Missioni Consolata - Maggio 2005

DOSSIER ANZIANI La vita si allunga (ma non per tutti). COLOMBIA Un'alternativa di vita: la proposta indrgena. ISRAELE-PALESTINA Sharon e Abu Mazen: uomini della pace? MAGGIO 2005 . ... . ' ....;_ r. . . .,.

Con questo viaggio in KENYA vogliamo stabilire un incontro personale con le popolazioni locali, osservando la loro vita e i loro costumi, nei luoghi dove si verifica la promozione umana e l'evangelizzazione dei missionari. È un viaggio di ((conoscenza» che ci apre a vasti orizzonti e ci educa alla mondialità e , per i credenti, alla fraternità e alla solidarietà evangelica. padre Adolfo De Col Corso Ferruccl 14 - 10138 Torino tel. 011/4.400.444- fax 011/ 4 .400.459 E-mail: adolfo.decol@t in .it ----------------------------

Ai etto L tmedi24 maT"l.O l980, mons. Oscar Romero, vescovo di San Salvador. fu assassinato mentre stava celebrando l'eucaristia nella cappella di tm ospedale, insieme agli ammalati. Cadde sull'altare, mescolando il suo sangue al vino che stava offrendo per il sacrificio eucaristico. Fu uccisoperché si era schierato e identificato con i poveri, gli emarginott: i disprezzai~ condivtdendone le sofferenze, sull'esempio di Cristo, /ino a dare la vita. «Credodi conoscere ilvangelo- disse un giorno in un incontro di preghiera comunitaria -;ma sto imparando a legger/o in altro modo». La m· dicalità evangelica era la basedella sua libertà straordinaria, che lo spingeva ad ammonire i potenti, fino a chiedereaisoldatidi disubbidire agli ordini di morte, comefece ilgiorno prima delmartirio, nell'omelia tenuta nella cattedrale: «Fratelli... davanti all'ordine di uccidere dato da un uomo, deve prevalere la legge di Dio che dice: non uccidere. Nessun soldato è tenuto a obbedire un ordine che è contro la legge di Dio. Una legge ùnmorale, nessuno deve adempierla. È ternpo che recuperiate e obbediate alla vostra coscienza, ptitttosto che agli ordini del peccato. La chiesa, che difende i diritti dt' Dio, la dignità umana, la persona, non può tacere davanti a tanto orrore... In nome di Dio e di questo popolo sofferente, vi supplico, vi chiedo, vi ordino: cessi la repressione». Era una morte annunciata. <Se mi uccidono, risorgerò nel mio popolo» aveva detto poco tempo prima. A 25 anni dal suo martirio, Romero è vivo non solo nella sua gente enellechiesedell'America Latina, ma anche in quella universale e in tutti coloro che nel mondo si schierano in di/esa della dignità della persona, per la giustizia e per la pace. E gli sapeva che talesceka evangelica gliavrebbe proatrato la persecuzione, come ebbeadire in una omelia del1977: «La persecuzione è qualcosa di necessario nella chiesa. Sapete perché?Perché la ver-ità è sempre perseguitata... Quando un giorno fu domandato aLeone Xlll quali siano le note che dj. stinguono l' autentica chiesa cattolica, il papa disse subito lequattro conosciute: una, santa, cattolica) apostolica. "Aggiungiamone un'altra- disse ilpapa-: perseguitata". LA chiesa che compie t'l suo doverenon può vivere senza essere perseguitata». A 25 rmni dalla morte, Romero continua a essere un profeta scomodo, non soloaipotenti della terra, maanche nelltl chiesa: nell'indirizzare z'l processo di beatificazione qualcuno cerca di farlo passare come confessore della fede, piuttosto che come martire della giustizia. Scriveva Giovanni Paolo 1 nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente: «Gli eventi storici Legati alla figura di Costantino non avrebberomaipotuto garantire uno sviluppo della chiesa quale si ven'- ficò nel pn'mo millennio, se non fosse stato per quella seminagionedimartirieperquelpatnlnoniodisantità che caratten'zzarono le prime generazioni cristiane. Al termine del secondo millennio, la chiesa è diventata nuovamentechiesa dimartin: comeneiprimi tre secoli» (Tma 37). È un'affermazione coraggiosa, che va oltre quella di Leone XIll: non solo la persecuzione è una nota dell'autenticitàdella chiesa; ma questa è più libera quando è osteggiata e perseguitata. L a libertà evangelica di Romero è un esempio valido anche per noi, in Italìa ed Europa, dove da seco!t; i crùtiani vivono liberi e rispettat~ cittadini con pieni dt'ritti e libertà. La perdita di certi privilegi acquisitz; per cui si sente levarsi voci di larnento e vittùnismo, è nulla in confronto alla «grande tribolazione» che vivono i nostri fratelli e sorelle in altrt' continentt; dove i cristianipagano con il sangue la loro sequela del Signore, la radicalità delle beatitudim: la fame e sete di giustizia., la n'cerca della pace, ilfarsi prossimo deipover~ deimalatt; dei carcerati, degli stranieri. Ogg~ piuttosto, esiste un' altra persecuzione, di cui parlava Ilario di Poitiers nel360, all'iniziodell'era costantiniana: «Ora combattiamo contro un persecutore instdioso, un nemico che lusinga... che nonflagella la schiena, ma ci accarezza il ventre, non ci confisca i beni dandoci così la vita, ma ci fa ricchi per darci la morte; non ci imprtgion~rpingendoci verso la libertà, ma cionora nelpalazzo spingendocialla schiavitù; non ci strt'nge ifianchi con catene, ma s'impossessa del nostrocuore; non ci taglia la testa, ma uccide l'anima con l'oro e t1 potere... » (Contrg Costantium 5) . BENEDETTO BELLESJ

numero 5 • maggio 2005 · anno 107 SOMMARIO In copertina: abitazione in Ghana Foto: Vivaut A/rique [J numero è stato chiuso in redazione il 5 aprile 200). l a consegno alle poste di Torino è ovvenut11 primo dd lO moggio 2005. Ai lettori Ricordando Romero di Benedetto Bellesi pagina 3 Dai lettori Cari missionari (lettere a MC) TESTIMONI Colombia (2.a puntara) Lungo è il cammino pagina 6 di Ugo Pozzoli pagina 10 Zanzihar Piccolo gregge di Lucio Abrami pagina 18 Ghana Voglia di crescere di Mario Beltrami pagina 49 Kenya Ritorno a casa di Henry Makori pagina 54 [www.missìonicon$olataonlus.ìt] L'ALTRO MONDO Millennium Targets (l) di Valeria Confalonieri pagina 58 Europa/islam «Incontri » di dviltà di Angela Lano pagina 60

IL DOSSIER DEL MESE Gli anziani neUa società d'oggi N É AUTUNNO, NÉ PRIMAVERA di autori vari (a cura di Paolo Moiola) RUBRICHE Chiesa nel mondo pagine 21-48 pagina 8 «Così sta scritto... » (4.a puntaUJ) ~ -- \\~ ,~,~-,~.-s "!""'T" tr:?r-.J r,~~ t'" -::::s(J ~ rt"' w::t \ ~o Fotografie (t numen indiC<Jno lt• p11gme): di Paolo Farinella pagina 16 NOV1TA La peUe degli altri di Maurizio Chierici n mondo visto pagina 53 dal Palazzo di vetro (2.u puntutn) di Barbara Mina pagina 66 Mondo in un libro di Benedetto Bellesi pagina 67 Archivio IMC (22,46)- Baldoni (12,13,15)- Bellesi (9,28,60,62,63,65) - Belrrami (4) · Bernardi (17) · Bottignolc (7) · Casali (5) - D'Ottavio (5) - Focsiv (59) - lnremet (8,61,63,64) · Makori (4) - Moiola (23,24) - O ikoumenc (25,27.36,38.40,47)- Piccole sorelle dei poveri (29,37,42)- Pozzoli (4,10-ll) ·Sozzi (14). l dati personali forniti dagli abbonati sono usati solo per le finalità della rivista. Il responsabile del loro trattamento è l'amministratore. cui gli interessati possono rivolgersi per richiederne la ve· ri!ica o la cancellazione ~egge 675/1996). r - -- - - - ------ - - - - - - - - -- : Gli articoli pubblicati sono responsabilità degli autori : e non riflettono necessariamente l'opinione dell'editore. L----- - - - -, ' ' l l ------l Mensile del Mìssionari dello Consolata fondato nel 1899 Direzione, redazione e amministrazione: Cors.o Ferrucd, n.l4 • lO 138Torino tel. 011.4.400.400- fàx 011.4. .-400;459 E-mail: rivlsta@miss.ionic:onsol.ataonlus.it Sito internet: www,mì$Sionioon.solataonlut.it Dlrezione: Benede; to Bellesi (direttor-e- .438) Francesco Bernaf'di (direttore resp.- .446} Giaçomo Manottl (resp. rivista <Affico»- .436 ) Redazione: Benedetto Bellesi (bellesl@mis_slonarlconsolata.it) Paolo Moiola Ugo Pozzoli (.492) Collabo~tori: A,Antonelli, B.Balesua, S.81ttaglia, M. Bello (dol&uri<Jno), S.Bott.ignole, S.Calvani (do Bogotà), C,Caramanti, D.C.asali, M.Chierici, G.Chiesa, O:Dal Bon, ~FBrihella, Alano, M.Pagliassottl, ~Pescali . S.PetroVìc, G.Sattln (medldno), I.Tubilldo Sito intemet: Pàolo Moiola e Mauri:zio Pagliassotti ArchiYio fotoa..-aftco: Franca Fanton Grafico: Carlo Nepote Stampa: tipografla Canale, Borgaro (Torino) Edi~ MlSSIONt CoNSO.l.ATA. ÙNI.US Amministratore: Guido FillpeHo, tel. O11.4.400.4-47 SeRt'è~i'l! p, GiovanniVenturìni, tel O 11.4.400.439 Ufficio. tel. 0 11.4.400.4-47 - fax 01 1.4.400.411 Conto corrente PQStale n. 3J.40.SI.l5: si ringraiiano vivamente i lettori c:he sostengono l'impegno dl fc>l-matìone ed informazlone di «MISSIONI CoNsotATA ONLIJS>>. Tutti i contributi o offerte. s.ooo deu.lblll dalla dichiarazione del redditi. Sped. a.p., a,l, c.20.c., legge 662196 App. ecc. -Aut. tr. Torino • lS. 6.48. prot 1'IJ lwitto reg. nu. stampa• CJS060 113#4 17. IO. 91 •

• • • m1ss1onar1 Lavaggio del cervello <<Avrei tante cose A 1ei e aJJa <<maggior par- Ciao, Checco, e buon lada dire... » te degli italiani che la pensa voro! Dalle pagine della Gent. don Farinella, cosÌ>> avremmo anche noi nostra rivista bombarda i scrivo per manifestar!e la Gentile Angela Lano, tante cose da dire. Come lettori su questo argomenmia stima e apprezzamen- premetto che sono un vo- «ausiliario della Sindone», to, perché i bambini sono to per gli articoli pubblica- lontario, praticante e an- vorremmo solo invitarla a la ricchezza di tutti, non ti su Missioni Consolata. che ausiliario della Sindo- leggerne bene il significato: solo di chi li ha messi al In particolare condivido ne (questo per ovvi moti- l'immagine che vi è impres- mondo. Salutami tutti i appieno le sue affermazio- vi, dato che non sono sa dovrebbe rkordarle i l <<Vecchi», per i quali nutro ni riguardanti il sig. Berlu- d' accordo col suo articolo Cristo <<in agonia fino alla infinita riconoscenza, per sco11~ apparse su «Battito· di marzo 2005 pag. 28). fine del mondo» per dirla il tanto che mi hanno dato re libero» di marzo 2005. Non regge il paragone con Pasca!, cioè, che conti- e per il poco che hanno riCiò che più rattrista e con la nostra emigrazione nua a hatire e morire in co- cevuto. indif:;a è il lento ma ine- verso gli Usa e altri paesi: loro c e fuggono dalla mi- FrancescoBasta sora ile lavaggio del cer- si trattava di un popolo di seria, fame, ingiustizie e SanDonà di Piave (VE) vello mediatico a cui parte religione cristiana, come la oppressionj di ogni genere. della popolazione italiana maggior parte della gente E quando ci sarà il giudizio n <<nostro» lettore è stato si è lasciata sottoporre, ne· del paese nuovo; per cui dci popoli (Matteo 25), compagno dj hadre <<Checgli ultimi 20 anni, dalle non portava gravi turba- non le sarà chiesto come ha CO>> Bernardi ino a1 gionasue tv commerciali, con i menti al riguardo, non a- adorato il Cristo nell'«uo- sio. Grazie per sentirsi risultati che lei bene espri- vrebbe picchettato di luo- mo deUa Sindone», ma se membro delJa «nostra» fame nel suo articolo. ghi di culto completamen· lo ha riconosciuto e servito miglia missionaria. Da parG razie di cuore a lei e a te diverso; anzi ha nell'affamato , assetato, i- te nostra continueremo nel voi tutti di Missioni Conso- collaborato alla costruzio- gnudo, maJato, profugo, bombardamento di... pace. lata, Paolo Moiola in te· ne di chiese nuove ecc. I- senza tetto... sia cristiano sta, per essere voce nitida, noltre non esisteva un che islamko. lucida e critica in un mo- blocco della nostra religio- Abbraccì da Sevilla mento di così grande diso· ne, come in Arabia, Sudan, rientamento morale e civi- Congo, Iran... Ancora gioia Carissimi tutti, le per il nostro caro paese. Non c'era un abisso to· dalle adozioni grazie mille per la vostra Da più di lO anni ac- tale insuperabìle (lo si ve- stupenda rivista che tanto codfagnate il mio cammi· de tutti i giorni) di usi e Carissimo direttore, mi aiuta a cafrire meglio i no i crescita cristiana nel- costumi e a cui è sciocco e, non ho mai scritto alla problemi de 'umanità e ad la chiesa, quello di mio anz i, <<colfi,evole» passare «nostra» rivista, lo faccio assumermi la parte di remarito e di nostro figlio sdjra, ne 'entusiasmo adesso per rilanciare sponsabilità che mi spetta. Emmanuele, 18enne, stu- d 'accoglienza: l'ultima quanto affermato dal sig. Grazie alla quasi totale dente impe.gnato, serio e di sgrazia del croDo della Manlio Mazza di Torino comprensione della lingua appassionato catechista, casa occupata da extraco- (marzo 2005, p. 6). L'ado- italiana, posso gustare, ottimo musicista. munitari (madre e bimba zione <<a distanza» resta, a mese dopo mese, gli stu· Contrariamente a quan· rumene, morte a Torino il mio parere, un atto subii- pendi articoli e il loro conto scrive un sacerdote del- 6-3-2005, ndr) non è forse me di sensibilità e genero· tenuto. Sono inoltre felice le nostre parti (... Sassuolo responsabilità di cru dice, sità; si aiuta un bambino a di potere, a volte, incontraè terra di ceramiche e ric- in fondo, «venite, venite»? crescere, studiare, entrare re qualche ex-compagno di chi industriali), io credo Se va avanti cosl, la cat· nel mondo del lavoro nella noviziato, trascorso alla che la vostra rivista sia tolicità potrà crollare, infil- propria terra, senza sradi - Certosa di Pesio nel1969- «davvero» per famiglie trata e circondata da ogni carlo, accontentandoci d i 70, sotto la guida di padre che desiderano crescere parte dall' islam, che si ve- saperlo felice. Giuseppe Mina, recentenella luce di Cristo e del de sempre più in tv, su li- A tutti i lettori auguro di mente scomparso. vangelo. bri, su giornali, su tutto, provare la stessa gioia del Abbracci a tutti da Sevilla, Lettera firmata per un buonismo errato (ci sig. Mazza, che alcuni tuoi da un ex allievo che per 8 Modena manca solo la Turchia... ). «vecchi compagni» vivono anni ha vissuto la meravi· Tante cose avrei da dire già da temC!o. Non esitate, gliosa esperienza di essere Anche noi della redaz.io- ancora, ma forse «non po· dunque, a biamo la fortu· membro dell'Istituto, ma ne ringraziamo per l'inco- trai portarne il peso». na che il nostro piccolo che il Signore ha incammiraggiamento a continuare Guarda che Ja maggior aiuto può essere gestito di- nato su un'altra strada; ma nel oostro impegno di esse- parte degli italiani la pensa rettamente dai nostri mis- continuo a coUaborare con re, alla luce del vangelo, u- così, e anche C. Biffi ecc. sionari, con la certezza che la vostra casa di Madrid. na coscienza critica della Letterafirmata ogni euro arriva integro Carmona società in cui viviamo. Torino dove c'è bisogno. e-mail MC l maggio 2005 pagina 6

Chi a~colta gli adole~centi? Cari missionari , nel vostro interessante «DOSSIER GlOVANJ» di gennaio 2005 ho notato con piacere che accennate al contesto, troppo spesso sciocco e deleterio, nel quale vivono gli adolescenti. Chi ascolta però gli adolescenti quando fanno denunce appropriate? Ecco la nostra piccola storia emblcmaticu. La minuscola <oasi Bakhita», presso la parrocchia San Martino di Rivoli (Torino) è luogo d ' incontro c formazione per adolescenti (12-19 anni) , alcuni dopo· cresima altri in preparazione alla cresima (fuori corso), tutti impegnati nel <<Comitato un cuore per San Rocco•>, con l'obiettivo di aiutare il parroco nell' informare, documentare e organizzare azioni di raccolta fondi per il restauro della chiesa di San Rocco io Rivoli, costruita nel1630 dai rivolesi, come ex-voto per la scampata pe.ste. Per trasformare la chiesa in concreto simbolo di pace abbiamo organizzato con i ragazzi rosari per la pace, leggendo i messaggi di Giovanni Paolo n e presentando alcune guerre dimenticate (Missioni Consolata ci è stata utile) . Nell'oasi Bakhita sono esposti i versi di Dante: <<Fatti non foste a viver come bruti , ma per seguir virtute e conoscenza>>. Al rientro dalle vacanze, i ragazzi hanno segnalato, molto sdegnati , che nel centro storico di Rivoli, all 'uscita di un oratorio e non lontano dalla chiesa di San Rocco era stato aperto un sexy-shop. Ne abbiamo discusso e scritto l'alJegata poesia, appesa dal parroco alla porta della chiesa e inviata al cardinale di Torino che ci ha risposto, facendo felici i ragazzi. Purtroppo però il negozio è ancora lì. Quanti genitori, insegnnnti, educatori, amministratori pubblici diventano per apatia complici del male, scordando il monito evangelico: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perdere anima e corpo nella Geenna!» (Mt.l0,28). Silvano Bottignole sociologa Siamo un gruppo di teenagers (12-19 anni) di Rivoli, molto dispiaciuti che nel centro storico di Rivoli sia stato aperto un <<sexy-shop•>. Con l'aiuto della nostra educatrice abbiamo scritto questa poesia, che sarà certamente apprezzata da tanti nostri coetanei e da tutte le persone di buona volontà che vogliono bene a Rivoli . L'apertura di un sexy-shop nel centro storico di Rivoli è AZIONE DI GUERRA. GUERRJI contro la CULTURA perché innesca il degrado. GUERRA contro i BAMBINI perché uccide l'ùmocem.a. GUERRA contro le DONNE perché nemortifica la dignità. GUERRA contro tuili glr UOMINI perchésvilisce l'intelligenza ed t! cuore. ILfiloso/o laico Comp!t•-Sponvrlle ha seri/lo: «Tollerare è sopportare un peso: farlo sopportare aglialt n non è più tolleranza Tollerare Hitlerera /arsr suo complice, quantomeno per omis!>ione, per abbandono; equesta tolleranza era già collaborazionismo». Denunciamo chi «uccide l'anrma» con un'azione di GUERRA nel centro deLla piccola e signorile RIVOLl. Un gruppo di giovanissimi di Rivoli (TO) Carissimi, ho ricevuto lo vostra lettera con acclusa la poesia... Sono perfettamente in sintonia con voi e m.i rammarico che nelJa nostra società si sviluppi questo tipo di proposte e di pubblicità, proponendo realtà che avviliscono la dignità delle persone, sia adulte che giovani. Sono pertanto vicino a voi nel condannare questa situazione, anche se non so come, dal punto di vista della legge, sia possibile frenare queste cose. D nostro dovrà essere soprattuno un impegno per l'educazione della sensibilità delle persone a riguardo di una situa· zione delicata e veramente avvilente. Ogni vostra iniziativa, nel rispetto e nel dialogo, finalizzata a far sl che queste realtà non dilaghino, non è che da benedire e da incoraggiare. Vi assicuro del mio ricordo nella preghiera e vi saluto con una cordialissima benedizione per voi e levostre famiglie. card. Severino Poletto arcivescovo di Torino MC l moggio 2005 pogino 1

a cura di Giacomo Mazzotti PECHINO - CINA DA GUARDIAROSSA A SUORA N ell969, in pieno furore ideo.- logico, l'adolescente Meng Weina, cinese di Canton, entrava nelleGuardie rosse di Mao; oggi, si occupa a tempo pieno di hanclicappati mentali. A trasformarla in rivoluzionaria del vangelo è stata Madre Teresa di Calcutta. «La mia conversione al cristianesimo - ha detto Meng in tm'inrervista -è stata fortemente influenzata dalla sua figura e dal suo esempio». Quando il 7 aprile 1998, al termine del catecumeoato, ha ricevuto il battesimo, cresima e comunione o eU a cartedrale di Canton, Wei.rul ha volutoilnome della suora dal sari bianco-azzurro: Teresa. D bello è cheWeina viene da una famiglia atea. Evidentemente, però, gli ideali maoisti stavano stretti a Weina Teresa: «Avevamo un grande vuotodentro, eravamo come ciechi - dice o~gi del su? passa~o -. Questo smarrunenro mt ba spmto verso il cristianesimo». (Aimis) KHARTOUM - SUDAN DOPO lA GUERRA El TROPPI MORTI L a vera pace è molto di più chel'assenza di guer- << ra. Quello cheoccorre adesso sono le nostre continue preghiere, insieme agli sforzi individuali e collettivi, per far sì che gli sforzi dì pace siano efficaci>>. È il forte dchiamo dei vescovi del Sudan nella lettera pastorale,pubblicata dopo ]a firma delili accordi di pace tra il governo dll<hartoum el'Eserdto di liberazione del popolo sudanese (Spla). Più di 20 anni dj guerra civile, caratterizzata da stragi e violenze di ogni genere, non si cancellano in effetti con un colpo di spugna e ivescovi sono preoccupati di creare le condizioni per riconciliare gli animi. Forte è anche stato l'invito al rispetto reciproco del sentimento religioso: <ti.e nostre comunità sono multietnicbe e multi religiose. Come ca tMC / me~g9io 2005 poglno 8 tolici, incoraggiamo tutti a seguirela loro coscienza e rispettiamo le pratiche religiose di tutti. Esortiamo i nostri fedeli di collaborare con altri gruppi t·eligiosi io iniziative comuni a beneficio del nostro popolo. Dobbiamo, allo stesso tempo, sentirci chiamati a vivere la nostra fede con orgoglio e senza paura come il più grande regalo da sviluppare nel tempo di pace». (Ft'des) PUNE · INDIA IL MIGUOR PRESIDE? UN PRETE! Un premio conferito al miglior preside fra gli istituti scolasti.ci cristiani in India, appartenenti alle diverse confessioni, è stato assegnato quest'anno al gesuita Noel Sheth, preside de] «Tnana-Deepa Vidyapeeth», Ponrifid o Istituto di filosofia e religione che si trova a Pune, nello stato del Maharasbtra. TI premio consiste in una citazione di elogio e in un assegno di 10.000 rupie indiane. Fra le motivazioni del riconoscimento, si cita «la 1eadership, la dedizione alle attività accademicheed educative, il ruolo nell'innovazione e l'impegno per alti standard etici e professiona- .U». n premio viene assegnato ogni anno a uno fra i presidi o rettori di collegi e istituti di istruzione cristiani, di tutte le confessioni. Uno dei libri scritti da padre Sbeth, «La divinità di Krishna>>, è menzionato nella nota «Enciclopedia delle religioni», di Mlrcea EUade. (Fz'des) BRASIUA - BRASILE POUTICA, «SUBUME» FORMA DELlA CARITÀ C Olltrlbui re alla formazione di laici e laiche impegnati o cbe vogliano fare politica. È questo l'obiettivo del «Centro nazionale fede e politicaMonsignorHelder Camara», inaugllraro nella sede della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb): «Vn vecchio so· gno, diventato finalmente realtà». Secondo il card. GeraldoMajella Agnelo, presidente della Cnbb, «il Centro vuole contribuire all 'eserdzio della politica. cbe è una forma sublime dell'esercizio della carità>>. Per questo, la struttura vuole offrire corsi, organizzare seminari, incontri e simposi, oltre a stabilire una rete di assessori e realizzare delle pubblicazioni. Esistono già gruppi di fede e politica sparsi per il paese e iJ Centro ,realizzerà le sue attività io coUaborazione con questi gruppi e con le università, cercando di appoggiare, stimolare, articolare e stabilire collaborazioni. (A. L. News) DONGGUK - COREA DOTTORE CATTOUCO 0 ... BUDDHISTA? I ldialogo interreligioso in Corea va avanti anche a livello culturale e accademico, come dimostra l'esperienza di don Thomas Kwak Sang-hun, sacerdote dìSeul che ba conseguito un dottorato di ricerca presso l'università buddhista di Dongguk, discutendo '\.IDa te-

si dal titolo «Comparaz.ione fra la misericordia nel p rimi scritti buddhisti e la carità nei vangeli sinottici». L'evento è stato salutato dalle autorità religiose buddhiste e cattoliche con grande soddisfazione e come esempio eli proficua collaborazione fra le due comunità religiose. Lo studio di don Thomas intende comunque essere utile alla missione concreta, come il sacerdote ha confermato: «Oggi, la missione va condotta attraverso la testimonianza di vita, con attività che elimostrano autentico amore verso U prossimo. Misericordia e carità sono mezzi effettivi di .tnissione». (Fides) PAPUA - INDONESIA SE l SOLDI PRENDONO ALTRE STRADE••• L ' esercito indonesiano avrebbe utilizzato fondi internazionali, destinati agli aiuti umanitari per finanziare operazioni contro i ri6elli del movimento separatista a Papua, poverissima provincia all'estremo est dell'arcipelago indonesiano. La denuncia viene da un alto rappresentante della chiesa battista loca1e: il reverendo Sofyan Yoman, in un'intervista a un'emittente australiana, ha affermatocheisacerdoti della sua comunità sono venuti a conoscenzadi violazioni dei diritti umani, incendi ed esecuzioni extragiudiziali commessi dai soldati dell'esercito indonesiano~ ha poi aggiunto che, sécondo suoi informatori, i soldati avrebbero utilizzato per scopi militari 2.5 miliardi di rupie (circa 200.000 euro) di un fondò autonomo speciale, finanziato con aiuti da organizzazioni di Stati Uniti e Australia e destinato a sostenere progetti sanitari e nel settore dell'educàzione. Nel1963. l'Indonesia ha occupato epoi annesso J' ex-coloniaolandesediPapua; da allora, è attivo sul territorio il <<Movimento per Papua Libero>> (Opm), che, con sporadiche attività di guerriglia, mira alla secessione, sul modello di Timor Est. (Misna) nGUCIGALPA · HONDURAS RISPETIOPER LE RISORSE NATURAU N on possiamo abusare ,/,/ delle nostre risorse na- ' ' tu rali e sfruttarle come se fossero inesauribili. La finalità dell'acqua, dei boschi e delle miniere non è unicamente quella di servire come beni dimercato per pocbl... sono beni sociali ed ecologici che devono essere preservati per creare benessere a favore delle generazioni future». Lo ha detto il cardinale 0scarAndrés Rodriguez, arcivescovo di Tegudgalpa, in un incontro di 200 comunità, situate in regioni con forte presenza di imprese minerarie straniere riunite nella «Alianza Civica>>, rete di cui fanno parte anche la Caritas Honduras e la Commissione nazionale dei diritti umani. n vescovoha rivolto un appello al parlamento affincllé sia approvata al più presto una riforma della «Ley nacional de minerla>> tale da garantire uno sfruttamento sostenibile delle risorse natutali. La normativa in vigore, infatti, non prevede restrizioni all'attività delle imprese minerarie straniere, in particolare quelle statunitensi e canadesi che, grazie alle concessioni ottenute dal governo, sfruttano attualmente oltre H 30% del territorio nazionale. (Mt'sna) LUANDA - ANGOLA SCUOlA DI PORTOGHESE L eziònl dl portoghese per ridare speranza nel futuro a tanti profughi angolani, tornati in patria dopo 27 anni di guerra civile, che per ora parlano solo la lingua locale, illuvale: è il progetto che, da due anni, sta portando avanti in Angola il]esut'tRe/ugeeService (Jrs) , servizio dei gesuiti per i rifugiati. Per il2005, aumenterà notevolmente rispetto agli anni passati il numero di studenti di portoghese: in particolare ilJrs oeassisterà4.000 a Luau, 6.000 a Cazombo e 300 a Luena. Nel2003 , quando partì l'iniziativa sostenutaanchedall 'Acnur (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i dfugiari), gli allievj erano 600. Imparare il portoghese, lingua degli ex-colonizzatori e idioma Ufficiafe del paese, è molto importante per essere reintegrati nella società. Il conflitto, inizjato nel 1975 e terminato nel 2002, ha.P.rovo~ato n~ paese oltre mezzo milione di mom. MOSCA - RUSSIA AUMENTANO (Misna) l SOLDAn «CREDENn» E' in forte crescita la fede tra gli uomini io divisa: un soldato russo su tre non solo si dice credente, ma partecipa alla vita religiosa. È infatti triplicata, in dieci anni, la proporzione tra credenti e non credenti tra i militari mssi ed essa, attualmente, è il quiotuplo delle altre componenti della società. n dato è stato diffuso dal patriarcato ortodosso di Mosca ed è il ri - sultato emerso da un sondaggio condotto dalla di rezione della formazione delle forze armate. «ln due anni , il numero dei credenti nell 'esercito si è moltiplicato di 1.5 volte e se il loro numero si paragona con i dati del 1994 è triplicato» - ha dichiaratoAlexandre Sourovt· sev, del servjzio del patriarcato iocaricato dei rapporti con 1' esercito. Tra i militari che si dicono credenti, il 76% sono ortodossi, il 9% musulmani, il3% buddhisti. Le altre corifession i si dividono il restante 12%. (Asia news) MC l maggio 2005 pagina 9

' CoLOMBIA (21 Indigeni nasa: un altro mondo è possibile ' LUNGO EIL CAMMINO E zequicl Vitonas ha gJi occhi neri e lo sguardo profondo. Dietro ai baffi, si apre un viso Largo, un po' sognatore, marcato dalle fatiche di una vita non facile, spesa io buona parte a guidare verso il futuro la sua geme. Come il profeta visionario del l'antico testamento di cui porta iJ nome, Ezequie1 si affanna da anni a coniugare il vecchio e il nuovo, ricercando i valori tradizionali che hanno alimentato spiritualmente la vita della comunità e adattandoli ad un mondo che cambia a velocità supersonica. Come rispondere all'avanzare inarrestabile dclla globalizzazione e dclla modernità? Quest'uomo poco più che cinquantenne, ex sindaco di Toribio, oggi consigliere maggiore dell 'associazione dci cabildos indigeni del nord del Cauca (Acin), è stato, di fatto, il <<ministro degli esteri» del progeno nasa. Ma, pur avendo viaggiato in Europa, Nord America e Asia al fine di promuovere la causa indigena, Ezequiel ha sempre dedkaco molto tempo alla formazione della comunità, partecipando a un'infinità di piccoH seminari e grandi assemblee per informare e orientare la gente in merito al processo zativo indigeno. È stato proprio in occ·asl(r, ne di uno di coli incontri Il progetto di vito dello comunità nasa, in Colombia, nasce dalle radici di uno storia secolare. Oggi è un segno di un mondo olternofivo oquello basato sullo sfruttamento esui conflitti. di Ugo Pozzoli per la prima volta, sono entrato in contatto con l'organizzazione della comunità che mi apprestavo a servire come membro dcll'équtpe missionaria del Cauca. D tema trattava il «progetto di vita», la miglior finestra per poter entrare e sbirciare al· l' interno c.li un mondo differente, che affonda le sue radici nella storia ancestrale e nel mito. UN PROGmO DI VITA n progetto di vita comunitario è lo strumento orientativo che, raccogliendo l'esperienza del passato, analizza la situazione congiunturale, ne raccoglie l'impatto che essa ha sulla

la proiezione futura. Il progetto di vita non è un piano di sviluppo, ma ne rappresenta lo spirito: uno spirito in grado di influenzare le deci - sioni di ordine politico e socio-economico, secondo criteri che mirano al benessere di tutta la comunjtà. Sebbene la leadership dj alcuni membri più preparati deUa comuni tà sia un fano indiscusso e accertato, il progeno di vira vuole anche essere uno srrumenro politico alternativo. U progetto comune stimola infatti a un coinvolgimento popohtrc reale in opposizione alla «politiqueria» clientelare dei partiti tradiziomùi o a lla demagogia di altri movimenti, in cui si spacciano per comunitarie decisioni prese da un pugno di leader animati il più delle volte da interessi personali o di clan. [n questo senso il processo indigeno del nord del Cauca presenta elementi sorprendenti che vale Ja pena analizzare visto e considerato che fatti recenti lo hanno portato prepotentemente alla ribalta davanti aU'opinione pubblica colombiana e internazionale. Vi sono due modi di raccontare chi sono i nasa, da dove vengono e come vivono: il metodo storiografico, che si basa sull'analisi scientifica dei documenti, e Ja visione del mondo tradizionale, piena di immagini mjriche, che interpretano in modo narrativo glj aspetti e i fatti più salienti della realt~l. Questi d ue modi di «fare storia» sono complementari e raccontano emrambi, seppur in forma diversa, l'epopea di un popolo che sin dalle sue origini ha saputo sopravvivere resistendo, inizialmente al potere coloniale spagnolo e successivamente aUe mire espansionistichedel governo colombiano che, dopo la rivoluzione bolivariana, conquistò il potere ai danni della corona di Spagna. Nel J.)rogetto cJj vita la storia nasa vieneriletta perché non sia solo parpatrimonio culturale, ma andi ispirazione per le scelte Personaggi reali, come la l!lc1cca Gaitana,Juan Tama, Manuel Lame, rivivono attraverso le llfT~?:J ,nnJ· storica e rnitica delle loro JsnJr~l1{1(1 e rafforzando la co- ~IIIDlWUtà nasa neUe lotte di oggi. ~l'""'"' presa di coscienza della identità sta aiutando la geovincere l'attitudine un po' pasdi sottomissione all'autorità costituita, che caratterizza l'indio andino, facendo sì che il singolo possa sentire come suo il benessere della cGllettività, assumendo in prima persona i costi della resistenza e del conflitto. Grazie a tale presa di coscienza, il movimento indigeno ha potuto passare da una strategia di difesa e sopravvivenza a una strategia di p roposta c alLernativa. Non è stato un cammino semplice quello che ha condotto gJi indi- . del Cauca a lottare per il recudella terra, deUa cultura, delldenn:ta e dell'autonomia e a creare uzzazuJne che, a livello lonazionale e internazionale pod are forza, continuità e visibiaUa loro azione. Molto è stato il sangue versato in questo processo, frutto di fortissime pressioni esterne a livdlo ideologiMC l maggio 2005 pagina 11

ll progetto na::)a Il progetto nasa nasce nel 1980, su ispirazione del padre Alvaro Ulcué Chocué, come un'iniziativa delle comunità indigene di Toribio, Tacueyo e San Francisco. I cinque programmi iniziali - produzione, famiglia, educazione1 salute ed evangelizzazione - erano diretti al rafforzamento delle dimensioni: spirituale, sociale, politica, economica e culturale della gente. Dopo la morte :del padre Alvaro alcuni membri delle tre comunità, sostenuti datrequipo misionero guidato dai missionari della Consolata, recuperano idee e progetti del suo fondatore, facendone rivivere ilsogno e conseguendone gli obbiettivi che si era prefisso. Oggi, dopo venticinque anni esatti di storia, il progetto nasa ~ormai una realtà visibile e consolidata del movimento indigeno colombiano. I suoi programmi nel campo della produzione, etna-educazione, salute, nonché il suo impegno per la difesa, la conservazione e la pace nel territorio gli sono valsi pubblico riconoscimento a livello nazionale ed internazionale. Nel mese di febbraio del2004, a Kuala Lampur (Malesia), il progetto nasa ha vinto il «premio equatoriale», conferito dal programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Pnud). I giurati hanno riconosciuto nel piano di sviluppo indigeno lo sforzo di combinare la lotta contro la povertà con il rispetto delle risorse naturali. co, politico ed economico, nonché, talvolta, d i conrraddizionj interne aUa comunità stessa, imputabili alla fragilità di singoli o gruppi. La gente, a ogni buon conto, è an· data avanti; morto un Leader immediatamente se ne incontrava il sostituto capace di continuare a seguire il programma del suo predecessore. I1 processo organizzativo, animato da un p rogetto d i vita ispiratore, ha saputo far fron te alle tante clifficoltà, così come si spera saprà reggere l' urto deUe minacce cbe affliggono oggi .la comunità. UN ALTRO MONDO È POSSIBILE Negli ultimi anni e a prezzo d i grandi sforzi e sacrifici, i nasa banMC l maggio 2005 pagina 12 Sopra: l'emittente comunitaria del «progetto nosa». Sotto: Ezequiel Vitonas, leader indigeno. no sapuro recupera1·e le proprie terre occupate ingiustamente da potenti terratenientes Oatifondisti) e fars i riconoscete una certa autonoroja da parte dello stato colombiano (con diritti garantiti dalla nuova costituzione del 1991). Q uesti indiscutibil i successi non hanno però significato la fine della lotta che continua aspra sia sul fronte interno che su quello esterno alla comunità. L'impatto della modernjtà con il relativo stravolgimento dei valori tradizionali crea confusione e contraddizioni nelJa gente, col - pendo struttu re come quella familiare, che rappresentano l'ossatura comunitaria. Nuovi modelli d i vita turbano il tessuto deUa società tradizionale, creando conflitti generazionali, strati ficazione sociale e , nel singolo, una situazione di sma rri - mento, che genera dubbi e scoramento, soprattutto ne i più giovani. Purt roppo q uesta situazione di camb io epocale awìene nel contesto di un conllirto armato che da più di 40 anni provoca una situazione d i insicurezza e non permette alla comunità d i compiere liberamente le sue scelte. Forze governative (eserci to e polizia) si scontrano con i guerriglieri delle Fare, in una guerra che è soprattutto una lotta per il possesso deJ terri torio indigeno e che miete molte vittime fra la popolazione civile. n cont rollo delle ricchezze naturali (iniziando dai bacini i.drici per finire ai minerali preziosi), nonché del flusso enorme di denaro che proviene daUe coltivazioni illecite {coca e papavero da oppio) sembrano essere tra le vere cause di una guerra che si maschera dietro nomi

Manifesti elettorali per le strade di Toribfo. A loto: manifesto contro i (supposti) finanziamenti dello Coca-Cola allo guerra. di facciata come «politica di sicu - rezza democratica>>, <<lotta al terrolismo», o «insurrezione popolare». fnoltre, il Trattato di libero commercio (Tic) che gl i Stati Uniti vogliono imporre a vari paesi larinoamericani, fra cui la Colombia, non ammette l'esistenza di sacche di territorio nazionale autonome, cbe vogliano rimanere al di fuori della logica di mercato capitalista. Di qui la necessità da parte dei belligeranti di assumere un controllo globale della zona, a prezzo dei diritti inalienabiLi di chi la abita. Di fronte alla violenza e all'aggressione operate da entrambi gli attori armati , il movimento indigeno ha scclro di rappresentare una terza via che non vuole essere una pilaresca fuga daJ conflitto, ma una vera e propria alternativa. Alternativa è la parola che marca e definisce il processo indigeno contemporaneo: essa nasce dalla consapevolezza che un a1tro mondo è possibile, non più prigioniero delle logiche di mercato, che il neoliberismo sfrenato del presidente Uribe Velez cerca di imporre a tutto il paese e a tutto vantaggio delle classi più abbienti; ma un mondo più rispettoso delle diversità culturali, dci diritto di un popolo al territorio e a crescere e svilupparsi secondo criteri e modelli culturali propri e non imposti dall 'este rno. Di fronte alla guerra gli indigeni hanno scclto di affermare la sovranità sul proprio territorio, mantenendo una posizione di.equidistanza pacifica dalle parti in conflitto. La loro sicurezza è affidata alla guardia indigena, migliaia di giovani e adulti che, am1ati di un solo bastone, si pongono come scudo umano fra i belligeranti, a difesa dd territorio e della sua popolazione. Questa scelta ha avuto vasti echi a livello nazionale e internazionale ed è valsa alla guardia indigena del nord del Cauca il conferimento del Premio nazionale per la pace 2004, che quattro armi prima era stato conferito al progetto nasa. Alternativa, infine, è stata la parola d'ordine dellaJrande mobilitazione indigena n mese di settembre 2004, con una marcia di tre giorni daJJa cittadina di Santa.nder de Quilichao a Cali, capitale del dipartimento del Valle del Cauca (circa 70 chilometri). O rgan izzata in collaborazione con altre forze democratiche, questa mobilitazione ha dato voce a 65 mila persone che hanno voluto gridare, in modo totalmente pacifico, ilio m disappunto. I temi della protesta erano: La denuncia della continua violazione dei diritti umani da patte di tutte le forze belligeranti e la condanna dellemanovre politiche per cambiare le norme costituzionali che garantiscono alle minoranze i loro dirirti. È staro and1e espresso il dissenso in merito agli accordi internazionali , come il trattato di libero comMC l maggio 2005 pagina 13

N an è tm Indio nasa; eppure da oltre 20 anni setVe la comunità lndJgena del nord del Cauca di cui, pur essendo tm 'blancoll, ne è leader Indiscusso: è GILBERTO Ml.I~OZ CoaONADO, il primo alcalde (sindaco) di Torlblo. Appartenente al Movimento Civico, U partito Indipendente che raccoglie i voti ed esprime la cosdenza politica indigena. Oggi, Gilberto è coordinatore del Cecidlc, U Centro educativo che raccoghe più dl mille studenti, dal primo anno della scuola elementare 6no aU'tmlversità. Nel mese dl settembre deU'anno passato è stato sequestrato nel Caguan da guerriglieri deUe Fare, insieme all'attuale alcalde di Torlblo e ad altre autorità Indigene. Gli chiediamo una testimonianza su questa sua esperienza dl prigionia. Che cosa l'ha spinta ad andare 'anto lontano, in una .t:ona «ad alto rischio» come il Caguan, e che sentimenti ha provato durante la sua deten~:tone? Ero stato invitato dalle nostre autorità Indigene a partecipare a tm processo dl formazione della comunità di Altarnlra, una piccola riserva Indigena, l cui abitanti sono tutti originari deUe nostre zone, di Toribio e di San Frandsco. Harmo mantenuto la cultura, parlano la lingua della gente di qui. Sono pochi, circa 260 persone, ma vivono In un territorio molto grande, per cui è facile smarrirsi e perdere unità. Il nostro compito era far loro sentire l'appoggio deUa comtmltà dl ortgtne e aiutarli a crescere In tm processo comurùtarto. Questo dà certamente fastidio alla gueniglla, che nella zona wole essere l'unica signora e padrona. Il primo e Intenso sentimento che ho provato è stato quello di essere tenuto prigioniero In un territorio in cui, Istintivamente e da sempre, nù sento più libero: la natura, la campagna. Era preoccupato prima di partire? Mi preoccupava sapere che anche l'attuale alcalde fosse parte del nostro gruppo. La guerri9lla vede l sindaci come parte de lla struttura statale e Il tratta come nemici. Da parte mia c'era la consapevolezza di offrire un servizio. Ascoltando il padre Antonio Bonanoml e l'equipo mislonero ho Imparato che bisogna spendere bene la vita che abbiamo ricevuto. Se si può fare qualcosa per qualcuno che ne ha bisogno, non dobbiamo tirarci indietro; la nostra esistenza è troppo brew per vtveda egoisticamente. Nella selva sono stato riportato all'essenzialità della vita. Avevo da mangiare, sopravvivevo. Molte volte ci affanniamo per cose futili, quando a troppa gente manca l'essenziale per vivere. MC l moggio 2005 pagina 14 Come sono stati l rapporti con i suoi sequestratorl? Quelli che si occupavano direttamente di noi erano ragazzi, alcuni avevano meno di 20 anni, l'età del nùel flgll. A loro ho chiesto che cosa li aveva spinti a imbracciare un fucile; In questo senso c 'è stato un po' di dialogo fra noi. Ho awto modo dl parlare anche con alcuni comandanti, cercando sempre di non esprtmennl come sin· golo, ma come portavoce del processo di una comunità, facendo anche rilevare alcune deUe loro contraddizioni più evidenti. Ho detto loro che, in fin dei conti, abbiamo tm progranuna simile: lottare per la giustizia sociale; ma ci divide U metodo. Mentre essi si deflnlscono ..esercito del popolo~> (beUa ironia), vogliono conseguire la gill$tlzla maltrattando contadini e indigeni. Noi non accettiamo questo modo: Il nostro programma ci impone di difendere la gente. Quando mi liberarono dissi al comandante del reparto che cl aveva In custodia che non coltivavo nessun risentimento per quanto nù era successo. Ho scoperto a mie spese una faccia della Colombia occulta, che non avevo mai conosciuto In maniera così diretta. La vita del guerrigliero è dura, vi sono persone che per anni vivono sotto una tenda, In balla di pericoli e Intemperie. Posso anche rispettare chi si sceglie una vita di questo tipo e lotta con coerenza per quello che desidera. Però, bisogna lavorare non per distruggere, ma per creare coscienze, e queste si creano con U lavoro e l'impegno di tutti, non con la coercizione e la violenza. Questa è una verità che vale per tutti gli attori del conflitto armato. Cosa ha Imparato da ciò che le è accaduto? n lato positivo è stato far emergere un sentimento straordinario da parte della gente; cl siamo sentiti appoggiati a livello nazionale e internazionale, da persone che d hanno teso la mano non solo perché, •poverinl•, eravamo in una situazione difficile, ma anche perché hanno toccato con mano la bontà del progetto che rappresentavamo. Per non parlare de lla gente di qui, della nostra comunità. C'è un senso di unità, di appartenenza nella comunità indigena che non si riscontra ln altre realtà. Penso alle guardie Indigene che sono venute a reclamare la nostra liberazione, annate solo della loro chonta, il bastone del comando; non hanno guardato le ore di lavoro che perdevano o i rischi che correvano per arrivare fino a dove eravamo e tirarci fuori di 6. l'insegnamento è che bisogna continuare, rendendosi conto, però, che quanto si è ottenuto è frutto del lavoro di tutti e che chi Impara a servire l'altro flnlsce con 11 servire se stesso.

mercio e l'Area di libero commerdo delle Americhe (Alca), che tendono a privatizzare il paese, convertendone le risorse in elementi della macchina produttiva gestita dalle multinazionali. Nonostante i premi nazionali e internazionali, che hanno dato al movimento indigeno visibilità e una certa garanzia di sicurezza, gli attacchi, anche violenti, non sono mancati. Proprio in contemporanea con la grande marcia di mobilitazione, il responsabile del settore sanitario del Consiglio regionale degli indigenidel Cauca (Cric), AJcibiades Escue, è stato arrestato per ordine della magistratura con la falsa accusa di avere stornato fondi del suo dipartimento per pagare tangenti ai paramilitari. Nel mese di settembre del 2004, quattro leader della comunità, tra cui il sindaco di Toribio e l'ex sindaco e attuale coordinatore del collegio Cecidic di Toribfo (vedi riquadro) , sono stati arrestati e sequestrati da guerriglieri delleFarc nel territorio del Cagwin (dipartimento del Caqueta), dove si erano recati per formare al processo indigeno le comunità nasa emigrate in quella zona. In entrambi gli eventi si sono atti - vati canali diplomatici che hanno coinvolto organizzazioni nazionali e internazionali quali Onu, Unesco, movimenti di difesa dei diritti umani e , nel secondo caso, la stessa chiesa cattolica. Questo sforzo comune ba portato alla liberazione dei pri - gionieri. Straordinaria è stata la partecipazione della comunità. Pullman zeppi di autorità e guardie indigene si sono recati a Bogota per reclamare la scarcerazione del loro Leader. Con un gesto che ha commosso la nazione, più di300 guardie indigene hanno farro 20 ore di bus e svariate ore di marcia in un territorio sconosciuto per andare a reclamare aUa guerriglia l'immediata liberazione dei loro compagni. Sono segni che fanno ben sperare in vista di un futuro, che si presenta molto incerto, e dimostrano la vitalità di un progetto di v.ita in grado di coinvolgere la gente al di là degli in - teressi personali. Ciò che sottostà a tale progetto è il sogno di poter essere una nazione libera, autonoma e ideotilìcata con la propria storia e La lunga marcia del popolo nasa in un affresco della chiesa parrocchiale di Toribfo. cultura, in uno stato colombiano che sia veramente <<una grande casa di. popoli», data la sua grande varietà etnica. (cfr Costituzione politica della Repubblica colombiana, art. 7). La sfida che attende ora il movimento indigeno è molto grande. Si tratta di fare una proposta alternativa concreta insieme a tutte le forze democratiche, sociali e non armate del paese, per poter dare al messaggio un'eco ben più forte di quanto è stato finora possibile. E un compito che non può aspettare. Le lotte per la vita, la biodiversità, il rispetto dell' identità e della libertà sono necessità da cui dipendono in parte la stessa sopravvivenza della realtà indigena e deUe altre minoranze. n movimento deve mantenersi forte e chiaro di fronte alle ingerenze del governo colombiano e della guerriglia nei suoi affari. D presidente Uribe, che in questi giorni cerca affannosamente di confennare il suo mandato per ultetiori quattro anni, avrebbe buon gioco a rendersi amico questo movimento così attivo, addomesticandolo ai suoi progetti. La guerriglia stessa ambirebbe ad avere gli indigeni come alleati, invece che ritrovarseli come oppositori dei loro piani. Ma ci sono strategie che gli indigeni rigettano completamente, indiv.iduando nel trattato di libero commercio e nella politica di <<Sicurezza democratica» i peggiori rischi a danno delia comunità, visto che ne minacciano i1 territorio e la coinvolgono in una guerra che non le appartiene. La proposta indigena va, invece, nella direzione di un contributo al miglioramento sociale del paese, a beneficio di tutti. È infatti una grande contraddizione che in una nazione ricca di risorse, com'è la Colombia, 20 milioni di persone, su 44 milioni di abitanti , vivano in situazione di povertà, e altri 9 mi lioni sopravvivano in stato di miseria estrema. La scelta dei partners con cui relazionarsi e di chi dovrà poi, di fatto, assumersi la guida di questa grande coalizione democratica è uno dei nodi che si dovJ:anno sciogliere al più presto. L'aprirsi ad altre realtà presenta sempre incognite e rischi e può anche provocare contraddizioni interne, che vanno superare prontan1ente. A questo riguardo il lavoro capillare all'interno della comunità ri - mane fondamentale affinché Je scelte e le motivazioni del movimento si arricchiscano della partecipazione e dei contributi di quante più persone possibile. Lo sforzo di Ezequiel e dei tanti che come lui sognano un mondo verame.nte differente lascia ~~ ben sperare che ciò sia Mc realizzabile. -- MC l moggio 2005 pagina 15

DaLLa Bibbia Le pCU"'te deLLa vif:a (4) <<SI PARALIZZI ILA MIA DESTRA MI SI AnAC:CHI lA LINGUA di Paolo Farinella, biblista L a rul)r:ica di questo mese è deilicat-.:~ aUìl.al)ostra lettdce~ MarìaMatllde, che d ~cri-ve: <<... da.qt;~ando ero bambina lf!ggo /p. vostra ritJiSta, ebe alfòra 4veva quaUro paginette,in bianco e nero... Volivo rivolgermi aPriolo FaYinella ehe invita afarfo..·. seno stata àllevata da u1i rtonno che conosceva /Jent ta bibbia... Quando voleva insegrumtd l'orrore ielle bestemmie mi leggeva t.tJJ branoche-diceva: 'rChe si secchi lamia lingua, che si paralizzi la mia maNo desti?J" se io offenderò Dio con la parolrt'~ .. Non avevo mat"più pensato a qu.esto, fino a quando mt'o mari/Q nQn è stato colpito da un içtus devasta11t~, che lo h'fllasdti/O rcnl:il p_arola eparaliZ'QJlt:?- nella parte destra. Poiché sit~mo sposati da 50 ann4 posso garantire-che non 13a mainominato il-nome di Dioi»- vano eche la ma !edizione bibli-ca nafJ lo riguarda. Vorrei cbé qu.alctma mi .rpiegass~ que.sto $Variot~e biblico;, . mio nonno era cottvinl() che anche le virgole della 'bibbia fossero. verità asst?luta. I .m/ei s~lu# più ,c~ri ... a iuttà la-!'edazto#.ll, con :t complttM.n# p~r t<J nt.lzsta cbe è sempre motto interessante:>>. Firmato: Maria Matilde. LA PAROLA E LE PARO.LE Allà nostra lettrice, cresciuta insieme a Missioni Consolata, abbiamo risposto pcivat:amc_nte,.n1a riteniamo giusto ripropor;re pubblicameQte ]a sua domanda che può essere di qualChe interesse per aftri lettòri1 dal tnomèntò che tocca un testo «cleliaato» che si presta ~ interpretazioni equiv<:>che, se non si pòsseggono ~li strumenti adeguati del contesto storiço. Lo scrittore francese, il cattoJic<:> Maurice Blonde4 soleva dire che i l(<Olttoli:d hanno tanto rispetto per ra bib· bia... da non prenderlàma.i irrmano>», pe.t sottolinearela gravedistanza chesepara la for:rna~ol'le dei cr.ede.n ti dal Libro che dovrebbe essere il «eod~e.@> della loro vita. I padri della diiesa descrivcvaito la bibbia come una «.lettera» ~·amor-e spedita daDio all'urhanità-(inimagi_- ne usata anche-d'a Paolo YI, quando, nel J%4, padò all'Assem'btea generale delle Na2ioui Unite). La bibbia-lèttera esprime ilpeiJ.siero dì Dio,ma con pa· role urnahe e descri\re il sùo prb&eno di rnoni:lo e di umanità,ma .tealizzato.att~;averso ruomo, le suèrluscite e i suoi fallitnenti. In àlt.re parole, bisogna stareat· tenti a Legge~e la bibbia in modo «f~naa.n:rentalista», MC l maggio 2005 paglnct 16 AL PALATO>> (Sal 137/ 136,5-6) cieè all-a lettera) perché veramentepe verrebbero fuori molti <<~vadoni>). È necessario conoscere 1'-ambtente in cul i singoli testi ~r.ono SC~Ìtti~g]:i ro-Jtoti,Ja cuJtura.,.~e COnOSCeJ?Z~~ g).i u_ S~ el c;ostomt det~empo. Sarebbe-assat graveattnbture agli antichi sentimenti e convinzioni di oggi. La bibbia è primadi tutto, come dir.eobe sanPaolo (Gal 3,24-25), un <<pedagogo~>. cioèllt) mae$tro cheaccòm· pagnà la cresc-ita degli alunni (noi), per cui il suo josegnaatento è scritto in primo luog9 per i contempora· nei, cioè per coloro che immediatamente ascoltano e, 1n seconao luogo, per tutti i diseèndenti, quclliche"ven- ~én(:) dopo. Sono ques:ti, quelliehe vèngono dopo, cioè .noi., che devono fare la fatica e avere }fl gioia. di capi-re quello che è acGaduto primae ~care di conoscernele ragioni e datneanche le spiegazioni. È ciò cne stiamo f~cendo con questa rubrica, dove le conosceru:e di un<r, che ha studiatoe studia plù degli altti, vengono messe a clispos_izione di cbiponna avuto questa_possibilità. Tutto ciò .(i?tétnesso> ·si tranquillizti la nostra run:ica: la malattia Qi su.ò marito non ha nulla ache.1:~dete con la bestemmia e la secèhezza à:ella li(lgua e della mano. Anohe il papa è s~at~ çolQitou_ella 2.arola e non credo che abbia mai bè.stem.miato. La ·malattia è parre della vita e si evolve secondo leggi naturali che fanno patte dèlla realtà <<creata>~, cioè finitae li.mitata. Non sjarno Dlo. lo tutto questo Dio n~n c'enq:a oull~. perché nessun padre ama b sotferenza dei figli~ ma non c'~ padre (e vale anChe ~t Dio}dtenonosia coin\ZoJto nel dolore dei suoi :S.glioh_, finq a farsene cadeo, fino a diventare cjre· ne~. Quando la malattia., il dolore, la .morte ac-cadona, Dio è «già» n accanto, presente nell' iatus, nella par.ali· si, nellimite, nella sua impotetlza, per dare la forzn di soste.ne;:e la Groce ehe la vita co~mpo.rta gìorno dopo gioçno (Mt 6,)4). Dio è 1le noi sirop.o·dentro di lui: d contiene e ci sostiene. An.che quando la tempesta ihfuria e il mare agitato sembra avereiliopra\1"\rento e il Signorep.are che dorma, incurante... lui è lì, Prt:Sente·t~sserzte, che domina ogni ev.ento e guida]a nostra piccola barcìi all'altra n va, verso un compimento eli salvezza (Mc 4,37-41). Il SALMO NEL SUO CONTESTO I.:espressione.<<:ri pwalizzt'lit miadestt<L mi siattacchila

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