Missioni Consolata - Dicembre 2002

MISSIONI CONSOLATA 55 DICEMBRE 2002 Com’era il clima umano sul set ? È stata una vacanza. Lo sottoli- neo: e questo è dovuto alla troupe della Nova-T. Una festa di affetti ed attenzioni. Mai un momento di di- sagio. Chi è il missionario per Angela Goodwin? Una persona dedicata agli altri, non a se stesso. Un uomo che non mette mai in evidenza il proprio io. FLAVIO BUCCI, un talento artistico, una vis tea- trale senza pari, ha creduto fin da principio ne «La partenza» e ha conferito forza alle parole dell’Allamano, rendendole vive e attuali. Signor Bucci, perché ha accettato questo ruolo? Nella mia vita di attore, con 35 anni di carriera, ho interpretato di- versi preti, tra cui don Sturzo; sono stato vescovo, però mai mi ero cala- to nel ruolo di un santo o beato. Per me l’Allamano è una grande scoper- ta. C’è qualcosa che le è rimasto im- presso nel viaggio piemontese sui luoghi di Allamano? Due luoghi in particolare mi han- no incuriosito: il museo etnografico dei missionari della Consolata a To- rino. È interessantissimo. Sono ri- masto colpito dal fatto che, in que- sti grandi saloni, pieni di oggetti, si può fare un viaggio nel tempo e nel- lo spazio. Molte cose ti sembrano stranissime e di mille anni fa; in realtà, spesso, sono oggetti comuni e magari sono lì da pochi giorni... Ca- pisco allora che la mia ottica di uo- mo, figlio del benessere dei paesi do- minanti, è profondamente distorta. In secondo luogo, mi ha colpito il sa- lone dei vescovi in curia. Cento volti avvolgono la sala; provengono da e- poche lontane e mi hanno fatto uno strano effetto. Dell’Allamano che cosa le è rimasto? È un uomo incredibile con aspetti anche curiosi. Penso, per esempio, al fatto che sia riuscito ad appas- sionarsi all’Africa senza averla mai vista: eppure ha creato un evento importante. È un leader con un grande carisma. Lei è un uomo di cinema. È vero che l’Africa è penalizzata anche in questo campo? Ho scoperto l’Africa quattro anni fa, mentre giravo un film in Kenya. Non posso dire di conoscerla, perché vivevo in modo confortevole e pro- tetto. È vero però che il cinema ha snobbato l’Africa e, in genere, il sud del mondo. Forse il grande pubblico preferisce storie disimpegnate, futi- li. Ma siamo noi, dell’ambiente, che dovremmo educarlo meglio. Chi sono i missionari per Flavio Bucci? Quando penso ai missionari non so se invidiarli o meno. Sono una spinta che, potenzialmente, si na- sconde in molti di noi. Poi magari, come succede nel film girato, non si «parte». Però si può essere missio- nari sotto vari aspetti: anche nel mio ambiente. In questo momento potrei essere «missionario nel nome del teatro». presentare, provando alcuni brani dello spettacolo tratti dagli scritti dell’Allamano. Infine, ecco l’amico, il braccio de- stro del fondatore dei missionari e missionarie della Consolata: Giaco- mo Camisassa . È una colonna por- tante, da evidenziarsi nel modo più efficace. Camisassa sarà presente con la voce affascinante (fuori cam- po) di Arnoldo Foà : una voce che accompagna lo spettatore nel per- corso biografico del protagonista. Non mancano i filmati d’epoca, che ci calano dentro una storia cen- tenaria, che continua a svilupparsi negli angoli più remoti della terra, là dove operano e faticano i missiona- ri della Consolata. Questi sono gli ingredienti della «torta», che vanno impastati, fatti lievitare e cotti a puntino. A tutti l’o- nore di «assaggiare il dolce della casa». Ed anche... buona «partenza»! Mc (*) PAOLO DAMOSSO è regista presso la Nova-T, il centro di produzioni televisive dei Frati cappuccini (Torino). Ha già diretto LE DUE VALIGIE (s. Giuseppina Bakhita), UN UOMO DI DIO (Padre Pio), I FIORETTI (di s. Francesco), LA MIA STORIA (s. Leonardo Murialdo), LE STRADE DI IGNAZIO (s. Ignazio da Santhià). Arnoldo Foà, la voce

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