Missioni Consolata - Dicembre 2002

❐ ANACORETA: chi si ritira in di- sparte (dal greco anakoréin ). ❐ CENOBITA: chi fa vita comune (dai termini greci koinós e bíos ). ❐ COPTO : il termine deriva dall’a- rabo qubti e designa prima «egi- ziano» (in greco aigíptios ) e poi cristiano. La chiesa cristiano-cop- ta nasce dopo il Concilio di Calcedonia (451), in seguito alla separazione dalla chiesa romano- cristiana: è venerabile per storia, vita cristiana e numerose persecu- zioni subite; è ricca dal punto di vi- sta liturgico e letterario. ❐ EREMITA: chi si dedica a vita ascetica nell’ éremos (deserto, in greco). vi sono tre chiese: due dedicate alla Vergine Maria e a san Michele; la terza, più arcaica e simile ad una ca- tacomba, è dedicata a san Samuele. È la zona più sacra del monastero: una specie di galleria naturale mol- to antica, anche geologicamente; entrando ci si sente avvolti da un’a- ria pesante, carica di anidride car- bonica. È proprio una penitenza pregare qui! La via sacra, alla ricerca dei mo- nasteri copti, conduce al monaste- ro di Gebel el Tair, in una piana ric- ca di palmeti e circondata da un al- tipiano roccioso al di là del quale domina il deserto. Si dice che la chiesa sia stata eretta da Elena, ma- dre di Costantino. Nei suoi pressi vi sono grotte che (pare) abbiano ac- colto la Sacra Famiglia per tre gior- ni durante la fuga in Egitto. Il monastero di El Muharraq è imponente e per le mura che lo cir- condano e per i numerosi edifici in- terni: due chiese, cortili, laboratori e alloggi per i pellegrini. Il mona- stero nel 1960 contava appena 30 monaci; oggi ne ha più di 100. Quanti sono attualmente i cri- stiani copti? Fra 7,5 e 15milioni. Se si pensa che, alla fine del XIX se- colo, sembrava che la religione cop- ta stesse per scomparire, ci si chie- de: quale impulso ha portato a tale rinato fervore? mune; alla comunità Pacomio die- de alcune prescrizioni sul culto, il lavoro, il cibo, l’abbigliamento. L’abate (padre) era la guida spiri- tuale dei monaci e a lui si doveva obbedienza assoluta. Questa forma di vita ascetica ebbe molti seguaci anche fra le donne. Il primo mona- stero femminile fu fondato dallo stesso Pacomio. Quanti sono i monasteri ancora in funzione? Una ventina circa, tra maschili e femminili. Sono spesso ben conservati. Alcuni si possono visitare. L’ospitalità è cordiale, con una guida pronta a soddisfare ogni curiosità sul luogo e la vita cenobi- tica. L’ambiente esotico del deserto ha un certo fascino per il turista occi- dentale; ma è soprattutto l’incontro con i monaci che accresce l’interes- se, e non solo per i curiosi abiti che indossano: una cuffia nera ricama- ta con 13 stelle dorate (che simbo- leggianoCristo e i 12 apostoli) e una lunga tunica pure nera. Non si scherza Come si svolge la vita dei mona- ci? Sveglia alle ore 3 del mattino, preghiera dalle 4 alle 6, santa mes- sa (dura un paio d’ore) e poi «l’uf- ficio», ossia il lavoro assegnato ad ognuno dall’abate. Non si può dire una vita di riposo! I più famosi monasteri copti sono quelli del Mar Rosso (sant’Antonio e sanPaolo), perché intimamente le- gati alla storia del cristianesimo del- le origini.Molto interessante è quel- lo di san Samuele, che sorge nella depressione del Fajum; ciò che si ve- de oggi, tuttavia, è un monastero moderno, sorto sulle rovine di un convento del III secolo. Èmolto fre- quentato dai cristiani copti. Durante il medioevo, sotto la do- minazione araba, il monastero fu prospero; ma nel 1700 cadde in ro- vina; rinacque nel 1899, quando il patriarca copto Kirillus V lo fece ri- costruire e abitare. Nel monastero

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