Missioni Consolata - Dicembre 2002

69/ I MISSIONI CONSOLATA GENNAIO 1998 69 DICEMBRE 2002 rigere l’ufficio del Segretariato per la missione, alle di- pendenze della direzione generale dell’Istituto. La missione è multiforme e la si realizza in tanti modi: nella vita di ogni giorno, in famiglia, sul lavoro; in piena salute o da ammalato; studiando o insegnando; cele- brando liturgie, facendo catechismo o guidando corsi di formazione; visitando le famiglie e ascoltando gli al- tri; uscendo dal proprio paese o restando in patria. La missione la portiamo nel cuore, fa parte di noi stes- si. È come una passione: viene con te ovunque vai. Se a- mi, se sei veramente innamorato di Cristo, di coloro che soffrono, dei diseredati ed emarginati, allora puoi di- ventare missionario in qualunque età, luogo e situazio- ne. Se questa decisione la fai per tutta la vita, allora è qual- cosa di grande e bello, che fa superare situazioni di dub- bio, stanchezza, scoraggiamento e debolezza, giacché ti sei identificato con la missione, con «il missionario del Padre», con i suoi fratelli e sorelle. Vi ringrazio per tutto quello che siete stati per me du- rante i miei 31 anni di vita missionaria: per la vostra a- micizia, l’aiuto materiale, di preghiera e sacrificio. Continuiamo sempre uniti nella missione. padre Francisco Lerma Ringraziamo il signor Antonio Badiali, di Agrate Brian- za (MI), per averci trasmesso questa lettera, scritta da un ragazzo del Sudafrica, da lui conosciuto durante una visi- ta ai missionari della Consolata nel Natal. M i chiamo Khayelihle, Khaya per gli amici: nome che in zulu significa «casa, dolce casa». Vivo aMa- dadeni, la location della città di Newcastle (Sudafrica), un immenso ghetto costruito nel periodo dell’ apartheid come riserva della popolazione zulu e serbatoio di ma- no d’opera a buon mercato per le industrie locali. Og- gi, però, sia la gente della location che quella della zona circostante, densamente popolata, è afflitta da forte di- soccupazione. Ad aggravare la situazione si aggiunge o- gni specie di violenze e criminalità, specialmente sfrut- tamento di bambini e donne. A Madadeni ci sono tre parrocchie cattoliche, guidate da una decina d’anni dai padri della Consolata José Luis Ponce de León, Rocco Marra e Joseph Mang’ongo. In ognuna di esse vari gruppi di adulti e di giovani sono coinvolti nei problemi della popolazione, soprattutto vi- sitano le famiglie colpite dalla terribilemalattia dell’Aids e incontrano ragazzi e ragazze delle scuole, per educar- li a prevenire tale infezione. S ono della parrocchia Regina Coeli , responsabile di un gruppo giovanile. Durante la quaresima di que- st’anno abbiamo visitato per la prima volta un piccolo villaggio zulu, chiamato KwaMathukusa (luogo nasco- sto). Ho incontrato persone in stato di estrema miseria, mentre prosperano alcuni locali denominati utshwala , specie di cantine dove si vendono bevande alcoliche e circola liberamente una droga chiamata dagga . Ci faceva da guida padre Rocco. Sono rimastomolto im- pressionato nel vedere come diverse persone, anche non più giovani, gli rivolgevano con insistenza le richieste più disparate: come e cosa fare per unirsi alla nostra re- ligione; suppliche per essere aiutate a trovare un lavoro qualsiasi; e spesso anche solo un po’ di elemosina. Sce- ne veramente pietose! Come gruppo giovanile abbiamo inprogramma due spe- cifiche attività: l’una di formazione, con riunioni setti- manali in cui approfondiamo la nostra fede alla luce del- la parola di Dio; l’altra di azione: visitiamo periodica- mente gli ammalati negli ospedali; una volta all’anno portiamo conforto ai giovani rinchiusi in un istituto di correzioneminorile, inaugurato pochi anni fa daNelson Mandela. Siamo anche impegnati in diverse iniziative nelle par- rocchie del circondario di Newcastle: ritiri spirituali, riu- nioni preparatorie per la festa della gioventù, concerti musicali, campeggi. Ho terminato la scuola superiore l’anno scorso; attual- mente sono anche occupato nel «progetto computer»: un’iniziativa di volontariato per aiutare altri giovani ad imparare le conoscenze di base di questo importante e moderno strumento di lavoro. Intanto continuiamo, in chiesa con gli altri giovani e a casa personalmente, a leggere la bibbia e pregare, per- ché il Signore ci faccia crescere nella fede. S ono lieto di poterti confidare che faccio parte del gruppo aspiranti seminaristi della mia parrocchia e ogni sabato ci incontriamo per pregare secondo lo stile di Taizé. Vorrei diventare anch’io un missionario della Consolata. Mi sono di grande aiuto i padri Jacques O- tieno, RoccoMarra, German Giraldo, coi quali ho par- tecipato a vari incontri vocazionali. Spero di riuscire a coronare questo sogno. Khayelihle Buyani Nxumalo Madadeni (Sudafrica) GIOVANI IMPEGNATI Donne zulu con il tipico copricapo.

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