Missioni Consolata - Dicembre 2002

MISSIONI CONSOLATA 64 GENNAIO 1998 «È sempre misero chi a lei s’affida, chi le confida malcauto il core...». Detto così, il giudizio del duca di Mantova sulla donna (nel «Rigoletto» di Giuseppe Verdi) sembra un po’ troppo pessimistico: ma- schilista e misogeno. Tuttavia, in questo florilegio prenatalizio di supermer- cati, ipermercati, «shopville», «discount» e, persino (lo sa- pete?), «cleromarket» ( deo gratias ), avete mai provato a confessare alla vostra compagna che avreste volentieri fatto un giretto al mercatone per buttare un occhio? Se vi è capitato, vi ricorderete di aver firmato la vo- stra condanna , perché la vostra dolce compagna, im- provvisamente galvanizzata da questa idea, vi ha trasci- nato in una estenuante maratona tra banchi, reparti e scale mobili di uno di questi paradisi della famiglia tipo. Il teatro, cioè, pervaso dall’inebriante e dolciastro profumo di saponette, delle memorabili e fantozziane «spedizioni commerciali» della sana famiglia italiana con bambini, il sabato pomeriggio. Un rito di massa che, dopo la terza ora di assurda permanenza nei reparti, riduce un individuo, non parti- colarmente votato allo shopping , ad un barcollante e stra- volto babbo-natale, sepolto da pacchi, pacchetti, borso- ni e scatoline... Però il marito, mentre provava il costu- me per le spiagge alle isole Seicelle, ha fatto la pipì nel gabinetto di prova; poi dall’interno ha gridato alla mo- glie: «Non è la misura giusta!». E lei: «Guarda che perdia- mo Chiara! Fai veloce che chiudono!». M a il meglio di sé la vostra fantasiosa compagna potrà darlo nella più elegante «shopville», tra le sue scintillanti boutiques : in pratica un invitan- te e tentacolare market show . Dopo un suo primo approccio alla «shopville», voi non siete più in grado di cogliere il fascino delle vetrine lucci- canti, del «paghi due e prendi tre», del «compri a natale e paghi a pasqua»: insomma delle raffinate e suadenti tec- niche di promozione delle vendite. Lei poi organizzerà ir- resistibili matinées con amiche e colleghe, tutte entusia- ste alla prospettiva di un tour della «shopville» con escur- sioni al bar (oh, quei croissants col cappuccino!), con lunghe soste dal gioielliere e nelle maison e atelier , tra griffe e deliziose «creazioni». E, poi, vuoi mettere? Ti si rompe un tacco? C’è il «tac- co espresso»... Hai i capelli un po’ spenti? C’è l’«inter- coiffeur»... E c’è il meccanico, il gommista. «Ragazze, fac- cio un salto a farmi gonfiare le gomme e vi raggiungo su- bito!» dice ovviamente lei... Ma c’è anche il «discount», molto conveniente. Sì, è vero, ma è così squallido: nien- te bar, non parliamo di ristorante, compri e scappi dalla malinconia. Non c’è confronto. Insomma la vostra cara compagna ha scoperto il pro- gramma ideale per i noiosi giorni di pioggia e il più effi- cace rimedio nei momenti di depressione: si fa un giro al- la «mecca del consumatore». E, in questo «paese di ben- godi», ci si rifà gli occhi e... magari il guardaroba. Specie a natale. Dunque: aveva ragione il duca di Mantova a dire «è sempre misero chi a lei s’affida»? O forse quel grande poe- ta, che scriveva: «donna: mistero senza fine bello?». Ma, quanto a consumismo, gli uomini sono poi tanto diversi dalle donne? A RCADIO C ORRADINI - T ORINO «V ENITE DONNE , È QUI LA FESTA !» Battitore libero PARLA CON COSCIENZA , SENZA GUARDARE IN FACCIA ALCUNO . (L A RUBRICA È , PER DEFINIZIONE , APERTA A TUTTE LE OPINIONI . C ONDIVISIBILI O MENO , SARANNO I LETTORI A STABILIRLO ) Supermercati e dintorni a Natale... con ironia .

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