Missioni Consolata - Dicembre 2002

43 APRILE 1998 CONSOLATA MI SS IONI Da laico a difensore dell’islam LA «CONVERSIONE» DI SADDAM Sulla bandiera del paese si staglia «Allah Akbar». Da tempo il presidente iracheno ha capito che la religione può aiutarlo. E così ha deciso di ergersi a paladino dell’islam. Stretti tra sciiti e sunniti, i cristiani sono circa il 3% della popolazione, la maggioranza dei quali cattolici caldei, che... di Luigia Storti, da Baghdad I n Iraq la religione di stato è l’i- slam. Ma l’articolo 25 della Co- stituzione riconosce la libertà di culto per le altre religioni. Per que- sta ragione, in un paese a netta pre- valenza islamica (65% sciiti e 32% sunniti) vengono riconosciute dal governo altre 14 professioni di fede tra cattoliche, ortodosse e prote- stanti. I cristiani in Iraq rappresentano circa il 3% della popolazione, una stima non certa visto che non esi- stono dati ufficiali recenti. Aquesta mancanza di precisione si deve ag- giungere l’emigrazione di molti cri- stiani (specialmente negli Stati Uni- ti d’America), il cui numero è sco- nosciuto. Il 70% dei cristiani iracheni ap- partiene alla Chiesa cattolica cal- dea , una chiesa «uniate» (in comu- nione con Roma) di rito orientale, che ha la massima espressione ge- rarchica nel patriarca Raphael Bi- daweed I , la cui sede è a Baghdad, che conta circa 100 tra chiese e con- venti in tutto il paese, di cui 25 par- rocchie nella sola capitale. Capire le condizioni in cui questa comunità vive non è facile. Certo, se si pensa alla situazione dei non musulmani nei paesi vicini, come l’Arabia Saudita o gli Emirati Ara- bi Uniti, ci si deve rallegrare della sua stessa sopravvivenza. L’impres- sione è che, se ci sono dei problemi, questi non riguardano le persone, ma alcune politiche di governo. L’Iraq, retto dal 1968 dal partito Baath , si distingueva per essere un paese laico, anche se a maggioran- za musulmana, in un’area intensa- mente permeata dallo spirito dell’i- slam. Però, da qualche tempo, sem- bra che le cose stiano cambiando. A Saddam Hussein viene comu- nemente attribuito il desiderio di diventare un nuovoNasser, un lea- der capace di riunire sotto di sé tut- to il mondo arabo; e la religione, prima relegata alla sola sfera priva- ta, sembra essere un buon mezzo per raccogliere i consensi di quel mondo: SaddamHussein paladino della lotta per la riconquista della Palestina contro l’invasore ebreo; Saddam Hussein eroe dei popoli che percepiscono gli attacchi e le guerre del mondo occidentale non musulmano non in senso politico- economico, ma religioso: il mondo contro l’islam. Questo avvicinamento all’islam, legato alla nuova immagine di capo religioso in un paese musulmano, che Saddamvuole sia percepito (sia in patria che all’estero), ben si confà anche agli iracheni che, come tutti i popoli in disgrazia, trovano l’uni- co conforto nella religione. Ecco quindi comparire sulla ban- diera irachena « Allah Akbar » (Al- lah il più grande); ecco che ogni an- no, in occasione del compleanno del presidente, si inaugura una nuo- va moschea e, contestualmente, si posa la prima pietra di un’altra. 43 DICEMBRE 2002 CONSOLATA MI SS IONI Mercato di Saddam City.

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