Missioni Consolata - Dicembre 2002

MISSIONI CONSOLATA 8 DICEMBRE 2002 miglia/ con la veduta corta d’una spanna?» («Paradiso», XIX, 79). Lettera firmata Torino Ottima citazione. Però il consiglio, dono dello Spirito Santo, è sempre gradito. «Multirazziale» o «multietnico»? Caro direttore, complimenti per Missioni Consolata , sempre più bella. Nel numero di set- tembre è stato interessan- tissimo il «Diario di un extracomunitario». Però sono pignolo e faccio due piccole conte- stazioni linguistiche (il linguaggio tuttavia è im- portante, specialmente nei titoli). La prima: es- sendo S NEZANA P ETRO - VIC una donna, ritengo che il titolo della sua ru- brica andrebbe modifica- to in «Diario di “un’extra- comunitaria”». La seconda contestazio- ne è più profonda: scrive- re «Italia multirazziale» fa pensare che nel nostro paese esistano tante raz- ze; invece oggi nessuno scienziato serio lo sostie- ne, anche perché si ri- schia di cadere nel «razzi- smo». Dunque: il termine «multirazziale» andrebbe sostituito con «multietni- ca». Non vi pare? Daniele Barbieri Imola (BO) Sì, ci pare. Infatti gli uomini e le donne del pianeta appartengono, sì, a «popoli diversi», ma costituiscono «un’unica razza»: quella umana. Nonostante la cadutadelmuro Egregio direttore, la lettera del signor F RAN - CESCO R ONDINA ( Missioni Consolata , luglio/agosto 2002) lascia perplessi. L’argomentare dello scrivente ignora la storia degli ultimi 15 anni. È ca- duto il muro di Berlino e il socialismo reale. Il co- CROC I D ’ ORO DI VESCOV I E . . . MARYL IN MONROE H o riflettuto su «Crocifissi con diamanti» di Missioni Consolata di luglio/agosto 2002. La giusta con- clusione è che tali crocifissi non sono secondo lo spiri- to del vangelo. E si porta l’esempio del cardinale Van Thuan, che aveva una croce pettorale di legno e ferro, che egli stesso si costruì durante la dura prigionia in Vietnam durante il comunismo. Come cristiano (pur con difetti e contraddizioni), pon- go una domanda: è coerente la chiesa quando offre a tutti i prelati, vescovi e cardinali, sontuosamente vesti- ti, croci d’oro e anelli con diamanti?... Parlai di tale sfar- zo con un dottore della chiesa, che mi rispose: «Se lei fosse invitato dal suo principale, non si presenterebbe ben vestito?». Certo che sì! Io però non pretendo che il clero vada stracciato; tut- tavia una maggiore sobrietà non farebbe male. «I preti ci insegnano povertà e carità, e guarda loro come sono agghindati!»: è una critica che si sente. Un’altra cosa: in chiesa non sopporto di trovare ceri da 50 centesimi e ceroni da... 5-10 euro! Dio farà for- se la grazia più grande in proporzione alla misura delle candele? Queste lasciamole vendere alle baracche fuo- ri! Ma in chiesa ognuno faccia l’elemosina che si sente e si può permettere. Mi pare, invece, che si mercanteg- gi un po’ troppo. Ora si sta persino arrivando al paga- mento per entrare in certe chiese... G AETANO C OVEZZI - F ERRARA « Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non trascurarlo quando è nudo. Non rendergli onore nel tempio con stoffe di seta per poi trascurarlo fuori, dove patisce freddo e nudità. A che serve che la tavola eucaristica sia carica di calici d’oro, quando lui muore di fame? Comincia a saziare lui affamato e poi, con quel- lo che resta, potrai ornare il suo altare...»: parole di san Gio- vanni Crisostomo (347-407). Né si scordi Paolo VI che offre il triregno d’oro ai poveri. Lo stesso papa, al termine del Concilio ecumenico Vaticano II, do- na a tutti i partecipanti «un anello semplicissimo». Ma non tut- ti hanno capito la lezione. O O ggi vescovi e cardinali hanno sostituito le croci d’o- ro e diamanti con altre più modeste. Ma dove so- no finite quelle vecchie? Non tutte sono andate ai no glo- bal e non consumisti, ma sono ben custodite in robusti forzieri, insieme ai tesori della chiesa. Certamente non pubblicherete questa nota. L ETTERA ANONIMA Essendo anonima, potremmo non pubblicarla!... S. Am- brogio, morto nel 397, disse: «Se la chiesa ha oro, non è per custodirlo, ma per darlo a chi ne ha bisogno». E Giovanni Pao- lo II: «Potrebbe essere necessario alienare i beni (preziosi) per dare pane, bevanda, vestito e casa a chi ne è privo». H o letto «Crocifissi con diamanti» nei giorni in cui tivù e tantissimi giornali (anche «socialmente» impegna- ti) facevano a gara a chi dava più spazio al 40° della mor- te di Marylin Monroe, riconosciuta da tanti come «l’uni- co vero mito americano del XX secolo». In un film Marylin canta: «I diamanti sono i veri amici delle ragazze»; e in tantissime foto diamanti e perle sono i protagonisti. Sono questi (non occorre essere esperti di comunicazione per capirlo) il vero obiettivo del comuni- catore. In altre parole: dopo essere stata da viva (spesso suo malgrado) al centro di intrighi, la Monroe continua ad es- sere usata anche da morta, alla faccia delle più elemen- tari norme di buon gusto. Moltissime persone si sono la- sciate persuadere che Marylin non era semplicemente u- na bella donna, ma «la» bellezza; non un’attrice di cinema, ma «il» cinema; non una persona elegante, ma «l»’ele- ganza. Occorre ricordare a tutti che la costruzione di miti del genere ha costi elevatissimi, sia per chi li incarna sia per chi vive nelle terre che hanno fornito la materia prima per la realizzazione di collier, braccialetti, anelli o (come ha mostrato anche Missioni Consolata ) di certi crocifissi.

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