DOSSIER GIOVANI Un disagio con molti responsabili QUALE ECONOMIA? Insicurezza, crisi , precarietà, diseguaglianze BURKINA FASO Contadini con molta testa GENNAIO 2005
Con questo viaggio in KENYA vogliamo stabilire un incontro personale con le popolazioni locali, osservando la loro vita e i loro costumi, nei luoghi dove si verifica la promozione umana e l'evangelizzazione dei missionari. È un viaggio di «conoscenza)) che ci apre a vasti orizzonti e ci educa alla mondialità e, per i credenti, alla fraternità e alla solidarietà evangelica. ,... Adolfo O. Col ConoFerrucd 14 - 10138 Torino tel. 011/4.400.444 -fax 011/4.400.459 E-mGII: Gdolfo.decol@tln. it ----------------------------
Ai • ettor1:# O:b\ WO& ®[3~0:b\ [;)&©[3 di BENEDETTO BELLESl N on !asciartivincere dal male, ma vinci con tl bene ilmale». Questeparo- << le, scritte da san Paolo ai cristiani di Roma, costituiscono il titolo e il motivo dominante del messaggio di Giovanni Paolo II per la 38- Giornata mondiale della pace, che si celebra il 1 o gennaio, ma deve ispirare tutto tl2005. IL tema intende sollecitare una presa di coscienza sul male come «causa e/onte di conflittieguerre» e, al tempo stesso, sul legame inscindibile tra la pace e il benemorale, concetto &.z cui trae concretew uno dei pn'ncipi più rzlevanti della dottrina sociale della chiesa: quello del «bene comune universale». Per avere la pace, in/attz: non basta rifiutare ilmale e «ripudiare la guerra», come sancisce la nostra Costituzione; occorre/are scelte ispirate e on'entate al bene comune. Fondamentale diventa, al riguardo, la concezione dei «benimateriali>> che, secondo la dottrina soàale della chiesa, devono avere una «destinazione universale». I.: impegno nel ricercare il bene e rifiutare ilmale non può non prendere in considerazione i tanti problemi soàali ed economie~ Le disuguaglianze, Le privazioni di ogni genere, Le insicurezze, le ingiustizie di/fuse che gravano sulla vita dei popoli. «C'è una stretta connessione tra din'tto allo sviLuppo e diritto alla pace» n'corda ilpapa, ribadendo un principio da lui ripetutamente affermato. P urtroppo Le arrni continuano ainsanguinare il pianeta. Una ricerca di prossima pubblicazz'one, promossa della Caritas Italiana, n'vela che le vittime civili dei numerosi con/Zitti in corso sono in continuo aumento: iL 93% dei «ca- , duti in guerra» sono uomim: donne e bambini che con la guerra non hanno niente a che /are. Ai «caduti», St. aggiungono altre afre sconcertanti: 35,5 milioni di profughi e 300 mila bambini soldato. La n'cerca sottolinea che, mentre una stn'ngente categoria tecnica conta 19 conflittiarmati «di rilievo» nelmondo, sonomoltopiù numerosiquel- !t' <<dimentzcati» o <<taciuti», in cui La violenza su vasta scala continua a mietere un altissimo numero di vittime. Ormai si parla di guerre infinite, sia per la cronicità di certi conf/.ittt: t'n cut' è sempre più diffiCile distinguere le fasi di guerra da quelle di pace, sia per La diffust'one nello spazio, acausa del terronsmo internazt'onale. Inoltre, è semprepiù evidente la rdazione tra con- /Zitti armati e dinamiche di impoverimmto: il 90% delle situazioni di guerre e di violenza nasce nei cosiddetti paesi in via di sviluppo. Tra tanti dati preoccupantz: qualche barlume di speranza. ln alcunipaesi (Etz'opia ed Eritrea, GuineaBt'ssau, Sierra Leone) le situazz'oni sono rzsolte o in netto miglz'oramento. Inoltre, si regtstra una crescenteattenzioneaiconflitti dimenticati: i media ne parlano sempre più spesso, anche se non ne approfondiscono le cause e dinamiche. Note positive sono fornite da un sondaggio effettuato da Swg, secondo il quale il 7 6% degli italiani ritengono la guerra un elemento evitabtl~· per il78% non esùtono «guerre giuste»; !'80% sostieneche il ruolodell'Onu dovrebbe esserepotenziato, mentre il91% ritiene che non ci siano paesi al sicuro da attacchi terrorzstici. Inoltre, la maggioranza degli intervt'stati (42%, 5puntipercentuali in più rispetto al2001) ha indicato ilpapa e la chiesa cattolica tra le voci che pii) spesso si alzano contro la guerra e l'ingiustizia. Intanto, nel suo messaggz'o, il papa continua a esortare tutti alla «responsabilità personale e collettiva>>, perchétutti ci impegniamo nella n'cerca della via del «bene», come fa via più sicura e veloce per giungere alla pace.
numero 1 • gennaio 2005 - anno 107 SOMMARIO [n copertina: Bahia, Brasile Foto: Paolo Brunacci n numero è stato dUuso in redazione il 6 dicembre 2004. La consegna alle poste di Torino è avvenuta prima del lOgennaio 2005. Ai lettori La via della pace di Benedetto Bellesi pagina 3 Dai lettori Cari missionari (lettere a MG) TESTIMONI Brasile . .. e la fame continua pagina 6 di Paolo Brunacci pagina 10 Italia: Giornata contro la lebbra Lebbra & lebbre di Benedetto Bellesi pagina 16 L'appuntamento: ecumenismo Raccontami la storia di Igino Tubaldo pagina 18 Thailandia Testimoni scomodi di Stefano Vecchia pagina 21 RUBRICHE Chiesa nel mondo pagina 8 Come sta Fatou? Il corridoio dell'Aids di Nando Campanella pagina 50 < Salute Africa» pagina 52 Provocazioni missionarie L'Africa nel cuore di Benedetto Bellesi pagina 54 Mondo in un libro pagina 67
IL DOSSIER DEL MESE Disagio giovani le, disagio del mondo di M. Bertone, M.Pagliassotti, F.Pugliese, P.Farinella, P.Moiola pagine 25-44 l L' ALTRO MONDO Burkina Faso Una zappa come arma di Marco Bello pagina 45 Europa: giovani musulmani Fuori dalle gabbie! di Silvana Bottignole pagina 57 Quale economia? ( l.puntata) S. Latouche - Schiavi del mercato••. di Paolo Moiola pagina 61 Fotografie: Archivio IMC (lO, 17,54) - BeUesi (9,12,16,56) - Bello Ci)- Bettini (6) -Bemard.i (54) - Borrignole(:i7-60) - Brunm i (4, 12-15) - Campanella (4,50,5 1) - De Col (2)- Gianotti (32)- Moiola (.5.43,52)3,61-66) - lnrernet (20l -Oikotunene (8,18,19) • Pagliassoni (5,3 1-44) · Vecchia (4). NOTA. la Redazione desidera precisare che le fotografie apparse sul numero di dicembre 2004, relative all'articolo sullA Mongolia, sono state tra« e dAl libro .. Nelle terre di Geogis Khao» di REmo Mll.ANEStO. Cautore ci ha autori:.::.:ato la pubblicazione, che è stata compensata in base alle tariffe giornalistiche. Mentre ringl'll2.iamo per la coUaborazione, ci scusiamo per la citazione incompleta. l dad ~h lorniU d.'lgiJ abtx;.tw.U sono usau.901o per le flnaUià della rtvfsUI Dresponsabile del loro trattamento é 1'ammlnl51111104'e, cui gli inleressaiJ iX"i"'flf rivolgersi per richledern<lla wriflca o la CMIC<!ilallone (legge 6 75/1996) r- ' ' l ' L.---- Gli articoli pubblicati sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente l'opinione deU'editore. -----, l l l l _______ J Mensile dei M issionari deiJo Consolato Fondato nel 1899 Dlredone, reduione e amministrazione: Corso Ferruccl, n. l-4 - lO138Torino tel. O 11 .4.-400.400 - fax O 11 .<4.<400.-459 E-mail: rivlsta@mlssionioonsolataonlus.it Bellesi@missionariconsolata.it Sito internet: www.missloniconsolataoolus.it Redazione: Benedetto Bellesi (direttore - .438) Francesco Bemardi {direttore resp. - .-446) Giacomo Mazzotti (.<436- resp. Rivista «AMICO») Paolo Moiola (.458) Sito Internet: Maurizio Pagliassotti Collaboratori: A.Antonelli, B.Balestra. S.Battaglia, M.Bello (dal 8urlclna), S.Bottignole, S.Calvanl (do 8ogotò), C.Caramantl, D.Casall, G. Chiesa, D.Dal Bon, P.Farinella.A.Lano, M.Pa&tiassotti, P.Pescall, S.Petrovle, G.Sattin (medidno).I.Tubaldo Editore: MlsstONI CONSOLATA O NLUS Amm1nistratore: Guido fillpello, tel. 011.-4.-400.447 Segreteria: p. GiovanniVenturlni, tel O 11.4.-400.439 Uffief.o: tel. 011 .4.400.447- fa'x OI1.4.AI00.411 Sepeterla: segreterla@ml$sioniconsolataonlus.it Archivio fotop'aftco: Franca Fanton Grafico: Carlo Nepote SI rinvaziano vtvam.nte t lettori che sostengono. anche economicamente, l'impegno di formazione ed Informazione di cMISSIONf CONSOLATA ONLUS». Conto corTMte postale n. J3.40.S1.35 Tutd 1 contributi o o1erce JOnO cleCralbill dalla cll.chharulone del Ndclltl. Sped. a.p•• Ll. e.20.c.,legp 662196 App. ace.-Aut. tr. Torino • 15. 6. 48. prot. 79 IKriU:o reJ.nu.~-CJ5060 1/l+M 17. 10. 91 Stampa: ewte. 8orpro (Torino). •
le mani sul Congo Caro padre BeUesi, la ringrazio tanto per la promessa mantenuta: ieri. ho ricevuto la rivista dedicata al Congo. Ml è piaciuta tantissimo; è un lavoro che sarà sicuramente di grande aiuto alla conoscenza di questa parte dimenticata del pianeta. A nome del popolo congolese: grazie mille a voi tutti che avete lavorato alla redazione di questo numero. Dio renda fruttuoso il vostro apostolato! Avrei bisogno di 25 copie di questo numero... In unione di preghiera ]ean BasileMavungu Mercatale V.P. (Fl) La lettera viene da un sacerdote congolese, incontrato al Convegno miss.ionario eli Montesilvano (PE) , attualmente impegnato nella diocesi di F irenze. Buon lavoro anche a te, caro Jean Basile! «Taglio cristiano» che piace Cari missionari, da qualche anno leggo la vostra rivista Missioni Consolata, perché mjo pa· dre è abbonato, e la trovo interessantissima, ricca d i notizie altrimenti irraggiungibili con i normali organi d'informazione; molto apprezzo il taglio cristiano, capace di affrontare ogni genere di problema del mondo odierno. Ho deciso di abbonarmi anch'io... Sono felice ogni volta che leggo la vostra rivista, perché, nonostante le notizie drammatiche che spesso riportate, mi fa piacere che voi agiate con a· more in ogni parte del MC l gennaio 2005 pagina 6 • • • m1ss1onar1 mondo. Io non posso fare quasi nulla, se non mandare ogni tanto un po' di soldi e pregare; ma mi fa piacere che voi facciate un'opera così preziosa, al posto di molti di noi. Vi saluto con molto affetto e stima. Non mi sono presentata: ho 36 anni; sono un'insegnante di lettere, sposata, con due bambini e un altro in arrivo per febbraio. Susanna Pedrazzini Carpi(MO) L'interesse per le missioni è passato dal padre alla figlia. Siamo certi che passerà anche dalla madre ai 6gli. Auguri per quello in arrivo! E continui a pregare per imissionari: è L'aiuto più importante! Kossovo: perché i serbi non hanno votato Caro d irettore, quando si parla del Kossovo, si vede anche una cartina geografica dalla quale risulta già uno stato indipendente, che confina con Serbia e Montenegro, Albania e Macedonia. A chi non conosce bene queUa parte dell'Europa, può sembrare che in Kossovo ci sia una cdsi perché i serbi hanno occupato quella regione. Lo scena· rio assomiglia a quello della Croazia e Bosnia, in cui la Serbia e i serbi furono presentati come conquistatori deUe terre altrui. Inoltre i termini Kossovo e kosovari, non indicano una nazione, ma una regione multietnica. Ultimamente si parla del fatto che i serbi non sono andati a votare e si accusa la chiesa serba di «ostaco· lare» la normalizzazione di quella regione. Le forze internazionali, presenti da 5 anni in Kossovo, vorrebbero dimostrare al mondo che stanno creando un Kossovo <(democratico» e «multietnico» e sono arrabbiate con i serbi, per· ché quella gente stremata, che vive in un campo di concentramento custodito (malissimo) dalle forze internazionali hanno ancora la forza di opporsi a quella «democrazia» carica di interessi politici personali o unilaterali. Perché i serbi non hanno votato? Perché negli ultimi 5 anni, in presenza delle forze internazionali, è continuato il genocidio da parte degli estremisti albanesi. Perché è stato distrutto gran parte del ricchissimo patrimonio spirituale e culturale: monasteri e chiese cristiane, davanti aJdi occhi dei soldati delle torze internazionali; e la distruzione continua. Perché la maggioranza (che è albanese) deciderà di strappare quel territorio dallo stato Serbia e Montenegro. Perché i serbi che non scapperanno saranno uccisi; altre chiese, monasteri e cimiteri dei serbi saran· no rasi al suolo e alloro posto saranno costruite le moschee. Non hanno niente contro le moschee, i serbi; ma perché devono verure costruite al posto delle chiese cristiane? C'è posto per tutti in quella terra, per i serbi e per gli albanesi, e per tutti gli uowni e donne di buona volontà. Han· no imparato e vissuto per secoli insieme in quella terra; non servono le lezioni europee. Serve che si difendano per davvero i diritti umani, fra i quali sono il diritto alla vita, alla pace e al lavoro. Creare condizioni, prima di tutto economiche, perché quella gente non dipenda dal commercio illegale o dall'elemosina dei ricchi, ma cominci a lavorare nei campi, fabbriche, miniere, e inizi una vita dignitosa per tutti. D Kossovo è importante per la gente che ci ba sempre vissuto, ma è anche per tutti i serbi del mondo, per il patrimonio spirituale che abbiamo Il. Per l'Europa dovrebbe essere importante almeno come inestimabile valore culturale e perciò dovreb· be fermare la distruzione
delle chiese e dei mona· steri cristiani. Ormai mi chiedo quanto ci tiene veramente a quel patrimonio l'Europa visto che non riconosce più le sue radici cristiane. Snezana Petrovic Rovere/o (T n) Una nuova rubrica Caro direttore, leggo MissioniConsolata da oltre mezzo secolo, da quando un carissimo amico (padre Franco Cravero) partì per l'Africa. Ne ho seguito con vivo interesse e apprezzamento l'e· voluzione, da modesto (ma suggestivo) «balletti· no» d ' informazione sulla vita delle missioni dell'l· stituto, fino a preziosa <<ri· vista» missionaria di respiro planetario, valida sia sotto il profilo tipografico che sotto quello dell' infor· mazione e della sensibiJiz. zazione dei lettori. Da ultimo bo notato la compar· sa · più che giustificata · di una rubrica attenta a quella nuova «terra di missione» che è In presenza tra noi di extracomunitari... Non c'è un ulteriore spazio di interesse cui sa· rebbe bene estendere l'at· tenzione? Nelle nostre terre la chiesa, che tanto impegno missionario seppe profondere, appare ora in grave crisi: calo di fre.. quenza alle messe, crisi di vocazioni, scomparsa di un c(jma sociale influenza· to, almeno parzialmente, dai cristiani. La chiesa missionaria sta acquistan· do peso (e vocazioni) nel terzo mondo; ma perde qui la base e la spinta che la resero feconda. Non è aDora opportuno che una nuova rubrica si occupi di questa crisi di - COPPI. MISSIOIIAIIII Carissimo padre, Carissimi Laura e Giovanni, grazie per l'articolo che avete pubb(jcato e, soprattutto, per il titolo (Chiamati all ' ll' ora, M. C. sett. 2004) che risponde benissimo alla nostra situazione storica. Grazie anche per le copie che abbiamo ricevuto e passato agli amici. Qualche al· tra copia ci servirebbe per far conoscere la rivista, che è molto vaUda... innanzi tutto, voglio dirvi che mi avete dato una grande consolazione, perchémi avete testimoniato che la fede nel Signore dà sempre significato e gioia aDa nostra vita. Come dite giustamente, «il cristiano non può andare in pensione», ma vorrei aggiungere · voi me lo dimostrate • che non «vuole» andare in pensione, perché conserva vivo nel cuore l'amore per Cristo e per i fratelli, un amore che vuole esprimersi e dare frutti. Su questo amore è fondata la vostra famiglia: grazie a questo amore vi siete recatì in Africa per offrire la vostra testimonianza e per dare così aiuto, speranza, fiducia nel futuro a persone travaglia te da tanti gravi problemi materiali e spirituali. Anche al nostro arcivescovo abbiamo suggerito l' idea delle coppie missionarie. Ci ha risposto con la lettera che alleghiamo. Stiamo cercando di definire un pro· getto tale che possa divenire un donum (idei. La terremo informata. Pensiamo che la cosa possa interessare tutte le mis· sioni. La mettiamo nelle mani del Signore. Laura e Giovanni Paracchini Milano Anche il motto del vostro progetto è significativo: Donum/idei (dono della fede). Auguriamo che altre «coppie missionarie» rispondano alla vostra iniziativa. Anche a loro sia di stimolo la risposta deU'arcivescovo, che qui riportiamo. Esprimo vivo apprezzamento per il bel progetto delle «coppie missionarie» e vi invito a continuare... fede e dia aDa nostra «Vec· chia» chiesa il contributo di riflessione e di propo· sta che il mondo missio· nario potrebbe esprimere da una prospettiva forse per no l perduta? Gli argo· menti potrebbero essere non pochi e non secondari, ma ora è almeno pre· maturo indicarli. Grato della cortese at· tenzione e con l'augurio di ottimo proseguimento. Giuseppe Nebiolo Torino Grazie del suggerimento. Sappia che, da febbraio, partirà la nostra nuova rubrica biblica. Al - lora, continui a seguirei... Pannelli solari in Africa Caro direttore, mi consenta un commen· to aDa lettera di I sa Mona· ca (M. C., giugno 2004) circa i pannelli solari da un «addetto ai lavori>>. Questi apparati sono coVi rinnovo la mia gratitudine e di vero cuore auguro a voi e a tutti i vostri cari ogni bene nel Signore, mentre su tutti voi invoco la sua benedizione. Dionigt Teltamanzz; are. nosciuti in Africa da decenni, usati principalmen· te per scaldare e pompare acqua o provvedere minu· scole quantità d 'energia elettrica; ma sono solo alla portata dei ricchi. I pannelli scalda-acqua non sono molto costosi. I.Jimpiego è limitato alle case dei ricchi (o istituzio· ni) , perché, per funziona· re, richiedono in casa un impianto fisso. Per tantissimi africani «l' impianto idraulico>> è... la donna, che attinge acqua al fiume o al rubinetto comunale (dove esiste), portando sulle spalle o sulla testa un bidone di lamiera. n pompaggio d 'acqua dai pozzi, tramite energja solare, ha avuto poco successo, se non per chi ha «la villa in campagna». Per i pastori delle lande semidesertiche sono state prodotte efficienti pompe a mano, in ferro, quasi indistruttibi.li, ovvero a «prova d'Africa». I pannelli fotovoltaici servono solo a migliorare la vita di chi c'è l'ba già buona, ossia fabbricanti e rivenditori ... Recentemente in Kenya sono in <•offerta speciale» pannelli solari della po· tenza di 20 watts, sufficienti per quattro lampa· dine speciali, una radio e una piccola televisione: costano «solo» 105 euro; ma bisogna aggiungere u· na batteria (50 euro) , un invertitore di corrente (40 euro) e circa 20 euro per lampade, fili, scatola di controllo, impianto. Tota· le215 euro. Con una popolazione il cui reddito medio gioma· liero è inferiore a l euro, è difficile capire come «questi (pannelli ) potrebbero migliorare le c·ondizioni di vita degli abitanti». Certamente sarebbero uti(j nelle immense baraccopoli. Ma un pannello solare e un'antenna tivù su un tet· to di lamiera servirebbero ottimamente a... far pubblicità ai ladri. Giorgio Ferro Eldoret (Kenya) MC l gennaio 2005 pagino7
a cura di Giacomo Mazzotti BURURJ • BURUNDI ASSASSINIO PER UN PRETE DI PACE A bbia.mo perso un altro ,/,/ uomo eli pace». Sono i ' ' commenti di fronte alla morte eli Gerard Nzeyimana, sacerdote della diocesi di Bururi, ucciso in un agguato stradale. Era ben voluto da rutti e lo testimonia la partecipazione commossa che ha toccato tutti, non solo lacomunità cattolica. Impegnato nella promozione della pace, denunciava il male da qualsiasi pane provenisse. n progetto al quale stava lavorando nel suo vicariato riguardava l'insegnamento della cultura della pace in vista delle prossime elezioni generali. Si è trattato sicuramente di un omicidio mirato. Gli assassini, infarti, dopo aver fermato 1' automobile con a bordo il sacerdote, hanno preso il suo passaporto, confrontato a lungo In fotografia del documento con il suo viso per accertarsi che fosse veramente lui. Quindi, una volta certi della sua identità, lo hanno fatto scendere e lo hanno ucciso con un colpo alla nuca. Sull'identità degli assassini non vi è certezza, ma è pro· babile che si sia trattato dei ribelli delle Forze nazionali di liberazione (Fnl), il secondo gruppo di guerri - glia del paese, che non ha firmato alcun accordo di pace con il governo. (Fides) RIYADH • ARABIA SAUDITA UBERO Il CRISnANO «COLPEVOLE» I l cristiano indiano Brian Savio O'Connor è stato finalmente estradato, senza condizioni, da Riyadh, dopo7 mesi e7 giorni di dereazione. Originario del sudest dell'India, O'Connor è stato arrestato il25 marzo e formalmente accusato di 4 reati. n 20ottobre è stato giudicato colpevole eli «vendita di liquori» con la pena di 300 frustate e 10 mesi di prigione. Sorprendente· mente, le altre accuse (droga ed evangelizzazione) non sono state MC l gennaio 2005 paslno 8 riformulate dalla corte. n cristiano era stato rapito a Riyadh dalla Muttawa (la polizia religiosa saudita) e torturato per 24ore in una moschea. Dopo essersi ripetutamente rifiutato di finnare, la Muttawa ha anche cercato di convenirlo all'islam. O'· Connor (di confessione protestante) lavorava nel settore bagagli della compagnia di bandiera saudita Sau· diArabiatt Airlines. (Asza News) LUSAKA - ZAMBIA «CRISTIANI», MA NON NELLA C05mUZIONE I vescovi dello Zambia hanno chiesto che la definizione del paese come «nazione cristiana» non sia inclusa nella futura Costituzione attualmente aJJo studio, sostenendo che, in questo modo, i non cristiani rischierebbero di diventare «cittadini di seconda classe». Aparere dei vescovi, la definizione potrebbe essere usata contro la cristianità dai venici di altre confessioni religiose, conducendo, in ultima analisi, a forme di fondamentalismo. La Conferenza episcopale dello Zambiaha inviato in proposito ai 41 membri della Commissione per la revisione della Costituzione un documento firmato dal presidente, l'arcivescovo eli Lusaka Telesphore Mpundu, e da altri undici vescovi. (Misna) GUADAlAJARA ~ MESSICO FUGA NELJ,.E SETTE EPOVERTA I lCongressoeucaristico internazionale di Guadala'ara per l'A· merica Latina, celebrato l'otto· bre scorso, ha messo in luce due a· spetti: l'elevato numero di cattolici che hanno abbandonato la chiesa e le ingiustizie che soffrono i suoi abitanti nçl contesto della globalizzazione. E questa la conclusione alla quale è giunto nella sua omelia il cardinale ClaudioHummes, arcivescovo di San Paolo (Brasile). Da un lato, il porporato ha insistito sul fatto che in America Latina è diminuito di circa il dieci per cento il numero deifedeli cattolici, che si sono rivolti ad altre religioni o amovimenti di recente formazione. Dall'altro, ha ri· conosciuto che la globalizzazione sta colpendosenza pietà l popoli più poveri, soprattutto inAmericaLatina: <<Cresce l'esclusione sociale eli centinaia eli milioni di persone e interi paesi vengono esclusi dalla partecipazione al nuovo ordine economico mondiale, perché non hanno un capitale proprio, sufficiente ad attirare nuovi investimenti» ha denunciato il cardinale. (El Observador) TEHERAN • IRAN RISCHIO DI MORTE PER APOSTASIA H amid Pourmand, un pasto· re protestante dell'Assero· blea eli Dio, convertito dall'islam, è in carcere da settembre in una locaHtà sconosciuta del paese: rischia la pena di morte per <<apostasia dall'islam», che la legge iraniana punisce con la pena capitale. Pourmand è statoarrestatodalla polizia durante una riunione del consiglio generale della chiesa di cui è parte. Se condotto eli fronte a una corte marziale, può essere accusato eli «spionaggio militare» e, per questo, condannato amorte. Pourmand ha continuato il suo lavoro di uffì. dale, sebbene la legge iraniana proi-
bisca ai non musulmani di ricoprire incarichi di responsabilità nell'esercito. «Hamid non bamai tenuto nascosta la sua conversione al cristianesimo · ha dichiarato un suo amico ·. Ma è un uomo onesto, i suoi colleghi lo amano e lo rispettano». I cristiani in Iran sono 360 mila su u· na popolazione di 65 milioni di abitanti; i cattolici sono 25 mila. (Asia Netos) ORISSA • INDIA RICONVERSIONI FORZATE C on una cerimonia pubblica, 300 tribali cristiani sono sta· ti «riconvertiti>>all'induismo e, dopo il rito, hanno avuto in regalo cibo e vestiti nuovi. n fatto è avvenuto nel distretto di Sindurgh, nell'Crissa (nordest dell'India). Si tratta di 336 persone, riconvertite con la forza elusinghe. I gruppi fondamentalisti,molto attivi nella zona, creano una situazione difficile per i crisdani che si trovano, in pratica, incapaci di sopravvivere in mezzo alle difficoltà. Gli integralisti li minacciano di conseguenze spavento· se se frequentano la chiesa. I tribali dipendono in larga parte dalla maggioranza indù per quanto riguarda il lavoro, ad esempio, nelle miniere di ferro. In Orissa è in vigore il decreto di libertà di religione per prc· venire qualsiasi conversione forzata. Tale decreto è spesso usato come ar· ma legale per minacciare i tribaH, la maggior parte dei quali analfabeti e, quindi, più facili da manipolare. (Asza News) TEGUCIGAlPA • HONDURAS LA «S11W>A DIRITTA» PER Il CENTROAMERJCA I l Centroamericasta vivendo ,/,/ un momento-chiave. Dopo ' ' cinque anni molto difficili, le economie iniziano a riprendersi; ora dobbiamo decidere che direzione avrà questa ripresa e optare per la costruzi011e di un'alternativa sodale includente»: lo ba detto il cardinale onduregno Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, intervenendo ad una conferenza dal titolo «Centroamerica, il futuro è possibile». <<È tempo di riportard sulla strada diritta e consentire che leopportunità di democrazia per i nostri popoli diventino realtà» ha proseguito, sottolineando l'importanza dell 'integrazione dei paesi della regione. <d:integrazione, la visione e il riconoscimento dei problemi sono mete fondamentali da raggiungere per affrontare le sfide più importanti e porre fine alla povertà e alla corruzione». n porporato ha espresso an· che preoccupazione per i recenti scandali, scoppiati in diversi stati del Cemroamerica, rilevando cbe <da gente va a votare, ma poi sono i capitali a decidere». (M.isna) EMIRATO DEL QATAR LA PRIMA CHIESA CATTOUCA L a comunità cattoHca dell'E· mirato del Qatar ha accolto con «grande entusiasmo>> la notizia della concessione del terreno, sul quale inizierà la costruzione della prima chiesa cattolica, dedicata a Nostra Signora del Rosario. Nello stato arabo non si costruivano edifici di culto cristiano dal vn se· colo. La chiesa si ergerà su un terreno donato dall'emiro del Qatar, in una zona periferica della capitale. Alla parrocchia di Santa Maria del Rosario, che amministrerà la futura chiesa cattolica, appartengono circa 48.000 fedeli di diverse nazionalità presenti nell'Emiratoper motivi di lavoro. Attualmente l'eucaristia si celebra in rito latino, siro-malabarico e siro-malankar, ed in varie lingue: arabo, inglese, italiano, urdu, tagalog e tarnU. (Asù1News) LEJJ'ERA APERfA A GIANfRANCO fiNI S lgnor ministro degli Esteri, con Il suo arrivo alla Farnesina le vogliamo ricordare che è urgente che l'Italia rilancl la politico di Cooperazione internazionale - ha dichiarato Antonio Raimondl, presidente del Vis (Volontarlato per lo sviluppo) -. Da circa tre anni questa soffre di un immobilismo tale che l'ha condotta all'odierna paralisi eallo quasi scomparso. In questi anni si è proceduto a una sistematico dectJrtozione dei fondi destinati a questo importante settore, che dovrebbe essere porte integrante della politico estera italiana, così come sancisce l'articolo l della 49/8 che lo regola. Non solo abbiamo l'amarezza di dover ancoro costatare che seguitiamo a rimanere al penultimo posto tra i paesi deii'OcsE per l contributi destinati alla Cooperazione internazionale, ma c'è anche l'indignazione e la vergogna nel dover prendere atto che oggi questi sono scesi allo O,11 o/o del PrL eche si vuole far passare i pochi aiuti umanitari, doH ad alcuni paesi, come espressione di una politica di solidarietà Internazionale, volta a rinsaldare processi di sviluppo umano sostenibile e relazioni durature di pace. Signor ministro, è assolutamente necessario un suo Impegno solenne, affinché la riduzione delle tasse non vado a Incidere a danno dei paesi e popolazioni più povere del Sud del mondo. MC l gennaio 2005 pagina 9
I n un viaggio nello stato brasiliano di Bahia, alla ricerca eli progetti sociali e di persone impegnate nella solidarietà, mi sono fermato a Salvador,la capitaledi Bahia, poi a MonteGordo, un piccolo centro situato sul litorale, a 50 km dalla capitale, e infine a Esplanada, una cittadina che dista circa 100 km dalla costa, praticamente alle porte del grande Sertao. Mentre nei quartieri degradati dì Salvador OP.erano insieme laici e religiosi, negli altri due luoghi lavorano due missionari marchigiaru, padre Luis (don Luigi Carrescia) e frei Chico (frate Francesco Carloni). ll primo, dopo 10 anni di servizio in un'altra città, Camaçari, si è definitivamente stanziato aMonteGordo; l'altro, ormai da 30 anni in Brasile, porta avanti la presenza dei cappuccini, giunti in questo pezzo di Bahia all'inizio dd secolo scorso. SALVADOR BRILLA Rita lavora come assistente sociale nella casa di donnaConceiçao, zia Conça per gli amici , una simpatica bahiana che 12 anru fa si è messa in testa di fondare un'associazione controcorrente. AU'ingresso c'è un'insegna sulla quale si legge: <<Preconcetti no. Solidarietà sl». La casa accoglie bambini orfani, a rischio dì emarginazione, perché aLneno uno dei loro genitori è morto dì Aids e per talemotivogli altri asili non li accettano. Zia Conça invece se Li prende tranquillamente con sé. Qui i bambini possono giocare, iniziare a esercitarsi con l'alfabeto portoghese e con la matematica, mangiano tre volte al giorno, fanno il bagno e sono seguiti quotidianamente da un'infermiera. AJla porta di zia Conça bussano anche altri abitanti del quartiere, per chiedere un pasto, un consiglio, un aiuto scolastico per il figlio o per un controllo medico. I sieropositivi sono molti, condannati dall'indifferenza a un triste destino. Ciononostante, oggi è un giorno speciale; c'è da festeggiare il compleanno di un gruppo di persone. Potrebbe essere l'ultimo e per questo diventa importante stare insieme. Rita e le altre ragazze della casa di zia Conça banno preparato un dolce enorme al cioccolato con le fragole e tante caraffe di succhi di frutta. Poi verso le quattro dd pomeriggio gli adulti arrivano all'asilo ariprendersi i bambini. Nessuno di loro ha un lavoro fisso, sono tutti specializzati nell'arte dell'arrangiarsi Vìvono eli piccoli traffici, di prostituzione, di lavoretti per rimanere a galla nel mare dell'esclusione sociale che taglia in due la città: da un lato i centri commerciali e finanziari e dall 'altro le catapecchie. Nella capitale dello stato di Bahia si scontrano il lusso più sfacciato ela miseria dei bassifondi; in periferia i complessi petrolchimici sfruttano i poveri indifesi; nell'interno della regione, i latifondisti sono in lotta con i senza terra... In mezzo la solidarietà di laici emissionari, impegnati accanto agli emarginati, per aiutarli adifendere la propria dignità. Se si percorre l'Avenida Antonio Carlos Magalbaes, il boss di Bahia, d si specchia davanti alle porte scorrevoli delle banche, degli alberghi internazionali o degli specchietti delle auto eli lusso, parcheggiate davanti ai J?.alazzi, con il custode che annaffia le piantine della reception; poi all'improvviso, superato un terrapieno, giù nello sprofondo che non si vedemai, pulsa w1a/avela, un altro mondo. Qui la sanità non arriva; la polizia d entra solo per dare la caccia a 6~che ladro di polli; la scuola non ona, l'amministrazione pubblica si ~imen~ica yol~tieri . di regi - strare 1 nuoVt natl: puo capitare che un bimbo cresca senza che nessuno lo sappia, vivendo per strada, al di fuori di qualsiasi regola civile. I meninos de rua, con la velocità dì un proiettile, diventanograndi, bru· ciano tutto e sono consapevoli di andare in.contro a una parabola drammatica, fatta eli malattie e di violenza: te lo raccontano con il sorriso. Una volta alla settimana zia Conça li carica su due pulmini e li porta a fare una gita al mare o in qualche parco dove mangiano una grossa salsiccia in umido, fanno la doccia e si divertono in pace, senza masticare il grigio del marciapiede. I fondi per aiutarli ad abbandonare la strada sono scarsissimi, così si fa qud che si può. Io questa lotta contro le ingiustizie, in mancanza di un appoggio governativo, a tappare i buchi sono impegnate sia le suore terziarie francescane1 un gruppetto dì religiose indiane Che, con i finanziamenti del progetto eli adozione a distanza Agata-Smeralda, offrono istruzione ai tanti semianalfabeti e un po' eli medicine, sia le parrocchie di periferia che attraverso la pastorale denunciano e poi tentano di risol - vere i casi di denutrizione, dì droga e akolismo, di sfruttamento sessuale e di emarginazione. A ridosso delle dezioni si fa vivo qualche politico, che regala caramelle e distribuisce scarpe e protesi dentarie in cambio del voto. E non solo: ovviamente fa anche molte promesse. Per esempio, dì concedere i regolari documenti catastali a tutte Je famiglie che hanno una specie dì abitazione ma non sono ancora registrati. Poi succede che, una volta eletto, ci mette un minuto a dimenticare tutto. Intanto però la favela aumenta con nuovi arrivi dalle campagne di sbandati in cerca di miglior sorte e un'altra ragazzina partorisce il primo dj una lunga serie di bocche da sfamare. E come la fame anche la notte continua. Quandoscende il buio da lontano la favela arroccata su una collinetta sembra un presepe di cartapesta, avvolto in un vestito rigato di polvere dorata. Ma la distanza inganna. Fuo- (continua a pagina 14) MC l gennaio 2005 pagina 11
e a tord i dk ono da Dio». dl casa. Questa, assiealtre cal.àmità, ~ ta ma- ~-...... brutta. Di fronte a realtà siinseri sto ferite e diag.. v., ........,, rovina e nelle palafitte, a Lanti passerelle di legno. Alcuni di loro, in seg1.1ito, sono vo con le famiglie amiche. Altri ti si stanno dando da fare in ItaUa1 Pél~lilfl:tii una mano alte m~mme che soffrono la di Calcutta aveva detto , «non f~Dio a,~ &l-mi-- E davvero brutta La fame! A Napoli · dic~J::i.i~:,f;.a·· seria: l'ab~PiiiQ~L~ Q'tde a cbi è digiuno». La globali~-~ JfO!tmpre ~e un episodio sintotnatico: un'animatrice del più deteriore e devastante, continua «Progetto Famfglìe di Novos Alagados» mi dice: a rendere i ricchi semptè più ricchi, - Padre, Luciana picchia sempre le sue bambine: vaa vedere comentre La «<TTOSSO sobrante», tome df- sa succede. cono in Brasile, quella parte di uma- Vado e chiedo a Luciana: nità senza diritti e né difese è desti- - Perché picchi le tue bambine? nata a scomparire daU'avanzata del - Piangono sempre e mi scoccia sentirle. cosiddetto «progresso,., che premia i - Ma perché piangono? forti e schiaccia come un rutto com- • Hanno fame e io non ho nulla da dare loro. pressore i deboli. Fra questi, i bambi ni sono quelli che pagano - Ma perché non me rhai detto? Tu sei animatrice, per-ché non il prezzo più alto. parli? La poverti-miseria~n ftOft c;ea èssuno,nen ha at~ ~ Ho ~lof~ ..,•. cuna popoLar1tl.! · tanta~ M- . ~~!!!!1=:! che per alcuni che leggono poveri. ..». ~111!11
Nella foto piccola, padre Pietro Porcelli. Qui accanto, tre amici di un piccolo insediamento agricolo di Esplanada.
Salvador: uno scorcio della p_eriferia, con i grattacieli sullo sfondo. rida quel tremolio di lampadine, intorno ai semafori, sotto i grattacieli, i fari delle macchine illuminano il numero da giocoliere di un ragazzi - no che, con il viso dipinto di bianco, fa ruotare tre bastoni infuocati, dando vita a un malabans e :ù tintinnio di due spiccioli di elemosina sorto gli uffici delle multinazionali. Davanti al porto, si accendono le luci sulla Bahia de todos los santos e la mano di un turista dirige i riflettori sul lungomare, dove i viados aspettano chili porti via. Una signora frigge una manciata di fagioli nell'olio di dende e l'odore dolciastro che ne viene fuori si spalma sulla città, come una crema su un corpo addormentato e i.n6.1.zato da aghi , le cui capocchie emettono flebili luccichii. Rita va a leno sorridente; domani lo sciopero degli autobus è stato cancellato. I PESCI DI MONTE GORDO Qui a Monte Gordo, periferia e - strema di Camaçari, centro indu· striale famoso per il petrolchimico, padre Luis si è trasferito un anno e mezzo fa, asswnendo la guida della giovane parrocchia di Sao Sento MC l gennaio 2005 pagina 14 (San Benedetto) che conta circa 18 piccole chiese, molco distanti tra loro e per questo c'è sempre da correre, con la valigetta delle ostie e del vino sempre a portata di mano. In una chiesa ricavata in un garage, con l'acqua piovana che inonda la grondaia malconcia, attorno a un povero altare circondato dai bambini seduti sull 'erba o su fragili panche, dentro una casa consacrata, con le pareti celesti, in mezzo alla foresta... si trova sempre il calore di un abbraccio e di un sorriso. Manca però per tutti un Lavoro stabile, ben retribuito e protetto dai sindacati, e soprattutto un'istruzione adeguata. La scuola sta chiudendo: il turno di notte è terminato e una scia di scolari si riversa n elle stradine verso casa. Anche la ragazza della lotteria popolare chiude i battenti. Ogni giorno i brasiliani tentano la forruna giocandosi i numeri che potrebbero cambiare la vita. Lei per oggi ha finito, riporta nello sgabuzzino di un negoziame amico il banchetto e la sedia. Prima però condivide con un viaggiatore dj passaggio uo po' di paste/, spuntini di pasta ripieni di carne, aspettando i numeri che usciranno domani. E nel domani di questa giovane missione c'è anche il progetto di padre Luis di finanziare una scuola materna attraverso una fondazione, denomina m Emaus, che si occupi di produrre e commercializzare pesci e farina di funghi , ottima per rafforzare le magre merende degli studenti. Le vasche per la pescicultma sono già io funzione; il borbottio dei motori si confonde con l'aria ovattata di Monte Gordo, interrotta, ogni tanto, dal verso di un uccello o da qualche canzone per una festa che sta per iniziare. Salvador: bambini davanti alla casa di zia Conça.
FAGIOLI MAGICI AESPLANADA n soggetto più attivo nella lotta per la giustizia sociale nelle campagne e per una più equa redistribuzione delle risorse è il Movimento Sem Terra, sorto negli anni 70. N cl 1989, quando alcune grandi aziende s'impossessarono senza permesso dei terreni del convento dd cappuccini, frei Chico si rivolse al Movimento per pianificare la riconquista del maltolto. Innanzitutto raccolse in gruppi organi.zzati tutte quelle famiglie awezze a vivere ai margini della città o in condizioni di semischiavitù come manodopera dd signori della terra; dopodiché li convinse che era giusto esercitare un'azione di forza, guidando così l'invasione dei terreni illegalmente sottratti alla parrocchia. I latifondisti reagirono con violenza. Fu chiamata la polizia, che dispe~elefamiglie:donne,uonlinie bambini trovarono rifugio nelle case dei cappuccini e delle suore fran - cescane. Nonostante quell'intimidazione frei Chico non si scoraggiò nella missione di unire e coscieotizzare gli sfruttati, c, attraverso il metodo dell'invasione e della trattativa con le grandi aziende, è riuscito negli anni a creare L2 insediamenti e 2 accampamenti. Gli insediamenti sono comunità agricole ben struttun1te: le case sono di mattoni, le scuole primarie funzionano, i giovani hanno a di - sposizione piccoU spazi per danzare la capoeira; mentre negli accampamenti, di più recente costituzione, le case sono ancora a livello di baracche e le persone aspettano di vedere la loro situazione regolarizzata. Come a Nova Esplanada dove ancora mancano luce e acqua, tuttavia asilo e scuola elementare sono aperti, una piccola st rultura celeste in mezzo all 'assolata spianata c alle buste nere che svolazzano incastrate tra i pezzi di legno che formano le casupole. Qui una volta comandava un'azienda spagnola, che approfittò degli incentivi di un governo assai sprecone per prendere possesso del terreno e poi tenerlo inutWzzato, preda del bestiame di aUevatori furbastri. Invece ora chi ci abita coltiva verdura, legumi, miglio, frutta e soprattutto vive una vita degna e non più brutale come prima, in mezzo alla strada o alle dipendenze di latifondisti senza scrupoli. Certo la tanto sospirata riforma agraria che metterebbe fine a secolari ingiustizie non è stata ancora approvata; nel frattempo molte fami - glie possono comunque dirsi felici. L'attuale governo Lula afferma di voleda realizzare; ma l'ufficio preposto alla sua attuazione è sempre in sciopero, perché privato d i molti mezzi; in più, i ben noti poteri forti stanno nell'ombra a sabotare e fare pressioni: insomma la consueta palude della politica. A frei Chico poco importa, lui va avanti lo stesso. Ormai conosce a memoria tutte le buche che deve schivare sulle strade che coUegano i] convento alle varie chiesette sp~e per tutto il territorio della parrocchia e che possono stare anche a 120 chilometri di distanza. È quasi l'ora del tramonto. Nel ciclo si liquefa un colore misto di arancione, viola e blu scuro. Ai lari del cammino accidentato scorre un oleodotto chesembra un serpeme e, immobili, come se spuntassero da sono terra, le perforatrici, figure fredde intagliate nell'oscurità. La zona di Esplanada è ricca di petrolio e, a causa della presenza dell'oro nero, arrivano nei forzieri del comune fiumi di banconote. Per questo davanti alla casa del sindaco staziona una guardia armata e di - venta così importante vincere le clezionj, nelle quali votano persino j morti. Frei Chico, durame la messa in un piccolo insediamento, scende dall'altare e si avvicina all'assemblea, ricordando che vendere il proprio voto è sbagliato. Qui è facile venire a fare proselitismi in cerca di consensi elettorali. La gente è sempre vissuta nell'~oranza dei propri ditini e ha sofferto molto, quindi è abituata a chinare la testa. Sono persone il cui mondo termina alla fine della vanga e poi ritorna su J?:r l'impugnatura di Legno, perché c è da pensare al lavoro nei campi del giorno dopo: uomini e donne che hanno lottato per quel poco che possiedono e che devono mantenere quotidianamente con il sudore della fronte. Finita la messa, i fedeli offrono a frei Chlco delle pannocchie di mais abbrustolite e delle cosce di pollo. Frei Chico accompagno uno piccolo corale o Esplonodo. Padre Luis celebro in uno piccolo chiesa di legno o Monte Gordo. Poi egli saluta tutti e, lentamente, dentro il suo corpo esile, toglie il disturbo. Sulla via del ritorno fa un colpo di clackson a una contadina con il bambino in braccio, vestita di bianco c gli orecchini della bisnonna, viso che sa di Africa e di ~~ magia, .la regina nera dei Mc fagiolini del sertao. -- MC l gennaio 2005 poglno 15
30GINNAIO Giornata mondiale contro la lebbra LEBBRA & LEBBRE Da mezzo secolo, l'ultima domenico di gennaio è dedicata alla lotta contro lo lebbra: un'occasione per sensibilizzore la coscienza umana ecristiana su oltre lebbre moderne: ingiustizia e indifferenza. F u celebrata per la prima volta nell954, l'ultima domenica dj gennaio. Dieci ànni dopo, 116 nazioni avevano aderito all'iniziativa; o~gi la Giornata mondiale per malati di lebbra (Gml) è celebratain tutti i paesi del globo. Ispiratore dj tale iniziativa fu il giornalista e scrittore francese Raoul Follereau (1903L977), il quale ha dédiq to tutta laa vita a comhiHtere a ·cura di Benedetto Bellesi * la lebbra, una malattia antichissima e molto temuta, che costringeva chi ne era affetto a una emarginazione tale che causava una morte sociale :pr~ ancora di quella fisica. Aveva capito che la lebbra era una delle truJte conseguenze del sottosvi luppo e che le sue radici sono nell'ingiusta distribuzione delle risorse delpianeta e nell'indifferenza di chi è stato privilegiato dalla sorte. Follereau si è, quindi, impegnato contro lalebbrae contro quelle che ha defmito «tutte le lebbre: indifferem..a, egoismo ealtre forme di ingiustizia». Ancora oggi, la Gml vuole dare voce a coloro che più eli ogni altro al mondo soffrono non solo le conseguenze dj una terribile malattia, ma quelle più atroci dell'emargina- -Zione, abbandono, riduzione a una condizione subuLEBBRA: STIGMA SOCIALE È una malattia contagiosa, c-ausata dal mycobacterium leprae, bacillo isolato nell873 da Gerhard Armauer Hansen. Da allora la malattia è dcfmita ha11settiasi o morbo dj Hansen e i malati hameniani. AochcseJa malattia è perfetta· mente curabile, ancora oggi le si accompagna spessoun pesante stigma sociale: le persone che ne sono affette, anche se completamente guarite, sono considerate <<diverse» e socialmente emarginate. Tale stigma è dovuto al retaggio delJa paura secolare per una malattia che a lungo ha evocato terrore a causa dell'incurabilità e delle tremende mutilazioni cheprovoca, devastanti e inconfondjbili. CIFRE ECURE li bacillo distrugge i netvi periferici, provocandoinsensibilità, che espone ]a persona a ferite e conseguente distruzione dei tessuti. Se non trattata con una cura precoce e tempestiva, provoca danru progrcs· sivi e permanenti a pelle, nervi, arti ed occhi. Sono circa 514 mila i nuot>i casi rcgistratinel2003 (vedi riquadro). Tra i nuovi casi molti sono bambini e 250 mila banno già danni perma· nenti che li renderanno disabili per tutta la vita. STATO GLOBALE DELLA UBBRANEl2004* Regione Casi in Nuovi casi trattamento rilevati 2003 Africa 50.691 46.205 America 86.ti52 52.435 Mediterraneo orientale 5.798 3.940 Asia sud-est 304.292 405.150 Pacifico occidentale 10.359 6.068 Mondo 457.792 513.798 • Come riportato da 110ltati- fonte Oms
In realtà nessuno può dire esattamentequanti siano i malati nel mondo. Quelli diffusi sono i dati provenienti da zone in cw sono presenti servizi sanitari funzionanti. Ma chi può dire oggi quanti malati ci siano in paesi lacerati da guerre o con infrastrutture aUo sfascio? Di fatto, quando si avviano i piani di ricerca dei casi di lebbra in aree poco raggiungibili, si continuano a sc<?prire numerose persone affette dalla malattia. Tra loro la percentuale dei bambini rimane relativamente alta e prevale Ja forma mbetcolarc, cioè il tipo di lebbra che provoca rapidamente le disabilità. Tutto dò indica una morbilità ancora elevata. Solone11940, con ilt/apsone, si cominciò ad avere una cura, ma il farmaco andava assunto per tutta la vita e aveva il solo effetto eli rallentare l'avanzata della malattia. A partire dai primi anni '80, con l'introduzione della polichemioterapia (rifampicina, clofazimina e dapsone), finalmente dalla lebbra si può guarire. L'Or~izzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda ]a polichemioterapia dall981. Da 5 a 20 anni è il periodo d'incubazione dd bacillo che causa la malattia. Da 6 mesi a 2 anni dura il periodo di trat· tamento farmacologico. Si stima che più di 6 mìlioni di persone subiscano oggi le conseguenze fisiche e sociali della malattia. MIELE DELLA SOLIDARIETÀ fu Italia, la Giornatamondiale dei malati di lebbra è uno dei principali eventi legati all'impegno dell'Associazione italiana amici di Raoul Follereau (Aifo). Nata ncl 1961, l'Alfa ha esteso la sua presenza in tutta Italia: centinaia di volontari, ispirandosi a] messaggio di giustizia e pace di Follereau, continuano a dare voce agli ultimi, lottando contro la lebbra e contro tutte le lebbre, cioè contro le forme p!ù ~treme eli ingiustizia ed emargmazlone. Riconosciuta come Organismo non governativo (Ong) di cooperazione sanitaria internazionale, l' Associazioneè attualmente presente in 24 paesi dell'Africa, Asia e America Latina e collabora attivamente con alcune agenzie delle Nazioni Unite, in particolar modo con l'Oms, di cui è partner ufficiale. Per sensibilizzarelagentenei confrooti del problema della lebbra e dci temi legati aUo sviluppo sociale e sanitario nei paesi più ~ovcri del mondo, i volontari dell'Aifo animano la Giornata mondiale dei malati di lebbra con diverse iniziative, tra le quali la vendita del «miele della solidarietà» e altri prodotti del commercio equo e solidale. In centinaia di piazze italiane allestiscono banchetti, coinvolgendo le comunità locali, per raccogliere fondi a favore dei progetti dell'Associazione. Lo scorso anno Ja distribuzione del «mieledella solidarietà» ba coinvolto ben 447 piazze-italiane, nelle quali sono stati offerti oltre 30 mila vasetti di m id e. Tra le varielniziative di seosibllizzazione, grande importanza è data agli incontri con scuole, parrocchie e altre istiturioni, .svolti in rutta Italia dai «testimoni della solidarietà». Si tratta di J>ersone direttamente itn· pcgnatenella cura dei lebbrosi in vari paesi dd mondo. Per l'edizione 2005 giungeranno in Italia cinque testimoni che operano nei progetti contro la lebb.ra in Mrica (vedi riquadro). Inoltre, per celebrare la 52• Giornata mondiale, è stata organizzata una tournée della compagnia teatrale A/ricatz Footpritzt Intemational dd Gbana, un gruppo di fama mondiale, composto prevalentemente da artisti con disabilità, che si esibiranno in numerose città italianeper testimoniare la ricchezza di valori e eli cultura di cui il continente africano è portatore e anche la ricchezza di doti umane e artistiche che le ~ p~~ne divers:nnente a- Mc bili sanno esprunere. -- * L'articolo è tratto da vari contributi inviati daU'Aifo, Per ulteriori informazioni, consultare il sito: www.aifo.it. TESTIMONI 2005 CHIARA CAsltLLAIIl. Nata a Parma nel 1956, laureata in medicina aU'Università cattolica del Sacro Cuore in Roma, ha lavorato per 7anni in Nicaragua, comemedico volontario e chirurgo in zona di guerra. Oal1991 è responsabile dì un progetto sanitario nella Repubblica democratica del Congo. t:anno seguente perde il braccio destro in un incidente stradale: impara a scrivere e operare con la sinistra e, ancora oggi, continua la sua attività presso l'ospedale di Kimbau. (Della sua incredibile storia abbiamo parlato in Missioni Constr loto ottobre-novembre 2004, pp. 87-89). PADRE EMIDIO DEMENEGHI. Nato a Mussolene (VI) nel1939, sacerdote nel1964 è missionario in Angola dal1968. Dal1994 opera a Kangola, nord del paese, e si occupa dei lebbrosi. Grazie a un progetto Aifo, sono stati diagnosticati 1.064 casi di lebbra su una popolazione di circa 80 mila abitanti; 850 le guarigioni; 96 abbandoni causati dalla guerra; 20 i decessi registrati. Attualmente la lebbra è in regresso. SAvr~o GIUllONE. Nato a Reggio Calabria nel1940, laureato ingiurisprudenza, specializzato in psicologia, diplomato in leprologia e chirurgia ausiliaria in Spagna, dal1969 al1976 si è occupato di cura e riabilitazione dei lebbrosi in un programma di cooperazione del nostro Ministero affari esteri in vari centri delrEritrea. Oal1978 al1980 ~ stato esperto del Ministero in qualiU di responsabile della campagna di lotta contro là lebbra nella Repubblica delle Comore. Oal1980 è rappresentante dell'Aifo alle Comore per la reéllinazione di vari programmi: lotta contro la lebbta e la tubercolosi, sanità di base di 15 villaggi nella regione di Pomoni; attività a favore detrinfanzia con la creazione di 7 scuole elementari e di una scuola media, con 1.200 bambini scolarizzati. Suoa MAlfA MAR(El.A LOPEZ. Di origine argentina, appartiene alla congregazione religiosa Figlie della CariU, Canossiane. Infermiera professionale, da alcuni anni lavora presso il progetto di lotta alla lebbra nell'Ituri (R.O. del Congo). SUOI Esnt(t ATIUINo. Di nazionalità kenyana, è infenniera, ostetrica e fa parte della congregazione delle suore delnmmacolata Concezione di Ivrea. Ha svolto la sua attività in differenti campi medici. Da due anni lavora con i pazienti affetti da lebbra e tubercolosi netruniU sanitaria di Kadem. Oltre ai malati di lebbra-tubercolosi ricoverati in ospedale, segue quelli che vivono nelle loro comuniU, attraverso le cliniche mobili, fornendo loro medicine, beni di prima necessità. MC l gennaio 2005 paeina 17
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