Missioni Consolata - Dicembre 2002

MISSIONI CONSOLATA 59 DICEMBRE 2002 difficoltà, andavamo a messa nella cattedrale di Tunisi e incontravamo i nostri compagni di fede. Spesso, tuttavia, arrivava la polizia e ci por- tava in commissariato, dove veniva- mo interrogati a lungo: “Voi siete musulmani, perché frequentate la chiesa?”. Era questa la domanda di rito». «Ma noi proseguimmo il nostro percorso: andavamo a catechismo, alle riunioni di preghiera e di rifles- sione - continua Agostino -. In quei luoghi incontravamo decine di ara- bi di origine islamica convertiti al cristianesimo. È molto rischioso la- sciare l’islam, può costare la vita, ma Gesù ci è stato vicino. Fu proprio la fede in lui che ci diede la forza per superare la paura delle persecuzio- ni, quando, nel ’99, dalla Tunisia ri- tornammo in Algeria. Lì la nostra si- tuazione era ancora più pericolosa. Facevamo anche 300 chilometri per raggiungere il luogo per gli incontri spirituali. Nonostante tutto ciò, co- L A PENA CAPITALE : SÌ , PERÒ ... Premesso tutto ciò, se una persona rinnega l’islam pubbli- camente e senza subire costrizioni, se è pienamente co- sciente ed adulta, la pena prescritta dalla shari‘a è la mor- te per i maschi e la prigione a vita per le donne. Le modalità che portano alla condanna per apostasia pos- sono essere molteplici, e vanno dalla dichiarazione esplici- ta del fedele («Io associo a Dio altre divinità»), ad afferma- zioni che risultano blasfeme («Dio ha forma e sostanza ma- teriale»), ad azioni blasfeme come tenere con incuria il corano o sporcarlo (ponendolo in posto sudicio, macchian- dolo, sfogliandolo con le dita sporche o appena portate al- la bocca). Un musulmano diventa apostata quando entra in una chiesa, prega un idolo o pratica riti magici, oppure se dichiara che l’universo è esistito dall’eternità, oppure che dopo la morte l’anima trasmigrerà o si reincarnerà. Anche la diffamazione della personalità del profeta o l’accusa agli angeli di avere qualità negative o il mettere in dubbio le virtù ascetiche di Muhammad costituisce apostasia. Chi rifiuta l’islam pur essendo figlio di musulmani commette un «tradimento contro Dio», ed è chiamato murtad fitri (a- postata naturale). Se si pente può essere perdonato. Chi si converte all’islam e poi cambia idea è definito mur- tad milli (apostata dalla comunità). Il suo è considerato un tradimento contro la comunità e ai maschi può essere com- minata la pena di morte anche se si pentono. Nel caso, raro, in cui un apostata venga condannato a mor- te, la tradizione prevede l’esecuzione attraverso il taglio del- la testa . Tra i malikiti , gli hanbaliti e gli shafi‘iti la pena inflitta a donne e uomini è quella capitale. Tuttavia, il fatto stesso che una sura, la IV, v. 137, possa recitare «Coloro che credettero e poi negarono, ricredette- ro e poi rinnegarono, non fecero che accrescere la loro mi- scredenza. Dio non perdonerà loro né li guiderà verso il Sentiero», dimostrerebbe, secondo alcuni studiosi, come nel corano l’apostasia sia possibile senza incorrere nella con- danna a morte. Come farebbe infatti il miscredente a cre- dere e rinnegare, poi ricredere per poi rinnegare se al pri- mo abbandono venisse ucciso? Molti studiosi sostengono che i passaggi in cui Muhammad chiede la testa dei traditori della religione siano da riferirsi a casi di alto tradimento, come dichiarare guerra all’islam, al profeta stesso, mettere in pericolo la ummah e così via. Casi storici circostanziati o di palese minaccia, dunque. Sembra infatti che né Muhammad né i suoi successori ab- biano mai condannato a morte alcun apostata. A. L. R IFERIMENTI BIBLIOGRAFICI : Hamza Roberto Piccardo (a cura di), Il corano , Edizioni Newton Compton, Roma 1996; Abdurrahmani al-Djaziri (a cura di), The penalties for a- postasy in islam , in Light of Life , Austria 1997; Jean-Marie Gaudeul, Vengono dall’islam chiamati da Cri- sto , Emi Editrice, Bologna 1995; Mohammad Talbi, Le vie del dialogo nell’islam , Edizioni della Fondazione Agnelli, Torino 1999; Aa.Vv., Dibattito sull’applicazione della shari‘a , Edizio- ni della Fondazione Agnelli, Torino 1995; Sito internet: www.religioustolerance.org (1) Ahmad Faiz bin Abdul Rahman, «Malaysian laws on a- postasy inadequate», at http://www.iol.ie/afifi/ A lato: l’interno di una moschea. Pagina accanto: un venditore ambulante di origine marocchina. «“Voi siete musulmani: perché frequentate la chiesa?”». A lato: il libro di A NGELA L ANO , appena uscito, con postfazione di Francesco Bernardi; acquistabile (a 7 Euro) presso la libreria «Missioni Consolata».

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