Missioni Consolata - Dicembre 2002
ragazzi crescessero e potessero sce- gliere da soli: un musulmano che abbraccia un’altra religione è per- seguitato, può incorrere in seri pro- blemi, ed è meglio che i nostri figli, per il momento, li evitino. Nel frat- tempo vanno a catechismo». Quando è iniziata la vostra ricer- ca? «Nel ’90 ed è andata avanti fino al ’94. Ci eravamo trasferiti in Italia per cercare lavoro e serenità – ri- corda Monica -. Tuttavia, poiché non avevamo alcun tipo di regola- rizzazione, facemmo ritorno in Al- geria per avviare le pratiche per i permessi di soggiorno. Lì la situa- zione era drammatica: la guerra ci- vile seminava morte e distruzione e i nostri figli, che parlavano solo ita- liano, erano spaventatissimi e spae- sati. Dal ’94 al ’99 ci trasferimmo in Tunisia: iscrivemmo i ragazzi in una scuola italiana, mentre mio marito trovò lavoro come interprete per u- na ditta italiana. Io ero dirigente in una fabbrica di abbigliamento. In- somma, avevamo trovato una buo- na sistemazione. Frequentavamo la comunità dei cristiani, tunisini ed europei. Alla domenica, tra mille MISSIONI CONSOLATA 58 DICEMBRE 2002 I l termine muslim significa colui che è sottomesso a Dio e islam indica la resa, la sottomissione e la devozione. Il musulmano, dunque, nasce e vive sotto la legge islamica, la shari‘a, e non può scegliere per sé e per la propria fa- miglia una religione diversa da quella dei padri. In una prospettiva islamica, perciò, chiunque abbandoni la propria fede commette un peccato imperdonabile: si allon- tana da Dio e dalla comunità di credenti, la ummah, e de- ve essere processato e invitato a pentirsi. Eventualmente, può essere «aiutato» attraverso la tortura. Se tutto ciò fos- se inutile a far ravvedere l’apostata, la pena di morte po- trebbe essere comminata come conseguenza. In Egitto, Marocco, Iran e Pakistan molti convertiti sono sta- ti sottoposti a maltrattamenti e torture, che hanno portato, in alcuni casi, alla morte. Sono stati registrati casi in cui ge- nitori hanno murato vive le figlie lasciandole morire di se- te e di fame. Tuttavia, in questo inizio di secolo, sembra che vi siano sta- ti solo sporadici casi di condanne a morte. Teoria e pratica, dunque, non viaggiano parallele. C HE DICE IL CORANO ? Apostata è una persona che abbandona una religione e ne adotta un’altra o si limita a considerarsi ateo. Al giorno d’oggi, nell’islam, l’apostasia è un tema complesso e mol- to dibattuto. Vediamo, allora, cosa dicono alcuni versetti coranici. «La religione presso Iddio è l’islam» (sura III, v.19); «Iddio non perdona che gli si associno compagni, ma, al- l’infuori di ciò, perdona chi vuole. Ma chi attribuisce consi- mili a Dio commette un peccato immenso» (sura IV, v.48); «Combattete coloro che non credono in Dio e nell’Ultimo giorno e che non vietano quello che Dio e il suo messagge- ro hanno vietato» (sura IX, v.29); «I credenti sono coloro che credono in Dio e nel suo Mes- saggero e non dubitano in quel credo» (sura XLIX, v.17); «Non prostratevi al sole o alla luna, piuttosto prostratevi da- vanti a Dio che li ha creati, se è Lui che adorate» (sura XLI, v.37); «Giurano in nome di Dio che non hanno detto quello che in realtà hanno detto, un’espressione di miscredenza; hanno negato dopo aver accettato l’islam e hanno desiderato quel che non hanno potuto ottenere. Non hanno altra recrimi- nazione se non che Dio col suo Messaggero li ha arricchiti con la sua grazia. Se si pentono sarà meglio per loro; se in- vece volgono le spalle, Dio li castigherà con doloroso ca- stigo in questa vita e nell’altra; e sulla terra non avranno né alleato né patrono» (sura IX, v.74); «Coloro che commettono blasfemia e si separano dalla via di Dio e poi muoiono come miscredenti Iddio non li perdo- nerà», (sura XLVII, v.34); «Che non vi sia costrizione nella religione: certamente il Giu- sto Sentiero si distingue chiaramente da quello storto» (su- ra II, v.256); «Coloro che credettero e poi negarono, ricredettero e poi rinnegarono, non fecero che accrescere la loro miscreden- za. Dio non perdonerà loro né li guiderà verso il Sentiero» (sura IV, v.137); «Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi as- sociatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. Se poi si pentono, eseguono l’orazio- ne e pagano la decima, lasciateli andare per la loro strada. Dio è perdonatore e misericordioso» (sura IX, v.5). C HE SUCCEDE AGLI APOSTATI ? «Alcuni commentatori sono giunti alla conclusione che la punizione per chi rinuncia alla fede è la morte» (1). Ciò che attende un adulto, dunque, sono 3 giorni per ripensare al- la propria scelta prima di essere giustiziato. Alcuni riten- gono che ciò debba avvenire, indifferentemente, se l’apo- stasia è commessa in uno stato islamico o d’altra fede. Secondo altre tendenze, è necessario invece attenersi a quanto sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti del- l’uomo in fatto di libertà religiosa. Studiosi delle quattro scuole giuridiche ( shafi‘iti, hanbali- ti, malikiti, hanafiti ) collocano gli apostati all’interno di tre categorie: quelli del cuore, coloro, cioè, che dubitano dell’esistenza di Dio o del messaggio del suo profeta Muhammad; la blasfemia del corpo, coloro che si prostra- no ad altre divinità; e la blasfemia che proviene dal dubita- re su Dio e il suo profeta. Non vi deve essere costrizione nella religione, recita il co- rano, ma le cose cambiano una volta che il fedele ha scelto di abbracciare l’islam. Come chiaramente espresso dalla su- ra IV, v.137, chi crede e poi nega è considerato un miscre- dente ( kafir ) e non degno del perdono di Dio. Inoltre: «Nes- sun credente e nessuna credente può scegliere a modo pro- prio quando Dio e il suo Messaggero hanno deciso qualcosa», (sura XXXIII, v.36). Il credente non è dunque li- bero di decidere se abbandonare o meno la religione isla- mica. Anzi, l’apostasia è giudicata come un vero e proprio tradimento. «R IDDA » O « IRTIDAD » ( APOSTASIA ) NELL ’ ISLAM Scheda di approfondimento «L’islam non predica amore e compassione come il cristianesimo».
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