ici, G.Ch~. D.Dal Bon, P.Farlnella. Alano, M.Paglia.ssotti, RPescall, S.Petre>Yic, G.Sattin (medidno),l,lùbàldo Sito intemet: Paolo Molofa e Maurizlo Pa&Jia$$ottl Ari:hlvto fotOJRftco: franca. Fanton Grafico; Carlo Nepote Stampa:Tipografia Canale. Borgaro (Torino) Edl~: MissiONI CoNsoi.ATA ONW$ Amnùnistfatore: Guido fltipello, tel.O11 .4.400.447 Segreteria: p.Gfcwanni\lenwrint, tel. OIIA.400A39 utfido; tel. 011. ..400.4'47- fax 01 1.4•.f00.411 Conto corrente postale n. ll.40.51 .l5: .si rtncraziano vivamente. l lettori che sosteogoi'IO l'imPegno di formuione ed informazione di «MISSIONI CONSOtArA ONt..us». Tute! i contributi o offerte. sono detraibili dalla dlchlarulone del redditi. Sped. a.p;, L2. c.20.c.. le(&e 662196 App. ecc. -Aut. tt Torino - lS. 6. 48. prot. 79 Iscritto ,. naz.swnpa- CJS060 1/:J+M 17. l o. 91

Governo e guerriglia sullo stesso piano? Cari missionari, ho letto con interesse il servizio sulla Colombia (M C maggio 2005) . Credo tutta· via sia opportuno precisare un aspetto. Nell'articolo si parla di forti interessi economici per lo sfruttamento delle risorse naturali e introiti della coca, sia da par· te del governo che della guerriglia, ipotizzando che queste siano le vere cause della guerra. Questo approccio tende, a mio avviso ingiustamente, a mettere sullo stesso piano governo e guerriglia. Premesso che la lotta a~ mata e l'uso della violenza per risolvere i problemi è sempre sbagliato, non si deve dimenticare che tale lotta nasce da una situazione di profonda ingiustizia sociale (una ristretta oligarchia ricchissima controlla economia e politica, mentre 33 su 44 milioni di abitanti sono poveri), combinata con un'assoluta mancanza di reali prospettive di soluzioni democratiche. n governo colombiano ha tollerato e sopportato lo sviluppo di forze paramilitari che collateralmente all'esercito e ai oarcotrafficanti (finché sono stati utili) hanno usato la violenza indiscriminata sulla popolazione civile (con stragi di contadini, donne, bambini, sindacalisti, difensori dei diritti umani e giornalisti), per intimidirla e tutelare gli interessi di aziende e latifondisti, agendo nella più totale e scandalosa impunità (e/r. G. Piccoli , Colombta, ti paese dell'eccesso). Quando, dopo un acco~ do di pace, la guerriglia costituì un partito (Union Pa· triotica) per partecipare alla vita democratica, sospenMC l aettembre 2005 pagina 6 • • • m1ss1onar1 dendo la lotta armata fu sottoposta a un massncro continuo e impunito dei suoi iscritti e rappresentanti (media di l politico di Up ucciso ogni 19 ore per 7 anni, compreso un candidato alla presidenza nel '90, fino all 'estinzione totale), dimostrando come la Colornhin sia solo formalmente una democrazia, anche se i nostri governi la considemno tale solo perché vi sono «li· bere» elezioni. P.S. Complimenti per gli interessantissimi dossiers su giovani ed anziani. Da no Se/vaggt Trapttm La situazione della Colombia è rnolro compless~. Abbiamo sempre denunciato la mancanza di vera democrazia e le ingiustizie sociali . contro cui sono insorti i movimenù rivoluzionari . Om. però, gli ideali dci va· ri gruppi guerriglieri non corrispondono più a quelli delle origini. Anche noi salutiamo padre Stefano Carissimi missionari, attraverso Missioni Consolata ho imparato a conoscervi di più e apprezzare il vostro impegno e lavoro nel mondo. Intanto voglio salutare padre Stefano Camerlengo col quale ho fatto qualche pezzo di stradn nel Salento, quando lui lavorava a Galntina: auguri per il nuovo incarico. La vostra rivista è diventora impegnativa e appre'l· znbile: spero con voi che aiuti a far maturare tanta disponibilità nelle persone perché possiamo coUaborare nel dare un volto gioioso e umano a questo mondo. Mi ha fatto piacere sape· re che in Colombia qualcuno sta percorrendo questa strada, pagando anche di persona, perché chi vuole imporre le proprie idee con la forza non tollera chi amn la libertà e Ja giustizia. Quanto sarebbe opportu· no gridare forte forte che i pacifisti, i nonviolenti non sono quelli che urlano nelle piazze (a volte serve anche qualche manifestazione), ma quelli che scelgono di vivere accanto ai più poveri e cercano con loro sentieri ~j pace, sviluppo, giustizia. E bello leggere la storia di tanle persone che costruiscono strade, ospedali, acquedotti, scuole: questi sono gli operatori di pace e meritano tutta la nostra stima, sostegno, preghiera. n mondo diventa più triste quando vengono uccisi o subiscono violenza, ma guoi se non sentissero la nostra solidarietà, che vie· ne dal vangelo... Filippo Gervasr (LE) Gli anziani: un valore aggiunto Cari missionari, nel giro di una settimana ho letto quasi interamente il fascicolo di maggio di Missioni Consolata, che considero forse la migliore tra le tante riviste missionarie oggi esistenti. La giudico completa per l'attenzione alla realtà mondiale, coraggiosa, senza scadere negli estremismi ideologici, aperta alla collaborazione di giornalisti laici. Per cominciare, la figura profetica (e santa) di Romero mi affascina, tutte le volte che viene tratteggiata. Peccato che non abbia mai trovato chi con strisdoni e voce gagliarda gridasse «santo subito». Se la chiesa non santifica Romero, chi merita di salire agli onori degli altari? Ritengo indispensabili le due pagine dedicate alla spiegnziooe della sacra scrittura, tenendo conto che noi cattolici, laici soprattutto, mastichiamo a fatica il Primo e il Nuovo Testamento. Don FarineUa svolge in modo egregio questo compito. D <•dossier anziani» merita di essere riletto più volte, per la sua importanzn e le riflessioni che provocn. Queste sono le mie. • Si insiste nell'indicare iJ 65° anno di età come inizio dell'anzianità: sembra un'età ancora «giovanile», se è vero che in questi ultimi 30/40 anni la salute (e la longevità) è migliorata parecchio... · Circa la chiesa, le nostre parrocchie: non mi pare che si valorizzi molto la <•terzn età» (non lo dico per polemica o per rivendicazione di potere). Dico che oggi una persona a 65 anni è ancora produttiva, creativa. Perché non tene.rne conto? .n costo delle badanti mi pare alto. So che qualcuno versa fino a 3 milioni (di vecchie lire) per una prestazione mensile, sia pure a giorni pieni, 24 ore su 24. · Perché non vogliamo imitare i primi cristiani (che pure nvessero tutto in comune) e non pensiamo (a una certa età) a convivenze trn fratelli e sorelle e non (vivendo come tra &atelli e sorelle, ovviamente)? - Certo la soluzione prospettatn da ricoveri tipo

(&relle per i poveri» (p11g 32134) è ottima, da incrementare, moltiplicare, visti gli attuali costi impervi di troppi ricoveri, ammesso che l' uomo d'oggj e di domani s i trovi a suo agio in soluzio ni del genere? ·Ritengo l'articolo di L. del Piatto, «Se non incontro lo specchio...», meritevole di figurare sulle anto· logie per i nostri studenti. • Per finire: tutte le riviste missionarie ci portano in casa situazioni di fame, malattia, violenza, guerre... (purtroppo trascurate dalla tv). Mentre sto cenando, come posso digerire la notizia che un certo Bonolis ha firmato un accordo con Mediaset con cui inta· scherà 24 milioni di euro in tre anni? Mi auguro che almeno qualche briciola il fortunato presentatore la devolverà per quelle terribili condi zioni . Ambrogio Vismara Cuggiono (M I) Grazie per le stimolanò considerazioni . Vogliamo sonolinearne solo una: valorizzare di più la «terza età» non solo in parrocchi a, ma anche nelle missioni. Arale proposito scgnnliamo la testimonianza dei coniugi Paracchini in Rwanda: <<Chiamati all ' JJ • ora» (M C. settembre 200-1 e ppmaw 2005, p .l). Sdentology risponde Egregio direttore, intanto la ringrazio per a· vermi ricevuto; come ho avuto modo di esprimere durante la mia visita, in qualità di responsabile del - le relazioni esterne della chiesa di Scientology diTorino, siamo davvero addolorati dall 'articolo pubblicato sul numero di aprile della vostra rivista in merito alla chiesa di Sciento· logy. Per motivi esdusivameo· te dovuti allo spazio concessoci, non è possibile replicare punto per punto alle informazioni , opinioni e affermazioni riportate. Restiamo comunque a dispo· sizione per fornire fatti e ampia documentazione. Non intendiamo annoia· re i lettori, né si intende en· trare in polemica con chi ha scritto l' articolo, con lei o con l'editore. Dobbiamo però dire che non siamo stati contattati dall' autore. n «Viaggio-inchiesta tra i "nuovi" culti>> di Maurizio Pagliassotti, non è appro· dato a noi; forse da qualche altra parte. Quando u· no scrittore racconta di luoghi in cui non è s tato, l' idea che ne risulta sarà molto probabilmente parziale se non, come in ques to caso, distorta. A ques ta streguo possiamo solo schematizzare co· me segue ciò che abbiamo da dire: l · A Torino s iamo una co· munirà che conta alcune centinaia di persone. 2 • n numero di fedeli che la chiesa cattolica sta per· dendo (se ne sta perdendo) a causo dello crescita della religione d i Sciento· logy nel mondo è del tutto trascurabile. Tutti gli scien· tologhi pagano le tasse, collaborano con le isti tu· zioni, con oltre associazio· ni e chiese e la maggior parte di loro, incluso il sot· toscritto, non rinnegano le loro origini cristiane né l'appoggio alla chiesa cat· tolica. Moltissimi sciento· loghi, in precedenza, non avevano mai aderito a una religione in quanto praticanti . 3 · Le mete della chiesa di Scientology sono <(una ci · viltà senza pazzia, senza criminalità e senza guer· re•>. D filosofo e umanita· rio L. Ron Hubbard ha promosso attivamente, fat· tivamente e quotidianamente il r ispetto e la colla· borazione reciproci tra persone, rozze e religioni differenti, attraverso l' accrescimento della consapevolezza e del senso di responsabilità dei singoli indi vidui . Questo impulso è stato raccolto dagli sciento· loghi e di fatto ciò s ta avvenendo in tutto il mondo. Chiunque lo voglia potrà overe conferma diretta e personale di tali attività. 4 . n fatto che esistano persone e siti che si oppongo· no non giustifica il tentati· vo di sminuire le nostre reali inten zioni e azioni, ponendo l'accento solo sul· le controversie da questi a· limentate e non significa che le nostre intenzioni e a· zioni siano quelle eviden· ziate dai nostri detrattori, forse un cen tinaio, dato che quelle dei sostenito ri, qualche milione nel mon· do, non vengono neanche presi in considerazione. 5 · Solo per fare un escm· pio, il fatto che iJ metodo laico di riabilitazione dalla droga sviluppato dallo stcs· so Hubbard abbia Ietterai· mente salvato la vita a oltre 250.000 persone, quasi distru tte dalla tossicorupendenza, non ha riempito le prime pagine dei giornali, ma è un fatto facilmente ri· scontrabile e documentabi· le che meriterebbe un arti· colo a sé. Naturalmente non lo ch iediamo, altrimenti veniamo tacciati di volerei fare pubblicità. Det· to per inciso, non divulgare un qualcosa che può salvare la vita a moltiss ime persone è come lasciarie mori· re. 6 · Lo chiesa di Scicntology offre una grsmde quantità di libri gratuiti aJJe biblioteche ed è possibile farsi u· na idea di cosa sia Sciento· logy e metterla in p ratica senza sborsare un euro , senza necessariamente avvicinarsi a una sede. Per chi intende venirci a trova· re sono disponibili servizi e/o pubblicazioni gratuite e una biblioteca interna. Chi contribuisce economi· camente, in base alle pro· prie possibilità, lo fa per· ché intende sostenere la sua chiesa che diversamente non potrebbe esistere dato che non usufrui sce di alcun fmanziamento pub· blico di nessun genere. Le attività che vengono svolte sono caritatevoli, a carattere religioso e senza fini di lucro, secondo le leggi vi· genti degli stati in cui è presente {oltre 130). Pagliassotti conclude riferendosi a una «colluvie di studi pro e contro» il no· stro movimento. Su questo punto siamo d'accordo. Si tra tta di una colluvie, ossia una «quantità di cose sudicie e putride per lo più liquide» (Dizionarto Caruml t della Lingua ltalwna) . Non converrebbe liberarsi daJJa colluvie, che causa confusioni, pregiudizi, dubbi, odio ingiustificato e conoscersi meglio? Giuseppe Cicogna u/ficro relazionr esterne chiesa diScienlology (fO) Prendiamo arto degl i a· spetti positivi del movimento di Scientology. Vorrei precisare che, prima eli scrivere l' articolo con testato, l'au rore ha coman aro la sed e eli ScientoJogy di Milano. MC l 1ettembre 2005 pogino 7

a cura di Giacomo Mazzotti BUENOS AIRES -ARGENTINA RIPENSAMENTO SUGU EBREI PERSEGUITATI I l governo di Buenos Aires ha uffidaLn~te annullato la cosiddetta «CJicolare 11», un decreto firmato l'll luglio 1938 dall 'allora ministro degli esteri, José Maria Cantilo, che vietava l'ingresso in Argentinaagli ebrei perseguitati dal regime nazista. TI decreto, a suo tempo inviato in tutte le ambasciate argentine all'estero, era cadutonel di.Ulenticatoio e la sua esistenzaera stata ri - velata solo nell998 da Beatriz Gurevich,membro di una commissione incaricata di studiare le attività dei nazisti in Argentina. L'esecutivo di Buenos Aires, sette anni dopo la scoperta del documeoto, ha infine abrogato la norma, gesto salutato dall'apprezzamento dei quasi 250.000 ebrei argentini e daUe comunità di molti altri paesi. (Misna) SYDNEY • AUSTRAUA , NUOVA UNIVERSITA CATTOUCA ' . E stato il card. GeorgePeli a benedire, in una solenne ceri - monia tenutasi il 9 giugno scorso, la posa della primapietraper la nuova Università cattolica Notre Dame, che sorgerà a Sydney e avrà corsi di lettere, scienze dell'educazione, economia, legge, scienze infermieristiche; secondo i piani, dovrebbe aprire ufficialmente nel2006. L'Università di NotreDame esiste già in Australia orientale dall989, con due campus aFreemancleeBroome, con oJtre 5.000 studenti iscritti. Il nuovo ateneo aSydneysaràcofinanziato dal governo e dall 'arcidiocesL La costruzione di una nuova università conferma la qualità dell'istruzione offerta dalla comunità cattolica australiana, che attira le famiglie, al di là della religione. È un riconoscimento che premia l'impegno della chiesa australiana nel settore dell'istruzione; infatti, il numero degli studenti non catto.lici iscritti continua a MC l settembre 2005 poglno 8 ~ ~ :Hdm~~if~ crescere. Delle scuole e università cattoliche è apprezzata la serietà, la qualità del corpodocente, le struttur~ e, so~rattut~o, il bagaglio di valon morali che st cerca dl trasmettere. (Fù:les) MANILA - FIUPPINE lA SCOMPARSA DEL CARDINALE SIN I l card.Jaime Sin, arcivescovo emerito di Manila, è morto il 21 giugno scorso. Dì origine cinese, 77 anni, soffriva da tempo di diabete e di problemi ai reni che lo costringevano alla dialisi. A causa della sua malattia, non ha potuto essere presente aRoma per il conclave che ha eletto il papaBenedetto XVI e, pur essendosi ritirato nel2003, era ancora molto popolare. Nel febbraio 1986, era riuscito a radunare milioni di 6lippini per formare una barricata umana sulla più importante arteria della capitale. n grande raduno aveva dato inizio a quella cbe è stata definita la«Rivoluzionedel rosatio>>. La barricata umana doveva servire a proteggere300soldati e generali ammutinati alla dittatura, che stavano per essere attaccati da.i carri armati di Marcos. Di li a poco Marcos dovette fuggire, aprendo la strada all'ascesa di Corazon Aquino. (Asia News) SHANGHAI •CINA Il.. PRIMO VESCOVO NOMINATO DA ROMA G iuseppe Xing Wenzhi, 42 anni, è stato ordinato vescovo ausiliare di Shanghai e il prelato ha detto pubblicamente di aver ricevuto ]anominadalla Santa Sede. Io futuro, il neovescovo po· trà prendere il posto di mons. Aloysius Jin Lux:ian, ormai quasi 90enne e molto ~alato. Con q_uesto gesto, ~ governo cmesespera di trovare un nsanamento alla spaccatura esistente &a chiesa «sotterranea» e quella ufficiale. Per il governo cinese, accettare un vescovo riconosciuto dalla Santa Sedesignifica mettere un unico punto di riferimento per le comunità ufficiali e sotterranee. L'accettazione di un vescovo nonùnato dalla Santa Sede rappresenta unguadagno anche per il Vaticano, perché Pechino riconosce che il rapp01to del Vaticano con un vescovo non rappresenta un'intromissione indebita negli affari ,interni della Cina e non mina Ja sicurezza dello stato. La nomina congiunta è una vittoria per i cattolici cinesi: negli ultimi anni i vescovi nominati dal governo, ma non da Roma, sono stati sempre più emarginati e persino derisi dalle comunità cristiane, che rifiutavano di paLtedpareallelorocerimoniee perfino ai loro funerali. (Asza News) HARARE· ZIMBABWE CONTRO GIJ SFRATTI SENZAPIETA C on il titolo <<TI pianto dei poveri», la Conferenza episcopale dello Zimbabwe ha diffuso una lettera pastorale in cui si: denuncia la brutalitàcon cui.leautorità banno portato avanti Hprogetto di demolizione di baracche e la situazione di abbandono in cui sono rimaste numerose famiglie. «La pretesa di giustificare l'operazione con motivi di ordine pubblico è totalmente infondata eli fronte ai mezzi crudeli einumani chesonostati usati per ponarla a termine. Le persone banno diritto a un riparo e questo è stato deliberatamente distrutto nel corso dell'operazione, senza alcun preavviso», hanno denunciato i vescovi. Secondo i presull, anche se <<tutti desideriamo il rispetto dell'or-

dine», prima di procedere all'operazione di demolizione e di blocco dd commercio illegale era necessario trovare alloggi e fonti alternative di guadagno. «Condanniamo la grave ingiustizia arrecata ai poveri>>, hannoscrino... (Fùles) KISANGANI · CONGO UNSINODO ALMOMENTO GIUSTO Gioia e soddisfazione ha suscitato nella chiesa africana l'annuncio di papa Benedetto xvr di confermare la convocazione di un Sinodo speciale sull'Africa, inizialmente deciso dal suo predecessore Giov~mni Paolo Jl: «È una notizia che ci rallegra molro>> ha detto monsignor Laurem Monseng\vo Pasinya, presidente della Conferenza episcopaledellaRepubblica democratica dd Congo e arcivescovo di Kisangani. «Arriva al momento giusto poiché, come indica il papa sot tolineando il tema della riconciliazione, ci permette di studiare e fare le scelte Riù ade~ate per la soluzionedei conflitti, delle violenze interne, ma anche di quelle originate dall'esterno, che tanta sofferenza infliggono all'Africa>>. <Jl nostro impegno è diretto ad aiutare la grande famiglia di Dio a riconciliarsi, fratello con fratello>)- ha continuatomonsignor Monsengwo, sottolineando die la chiesa «è sempre stata attenta al destino dell'Africa, trascurato invece da molti governi>>. L'annuncio del papa dà un ulteriore segnale sulla sua volontà di seguire la via indicata dal suo predecessore Karol Wojryla, che tanto ha insistito nel richiamare gli sguardi del mondo sul continente dimenticato. (Misna) BETLEMME • PAlESTINA LE «RADICI» IN UNA NUOVARMSTA ' E stato presentato il 7 gjugno scorso, a Betlemme, il primo numero di ]uthouruna (nostre T re missionari Impegnati o favore del poveri edegli fndlos In America Latina sono stalllnslgnltl da onorificenze attribuite dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciompi. «Per l grandi meriti ooqulsltlln campo sociale eumanitario)) è stato assegnato il titolo di cavaliere dell'Ordine dello Stella della solidarietà Italiana (Ossi) a padre Franco Violetto, missionariocomboniano, do 33 anni attivo InBrasile al servizio degli ulllml edegli esclusi. In uno cerimonia all'ambasciata Italiana di Brasilia, è stato ricordato Il suo Impegno missionario, che ha pennesso la nascita di 40 piccole cooperative agricole, della «Esco/a familia agrariO» -uno scuola per l ftgli del contadini e del nativi - e del Centro di fonnozione per l ragazzi poveri ea rischio. In occasione della festa della Repubblica del 2 giugno, Ciampi ha Insignito del titolo di «UfTiclale»anche suor Anna D'Angela. salesiona, impegnato nell'accoglienza di oltre un migliaio di bambini, ogni giorno, Inuno struttura nella cosiddetta Clté Militare, estrema periferia di Port ou Prince, la capitale di Haitì. Lo stesso titolo di «UfTiciale» è stato conferito dal presidente anche a padre Giuseppe Zanordlnl, soleslono di origine bresciana, ingegnere, do anni Impegnato In Paroguay, che negli anni scorsi avevo vinto anche Il «Premio per la pace» dello Regione Lombardia. Dal 1982, ha attivato una scuola tecnico, facilitato la costruzione di villaggi per famiglie povere con Infrastrutturegestite In modo comunitario e ha promosso l diritti degli fndios ayoreos, aiutandoli anche nella stesura dello primo grammatica nella loro lingua. radici ), la rivista dei giovani palestinesi cristiani. <<Fmalmente ce l'abbiamo fatta, dopo tanto tempo di preparazionee lavoro» -ha detto con soddisfazione Charlie Abu Saada, direttore di]uthouruna. La nuova rivista è stata ufficialmente presentata soprattutto ai giovani cristiani, visto che sono loro gli interessati e i destinatari dj questa iniziativa. È stato propdo un giovane a offrirla ~ suoi coetanei in una festa, dove sono intervenute autorità civili e religiose. «Chiediamo la preghiera pernoi, per poter avere la forza di continuare in questa nostra missione - ha detto Charlie Abu Saada -. Speriamo di poter seminare la speranza e la forza nei giovani, per poter dire no alla tentazione, no all'odio, no alla guerra». (Fides) cmÀ DEl VATICANO PER LA UBERAZIONE DEu.E DONNE DI STRADA S i è celebrato a Roma, nei giorni 20-21 giugno, il primo incontro internazionale di pastorale per la liberazionedelle donne di sttacla, promosso dal Pontificio Consiglio della pastorale per i migrantic gli itineranti. Vi hanno partecipato una cinquantina di rappresentanti di conferenze eplscopali, congregazioni religiose, associazioni e istituzioni, provenienti da 24 paesi, prevalentementeeuropei, ma conpresenze anche latino-americane. africane, asiatiche. Scopo dell'incontro è stato quello di coordinare le forze già impegnate in prima linea ad aiutare pastoralmente Je donne in condizioni di difficoltà. Gli aspetti del p roblema vanno dal dramma della prostituzione, dello sfruttamento, al traffico delle donne e al turismo sessuale. D fenomeno coinvolge ogni anno un milione di persone, con donne e bambini in situazione di maggior rischio, provenienti da paesi in via dì sviluppo. In Italia si calcola esse siano 40.000, di cui 4.000 minori e moltissime extraeuropee. (Fides) MC l ••ttembre 2005 pagina 9

A lessandro e Simona, AJbeno c Sandra, Antonio e GabrieJIa, Manfredo e Alessandra sono seùuti nella grande cucina di uno degli appartamenti dellH <<CO· munirà-famiglia>) Ruah, a U1 Loggia, nella seconda cintura torinese. Tutt'intorno corrono e giocano i lo ro figli. Hanno acquistato una grande cascina e l'hanno ristrutturata con gusto ricavandone alloggi, separati da pone comunicanti, per ogni nucleo familiare. Sono tutti sui 34-35 anni, cordiali, simpatici, colti: uno è laureato in Fisica, l'altra in Lingue straniere, Un numero crescente di famiglie vivono insieme, felici, con sobrietà ein spirito di solidarietà econdivisione: una risposta al bisogno di «umanità»euna sfida controcorrente all 'individualismo, egoismo emode consumistiche. un'altra in LeJ!~e. una fa la grafica pubblicitaria, l'altro l'imprenditore, ecc. E si sforzano ili essere coerenti con i principi evangelici e le sccl rc comunitarie. Stantio insieme a loro s i respira crcativit::•e fraternità, uno stile di vi - tu semplice e rivoluzionario allo stesso tempo. «Abbiamo acquistato la nostra cascina qualche anno fa - racconta Alessandro -in "proprietà indivisa", cioè con la condivisione rorale della casa, dunque anche dei debiti. Volevamo sentirei uniti nella povertà. Siamo quattro famiglie c una suora laica. Ognuno di noi lavora all'esterno, ma passian1o molta parre del tempo libero insieme: ci aiutiamo nella gestione dei fìgli, dell'ono e delle abitazioni, c ci ritroviamo alla sera per la preghiera. Tutti insieme partecipiamo alle spese. Per i bambini, poi, è una ricchezza enorme. Alla base della nostra scelta c'è la fede: ci eravamo conosciuti agli, inconui di Taizé c in parrocchia. E stata una "chiamata'': d accomunava la voglia di aiutarci e di aprire la nostra vi ta a persone con problemi. Uno dei nostri ob iettivi era quello di provare ad awicinare geme che non sarebbe mai entrata in chiesa». «Anche suJ lavo ro cerchiamo di portare concretamente la nostra testimonianza- continua Alberto - c il nostro impegno verso la famiglia e la comunjtà: la fedel tà al Cristo, alla propria moglie o marito e alle scelte di condivisione e solidarietà, sono aspetti fondamentali della nostra quotiilianità.lmportame è anche la sensibilizzazione su rematiche reli - giose, economiche e sociali. Cerchiamo di dimostrare concretamente che un altro modo di vivere è possibile. E rende feli ci». Tra di loro banno deciso di non fa rsi regali: i soldi vengono destinati a progetti di sviluppo. «MICRO» CONTRO «MACRO» Le comunità-famiglia sono in «COntro-tendenza» rispetto all'indi - vidualismo e rappresentano un segnale di cambiamento radicale negli o rientamenti esistenziali di un numero crescente di coppie c di single. È la scelta di un presente e di un futuro più umani e sosten ibili , meno consumistici ed egoistici, lontani dai modelli trendy, quanto fals i e deprimenti, veicolati dalla pubblicità, J ai salotti tv e dai reality show. Elementi base dell'economia comunitaria sono la condivisione dcgli spazi abitativi, della terra d a coltivare (ùalla quale si ricavano ~ùcuni prodotti naturali da portare in tavola), delle spese; la collaborazione nella cura e nell'educazione dei figli; la frugalità; la solidarietà; il rispetto della natura e, per molti, la preghiera. Una versione moderna c non autoritaria della vecchia famiglia patriarcale. Scrive, infatti, Sara Om~1 cini in Le comumtà di/amtglie1 : «Nel passaggio dalla famiglia trad izionale a quella moderna e a quella postindusrriale, la privatizzazione è stata caratterizzata dalla ricerca di un ambito di vita rehuivnmcnte "chiuso" al mondo esterno, in cui promuovere o preservare un particolare stile di vita, prima w un ceto sociale, poi della singola famiglia ... La famiglia patriarcale estesa era in grado di diffondere nel tessuto sociale capacità organizzativa, senso del dovere collettivo, abitudine alla collaborazione e alla solidarietà. Il familismo, invece, impedisce la costruzione di rapporti di fiducia trasparenti e inibisce altre forme di vita associativa... È ovvio che se la famiglia ha mantenuto pochi rapporti con il mondo esterno, nel bisogno non sa a chi rivolgersi e situazion i relativamente difficili s' ingigantiscono, perché la famiglia vive una forte soli tudine>>. Le «macrofamiglie», dunque, rispondono a esigenze eli «unità>>, di ritorno al <<comunitario», di accoglienza. Ma anche di sostegno concreto: i prezzi dei prodotti alimentari che sono saliti alle stelle, il pQ[ere d 'acquisto degli stipendi ormai sempre più debole, la mobilità el'instabilità del mercato del lavoro, l'ascesa senza limiti dei costi degli affitti, le boUette di gas, luce e telefono, un tempo considerati «servizi» ora diventati «beni di lusso)>, e così via, spesso rendono angosciante e precaria la vita dei nuclei familiari, che non hanno più ammortizzatori sociali né sponde a cui aggrapparsi. «Insieme riusciamo ad abbattere le spese - raccontano, infatti, Michele, Vittoria e Luca delia fraternità del Cisv, a Reaglie, nel torinese - e possiamogaranti re la disponibilità a tempo pieno di uno eli noi nelle attività della comunità». La scelta di vivere insieme offre, dunque, quella w tela che lo statO italiano non garantisce più. Si tratta di una tendenza che va di pari passo con una realtà economica, sociale e culturale sempre pitl problematica. Un ritorno all'economia di villaggio, di sussistenza, eli scambio. Il «micro» contro il «macro>) della globalizzazione neoliberista che affama e amplia il divario tra il ricchissimo e il poverissimo e annulla. depauperandoli, i ceri mcdi. «Ciò che stanno tentando di fare le comunità di famiglie è analogo a quanto fecero le comunità monastiMC l ••ttembre 2005 pagina 11

MC l Jettembre 2005 pagina 12 che nel periodo della fine dell ' impero romano. Potevano sembrare realtà marginali; eppure hanno elaborato e diffuso una nuova cultura, che ha inciso profondamente nella formazione dell 'Euro pa. Oggj, quasi in silenzio e senza far notizia, sorgono ovunque movimenti Ji comunità di famiglie. Crescono a macchia d 'olio e, pur con caratteristiche diverse, rispondono al. bisogno di "umanità" che rutti avvertono>l . Francesco Gesualdi {a sinistra), fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano di Pisa, comunità ispirata all'insegnamento di don Lorenzo Mi/ani (sotto) . COMUNITÀ V!LlAPIZZONE, MJLANO Fondata a Milano da Enrica e Bruno Volpi negli anni Settanta, è una grande cascina in cui vivono in «condominio solidale» una sessantina di persone e alcuni gesuiti. Tel 02-3925426 - comvillapizzone@tiscalinet.it FRATERNITÀ Crsv, TORINO. Sono attive tre comunità: a Reaglie, Sassi, Albiano. I primi nuclei comunitari risalgono agli anni '60. Tel 011-8981477 - www.cisv.org IL FORTETO, DICOMANO NELMUGEllO, FIRENZE È nato nel 1977 da un gruppo di 30 giovani influenzati dagli ideali di don Milani. Ora sono un centinaio di persone, tra adulti e ragazzi. Si occupano dell'accoglienza di minori e hanno un'avviata azienda agricola. Tel 055-8448376 - www.ilforteto.it COMUNITÀ MAMBRE, BuscA, CUNEO Nata nel 1977, si occupa di accoglienza, fede, animazione socio-culturale e della Scuola di pace. Tel 0171943407 - mambre@lillinet.org COMUNITÀ RUAH, LA lOGGIA, TORINO Sono quattro famiglie che vivono in una grande cascina in campagna e condividono momenti di preghiera, semplicità nello stile di vita, accoglienza, solidarietà e serate di discussione. Tel. 011-9627372 CENTRO Nuovo MODELLO DI SVILUPPO DI Ve cCHIANO 01 P!sA La comunità di famiglie fondata nel 1985 da Francesco Gesualdi, allievo di don Milani. Tel 050-826354 - www.cnms.it Esiste inoltre una rete di circa 200 nuclei familiari sparsi tra Lombardia, Piemonte e Toscana in collegamento fra loro, che si riuniscono periodicamente: è l'AcF, L'associazione comunità famiglie. www.acf.org. RIVE è la rete che collega una cinquantina di villaggi ecologici presenti in Italia, tra cui La Comunità degli Elfi , Alcatraz e Damanhur. www. sostenibile.orgjrive DOVE ECOME Se ne possono incontrare in Piemonte, Liguria, Lombardia, Toscana e al tre regioni: alcune sono organizzate in reti, come queUe affiliate all 'Associaz.ione comunità famiglia (AcO, che hanno alle spalle lUla lunga storia di volontariato e di condivisione. Altre sono esperienze di

piccoli gruppi. Parallelamente, al - cune hanno una forte carauerizzazionc ecologica, come la comunità creata da Giannozzo Pucci a Fiesole, che pubblico la rivista italiana J.: Ecologist, dedicato ai remi ambientaU, oppure come gli «ecovillaggi» (il «Villaggio verde», «Comunità degli Elfi» d i Sambuca Pistoiese, «Upachi», «Anande», ecc.), spirituale e/o rel igiosa e radicale, cioè, di rifiuto di ogni strumento tecnologico e conswnistico. E altre che si contradd istinguono per la pratica della nonviolenza, come le comunità de <<L'Arca di Lanza del Vas tO>>. Complessivamente sono diverse centinaia: il livello culturale delle persone che vi fanno parte è alto, così come la consapevolez7.a e la sensibilità ai piccoli c grandi problemi che affliggono l'umanità vicina e lontana. L'età degli adulti oscilla rra i 30 e gl i over 50. Le residenze sono, in genere, vecchie cascine ristrutturate, abbazie sconsacratc, ville d'epoca c castelli concessi in comodato gratuito, condomini ribattezzati «solidali». Quas~ semJ?re in mezzo al verde c all'ana pulita. Lo loro scelta di convivenza non significa assenza di privacy: nella maggior parte dei casi, infatti , ogni nucleo familiare ba un proprio spazio privato e i momenti comuni tari vengono rappresentati dai pasti, momenti eli preghiera, incontri, spesa, lavoro agricolo c volontariato. Non si tratta di un revival delle «comuni» degli anni '60 e '70, anche se, ad esempio, le «fra te rni tà>> del Cisv, un'organizzazione di volomariato di Torino, la comuni tà <<Mambre» di Cuneo, quella di ViUapizzone di Milano, il «Forteto» di Dicomano nel Mugello, sono nate proprio in quel periodo. COLLANTE SPIRITUALE La componente spiritual<.: è sentita come un colJante in molte esperienze comw1itarie, perché ritenuta essenziale per il superamento di difComunità-famiglia «Ruah» di La Loggia, Torino. ficoltà e momenti di crisi: <<Numerosi esperimenti cJj vita comune degli anni '70 sono falliti - sottolineano le famiglie deUa comunità di Mambre, a Cuneo -, lasciando un senso di frustrazione e incompiutezza. c alla base di determinate scelte c'è invece w1a forte fede e ideaU ben radicati, anche gli ostacoli sono più facilmente superabili>>. «La nostra realtà - spiegano Anna e Piero, della comunità "Nibai" di Cernusco suJ Naviglio, in provincia di Milano · è nata sulla scia di un'altra esperienza: una cooperativa di frate rn ità con comunità residenziale, che agiva sul territo· rio. l primi anni sono stati di sperimentazione su principi-base, come il des ide rio di creare un ambiente concreto dove maturare un cammino di fede profonda, la solidariedt c l'apertura verso gli altri, l'accoglienza sul territorio. Seguiamo le linee guida della comunità MC l n ttembt-e 2005 pagina 13

storica di Villapizzone, quella di Bruno VolpP. Ora siamo un 'associazione dl comunicò-famiglie. I nostri pilastri sono l'accoglicnza,la condivisione dei beni e la spiritualità. Ci basiamo su un 'economia frugale: stiamo attenti a ciò che compriamo». Sùli di vira e di consumo, dunque, fondati su quell'essenzialità che, nella fiJosofia delle comunità-famiglia, contribuisce a una trasformazione <<dal basso» dei sistemi economici e sociali. Questo è pure il messaggio che, dagli anni '90, lancia il «Cenuo nuovo modello di sviluppo» di Vecchiano di Pisa, creato da Francesco Gesualdi, allievo di don Lorenzo Milani. Esso è nato proprio dalle scelte «radicali» di un gruppetto di famjglie che, dal1985, vivono insieme in un grande cascinale toscano. «Per quelle strane combinazioni della vita- racconta Gesualdj -, uovammo persone che avevano la nostra stessa visione del mondo. E decidemmo di creare una comunità di accoglienza. Erano gli anni '70, un momento particolare della storia contemporanea (c'erano i movimenti hippy, le comuni), anche se noi non ci innamorammo del comunitario fine a se stesso, ma della possibilità dj mettere a frutto i nostri progetti e i nostri sogni. Volevamo coinvolgere la famiglia come istituzione, spezzando il cliché per cui essa era un intralcio al lavoro dl cambiamento sociale. Decidemmo dunque di vivere insieme in w1a casa sufficientemente grande, perché ogni nucleo familiare potesse avere ipropri spazi privati e alcuni luoghi di condivisione comuni a tutti. Insomma, doveva essere un luogo dove potenziare il nostro in1pegno: la nostra, infarti, era una scelta politica nel senso più ampio del termine... Jl Centro è naro per ricercare e analizzare le cause profonde che generano emarginazione c impoverimento, per definire JeUe strategie di difesa dei diritti degli ultimi e ricercare nuove formule economiche in grado di garantire a tuni gli esseri umaru la soddisfazione dci bisogni ma nel rispetto dell'ambiente. Srudiamo le cause del sonosviluppo e le traduciamo in un linguaggio accessibile a rutti, anche a chi non ha strumenti culturali adeguati»~. MC l HtNmbre 2005 pagina 14 MENSA «ALLARGATA» La comunità del Forteto', a Dicomano nel Mugello, è un'altra di quelle che resistono tenacemente dalla fine degli anni '70. 1 suoi 33 soci fondatori ne sono ancora pienamente parte da quasi 30 anni, da quando, cioè, giovanotti pieni di sogni e ideali si buttarono in quest'esperienza di condivisione e lavoro. Insieme avevano anche dato vita a una cooperativa agricola, che ora è tra le più importanti deJ Mugello e distribuisce prodotti alimentari in tutta la Toscana. Il nucleo originario, mano a mano, si è allargato, a seguito dei matrimoni, nasdre, figli in adozione e affidamento: ora sono 100 persone e la loro mensa è davvero «allargata». «Siamo rimasti in piedi fmo a oggi- spiegano due dei fondatori, Luigi Goffredi e Luciano Barbagli - perché ci siamo trovati bene. Eravamo quasi rutti vecchi amici, cresciuti respirando l'aria di don Milan i e di padre Balducci. Forre è stata anche l'impronta di Giorgio La Pira. Il fi - lo conduttore che ci legava era lavolontà di costruire relazioru che potessero continuare nel tempo e producessero accoglienza. I primi 15 anni sono stati duri~ i soldi erano pochi, ma il desiderio di lavorare era grande. Avevamo creato un'azienda agricola che d permerteva di essere autosufficienti e di mantenere le nostre famigUe e i ragazzi che ci venivano affida lÌ dai servizi sociali, e per i quali non volevamo assegni di mamernmento. Il legame affettivo e ideale ci ha permesso di superare le difficoltà. BlBUOGRAFlA La componente "fede" era relativa: i nostri pilastri erano l'amicizia, l'uguaglianza, gli ideali milaniani (che appassionano credenti e non credenti), e la nostra determinazione a metterU in pratica. L'identità familiare di ogni singolo nucleo è sempre stata fo11e, seguita dal confronto comunitario. I nostri figli sono cresciuti insieme: la socializzazione è un'attività vitale per i ragazzi. Ora siamo tantissimi: i nostri momenti di convivialirà sono a pranzo e a cena. AUa sera ci ritroviamo per discutere, prendere insieme decisioni, proprio come facevamo agli inizi quando ci si riuniva per organizzare il lavoro dei campi o la raccolta dei prodotti. Da allora ci è rimasta questa buona abitudine». F ondamentale, per tutte le comunità-famiglia, forse, è la convinzione che quello della condivisione sia un percorso necessario per il futuro di lm'umanità solidale, ~~~~ interdipendente e corresponsabile. Norr l Edizioli San Poolo, Milono 2003, pog. 21).23. 2 Op.cit. pog_.l. 3 Al ritorno dolloro lovorodi volontariato Wl Rwondo, i c~i Enri<o eBruno Volpi de<idono di ueore uno comun~tò-fomiglio per denere lo porto aperto• ol mondo. Nel1978, insieme oun gruppo di gesuiti, rìstrutturono uno cosdoo in un quartiere di Milano edonno vito allo Comunitò di Villopizzone.Nel1988 viene istituito l'Assodozione Comunità eFamiglia (Ad) ol fine di incoraggiare oltre esperienze analoghe, per famiglie e gruppi. 4 Ouorìdo le parOle nonOOStono, Angelo Lono, &ni Boloano 2003, pog. 70-71. S Al~ loro slorio è stato dedico1o oolibro edito dol Mu- ~no: LD strada stretto, acuro dì Nitolo Cosonovo. SARA 0-"UCJNJ, Le comunitd difamiglie, Edizioni San Paolo, Milano 2003 NICOlA CASANOVA, Lo strada stretta, fL Mulino. Bologna 2003 ANGELA l.AN1l, Francesco Gesualdi, da Barbiano al mondo, in Quando le parole non bastono, Emi. Bologna 2003 fiVINCBCO GfSUALDI-CENTRO Nuovo MoorLLO or SVJWPPO, Sobrietd, Fellrinelli. Milano 2.005 ETAIN ADOEV, Una gioia silenziosa. Editrice Ellin SeUae, Cuneo 2004 CINZIA ProcHIONI, Semplidtd volontaria, Ed. l'Età dell'Acquario, Torino 2003 AA.W., La rete di Lilliput, Emi, Bologna 2001 MJCHEl UlossiJDOVSJ(Y, Lo glabclizzazione della povertà, Ed. Gruppo Abele, Torino 1998 WOlf(;AI«; Sl.ols, Ambiente egiustina sociale. l limiti della globalizzazione, Editori Riuniti, Roma 1999 AH~ SAAoult, Groppi d1 ocqu1sto solidali, Emi. Bologna 2001 AH~ SAAolot, Giusto fTIOVImento, Emi, Bologna 1997 CooRo Nuovo Moomo DI SVJLUPf'O, Lettera od un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990 AA.W., Invito alla sobnetà felice, Emi, Bologna 2000 UNTRO Nuovo MODELlO DI SVILUPPO, Guida al risparmio responsabile, Emi, Bologna 2002 L'ecologist, rivisUl edita da GJANNOZZO PuCCI, Firenze

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